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Sverniciare il legno | Restauro di un sedia

Sverniciare il legno è un’operazione che elimina gli strati di vernice precedenti e consentendo di trattare nuovamente il legno con nuovi prodotti

Occorre eseguire un accurato lavoro per ridare splendore alla sedia stile Thonet; prima operazione: sverniciare il legno.
Va fatta con soluzioni che rammolliscono la pittura, ma non intaccano il legno ed evaporano rapidamente.
L’eliminazione di tutti gli strati si affida a spatole e raschietti e trucioli di legno, derivanti da precedenti lavori di bricolage e conservati; occorre terminare la sverniciatura con un’accurato lavaggio di tutte le superfici.
Quando il legno è asciutto lo si leviga con carta abrasiva fine eliminando tutte le irregolarità.

SVERNICIARE IL LEGNO: GRAN CURA AL SEDILE

  1. L’asportazione della vecchia vernice si effettua con uno sverniciante a base di solventi clorurati frenati (e non soda) da stendere in spesso strato su tutte le superfici.
  2. L’azione del solvente non è aggressiva per il legno e per i collanti a base acquosa, ma lo può essere per noi, per cui è opportuno operare in un luogo ben aerato o vestire una mascherina da verniciatore.
  3. Dopo circa 10 minuti si formano delle bolle sulla vernice che può essere raschiata via con spatole o trucioli di legno. La rifinitura del sedile si effettua con carta abrasiva fine cercando di rispettare i disegni a rilievo.

SVERNICIARE IL LEGNO: VIA GLI STRATI DI SPORCIZIA, CERE, VECCHIE FINITURE

  1. La vernice aggredita dal gel non sempre si stacca spontaneamente dal legno, specie quando sono in gioco finiture trasparenti o laccature, ma va raschiata meticolosamente, finchè è rammollita, con raschietti dal profilo variamente sagomato o grossi trucioli di legno.
  2. Con una spugna si lavano via i residui di sverniciante e contemporaneamente
    si fanno “rizzare i peli” al legno in modo da poterli asportare con facilità nella fase successiva.
  3. Quando il legno è completamente asciutto si passa una carta abrasiva fine, di grana superiore a 200, sulle superfici eliminando tutte le asperità che potrebbero causare difetti nello strato di laccatura finale.

UTENSILI
Spatola, spazzola, carta vetrata, scalpello, martello, pennello, raschietto, smerigliatrice

Leggi la nostra guida su come verniciare il legno

Verniciare il legno | Guida completa illustrata

Costruire una mucca giocattolo di carta

Per la realizzazione di questa mucca giocattolo di carta occorrono polistirolo, carta e colori ed ecco che un simpatico bovino prende vita grazie alla prospettiva offerta da tre sagome, poste una dietro l’altra, che raffigurano tre “fette” di mucca.
La composizione permette al giovane fai da te di prendere confidenza con gli effetti visivi che si possono ottenere a partire da materiali comuni.

Da un foglio di cartoncino robusto si ritagliano le tre sagome che formano la mucca: la testa, la metà del corpo e il posteriore con la coda.
Pitturate con le classiche pezzature nere delle mucche frisone, le tre parti vengono inserite su una base di polistirolo che le mantiene in posizione, distanziandole di alcuni centimetri.

  1. Dopo averle disegnate sul cartoncino, le tre parti vanno ritagliate con le forbici a punta arrotondata.
  2. Con la tempera di colore nero si dipingono le pezzature del mantello della mucca.
  3. Su un foglio di carta si disegnano e si colorano i fiori che andranno applicati sulla base di polistirolo, poi si ritagliano.
  4. Con la tempera di colore verde si pittura la base in polistirolo che simulerà il prato.
  5. Col cutter vanno praticate due incisioni sulla base per inserirvi le sagome. La prima a 25 mm dal lato opposto alla testa e la seconda a 85 mm. Quindi si incollano i fiori.
  6. La testa si incolla alla base e le sagome rimanenti si inseriscono nelle incisioni. Sull’ultima sagoma si applica la coda della mucca. La nostra mucca giocattolo di carta è pronta!

Pout Pourri fai da te

Preparare da sé un pout pourri è operazione alla portata di ogni fai da te.

Anzi, può risultare più semplice e veloce di quanto si possa immaginare. Vanno osservati solo alcuni accorgimenti che riguardano le tecniche di essiccazione e l’utilizzo delle essenze profumate ed ecco che in pochi passi abbiamo ottenuto un fantastico mix di colori e fragranze aromatiche.

PREPARIAMO TUTTI GLI INGREDIENTI

Tagliamo un’arancia in rondelle da circa 1 cm di spessore. Mettiamole nel forno a 150°C e lasciamole dentro fino a quando non risultano abbastanza asciutte. Una volta pronte, uniamo le fette essiccate al pout pourri. Gli agrumi offrono meravigliose sensazioni olfattive. Limoni, arance e mandarini vanno sbucciati e le bucce vanno messe ad asciugare al sole. Le foglie e le bacche vanno messe ad essiccare su un cartone vicino ad una fonte di calore finché sul cartone non risulta più traccia di umidità.

bastoncini di cannella per il Pout Pourri

 

 

I bastoncini di cannella e i rami di magnolia hanno un aroma unico e inconfondibile. Si possono tagliare in piccoli pezzi da circa 10 cm e raggrupparli in mazzetti.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Pestiamo nel mortaio i semi per il pout pourri

I semi delle carote, del cumino e del finocchio  racchiudono e custodiscono profumati tesori. Alcuni di questi semi vanno polverizzati per unirli a petali secchi, al fine di aromatizzarli a loro volta. Si completa il pout pourri aggiungendo spezie (anice stellato, cannella, chiodi di garofano, noce moscata); si mette il tutto in un sacchetto per alimenti con dentro qualche goccia di essenza, si chiude bene e lo si lascia assorbire per qualche giorno.

 

 

 

 

 

elementi secchi del pout pourri

I vari elementi del pout pourri si dispongono in una terrina provvista di coperchio per essere chiusa ermeticamente. Va chiusa e lasciata 2-3 giorni in un luogo fresco e buio. Se necessario si può aggiungere una decina di gocce d’essenza della fragranza preferita.

Riciclare vecchie porte per costruire cornici

I fai da te spesso riciclano vecchi materiali per dare vita a nuovi oggetti come questi avanzi di profili di porte utilizzati per costruire cornici.

Le belle cornici delle porte di casa sono realizzate con listelloni modanati, anche in modo ricercato, che vengono applicate sul montante fissato alla parete in modo da occludere la fessura intorno a questo e decorare l’insieme. Gli avanzi sono manna per un fai da te!

Se ci restano degli avanzi di questi profili, possiamo riciclarli per realizzare eleganti cornici fai da te.

L’assemblaggio è quello classico che si utilizza per le cornici da quadri, mentre l’inserimento dell’immagine è diverso in quanto i listelloni non hanno, sul retro, il ribasso fresato che crea la sede per la tela. Questa dev’essere fissata ad un fondo in compensato graffettato sul retro della cornice, con nastro biadesivo o altri sistemi di bloccaggio a seconda del suo spessore.

 IL TAGLIO A 45°

I listelloni modanati vanno tagliati con le estremità a 45 gradi.

Allo scopo utilizziamo una guida tagliacornici con fessure che permettono di guidare la sega a dorso con la corretta angolazione dopo aver bloccato i pezzi con i perni in dotazione.

In alternativa possiamo utilizzare una troncatrice con lama a disco che impostiamo sui 45 gradi prima di effettuare il taglio.

 

 

L´ASSEMBLAGGIO DELLE MODANATURE

  1.  Posizioniamo gli elementi tagliati a formare la cornice e disponiamo uno strettoio a nastro intorno ad essa. Iniziamo l’assemblaggio spalmando colla vinilica sulle parti da unire.
  2. Mettiamo a contatto le parti da collegare aiutandoci con una squadra per mantenere l’esatta giunzione a 90 gradi. Infine tendiamo lo strettoio a nastro.
  3. Lo strettoio va mantenuto in tensione per almeno 24 ore, il tempo necessario affinché la colla vinilica faccia presa.
  4. A incollaggio indurito rivoltiamo la cornice e rinforziamo le giunzioni con alcune graffette poste a ridosso della linea di contatto.

IL FONDO

  1. Applichiamo ora il fondo costituito da un foglio di compensato leggermente più grande della luce della cornice
  2. Fissiamo il fondo con alcune graffette. La cornice è ora pronta per la finitura.

LA FINITURA

  1. Applichiamo sul retro della cornice, nella parte superiore di questa, la piastrina forata per la sospensione del quadro.
  2. Trattiamo la cornice con smalto dorato, argentato o di altro tipo. Volendo possiamo creare delle “velature” che conferiscono un aspetto antichizzato alla cornice.
  3. Sul retro della tela o del pannello con l’immagine applichiamo alcuni pezzetti di nastro biadesivo.
  4. Inseriamo l’immagine all’interno della cornice e premiamo nei punti dotati di nastro biadesivo. Ora possiamo appendere il quadro alla parete.

UTENSILI
Strettoio a nastro, graffetrice, cacciavite, pennello

DITTE
Wolfcraft
Rapid

PG

LIBRI DI RIFERIMENTO

 

La felicità nel cambiamento

Non è tempo di ridipingere la casa…

… questa volta, però, non vi voglio parlare di manutenzione della casa, ma di un tema che ci coinvolge e spaventa un po’ tutti.

Barak Obama, agli inizi della crisi, nel 2008, disse: “…dobbiamo anzitutto essere onesti con noi stessi, perché ci sono tempi in cui basta ridipingere la casa e tempi in cui occorre ricostruirne le fondamenta”. Fu un’affermazione che fece discutere nel mondo occidentale dove tutta l’attenzione era ed è rivolta a “ridipingere la casa” quindi a promuovere i consumi perché l’economia attuale, i cui principi pochi mettono in discussione, riprenda a funzionare. Infatti ricostruire le fondamenta del sistema Paese non sembra far parte dei programmi, e nemmeno della sensibilità, di chi ci governa e neanche dell’opposizione. I rimedi che propongono ed attuano i nostri governanti sono, da un lato, cosa certa, maggiori tasse ed austerità per noi cittadini e dall’altro, l’approvazione di provvedimenti volti a far ripartire la crescita economica e qui il risultato diventa meno certo. Nessuno percepisce che da questa crisi, forse, bisogna uscire in modo diverso dal passato senza puntare sulla crescita, perché non è certo che l’economia possa crescere all’infinito e soprattutto non è certo che crescita economica sia sinonimo di benessere sociale.

Mai come in questo periodo in ognuno di noi è forte il desiderio di capire il perché siamo arrivati a questo punto e come fare per superarlo. Un aiuto in questo senso, soprattuto perché propone una soluzione alternativa e percorribile, mi è sembrato un libro (scaricabile gratis da internet) che vorrei segnalarvi “La felicità nel cambiamento”. Questa pubblicazione fa parte di un progetto culturale in progress, creato dal filosofo Ervin Laszlo e dal fondatore di LifeGate Marco Roveda, con la partecipazione di grandi pensatori del nostro tempo (www.lifegate.it). Nel libro si promuove e delinea un nuovo stile di vita con prospettive diverse indirizzate ai politici, agli imprenditori ed ai semplici cittadini. Lo schema qui a fianco può dare una prima idea di uno degli sviluppi del pensiero espresso nel libro: pochi punti che ci fanno riflettere e che forse potrebbero diventare una guida rassicurante e risolutiva per ciascuno di noi.

Installare due applique

Installare due applique ai lati della porta, per creare un´atmosfera soffusa e dare più profondità alla stanza.

Il montaggio di due punti luce non presenta grandi difficoltà per un bricoleur; l’intervento più complesso è quello di far pervenire nei punti di applicazione le guaine murate con i relativi conduttori di fase, neutro e terra.

La tensione si preleva da una scatola di derivazione e, dopo gli opportuni collegamenti all’interruttore (o deviatore), perviene alle applique.
L’installazione, da effettuare dopo aver staccato la tensione
all´interruttore generale, consiste nel fissare la placca con tasselli, collegare i cavi provenienti dalla guaina ai morsetti del portalampada e a quello di terra.

Si inserisce la lampadina (max 60 W) e si avvita il diffusore.

Quindi si ricollega la tensione e si prova il funzionamento.

IL MONTAGGIO

Poggiamo la piastra al muro (1), posizionandola in corrispondenza della guaina che fuoriesce dalla parete, e tracciamo i punti da forare mantenendola in orizzontale con la livella a bolla. Dopo aver praticato i fori sulla parete facendo attenzione a non intercettare la guaina con i cavi, inseriamo i tasselli (2). Materiali e attrezzi si trovano nei centri bricolage.

Collochiamo in posizione la piastra dell’applique, inseriamo le viti negli appositi fori e quindi nei tasselli e procediamo con l’avvitatura senza stringere eccessivamente (3).

I COLLEGAMENTI ELETTRICI

I fili elettrici che affiorano dal foro presente sulla piastra, vanno tagliati e spellati con lo spellafili (1). I conduttori di rame vanno attorcigliati.

Sulle estremità di ogni filo si inseriscono piccole guaine isolanti in materiale plastico che, a fine lavoro, verranno fatte scorrere sui morsetti (2).

I conduttori di fase e neutro si inseriscono nei morsetti del portalampada mentre quello di terra si fissa al morsetto della placca (3).

Dopo aver avvitato la lampadina, concludiamo il lavoro posizionando il diffusore ed avvitandolo alle staffe della placca (4).

UTENSILI

Livella a bolla, spellafili, cacciavite, avvitatore, tester

LIBRI DI RIFERIMENTO

Fantasia di lampade

Cambiare il mondo

In occasione del convegno “L´innovazione dal basso – Cambiare il mondo senza chiedere permesso” tenutosi a Torino il 14 Giugno u.s., abbiamo visitato la sede del FabLab locale in cui cui si ritrovano i makers torinesi, situato in un’area industriale dismessa, dove operano con la supervisione delle Officine Arduino e ospitati da ToolBox, società di co-working.

Piuttosto che ricordare o spiegare nuovamente chi siano i makers a chi non avesse seguito i nostri recenti editoriali, preferiamo dire il perché, noi della rivista, abbiamo deciso di portare a conoscenza i nostri lettori di questo fenomeno.
Principalmente si tratta di affinità: man mano che approfondiamo la conoscenza dei makers, fra questi e i far da sé si rilevano numerosi elementi in comune. I due mondi sono solo apparentemente molto distanti. Noi siamo abituati a ideare e progettare per costruire qualcosa o risolvere problemi tecnici, usando strumenti a volte semplici e manuali, a volte complessi e professionali, appropriandoci quando possibile di materiali di recupero, avanzi e macchine dismesse; allo stesso modo i makers hanno idee e creatività da esprimere, riconoscono il valore di ciò che è dismesso, ma può ancora essere riutilizzato, si avvantaggiano di una notevole gamma di attrezzature.

   

I relatori del convegno: Riccardo Luna,  giornalista, Juan Carlos De Martin, docente universitario, Massimo Banzi, inventore Arduino.

Le differenze stanno in due principali elementi: il primo, di immediata rilevazione, è nel fatto che i makers sono i giovani figli dell’era della tecnologia informatica. Partendo dall’astrattismo e dalla teoria dei numeri e dei software, che evidentemente da soli restano incapaci di concretizzarsi in un “risultato solido”, i makers tendono quindi a “scendere” nel concreto nei modi più disparati, ma realizzando principalmente un bellissimo connubio fra tecnologia e meccanica, che analizzeremo nel dettaglio fra poco.
Secondo punto è la diversa estrazione socio/territoriale; mentre noi far da sé siamo un po’ “lupi solitari” e provvediamo in prima persona a una riparazione o a una costruzione in casa, in giardino, in garage, quindi in uno spazio nostro, i makers al momento hanno necessità di una maggiore aggregazione, creando una sorta di lavoro cooperativo, dove si può anche fare da soli, ma gomito a gomito con altri, da cui attingere consiglio e aiuto quando c’è da imparare o da superare una difficoltà imprevista. Ovviamente un simile concetto di aggregazione ha bisogno di una serie di condizioni che al momento possono concedere solamente le città; uno di questi è la necessità di spazi, magari non enormi (anche se le Officine Arduino sono collocate in una vasta area nell’ambito di una fabbrica dismessa), ma aperti a una partecipazione collettiva, dove si possa materializzare la “nuvola” creativa, il Caos nel quale nascono e si sviluppano nuove idee.
Le differenze si attenuano, oppure si modificano se comprendiamo nell’analisi anche i makers internazionali, nella fattispecie quelli statunitensi, nazione dalla quale si è allargato a macchia d’olio il “movimento”. Leggendo le riviste d’oltreoceano dedicate a questo mondo si nota come in America il maker sia molto più interessato alla manualità e alla praticità, avvicinandosi tantissimo sotto questo profilo al nostro modo di far da sé. Resta tuttavia una profonda differenza “umorale”, fra loro e noi (noi inteso come “italiani”), che ha espresso molto bene nel suo intervento Massimo Banzi: “Quello che hanno colto gli Americani è questa capacità del maker di non fermarsi all’hobbismo, di partire magari da hobbista, col cazzeggio insomma, per usare una parola italiana, e dal cazzeggio però non darsi il limite di dire “io cazzeggio e basta”. Se loro scoprono che da questo viene fuori qualcosa che può cambiare il mondo, sono pronti a farlo.
Appare chiaro che gli Americani hanno un ottimismo interiore che gli Italiani non hanno: quando faccio corsi introduttivi negli Stati Uniti e faccio lampeggiare un led a comando, la prima cosa che si fa imparando a programmare Arduino, i presenti già pensano a quale multinazionale nascerà dalle loro idee,mentre in Italia… diciamo che c’è un pochino più di frizione, il sistema non è così oliato, come negli Stati Uniti”.

Spektra

Presente in Italia dal 1984 con oltre 500 rivenditori specializzati di attrezzatura e materiali edili e più di 120.000 livelli laser venduti, 
Spektra è da sempre l’indiscusso leader di mercato nei settori del professionale e del fai da te evoluto

Spektra si occupa di strumentazione professionale a tecnologia laser che viene impiegata nelle operazioni di misura, livellamento, allineamento,
 squadratura e piombatura nei cantieri edili. I principali vantaggi offerti dalle soluzioni Spektra sono quelli di poter compiere tutte le operazioni
di tracciamento semplicemente, velocemente, con precisione e con una sola persona.

La vasta gamma di prodotti è rivolta a tutte le tipologie di Imprese, Artigiani e Hobbisti Evoluti, per tutte le applicazioni di tracciamento
e per tutte le fasce economiche dalla linea Pro con servizi al top ed esclusive garanzie sino a 5 anni, alla linea TUF dall´elevato rapporto qualità/prezzo 
e dal costo imbattibile.

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Fila

Fila gli specialisti delle superfici

Settant’anni d’esperienza, un alto standard qualitativo nello sviluppo e produzione dei propri prodotti FILA pavimenti, una profonda conoscenza dei materiali, maturata in anni di lavoro e di ricerca sul campo. Questi sono alcuni punti di forza di FILA, che rendono questa dinamica azienda leader nella protezione e manutenzione delle superfici in marmo, pietra naturale, gres porcellanato, cotto e legno.

Le soluzioni FILA sono vendute in oltre 60 Paesi, grazie alle 6 filiali commerciali estere (Francia, Spagna, Germania, Regno Unito e Stati Uniti) e ad una capillare rete commerciale in tutto il mondo.

Grazie alla partnership con oltre 200 dei più importanti produttori internazionali di pavimenti e rivestimenti, FILA è sempre aggiornata sulle tendenze del settore e pronta a sviluppare e testare nuove soluzioni per rispondere alle esigenze dei clienti.
FILA offre una gamma completa di prodotti certificati, pensati per i professionisti del trattamento, ma adatti, grazie alla loro efficacia ed estrema facilità d’uso, anche al consumatore finale, non necessariamente esperto del fai da te.

Propagroup

Leader nel proprio settore da quasi 50 anni, Propagroup propone ora applicazioni innovative, anche per la casa, per risolvere problemi come l’umidità negli ambienti.

Nata nel settore dell’imballaggio, dove tutt’ora è leader, Propagroup si presenta oggi sul mercato con nuove e fantastiche soluzioni, economiche, ecologiche e pratiche.

Lo sviluppo di prodotti innovativi è reso possibile grazie alla stretta collaborazione tra Propagroup ed i suoi clienti. Questa sinergia ha portato ad un’evoluzione continua dell’azienda, che l’ha resa negli anni una presenza costante ed affidabile.

Propagroup è certificata secondo la norma UNI EN ISO 9001:2008 e la qualità dei suoi prodotti è garantita da processi produttivi collaudati e da accurati controlli.

Inoltre, da sempre, Propagroup considera la tutela dell’ambiente come parte fondamentale del proprio sviluppo e della propria cultura.

Proponendosi l’obiettivo costante di contribuire al progresso economico nel rispetto del mondo che ci circonda, Propagroup ha ottenuto la certificazione UNI EN ISO 14001:2004.

Propagroup ha creato un sito di acquisto on line dedicato a chi desidera provare i suoi prodotti: