Home Blog Page 34

Levigatura del legno | Approfondimento tecnico

La levigatura del legno è una lavorazione fondamentale, spesso imprescindibile, per trattare e rifinire al meglio questo materiale. Può essere effettuata manualmente o con l’utilizzo di macchine elettriche. Analizziamone in dettaglio tutti gli aspetti

La levigatura del legno è l’asportazione meccanica, mediante strumento abrasivo, di un certo quantitativo di materiale dalla superficie del pezzo. Le motivazioni per cui è necessario fare questo lavoro sono diverse: per regolarizzare la superficie, per ripulire i bordi dopo un’operazione di taglio, per togliere uno strato ammalorato, per rimuovere una finitura, per sagomare, per smussare, per adattare ecc. Molto variabile anche l’entità del lavoro: da una rapida passata, per esempio per smussare uno spigolo vivo, si può arrivare a lavorare per giorni, nel caso di una lunga staccionata di legno.

Se tante sono le occasioni per eseguire la levigatura del legno, ancor di più possono essere gli strumenti utilizzabili e le modalità in cui tali strumenti possono essere adoperati. Concorrono a determinare le scelte parametri come il tipo di legno su cui si deve lavorare, l’aspetto che deve avere la parte dopo il “trattamento”, l’estensione della zona, la sua conformazione e lo spessore da asportare. Come dire: ogni caso è un caso a sé, e va valutato in modo da non fare danni (a togliere c’è sempre tempo, aggiungere è più difficile) ma, nello stesso tempo, fare con celerità (non velocità) e, soprattutto, senza troppa fatica. Sì, perché levigare il legno è sempre stata un’operazione faticosa e noiosa; sicuramente una di quelle meno apprezzate dagli amanti del fai da te e anche dai professionisti.

Dall’avvento degli elettroutensili sono state sviluppate macchine sempre più sofisticate, specifiche nello svolgimento della levigatura del legno, capaci di alleviare enormemente il lavoro manuale che gli artigiani erano costretti a svolgere; si potrebbe stilare un elenco lunghissimo di macchine diverse per modalità di lavoro, a conferma di quanto differenti possano essere le necessità e le situazioni che si presentano. Tuttavia, rimane sempre ampio margine operativo per il lavoro totalmente manuale.

Sono tantissimi i casi in cui la sensibilità dell’uomo, in particolare ciò che avverte sotto le dita, fa ancora la differenza nella qualità del risultato finale, rispetto al lavoro delle macchine. Mediamente si parla di casi speciali, particolarmente delicati, dove vanno assecondati e non rimossi spigoli, angoli e rilievi sagomati, oppure quando, anche se le superfici sono piane, se si è giunti alle fasi finali di certe finiture accurate.

Tutti i sistemi, sia quello manuale, sia quello affidato a una macchina, hanno modo di essere “regolati” in quanto a aggressività dell’azione. Nella maggioranza dei casi la scelta si opera utilizzando l’elemento abrasivo più idoneo, ovvero con una capacità erosiva proporzionata all’azione da svolgere. L’elemento abrasivo, nel caso delle macchine, è quasi sempre la carta abrasiva, mentre nel lavoro a mano si usano molto anche le pagliette d’acciaio, le spugne abrasive ecc.

Amazon Basics Blocco abrasivo per carteggiare in gomma
  • Presa facile: il blocchetto in gomma solida è comodo da tenere in mano
  • Pratico: adatto a fogli di carta abrasiva da 1/4 ; la carta fissata rimane fissa in posizione
  • Bagnato o asciutto: può essere usato su superfici sia bagnate che asciutte, sia al chiuso che all’aperto
  • Struttura robusta: 80% polipropilene e 20% TPR, per maggiore robustezza e flessibilità
Spugna Abrasiva Spugne Abrasive (12 pezzi), 6 grane diverse spugnette abrasive per legno Lavabile e Riutilizzabile per Lucidare Legno, Parete, Metallo
  • 【Pacchetto】:MgcTolBox spugna abrasiva 60/80/100/120/180/220 Grane ciascuno due, per un totale di 12. Dimensioni: 7 x 10 x 2.5 cm
  • 【Materiale】: la spugna abrasiva si basa su una spugna ad alta densità, con rivestimento in sabbia minerale di alta qualità, con sabbia attaccata su tutti i lati, a doppio uso asciutto e bagnato, affilato e resistente all'usura, è un buon strumento per lucidare a mano.
  • 【Alta qualità】: la spugna ha una buona elasticità e ha una funzione di accumulo dell'acqua, che può ridurre le vampate di calore e migliorare l'efficienza del lavoro. L'impianto di sabbia ad alta densità è più efficiente della carta vetrata e la sua durata è 5 volte quella della carta vetrata standard. Spugne Abrasive È un eccellente sostituto della carta vetrata.
  • 【Facile da usare】: Il numero di particelle è stampato sulla spugna abrasiva , che è facile da distinguere e utilizzare. Durante il processo di lucidatura, bisogna prestare attenzione alla lucidatura da grossolana a fine. Più grande è il numero, più fini saranno le particelle, e migliore è l'effetto lucidante.
  • 【Ampie applicazioni】: Il spugne abrasive è ampiamente utilizzato nella macinazione di tutti i tipi di prodotti in metallo e legno. Può essere utilizzato per la ristrutturazione di mobili per la lavorazione del legno, la rimozione e la lucidatura della vernice, la lucidatura della giada metallica, la rimozione della ruggine per i coltelli arrugginiti, la rimozione dei peli di prodotti in plastica, la pulizia dei fornelli della cucina, ecc..
BOSCH Panno Abrasivo 115x140mm Remove
  • Foglio abrasivo in TNT
  • Funzionale e pratico
  • Fornisce ottime prestazioni

La carta abrasiva

Sicuramente, il componente più utilizzato per la levigatura del legno, sia nel sistema manuale, sia in quello elettrico, è la carta abrasiva, disponibile in vari formati (quadrata, rettangolare, rotonda, a delta, in rotolo, ad anello ecc) e con diverse caratteristiche della superficie attiva e del suo supporto. La superficie attiva è connotata da una granulosità variabile nelle dimensioni; più è grossolana, maggiore è la capacità di asportazione di materiale. La granulometria si identifica con una serie di valori standard che parte da 40 (la più aggressiva) e sale sino a oltre la 1000 (la più fine e delicata). Il supporto che regge la “grana” può essere di carta, tela, sintetico compatto o spugnoso.

Come levigare il legno: sistema a mano

Il foglio abrasivo (che sia di carta, tela o sintetico) può essere utilizzato a mano, anche senza nessun ausilio, semplicemente piegandone un pezzo su sé stesso, in modo da avere una presa migliore. Questa modalità si utilizza spesso quando il lavoro è delicato e ci si trova a dover seguire forme complesse, con nicchie e rilievi, dalle quali si deve asportare uno strato minimo, senza alterare la sagomatura originaria. In altri casi, per un’azione a mano, ma più incisiva, ci si aiuta con il cosiddetto “tacco” o tampone, un blocco che può essere di legno, di plastica o di gomma, intorno al quale si avvolge il foglio abrasivo, per fare più forza e aumentare la superficie di levigatura. Specifichiamo che, per i normali utilizzi, la levigatura del legno a mano è praticamente l’unico modo per utilizzare i fogli abrasivi a grammatura finissima, dalla 400 in su.

Tampone

Oltre a quelli di fortuna, realizzati con pezzi di scarto, si trovano in commercio tamponi e tacchi di varie forma, a seconda della situazione contingente, tutti orientati a mantenere un più saldo appiglio per la mano e bloccare in posizione l’elemento abrasivo. Questo può essere carta oppure spugna abrasiva. Il sistema di bloccaggio può essere a graffe, a molla, a velkro.

I tamponi che presentano una base d’appoggio soffice, per esempio per la presenza di uno strato di schiuma, sono quelli che meglio si adattano alle superfici con rotondità e rilievi, potendosi deformare, almeno un minimo, e “copiare” meglio la forma dell’oggetto.

Spugna abrasiva

Anche in questo caso sono disponibili più forme e, talvolta lo strumento diventa un ibrido fra un tampone e una spugna, essendo composto da una parte più rigida (quella che si impugna) e una con la spugna vera e propria, sotto la quale sta l’abrasivo. Nella maggior parte dei casi, la forma è quella di un parallelepipedo, ricoperto su 4 delle 6 facce da materiale abrasivo, che può anche essere di due gradi differenti di granulosità. In questo modo, se si capisce che serve un’azione più energica si passa con la parte più aggressiva o viceversa.

Panno abrasivo

Il panno abrasivo è composto da un reticolo molto resistente, i cui filamenti possono avere maggiore o minore sezione, quindi il panno risultare nell’insieme più o meno fitto. La conseguenza è quella di disporre di una proporzionale capacità abrasiva sui materiali.

Il pregio del panno è quello di risultare soffice, offrire una buona presa per l’uso a mano, essere meno “intasabile” della carta abrasiva (e della spugna). Il fatto che sia più soffice degli strumenti precedenti è garanzia di riuscire a seguire meglio le curvature, lavorando anche con tutta la superficie della mano.

Lana d’acciaio

La lana o paglietta d’acciaio è una matassa di fili che possono avere diverse sezioni contrassegnate da una serie di zeri: maggiore è il numero degli zeri e più è sottile il singolo filo, con conseguente finezza dell’abrasione, che dal triplo zero in poi è davvero molto leggera. Parlando di grana, tanto per usare un termine affine agli altri sistemi di levigatura del legno, quella della 0000 è talmente fine da poter essere impiegata quando sia necessario ottenere la massima levigatura di una superficie, al fine di applicare la tecnica della lucidatura a spirito e gommalacca.

Macchine elettriche

La funzione della macchina elettrica è quella di muovere la carta abrasiva al posto nostro; le modalità d’azione possono essere diverse: ruotandola, facendole percorrere un’orbita, facendole fare tutti e due i movimenti insieme oppure trascinandola in una direzione.

Per questo, esistono levigatrici rotative, orbitali, levigatrici rotoorbitali e levigatrici a nastro. Le rotative e quelle a nastro sono disponibili sia come macchine da portare a mano, sia come macchine stazionarie. In tutti questi casi, la grammatura utilizzabile va dalla 40 alla 320. Solitamente, quando si dispone della 40, 80, 120 e 180 si ha già tutto quanto possa servire nel 95% delle evenienze.

Offerta
Bosch 06033A4000 Pex 400Ae Levigatrice Rotorbitale, 370 W, 230 V, 38 X 34 X 15 Cm
  • Levigatrice rotoorbitale Compact da 370Watt
  • Diametro platorello 125 mm, attacco Microvelcro, sistema Low Vibration
  • Regolazione elettronica, 4000-21200 oscillazioni/minuto, eccentricità 2,5 mm
  • Sistema Microfilter per un'area di lavoro sempre pulita, Softgrip, rivestimento in alluminio
  • In dotazione: 1 foglio abrasivo Red Wood, Paper Assistant per montaggio perfetto del foglio abrasivo, impugnatura supplementare, valigetta
Einhell Levigatrice orbitale TC-OS 1520/1 (150 W, 24 velocità 1 minuto, velcro e dispositivo di bloccaggio, impugnatura morbida, inclusa carta vetrata 3x (P120)), rossa
  • La levigatrice orbitale flessibile e compatta per una levigatura pulita di superfici piane.
  • Ampie superfici di presa ergonomiche con impugnatura morbida per un lavoro confortevole e una guida precisa.
  • Sostituzione facile e veloce della carta vetrata grazie al microvelcro e al dispositivo di bloccaggio aggiuntivo per la carta vetrata convenzionale.
  • Adattatore per l'estrazione della polvere per la massima pulizia durante i lavori di levigatura
  • La consegna include 3 carte vetrate (P120).
Bosch Home and Garden 06032A1000 Levigatrice a Nastro Psb 75 a, 710 W, Multicolore
  • Levigatrice a nastro Compact da 710 Watt
  • Dimensione del nastro abrasivo 75 x 533 mm, con sistema di tensionamento e autocentraggio
  • Velocità di rotazione del nastro 350 metri/minuto, superficie di levigatura 76 x 165 mm,
  • Sistema Microfilter per un'area di lavoro sempre pulita, Softgrip
  • In dotazione: impugnatura supplementare, 1 nastro per levigatura
Offerta
BLACK+DECKER, NUOVA LEVIGATRICE MOUSE MULTIFUNZIONE 55W con 15 Accessori. BEW230BC-QS
  • Velocità singola
  • Piastra per levigatura orbitale (a goccia)
  • Attacco carta a velcro
  • Impugnatura ergonomica e gommata
  • Adattatore per aspirazione della polvere

Levigatrice rotativa

È comunemente chiamata levigatrice ed è la più semplice in quanto la piastra di cui dispone effettua soltanto il movimento rotatorio; per questo motivo, la piastra è di forma rotonda e su di essa si applica, di solito per adesione con velcro, un foglio abrasivo di identico diametro.

Ha una capacità di asportazione elevata: a parità di grammatura, molto maggiore rispetto alla levigatrice orbitale, ma superiore anche alla levigatrice rotoorbitale. Il modello da condurre a mano è adatto quasi esclusivamente alle superfici piane e non si presta all’utilizzo su oggetti di medio-piccole dimensioni. Al contrario, il modello stazionario è utilissimo per la conformazione e squadratura di piccoli pezzi di legno, a fini costruttivi e di modellismo, oppure per la conformazione delle estremità di listelli e tavolette.

Levigatrice orbitale

Dispone di una piastra che può avere forma rettangolare, quadrata o a delta e, di conseguenza, ha medesime dimensioni e forma la carta abrasiva, che può essere fissata con velcro oppure con mollette incorporate nella piastra stessa (non quella a delta).

Il movimento orbitale è dato da un particolare ingranaggio posto fra albero primario e piastra della levigatrice, che non fa ruotare la piastra, ma le fa compiere un’orbita oscillando attorno all’asse verticale; l’orbita ha un diametro di pochi millimetri, ma è più che sufficiente a determinare l’azione abrasiva, in virtù della velocità alla quale avviene l’oscillazione e, come sempre, relativamente alla grammatura scelta.

Tale sistema rende la levigatrice orbitale la più delicata fra tutte, ma anche la più semplice da utilizzare per levigare il legno e la più sicura: con questo strumento è praticamente impossibile riuscire a ferirsi. Si utilizza in tantissimi frangenti e solitamente se ne possiede più di una, con piastre di forme diverse: quella rettangolare, magari di grosse dimensioni, permette di trattare ampie superfici piane; quella a delta, con la prolunga anteriore o meno, è utile per arrivare nei punti più difficili (angoli, fra le stecche di una persiana ecc).

Levigatrice rotoorbitale

La sua piastra può essere soltanto di forma rotonda, perché aggiunge all’azione orbitale anche quella rotativa, con un mix che va un po’ gestito. Rispetto alla rotativa pura c’è una differenza sostanziale: nel meccanismo d’azione della levigatrice rotoorbitale il moto rotativo è assoggettato a una sorta di “frizione”; tant’è vero che si avvia progressivamente e ci mette alcuni secondi per raggiungere il massimo dei giri.

Questo fatto rappresenta il vantaggio di questa particolare macchina perché gestendo la pressione sul pezzo i giri scendono e si innesca un mix virtuoso fra l’azione rotativa e quella orbitale, che offre come risultato la migliore superficie rispetto a tutte le altre levigatrici (sempre a parità di grammatura della carta). Il lato negativo è che bisogna imparare a calibrare questa pressione: solitamente si tende a schiacciare troppo, nella convinzione di ottenere una maggiore efficacia.

Levigatrice a nastro

È la levigatrice che potenzialmente ha la maggiore capacità di asportazione. Il suo lato negativo è quello di generare striature rettilinee nel pezzo, quindi non è ideale quando si ricerca una buona rifinitura. Il fatto è che, quando si devono coprire ampie superfici piane, non c’è nulla di più efficace di una levigatrice a nastro manuale, il cosiddetto carrarmato, doverosamente condotta con due mani, data la forza con cui bisogna contrastare l’effetto di trascinamento in avanti che il suo nastro abrasivo sviluppa a contatto della superficie.

La macchina può essere anche fissata in posizione rovesciata (con il nastro rivolto in alto) sul banco da lavoro, diventando una sorta di stazionaria. Una vera e propria stazionaria dispone di un nastro più lungo, cosa che ne accresce l’efficacia (e la durata) e, solitamente può lavorare in orizzontale e in verticale, per meglio adattarsi alle necessità. Spesso alla levigatrice a nastro stazionaria ne è abbinata una rotativa, che sfrutta lo stesso motore elettrico.

Si rivela molto utile anche una particolare levigatrice a nastro manuale, di dimensioni ridotte, che dispone di un nastro molto stretto, sviluppato soprattutto in lunghezza; ha il meccanismo di trascinamento molto sottile nella sua parte estesa in avanti, in modo da poter lavorare in spazi in cui una normale levigatrice non potrebbe.

Scelta dello strumento

Quando si effettua una levigatura legno per regolarizzare o sverniciare una superficie ampia e piana si utilizza preferibilmente una macchina elettrica come la levigatrice orbitale, rotoorbitale o carrarmato, a seconda dei casi, montando carta a grana grossa. Dopo la posa di un parquet in legno massello con posa inchiodata, avvitata o incollata, per regolarizzare la superficie che può presentare piccoli scalini, si usa una levigatrice rotativa con platorello di diametro che sia almeno 150-180 mm.

La stessa situazione si presenta anche quando si uniscono con la colla tavole o listelli, per ottenere un piano più ampio; ma in questo caso, le irregolarità che sussistono dopo l’essiccazione dell’adesivo, si rimuovono con una levigatrice orbitale o rotoorbitale: la prima se abbiamo tempo o preferiamo non correre alcun rischio, la seconda se abbiamo dimestichezza con lo strumento e vogliamo fare presto.

La dimestichezza con tutti questi strumenti è fondamentale quando si approcciano superfici non piane. Riducendo l’area di contatto fra abrasivo e pezzo, l’azione erosiva aumenta enormemente e, soprattutto approcciando spigoli e piccoli rilievi, la possibilità di portare via troppo materiale è altissima: basta una piccola distrazione.

Per questo, sulle superfici con decise curvature si preferisce lavorare a mano oppure con strumenti elettrici poco aggressivi, magari pensati proprio per queste situazioni, ovvero studiati in modo che la loro superficie attiva sia in grado di adattarsi il più possibile alla forma del pezzo. Ovviamente, anche per le superfici tonde ci sono i casi in cui si deve agire energicamente, soprattutto quando quello che si vuole è proprio rimuovere molto materiale per eliminare asperità o ampie zone in surplus. Tutti i pezzi di piccole dimensioni si levigano a mano oppure con una macchina stazionaria.

Tagliato un ripiano, la levigatura legno la si effettua con un’orbitale (carta vetro n. 120) con cui, con la dovuta attenzione, si smussano leggermente gli spigoli; si stende una prima mano di impregnante o di una vernice a piacere e, una volta essiccata, si leviga ancora con una carta vetrata più fine (a questo punto potrebbe essere una 180). Per ottenere una superficie molto liscia è necessario dare altre mani di vernice, leggermente più diluite, ogni volta intercalate dalla levigatura con grana ancora più fine oppure con paglietta d’acciaio 000.

Carta vetrata usata a mano, spugna abrasiva o paglietta d’acciaio sono strumenti utilizzati anche per la lisciatura dei manufatti torniti. È una fase che si svolge terminata l’azione con le sgorbie e che precede la finitura con le cere, pure queste abrasive in varia misura e lucidanti.

A mano o a macchina per una levigatura legno efficace

Sia i supporti abrasivi, sia gli strumenti che consentono di manovrarli, durante l’utilizzo sono soggetti a fortissime sollecitazioni; questo comporta il rapido consumo e, nei casi di scarsa qualità, il distacco delle particelle abrasive, con prematura obsolescenza dell’abrasivo. Quindi non si tratta soltanto di scegliere lo strumento giusto e la grana più indicata per la levigatura da eseguire, ma anche di imparare a conoscere la qualità dei prodotti di consumo, in modo da non perdere tempo prezioso durante la sessione di lavoro.

A insegnarci questa regola sono i professionisti stessi, che possono essere anche “sorpresi” a utilizzare un elettroutensile non top di gamma, ma in fatto di prodotti per la levigatura del legno, non lesinano affatto. Non è solo questione di usare abrasivi più aggressivi allo scopo di fare presto, al contrario, la necessità è quella di puntare sulla qualità per tutti i livelli di potere abrasivo, proprio per ottenere risultati certi in ogni frangente, sia in termini di velocità di asportazione sia di uniformità della superficie ottenuta al termine del lavoro.

Tavoletta portabicchieri fai da te per gustarsi il vino nel déhor

Portiamo in tavola il vino e quattro flûte con una mano, tenendo soltanto la bottiglia con un portabicchieri fai da te in legno, applicato sul collo

Un portabicchieri fai da te sul collo della bottiglia che riceve i gambi di quattro flûte collocati in altrettanti intagli, oltre che essere pratica per il trasporto è anche un’idea simpatica per offrire un buon bicchiere all’aperto, seduti sul terrazzo o sotto una pergola: con una sola mano si porta tutto, la bottiglia rimane abbastanza riparata dal sole e i bicchieri, rivolti all’ingiù, non raccolgono petali e foglioline che possono cadere dalle piante attorno.

La costruzione del portabicchieri fai da te è minimale, ma richiede l’utilizzo di almeno 3 elettroutensili, più un eventuale quarto, per la decorazione dell’esempio di questa pagina, e di un banchetto ripieghevole. Avendo scelto tutti elettroutensili a batteria, il progetto può essere realizzato comodamente in qualsiasi luogo: in garage, in terrazzo o all’aperto. Le operazioni (comuni a tutte le lavorazioni del fai da te legno) sono:

  • taglio: per ridurre a forma quadrata la tavoletta e per aprire le sedi di inserimento dei bicchieri;
  • foratura: per l’esecuzione di 5 fori in tutto, uno al centro più grande, per il collo della bottiglia, più i 4 verso gli angoli, utili per stabilizzare i gambi dei flûte;
  • levigatura: necessaria per regolarizzare gli spigoli dopo i tagli e rendere la superficie del legno morbida e vellutata al tatto.

Per la decorazione si possono avere infinite idee; per coerenza con gli altri strumenti, abbiamo usato una pistola a caldo a batteria, che non pone vincoli di alimentazione elettrica. Infine, il banchetto scelto è molto utile in casi come questo, perché ha il piano di lavoro separato in due pezzi che fungono da morsa per falegnami, consentendo di tenere ferma la tavoletta nelle operazioni di taglio e di levigatura, mentre nelle forature abbiamo preferito usare strettoi che tenessero la tavoletta bloccata al piano, con interposti alcuni pezzi di scarto in corrispondenza dell’uscita della punta Forstner. Questo permette di ottenere un bordo di uscita pulito e regolare, senza sbrecciature.

Per la tavoletta si può utilizzare indifferentemente legno massello o lamellare; si tenga conto che in queste realizzazioni la bellezza è molto importante, quindi un legno nobile e duro, con una bella fibratura, è sicuramente indicato, ma si può anche realizzare appositamente un lamellare messo insieme incollando listelli di specie legnose diverse. Il vantaggio del legno duro consiste nel fatto che i fori e gli intagli risultano molto più lisci e precisi. Nella realizzazione del portabicchieri fai da te la precisione non è solo necessaria perché la tavoletta è destinata a rimanere in vista sul tavolo, ma anche per una questione di equilibrio che dipende dalla precisa posizione dei fori e degli intagli.

L’ampio foro centrale (diametro 32 mm) per il passaggio del collo della bottiglia richiede una punta Forstner da montare sul trapano. Ideale sarebbe forare con il trapano a colonna che garantisce precisione e verticalità nella direzione; ma con un po’ di accortezza si può fare a mano libera, gestendo attentamente la posizione del trapano durante l’azione.

Gli altri quattro fori e le scanalature da fare successivamente partendo dagli angoli della tavoletta, servono per il posizionamento dei flûte capovolti, che restano appesi alla tavoletta per il piedistallo. La misura di questi fori, più larghi delle scanalature di 3-4 mm, è stabilita sulla base della sezione del gambo dei bicchieri, che vi devono entrare con un buon margine di libertà. Queste considerazioni sono da farsi prima di iniziare la costruzione del portabicchieri fai da te, dopo avere anche rilevato il diametro dei bicchieri, che talvolta sono di dimensioni generose e potrebbero richiedere l’utilizzo di una tavoletta quadrata con lato maggiore di 250 mm. Beh, ora basta parole. Gli amici sono in arrivo? Appendiamo i flûte…

Note di costruzione

Spesso, quando si effettua un foro passante sul legno, la punta del trapano, fuoriuscendo dalla parte opposta crea delle scheggiature che danneggiano la superficie posteriore. Si risolve brillantemente il problema collocando sotto il legno da forare un listello o un altro pezzo di scarto in corrispondenza del foro da eseguire. Questo inserimento, tra l’altro, protegge anche il piano di lavoro che verrebbe inevitabilmente raggiunto dalla punta.

Tempo richiesto: 2 ore

  1. Recuperare una tavola

    La tavola di recupero per il portabicchieri fai da te ha forma rettangolare e spessore 18 mm; con il seghetto la tagliamo su un lato, facendola diventare quadrata, con lati 250×250 mm.
    portabicchieri fai da te

  2. Forare il centro della tavoletta

    Al centro della tavoletta facciamo un foro passante di Ø 32 mm. Allo scopo montiamo sul trapano una punta Forstner di tale diametro.
    portabicchieri fai da te

  3. Segnare i fori da effettuare

    Tracciamo le diagonali della tavoletta e vi segniamo i fori da effettuare, tutti alla medesima distanza, circa 70 mm dal rispettivo angolo.

  4. Effettuare i 4 fori

    Pur essendo di soli 12 mm di diametro, per fare questi 4 fori usiamo ancora una Forstner, perché lascia il foro più pulito rispetto alla punta da legno.

  5. Tagliare dall’angolo fino ai fori

    Dopo aver tracciato 2 linee parallele a distanza di 4 mm circa dalle diagonali, tagliamo via la parte in mezzo seguendo le linee fino ai fori.
    portabicchieri fai da te

  6. Lisciare le superfici e i bordi della tavoletta

    Lisciamo a dovere le superfici e i bordi della tavoletta montando la piastra a delta sull’utensile multifunzione; usiamo abrasivo a grana fine.
    portabicchieri fai da te

  7. Decorare il portabicchieri fai da te

    Per abbellire il portabicchieri fai da te possiamo applicare decorazioni varie sulla faccia superiore della tavoletta, come nastri colorati di tessuto, fissati con la pistola per colla a caldo.

Case in legno già apprezzate da Leonardo, Gropius, Einstein…

Tratto da “Rifare Casa n.82 – Luglio/Agosto 2022″

Autore: Nicla de Carolis

Leonardo da Vinci, genio e anticipatore in tanti campi, nel 1494 progettò la Casa Mutabile in legno per il parco della duchessa Isabella Sforza, realizzata con componenti prefabbricati e montati insieme. Un modo di costruire molto simile al sistema attuale e un esempio di come l’idea base della casa prefabbricata sia semplicemente geniale! Tanti  i nomi di quelli che negli anni contribuirono a dare ulteriore impulso alla cosa; da citare in particolare Walter Gropius, fondatore nel 1919 della Bauhaus la più famosa scuola di architettura tedesca. Anche Gropius credeva nelle case prefabbricate in legno e le migliorò tanto che il suo cliente più famoso fu addirittura Albert Einstein. Al di là di questi famosi estimatori del passato, la bontà del sistema costruttivo è indubbio oggi, ancor più di ieri e lo pone all’avanguardia in termini di sostenibilità.

L’emergenza climatica con l’aumento delle temperature, scientificamente determinata dalle emissioni di CO2 dell’attività umana, è sotto gli occhi anche dei più scettici. Quindi, l’attenzione a tutto ciò che può ridurre l’uso di energia generata con i combustibili fossili, responsabili in larga parte di questo fenomeno, oggi è senz’altro maggiore. Certo non vogliamo sostenere un ulteriore consumo di suolo con la costruzione di nuovi edifici ma, in caso di demolizione e ricostruzione, di ampliamento o sopraelevazione, i sistemi in legno si rivelano la soluzione più ecologica. Parlare di sostenibilità anche in edilizia significa analizzare un edificio a tutto tondo, partendo dalle materie prime fino ad arrivare alla sua demolizione, non è quindi valutare solo i consumi energetici per viverlo non considerando tutto quello che succede prima e dopo la sua costruzione. Il legno è una materia prima che cresce e si sviluppa spontaneamente grazie a sole e acqua piovana senza l’intervento dell’uomo; le risorse necessarie per produrre un pannello X-lam riguardano esclusivamente il settore taglio, trasporto, e controllo del materiale. I materiali per l’edilizia tradizionale hanno necessità di pesanti lavori di estrazione, selezione e lavaggio, trasformazione e cottura in altoforni o simili, per non parlare del ferro e dell’acciaio che per la loro lavorazione detengono il primato dell’impatto ambientale.

Al di là della sostenibilità, che comunque riguarda tutti, i vantaggi pratici per chi sceglie i sistemi prefabbricati in legno sono davvero notevoli: questi edifici riescono a coniugare risparmio e benessere abitativo, ma non voglio anticiparvi tutte le informazioni del caso, che troverete nell’ampio dossier da pagina 32.

Cassetta porta attrezzi fai da te con accesso personalizzato

Realizziamo una cassetta porta attrezzi fai da te attraverso la modifica di una classica valigetta rigida. La maggior parte degli attrezzi di utilizzo frequente sarà disponibile senza il bisogno di aprirla e chiuderla in continuazione e senza dover rovistare alla ricerca dell’utensile necessario

Se per un far da sé una cassetta porta attrezzi dev’essere il più possibile funzionale e completa quanto a dotazione di utensili, figuriamoci per un professionista. Nell’utilizzo quotidiano, la ripetuta apertura e chiusura di una valigetta rigida, per prendere di volta in volta gli attrezzi giusti, usura le cerniere e almeno ogni anno la cassetta va cambiata; anche le cinghie elastiche che trattengono gli utensili in posizione ordinata, se previste, finiscono per lacerarsi o diventare lasche. Alla fine c’è soltanto una strada: affidarsi a una valigetta di tipo tradizionale e modificarla in modo che possa soddisfare le proprie esigenze, ovvero inventandosi una cassetta porta attrezzi fai da te, un modello “ibrido” che metta insieme i vantaggi dei due sistemi descritti e ne minimizzi i limiti funzionali.

Eliminato il lato frontale, si inserisce una tavoletta su cui si incastrano e appoggiano gli attrezzi di uso più frequente, in modo che possano essere prelevati anche senza aprire la valigetta; la profondità a cui fissarla va calibrata sul cacciavite che presenta il manico più lungo, facendo in modo che sporga minimamente dall’apertura.

A lato dei cacciaviti risulta spazio utile per la sistemazione di attrezzi e prodotti di uso frequente come il tester, una torcia, una bomboletta di sbloccante; il resto del volume interno della cassetta porta attrezzi fai da te si organizza di conseguenza per custodire altri accessori e solo per accedere a questi occorre aprire la valigetta, per la cui chiusura si utilizzano i ganci a scatto rimossi dal frontale e fissati sui fianchi.

Tempo richiesto: 1 giorno

  1. Recuperare una valigetta

    La valigetta di partenza è un modello rigido, con struttura in legno rivestita con laminato plastico e rinforzata con profili di alluminio.

  2. Smontare chiusure e maniglia

    Si smontano le chiusure e la maniglia e si tagliano via le due metà del lato di chiusura, facendo scorrere la lama del seghetto alternativo a filo dei profili esterni in alluminio; i due profili che vanno in battuta al centro vanno eliminati. I bordi interni dei profili rimanenti vanno levigati per eliminare le sbavature e smussarli leggermente.

  3. Realizzare il divisorio della cassetta attrezzi fai da te

    Per realizzare il divisorio della cassetta porta attrezzi fai da te in cui inserire i cacciaviti, se non si dispone di una tavoletta di larghezza sufficiente, si può prendere due assicelle e unirle accostate sui lati lunghi con colla e viti. Da un lato si aprono i fori per inserire gli steli degli attrezzi, di diametri diversi in base agli steli degli stessi e distanziati in base all’ingombro dei manici.

  4. Fissare il divisorio alla valigetta

    Una spruzzata di vernice nera e il divisorio può essere fissato al lato più profondo della valigetta con viti autofilettanti e colla vinilica.
    cassetta porta attrezzi fai da te

  5. Creare le sedi per gli utensili

    Al bordo libero del divisorio si fissano alcuni pezzetti di legno, distanziati e sagomati in modo da creare le sedi a incastro per pinze, forbici, cutter e cricchetto con relativa prolunga.
    cassetta attrezzi fai da te

  6. Fissare le chiusure a gancio

    Le due chiusure a gancio recuperate dal frontale si fissano ai due fianchi con viti M5 e relativo dado autobloccante all’interno. Gli anelli per il passaggio della cinghia di trasporto a spalla, preesistenti, vanno spostati in posizione idonea a mantenere la valigetta in verticale quando viene sollevata.

  7. Applicare la copertura

    Affinché gli attrezzi, durante gli spostamenti, rimangano riparati dalla pioggia, si completa la cassetta porta attrezzi fai da te con una copertura in gomma.

  8. Disordine… ordinato!

    La disposizione può sembrare confusionaria per l’osservatore, ma non per l’operatore, in grado di riconoscere i singoli cacciaviti in base alla forma e al colore dell’impugnatura, perciò in grado di prelevare quello giusto anche a valigetta chiusa; quando la si apre, tutto l’occorrente è individuabile a colpo d’occhio, senza bisogno di rovistare.
    cassetta porta attrezzi fai da te

Progetto di Daniele Camporese

Tipi di chiodi per legno | Descrizione nei dettagli e finalità d’uso

A seconda della destinazione d’uso, esistono diversi tipi di chiodi da legno differenti

I chiodi vengono utilizzati solo in alcune situazioni, per esempio quando si devono fissare parti non soggette a sollecitazioni eccessive, oppure quando non è richiesta un’unione duratura o che abbia una funzione estetica. Nel caso dei mobili, di solito si utilizzano tipi di chiodi o graffe esclusivamente per il fissaggio dei pannelli che chiudono il retro. Inoltre, dopo aver inchiodato i pezzi, non si possono separare senza arrecare danni. I tipi di chiodi più conosciuti sono quelli usati in carpenteria, riconoscibili per la testa piana e la sezione cilindrica. La loro lunghezza va da 20 a 150 mm. Quelli a gambo e testa ovale sono invece più adatti ai lavori di falegnameria, perché possono essere incassati sotto la superficie e si utilizzano anche per lavori cui è richiesta una certa rifinitura. Quando vengono conficcati lungo la venatura, hanno meno tendenza a incrinare il legno.

Panoramica sui tipi di chiodi

tipi di chiodi per legno
Guardando il chiodo di profilo si nota che la testa può essere piatta e perpendicolare al gambo, piatta ma leggermente svasata, tonda, a cuneo, o a trapezio, quest’ultima idonea a essere incassata. I chiodi con forma a U o con la parte superiore ricurva si usano per bloccare cavi, tessuti o particolari simili sul piano. Quando lavoriamo su legni teneri, che possono fessurarsi con facilità sotto l’azione di inchiodatura, pratichiamo sempre un foro d’invito di diametro un poco inferiore a quello del chiodo. Siccome in questi legni (compensato, truciolare) il chiodo ha poca tenuta, evitiamo di piantarli molto ravvicinati.

 

 Finalità d’uso

come utilizzare i chiodi per legno

  1. Le bullette: sono chiodi a testa larga e gambo sottile utilizzati per fissare stoffe e passamanerie. Essendo destinati a rimanere in vista la testa è sagomata in modo da svolgere una funzione decorativa.
  2. Piantare chiodi piccoli: per conficcare chiodini per legno, inseriamoli su un pezzetto di cartone che poi sfileremo, così da poterli trattenere senza mettere a rischio le dita sotto l’azione del martello.
  3. Testa magnetica: alcuni martelli da carpentiere hanno sulla testa una sede magnetizzata che permette di puntare i chiodi senza tenerli con le dita. La parte opposta è sagomata a forcella per levarli.
  4. Alla traditora: le giunzioni di elementi perpendicolari si effettuano piantando i chiodi di traverso su entrambe le facce del pezzo. Dobbiamo poi incassare la testa nel legno con l’aiuto di un punzone a testa piatta, il cacciachiodi.
  5. Unione più robusta: per unire tenacemente a 90° due pannelli di truciolare o MDF possiamo utilizzare un listello posto nell’angolo interno. I chiodi vanno inseriti su entrambi i lati, sfalsandone la posizione per evitare che si intercettino.
  6. Levare il chiodo: i chiodi più tenaci si estraggono afferrandoli sotto la testa con le tenaglie o con la forcella ricavata sulla testa del martello. Per non rovinare il materiale, possiamo inserire uno spessore tra questo e la tenaglia.

 Trucchi del mestiere

trucchi utilizzando i chiodi per legno

Alcuni legni, come il castagno, si fendono con facilità sotto l’azione del chiodo, per via delle fibre poco congiunte. Battendo la punta per appiattirla un poco (foto 1), il chiodo strappa una parte delle fibre anziché separarle e penetra più efficacemente. La punta del chiodo sporgente nell’unione di due elementi è fonte di pericolo e, realizzata in questo modo, non è stabile. Per risolvere entrambi gli inconvenienti si ripiega la punta nel legno con l’aiuto di una lima a triangolo (foto 2). Durante questa azione bisogna che la testa del chiodo appoggi su un piano stabile. Esiste anche un tipo di chiodi che si chiama: chiodo senza testa.

Consigli per l’acquisto di chiodi per legno

Chiodi a Testa Tonda Piccoli, Viti a Testa Mini Phillips Antiche , Chiodi Fai-da-te Chiodi Decorativi Viti in Bronzo, Accessori per Viti per Piccoli Oggetti, Argento Nero Oro 1600PCS
  • Una grande varietà di viti e chiodi in base alle proprie esigenze, per molti falegnami di lavoro, vi è un contenitore di plastica riutilizzabile conveniente
  • Testa piatta viti autofilettanti sono ampiamente utilizzati in, legno, lavoro legno mano legno
  • Con una trazione pesante, struttura semplice, facile da usare, resistente alla collisione e così via
  • Superficie cinghia con il primo strato di pelle di vitello, la soppressione meccanica professionale del classico coccodrillo bambù texture della pelle. pelle di vitello con Base, impermeabile, anti-sudore, comodo e morbido. Cinghia design più spessa, comodo da indossare, facile da usare, scelta di alta qualità.
  • Hardware con prestazioni: il prodotto nell'ambiente senza alcun inquinamento. Con una trazione pesante, struttura semplice, facile da usare, resistente alla collisione e così via
Rolson 61294 - Set di 120 viti assortite per legno
  • Assortimento di 120 viti in metallo e legno
  • Contiene dodici delle taglie più popolari
  • Include: 10 pezzi n. 6 x 12,7, 10 pezzi n. 6 x 19,1, 10 pezzi n. 8 x 12,7, 10 pezzi n. 8 x 15,9, 10 pezzi n. 8 x 19,1 e 10 viti in metallo n. 10 x 25,4
  • 10 pezzi n. 4 x 12,7, 10 pezzi n. 6 x 12,7, 10 pezzi n. 6 x 19,1, 10 pezzi n. 6 x 15,9, 10 pezzi n. 8 x 15,9 e 10 viti per legno n. 8 x 25,4
Masidef member of the würth group DP8500020 Kit Viti universali, Oro
  • Pratico set: assortimento da 245 pezzi composto da viti universali in diverse dimensioni | Viti a filettatura completa e parziale per il collegamento di tutti i tipi di legno | Attrezzatura ottimale per casa, hobby e officina
  • Organizzato: alloggiato in pratica scatola di plastica riutilizzabile con finestrella | Conservazione ordinata e ordinata | Facile da ordinare dopo l'uso | Dimensioni compatte e facili da riporre
  • Lavorazione di alta qualità: zincata per uso in interni ed esterni | Attuatore Pozidriv per alta trasmissione della forza e viti sicure | Superficie piatta e finitura a filo con il materiale, grazie alla forma a testa svasata
  • Contenuto della confezione: 245 viti universali a testa svasata, filettatura completa e parziale | Dimensioni: 3,0 x 12 mm · 3,0 x 16 mm · 3,0 x 20 mm · 3,0 x 25 mm · 3,5 x 30 mm · 4,0 x 30 mm · 4,0 x 40 mm · 4,0 x 50 mm · 5,0 x 60 mm · 5,0 x 70 mm · 5,0 x 80 mm
5 Sierra sable Bi-metal para Madera 656R 6TPI
  • Irwin, 133 years of ingenuity and excellence
Offerta
Bosch Professional 1x Lama per tagli dal pieno AII 65 APB (per legno e nel metallo, 40 x 65 mm, accessori utensili multifunzione)
  • per tutti gli utensili multifunzione oscillanti
  • legno, metallo, plastica
  • tagliare dal pieno
  • qualità professionale
  • Prodotto in Svizzera
Tacwise 0394 Chiodi Brad Galvanizzati Tipo 18G / 15 mm, Confezione da 5000
  • Chiodi brad di qualità premium, calibro 18 che forniscono una presa forte per una gamma di applicazioni semi-professionali e fai-da-te
  • Confezione da 5000 chiodi in acciaio galvanizzato tipo 18G/15 mm, equivalenti ai chiodi Stanley tipo J, Rapid tipo 8 e Arrow 18GA
  • Molto apprezzati nei settori della lavorazione del legno per il rivestimento galvanizzato resistenza alla ruggine e la forte capacità di tenuta
  • Utilizzati da fai-da-te e semi-professionisti per lavori di rifinitura, falegnameria di finitura, sotto pavimenti, assemblaggio di cucine e tante altre applicazioni nella lavorazione del legno
  • Compatibili con le chiodatrici Tacwise della serie Z3, Hobby 53EL, 140EL, 181ELS, 191EL/S, Duo 35, C1832V e altre chiodatrici da 18G che usano chiodi brad da 18G/15mm (verificare sempre la compatibilità con il proprio utensile prima dell'acquisto)

Rivestimenti in resina per pareti e pavimenti

La resina è un materiale sempre più utilizzato nel rivestimenti moderni. Scopriamone quali sono le caratteristiche e come dev’essere applicata

Per realizzare i rivestimenti in resina si segue lo stesso procedimento utilizzato per le pavimentazioni continue, particolarmente apprezzate per l’assenza di giunti o fughe, simile quanto a robustezza al cemento o alla pietra, rispetto ai quali risulta però assolutamente impermeabile.

Mentre per le pavimentazioni i rivestimenti in resina possono avvenire anche per colatura ad alto o basso spessore; per le pareti in resina si utilizza solo l’applicazione a basso spessore. Sia che la parete sia grezza, sia che si decida di ricoprire una finitura esistente, è fondamentale che il supporto sia asciutto: in presenza di umidità si possono verificare alterazioni cromatiche, macchie e sfogliature della resina.

rivestimenti in resina

Come si applicano i rivestimenti in resina

Occorrente

  • Primer, malta a ritiro controllato
  • Idropittura o smalto acrilico
  • Resina di finitura mono o bicomponente
  • Cazzuola, manara, spatola, pennelli, rulli
  • Stucco livellante, retina per muratura

Applicazione resina fai da te

Va applicata una prima mano di un primer specifico per malte cementizie; dopo un paio d’ore si può procedere alla preparazione del muro con una malta a ritiro controllato.

Trascorse 24 ore, durante le quali è sconsigliato aerare il locale, si applica una pittura acrilica colorata secondo la tecnica prescelta: tradizionale, a rullo o a pennello, o cercando di ottenere una finitura chiaroscura con guanto per pittura, straccio o pennellate incrociate.

In alternativa, è possibile miscelare malta e colore prima dell’applicazione, accelerando i tempi o sovrapponendo poi sfumature di colore diverso. In commercio esistono anche speciali e pratici kit resina che consentono applicazioni fai da te mirate a costi contenuti

Parete in resina

Stendiamo un primer e poi applichiamo la malta di supporto livellandola perfettamente. Per supporti non ancora pavimentati conviene ricoprire la superficie con un prodotto autolivellante.
Dopo l’asciugatura della malta applichiamo una pittura acrilica colorata. La pittura acrilica si stende uniformemente con pennello o rullo, oppure con un guanto per pitture decorative.
A parete la resina per muri si stende preferibilmente con il rullo. Piccole irregolarità e sovrapposizioni non ci devono preoccupare in quanto si tratta di prodotti con un forte potere coesivo e livellante.

Rivestimento pavimento

A pavimento la resina di finitura può essere applicata con spessore differente. La stendiamo col pennello oppure facendola colare e, successivamente, uniformandola con spatola e rullo.
rivestimenti in resina
Utilizzando le resine trasparenti ad alto spessore, è possibile realizzare particolari coperture di grande resistenza e brillantezza. L’indurimento della resina si completa in circa 60 minuti.

Resina artistica

Sulla superficie pulita si stende il primer con funzione ancorante, si liscia la superficie con spatola, si decora con tecniche miste e si stende la finitura trasparente; è possibile laccare la superficie con effetto vetrificante.

Resina Spatolata

Dopo l’applicazione del primer si effettua la spatolatura in 3-4 passaggi ripetuti per ottenere un effetto accentuato: si utilizza una spatola liscia. Si conclude con una leggera carteggiatura prima della finitura protettiva trasparente.

Cosa fare nel tempo di lavoro

La resina vera e propria ha un aspetto gelatinoso ed un tempo di apertura limitato: dopo 60 minuti il prodotto non è più lavorabile.

Le resine sono inoltre addizionate con speciali cariche minerali che ne aumentano la compattezza, tanto da ottenere superfici resistenti, specialmente al calpestio nel caso di pavimentazioni, in uno spessore di pochi millimetri.

Se poi ci si stanca del colore, si può carteggiare la superficie e stendere un nuovo strato di colore e di resina. Un trattamento finale con cere protettive esalta la lucentezza del rivestimento.

Membrapol METACRIL/64 Resina per Pavimenti Stampati, Trasparente, 5 Litri
  • Resina metacrilica per pavimenti stampati, massetto di cemento non trattato precedentemente
  • Membrapol metacril 64 e' un prodotto liquido, monocomponente, traspirante e a bassa viscosita'
  • Penetra profondamente per assorbimento capillare nei manufatti ed in tutte le superfici in cemento
  • E' resistente ai lavaggi, alle aggressioni atmosferiche anche in ambienti industriali, resiste alle piogge acide, non risulta appiccicoso quindi non da' ritenzione dello sporco
Asciugatura veloce (12H) Resina epossidica Trasparente per creazioni Effetto Acqua UV Resin4Decor Art Resin, 1050 ml
  • Cura rapida - 12 ore. Non tossico se usato come indicato.
  • Sicuro: senza COV, senza BPA, senza fumi. Non infiammabile. Sicuro per alimenti.
  • Stabilizzato ai raggi UV per una protezione senza ingiallimenti senza pari.
  • Rivestimento trasparente altamente lucido, autolivellante formulato appositamente per l'art.
  • Questa resina ha una particolare caratteristica di cristallizzazione a basse temperature, ma questo è un processo reversibile e non influisce in alcun modo sulla qualità della resina! Se hai notato una sorta di nuvolosità o se la resina non è chiara, tutto ciò che devi fare è riscaldarla fino a 40-50 gradi e diventerà di nuovo cristallina.
Resin Pro ® 320 gr Resina Epossidica Ultra Trasparente Atossica - Resina + Indurente, Effetto Acqua per Creazioni Artistiche, Rivestimento Superfici, Modellismo, DIY, Bricolage
  • ⚙️【FACILE DA USARE 】La resina epossidica trasparente è adatta sia per i principianti che per gli artisti professionisti. Inizia a creare gioielli, quadri, e qualsiasi creazione professionale che preveda l'uso della resina. Il Kit include: 200 gr di resina,120 gr di indurente, 1 paio di guanti, e un manuale di istruzioni con tutti i consigli utili per un risultato perfetto.
  • 🧪【QUALITA' IMPECCABILE】Perfettamente trasparente, non ingloba bolle d'aria grazie alla formula specifica per gioielli e creazioni artistiche. E’ anche ideale per l'inglobamento di oggetti. Compatibile con Stampi in silicone, legno, stoffe , vetro, carta o fotografie. La catalisi completa si ha in circa 24 ore ma il prodotto può essere estratto dallo stampo dopo solo 10 ore.
  • ✔️ 【100% MADE IN ITALY】Formula sviluppata e prodotta in Italia appositamente per creazione artistiche. Perfettamente trasparente dotata dei nuovi filti UV Anti-ingiallimento, liquida per evitare l'inglobamento di bolle d'aria. Lucidissima ed autolivellante.
  • ☘️【SICURO E CERTIFICATO】Tutte le resine Resin Pro, sono Certificate Non-Tossiche, inodori, Senza solventi, non infiammabili, e totalmente sicure. Trovi tutti i dati relativi all’utilizzo sono indicati nel libretto delle istruzioni contenuto all'interno della confezione.
  • 💧【MODO D’USO】 Il rapporto di miscelazione 100:60 rende questo prodotto molto facile da utilizzare. Essendo una resina bicomponente, basterà mescolare RESINA A + INDURENTE B nel rapporto indicato sopra la confezione e lasciar indurire senza bisogno di ulteriori additivi. Colorabile a piacere.
Offerta
Resin Pro ® 8 kg Resina Epossidica Ultra Trasparente Atossica - Resina + Indurente, Effetto Acqua per Creazioni Artistiche, Rivestimento Superfici, Modellismo, DIY, Bricolage
  • ⚙️【FACILE DA USARE 】La resina epossidica trasparente è adatta sia per i principianti che per gli artisti professionisti. Inizia a creare gioielli, quadri, e qualsiasi creazione professionale che preveda l'uso della resina. Il Kit include: 5 kg di resina, 3 kg di indurente, 1 paio di guanti, e un manuale di istruzioni con tutti i consigli utili per un risultato perfetto.
  • 🧪【QUALITA' IMPECCABILE】Perfettamente trasparente, non ingloba bolle d'aria grazie alla formula specifica per gioielli e creazioni artistiche. E’ anche ideale per l'inglobamento di oggetti. Compatibile con Stampi in silicone, legno, stoffe , vetro, carta o fotografie. La catalisi completa si ha in circa 24 ore ma il prodotto può essere estratto dallo stampo dopo solo 10 ore.
  • ✔️【100% MADE IN ITALY】Formula sviluppata e prodotta in Italia appositamente per creazione artistiche. Perfettamente trasparente dotata dei nuovi filti UV Anti-ingiallimento, liquida per evitare l'inglobamento di bolle d'aria. Lucidissima ed autolivellante.
  • ☘️【SICURO E CERTIFICATO】Tutte le resine Resin Pro, sono Certificate Non-Tossiche, inodori, Senza solventi, non infiammabili, e totalmente sicure. Trovi tutti i dati relativi all’utilizzo sono indicati nel libretto delle istruzioni contenuto all'interno della confezione.
  • 💧【MODO D’USO】 Il rapporto di miscelazione 100:60 rende questo prodotto molto facile da utilizzare. Essendo una resina bicomponente, basterà mescolare RESINA A + INDURENTE B nel rapporto indicato sopra la confezione e lasciar indurire senza bisogno di ulteriori additivi. Colorabile a piacere.

Rivestimenti su pareti piastrellate

I rivestimenti in resina possono essere applicate anche su una parete piastrellata, previa un’opportuna preparazione.

È necessario, innanzitutto, stuccare le fughe tra le piastrelle per avere una superficie omogenea e ben livellata.
Poi stendiamo una retina per muratura stando attenti a non lasciare scoperta nessuna zona.
rivestimenti in resina
Infine applichiamo una malta che, unita alla retina, consente di livellare zone che richiedono maggior spessore.

Resina termosensibile

Alcune resine sono termosensibili: a contatto con una fonte di calore naturale o artificiale cambiano tonalità e riacquistano il colore iniziale allontanando la fonte di calore. Altre invece rilasciano al buio, sotto forma di luce colorata, l’energia che accumulano esponendole ad una fonte luminosa.(Gobbetto)

Rivestimenti in resina sulle scale

Il successo dei rivestimenti in resina è legato alla possibilità di rinnovare completamente un ambiente senza dover ricorrere a pesanti smantellamenti dell’esistente.

L’aspetto finale monolitico, senza giunti o fughe, è unico ed irripetibile; si può ottenere anche sulle scale. L’applicazione delle resine è possibile su qualsiasi superficie: cemento, pietra, piastrelle, a patto che il sottofondo sia stabile e privo di umidità; quest’ultima può causare alterazioni cromatiche e macchie.

rivestimenti in resina
  1. Sulla superficie viene steso un prodotto consolidante; lo scopo è quello di riempire fessure, fughe o parti mancanti ed ottenere una base livellata, pronta a ricevere il ciclo applicativo della resina.
  2. Su alzate e pedate si stende il primer a rullo senza lasciare zone vuote.
  3. Sul supporto asciutto si esegue una decorazione a pennello, cercando di mantenere l’effetto realizzato a campione. Vengono utilizzati coloranti compatibili con i prodotti epossidici, in alternativa si possono usare prodotti a base acrilica.
  4. La resina autolivellante va colata sulle pedate e stesa con una spatola larga a denti fini che ha la funzione di garantire uno spessore uniforme di resina di circa 1-2 mm.

Scarpiera fai da te in larice con il frontale smussato | Realizzazione passo-passo

Una costruzione tutta legno che vede giunzioni eseguite in tre differenti modalità e caratterizzata dalla smussatura degli spigoli frontali dei fianchi che concorre a rendere la scarpiera fai da te bella e “leggera”

Per realizzare questa scarpiera fai da te è necessario procurarsi alcune tavole di larice rosso, di recupero, larghe 120 e 150 mm, lunghe quasi 2 metri e spesse 20 mm. Gli strumenti utilizzati sono stati parecchi: pialla, fresatrice, levigatrice, sega circolare, troncatrice, fresatrice per lamelli, trapano ecc. Le giunzioni, a seconda dei casi, sono state fatte con lamelli, con spine di faggio e, per i ripiani, solo con viti messe alla traditora.

La scarpiera fai da te è impreziosita da una leggera “chiusura” a 45° laterale, creata modificando lo sviluppo frontale dei fianchi; la sua funzione è quella di rendere la sagoma snella e leggiadra, consentendo anche un più facile inserimento del mobile negli spazi ristretti come i corridoi. La modalità di realizzazione di questa soluzione, dettata da una scelta estetica, rappresenta una difficoltà, ma bisogna dire che il risultato ha ampiamente ripagato.

Offerta
TRAPANO AVVITATORE A BATTERIA LITIO 12V FAMILY-TECH 112 VALEX 1429400
  • Tensione 12V
  • Mandrino autoserrante ø10mm
  • Luce LED
  • Tempo ricarica 3 - 5ore
  • Velocità 0-650 giri/min a vuoto
Offerta
TC-SM 2131 Dual è una sega a trazione per troncature e tagli obliqui che permette la lavorazione di legno, laminati e plastica. La troncatrice radiale permette di lavorare in precisione e sicurezza.
  • Tc-sm 2131 dual è una sega a trazione per troncature e tagli obliqui che permette la lavorazione di legno, laminati e plastica; la troncatrice a collo d'oca taglia mitre pulite e lunghezze esatte
  • La testa di taglio con regolazione continua dell'inclinazione a destra e a sinistra garantisce la massima flessibilità per i tagli obliqui; la funzione di piegatura integrata consente il taglio di pezzi molto larghi
  • Le superfici di appoggio su entrambi i lati, il dispositivo di fissaggio per assicurare il pezzo da lavorare e le battute con guide regolabili a destra e a sinistra consentono di lavorare con la massima sicurezza e precisione
  • Il robusto piano girevole della troncatrice tc-sm 2131 dual garantisce una precisa regolazione dell'inclinazione di taglio grazie all'apposita funzione; l'inclinazione può essere bloccata in una varietà di posizioni grazie alla comoda impugnatura
  • Il piano di taglio è dotato di un righello per misurare la larghezza del pezzo da tagliare; il laser integrato, alimentato a corrente elettrica, consente di segnare la linea di taglio per lavorare i pezzi da tagliare in modo rapido e preciso
Offerta
Bosch Home and Garden 603378000 Levigatrice Eccentrica con 1 Platorello Abrasivo, 220 W, 240 V, Blu/Rosso, 21.1 x 34.6 x 7 cm
  • Sistema di aspirazione integrato
  • Sistema microfiltro di Bosch
  • Avvio morbido con powermatic
  • Chiusura in velcro
  • Impugnatura anti-vibrazioni
Einhell Tc-Pl 750 Pialletto Elettrico (Tensione 220-240 V, Potenza 750 W, Giri Min. 17000, Largh. Pialla 82 Mm, Profondità Asportazione 2 Mm, Rosso
  • Potente pialla manuale con 750andnbsp;Watt di potenza, per scanalature fino a 2andnbsp;millimetri di profonditandagrave; e lama piandugrave; grande per risultati ottimali
  • Piegatura automatica per una collocazione sicura
  • Stabile base in alluminio per una lavorazione piatta
  • Confortevole tenuta grazie al manico ergonomico e allandrsquo;impugnatura morbida
  • Con guida parallela, guida per piega e una lama in metallo duro
Bosch Home and Garden Sega circolare Pks 55A, 1200 watt, verde, 160 mm, 3,9 kg
  • Ha un design compatto
  • Dispone di una profondità di taglio di 55 mm nel legno
  • Utilizzabile con lame per sega circolare con diametro nominale 160 mm
  • Può essere utilizato senza difficoltà

Osservazioni tecniche

Tranne quelli dei ripiani, tutti i bordi esposti frontalmente e lateralmente sono stati fresati per “addolcirli” al tatto e impreziosirli esteticamente. Fra le varie possibilità, l’autore ha scelto la fresa concava con raggio di 10 mm e cuscinetto in testa. Montata sulla fresatrice a tuffo, e regolata in modo che il bordo d’attacco risalti di un paio di millimetri fuori dalla piastra d’appoggio, la fresa non ha prodotto soltanto l’arrotondamento del suo raggio nominale, ma ha creato anche quella sottile battuta, che è l’elemento determinante dell’ottimo risultato estetico.

Il moble ha una larghezza totale di 900 mm, altezza 900 mm, profondità 300 mm. Le tavole di larice rosso, con cui sono state ricavate tutte le parti, sono spesse 20 mm.

Tempo richiesto: 2 giorni

  1. Lavorare le tavole di larice recuperate

    Le tavole di larice recuperate vengono troncate in testa per eliminare i fori di una precedente applicazione e poi tagliate a misura secondo il progetto da realizzare.
    come costruire una scarpiera

  2. Predisporre la tavola per l’applicazione dei lamelli di giunzione

    Dopo una passata di pialla a filo sui bordi, in modo da regolarizzarli perfettamente, l’azione con la fresatrice produce le sedi per l’applicazione dei lamelli di giunzione.

  3. Unire le tavole

    Unendo le tavole sui fianchi, a tre a tre, si ottengono i pannelli sufficientemente ampi per realizzare le parti in piano e i fianchi della scarpiera fai da te. Messi i lamelli e spalmata la colla vinilica, è fondamentale mettere in pressione le tavole nel modo corretto, non solo lateralmente, ma obbligandole a stare perfettamente in piano fra loro.

  4. Levigare i pannelli

    Tolti gli strettoi i pannelli vengono levigati per eliminare la precedente finitura. Quelli da usare per fare i ripiani e la base, pezzi tutti uguali, dopo un ulteriore taglio a misura e la rimozione dei due angoli frontali con tagli a 45°, ricevono un’ulteriore levigatura sui bordi, per il pareggiamento di precisione.
    scarpiera fai da te legno

  5. Preparare i ripiani alla giunzione

    I ripiani vengono preparati alla giunzione con i fianchi facendo fori trasversali, per l’applicazione di viti “alla traditora”; per farli bene si consiglia questa guida con punta speciale per trapano: oltre a fare il preforo per la vite, produce anche l’allargamento per la testa della stessa, in modo che prema correttamente, senza che il legno fessuri e rimanendo sotto filo piano.

  6. Realizzare i fianchi

    I fianchi sono realizzati unendo un pezzo laterale con uno, più stretto, disposto a 45° rispetto al primo. La bisellatura è eseguita solo su quest’ultimo, prima di fare le sedi per i lamelli, che anche in questo caso sono utilizzati per la giunzione.

  7. Realizzare una battuta sul borso posteriore dei fianchi

    La fresatrice, già utilizzata prima sui bordi visibili dei fianchi e del top, è nuovamente utile, ma in questo caso per realizzare una battuta sul bordo posteriore dei fianchi, per l’applicazione del dorso della scarpiera fai da te.

  8. Predisporre i fianchi per la giunzione con spine

    Per il collegamento dei fianchi con il top è prevista la giunzione con spine di faggio. Fatti i fori ciechi sul bordo superiore, per replicarli nella posizione corretta anche sul pannello da giuntare, si mettono i marcatori di metallo con i puntali. Quindi si posiziona delicatamente il top e si preme per lasciare sullo stesso i segni in cui forare.

  9. Procedere alla coloritura

    Prima di procedere con la giunzione dei ripiani con i fianchi e dei fianchi con il top, è meglio provvedere alla coloritura con impregnante color teak.

  10. Lasciare grezzo il bordo di giunzione

    Il bordo di giunzione viene lasciato grezzo per una migliore adesione della colla vinilica, spalmata anche sulla superficie di contatto, oltre che applicata nei fori delle spine di faggio.
    scarpiera fai da te legno

  11. Tenere alla giusta distanza il pannello/ripiano di base dal bordo inferiore della scarpiera

    Due pezzi di scarto, calibrati nelle dimensioni e di forma rettangolare, sono usati come distanziali per tenere alla giusta distanza il pannello/ripiano di base dal bordo inferiore della scarpiera fai da te, mentre si effettuano i fissaggi con le viti alla traditora di cui si erano predisposte le sedi.

  12. Mettere in pressione

    Al momento della messa in pressione del top con i fianchi è opportuno essere sicuri del mantenimento dello squadro: i due pezzi di scarto triangolari che si notano agli angoli superiori sono messi proprio per tenere a 90° i pannelli che concorrono alla giunzione.

  13. Realizzare lo schienale

    Lo schienale è fatto con un foglio di compensato; dopo averlo tagliato a misura, prima di colorarlo, conviene sempre fare una prova di posizionamento in bianco.

  14. Accortezze finali

    A montaggio completato, si ripassano le imperfezioni con la finitura colorata, si dà una passata di carta vetrata fine o paglietta analoga e si applica la cera, tirandola bene con un panno di lana.
    scarpiera fai da te aperta

Progetto di Fabrizio Uliana

Einhell GE-DP 7935 N-A ECO | La pompa “eco” con sensori a bordo

Einhell GE-DP 7935 N-A ECO è una modernissima pompa per acque torbide che dispone di sensori per l’avviamento e lo spegnimento automatici a seconda del livello che l’acqua raggiunge; dispone anche di un motore ad alta efficienza che garantisce ottime prestazioni con un consumo ridotto di energia elettrica

Se abbiamo necessità di una pompa per acque scure molto versatile, ovvero capace di fronteggiare le più disparate esigenze di pompaggio che possono capitare in giardino o nei locali interrati, la pompa Einhell GE-DP 7935 N-A ECO fa il caso nostro. A parte i dati di targa, illustrati nella pagina a fianco, la caratteristica che rende speciale questa pompa è il sistema Aquasensor, basato sulla presenza di tre sensori di livello dell’acqua posizionati ad altezze crescenti rispetto alla base d’appoggio.

Questi sensori consentono l’utilizzo della pompa in diverse modalità impostabili tramite il selettore frontale a 4 posizioni: nella prima, contrassegnata con la voce “ON”, il motore va in continuo e i sensori sono tutti esclusi; in questa modalità la pompa viene accesa e spenta dall’operatore (attenzione: livello minimo dell’acqua 40 mm). Le altre modalità sono automatiche. Nella seconda è attivo solo il primo sensore (altezza di rilevamento 70 mm) e la pompa si comporta come qualsiasi modello che disponga di un solo galleggiante. Nella terza e nella quarta modalità lavorano rispettivamente il secondo sensore (attivazione a 135 mm) e il terzo (attivazione a 188 mm) i quali, se raggiunti dal livello dell’acqua, azionano il motore sino a quando il livello scende al primo sensore (70 mm), dopodiché si spegne nuovamente.

La pompa per acque scure Einhell GE-DP 7935 N-A ECO con Aquasensor funziona con sistema Eco Power che, a fronte di un assorbimento di 790 watt, garantisce una portata che raggiunge i 19.000 litri l’ora, con prevalenza massima fino a 9 metri. La profondità massima di immersione è di 7 metri. La pompa aspira corpi solidi con diametro fino a 35 millimetri; è quindi idonea per un affidabile prelievo anche delle acque di laghetti, di scavi di fondazione o di depositi d’acqua piovana. Qui anche la versione per acque chiare.

La tecnologia del sensore Acquasensor, brevetto Einhell, ha permesso di contenere sensibilmente il diametro della pompa, rendendola idonea anche per i pozzi più stretti. La pompa ha un corpo molto robusto realizzato in materiale sintetico antiurto, con carter esterno in acciaio. La pompa GE-DP 7935 N-A ECO ha un prezzo consigliato per il pubblico di euro 169.95.

Specifiche tecniche e peculiarità

  • Raccordo con 3 diversi diametri

    Il raccordo in dotazione ha 3 sezioni di diverso diametro per essere adattato al tubo in possesso. Va tenuto conto che la portata massima si ottiene mettendo un tubo della sezione maggiore.

  • In dotazione anche la valvola di non ritorno

    In dotazione con la pompa viene data anche una valvola di non ritorno, la cui utilità è quella di evitare che l’acqua torni indietro quando si ferma la pompa.

  • Posizione della valvola

    La valvola di non ritorno prende il posto della guarnizione di tenuta del raccordo. L’attacco sulla pompa per il raccordo ha filetto esterno con diametro 47,8 mm (G 1½).

  • Occhiello di ancoraggio per il cordino di sostegno

    La pompa non va mai sostenuta tramite il tubo flessibile, tantomeno tenendola per il cavo d’alimentazione; nella parte alta, oltre all’ampia impugnatura per il trasporto, vi è un occhiello di ancoraggio per legare il cordino di sostegno necessario quando la pompa va calata in un pozzo.

  • Lungo cavo di alimentazione

    Il cavo di alimentazione è lungo 10 metri. Nella parte alta e alla base della pompa sono lasciati appositamente gli spazi per poterlo avvolgere ordinatamente per il rimessaggio del dispositivo.

Voliera fai da te | Come si costruisce passo-passo

Per capire come costruire una voliera dobbiamo innanzitutto rispolverare le nozioni scolastiche di geometria per sfruttare al meglio i pannelli di legno e, in particolare modo per il tetto, non avere sorprese al momento dell’assemblaggio

In questo articolo analizzeremo il progetto di una voliera fai da te che ricalca fortemente lo stile dei modelli medievali. La costruzione della voliera fai da te è principalmente fatta con legno, fatte salve le reti di chiusura, la copetura del tetto e la ferramenta (cerniere a libro, chiodi in ferro battuto, manigliette e viti varie).

La forma è tipica: il corpo principale della voliera fai da te è un prisma a base poligonale, in questo caso esagonale, sormontato dalla copertura a forma di piramide a base esagonale, ovviamente. A sostegno del tutto, un’unica gamba, molto solida e ben incernierata alla base del prisma, che permette di elevare alla giusta altezza la voliera, dandole l’importanza che merita.

Per capire come costruire una voliera occorre iniziare con la realizzazione del corpo principale, tagliando subito due esagoni identici (le due basi del prisma) attorno ai quali si sviluppa la voliera fai da te. A seguire si fa prendere forma al prisma unendo le sue basi con tavole di pari lunghezza. Non tutti i lati vanno chiusi; due di questi, infatti, devono risultare apribili con sportelli.


Su due delle pareti chiuse si aprono alcune finestre ad arco con poggiolo esterno. Il tetto a piramide è formato da pannelli triangolari rivestiti con fogli di gomma tagliati con le rotondità tipiche delle tegole di un tempo. Il sostegno è un solido travetto a sezione quadrata ben “legato” sotto la base della voliera con vele di multistrato da 15 mm di spessore, mentre ai piedi sono avvitati 4 pesanti listelli di lamellare 33×80 mm.

Come costruire una voliera in legno

Tempo richiesto: 2 giorni

Ecco tutti i passaggi per capire come costruire una voliera

  1. Taglio dei pannelli

    Trovato il centro del pannello si traccia un cerchio; poi, con la stessa apertura, si punta il compasso in un punto qualsiasi della circonferenza e si segna un altro punto. Al termine sul cerchio ci saranno 6 marcature, ovvero i vertici dell’esagono. Dopo averli uniti con una linea, si tagliano i lati con il seghetto alternativo e si ripete tutto per farne un altro uguale.voliera fai da te

  2. Assemblaggio dei pezzi

    Prima di fissare con chiodatrice ad aria le tavole fra i due esagoni e far prendere forma al prisma esagonale, si incrementa lo spessore della base inferiore, aggiungendo una serie di listelli sul suo perimetro. Le tavole verticali hanno tutte stesso spessore, ma sono di misure miste in larghezza. Si applicano su quattro delle sei facce della gabbia.

  3. Le finestrelle

    Per aprire le piccole finestre ad arco sulle due facce della voliera è necessario fissare in corrispondenza di ognuna, all’esterno della parete, un pezzo squadrato di multistrato a cui si sono già arrotondati gli spigoli con la fresatrice. Riportata sul legno la sagoma della finestra, con una dima di cartone, si procede con il taglio con il seghetto alternativo.

  4. taglio dei pezzi per il tetto

    Gli elementi per realizzare la copertura si ricavano da pannelli di multistrato spesso 10 mm. Ogni pezzo è un triangolo isoscele la cui base deve corrispondere al lato dell’esagono, mentre l’altezza va valutata con cura per ottenere un tetto ben proporzionato con la parte sottostante.
    I tagli sono fatti con la lama a 90°, ma poi è necessario bisellare opportunamente ogni lato.

  5. Assemblaggio del tetto

    Al centro della base esagonale superiore di fissa un tondino di legno con sopra un piccolo esagono con i lati bisellati. Vicino al perimetro della base, in corrispondenza di ogni lato, si fissano sei tavolette con il bordo esterno bisellato in modo che ogni pannello triangolare del tetto abbia un buon appoggio per il fissaggio con la chiodatrice.

  6. Unione della voliera con il tetto

    I triangoli delle falde si inchiodano alla base e all’altezza del riscontro esagonale. Come si può notare, con tutte le smussature fatte a dovere, i margini si chiudono uniformemente.

  7. Taglio delle tegole

    Come rivestimento delle falde si è scelto di utilizzare un tappetino da ginnastica di colore rosso, su cui si disegnano le tegole con i bordi arrotondati, usando un CD come dima.

  8. disposizione delle tegole

    A parte il primo corso, che ha bordo inferiore rettilineo, quelli superiori sono realizzati tenendo conto della larghezza decrescente della falda su cui vanno fissati. In un primo momento si lasciano abbondanti, per poi tagliarli con la giusta inclinazione una volta montati.

  9. Rinforzo del tetto

    Per coprire le linee di giunzione fra le falde si applicano sei profili angolari di legno.

  10. Taglio della rete elettrosaldata

    La rete elettrosaldata è scelta oculatamente, per offrire anche la giusta proporzione estetica rispetto all’insieme della costruzione. È venduta a metri ed è in rotoli, per cui bisogna spianare bene ogni pezzo necessario, dopo averlo tagliato a misur

  11. Assemblaggio finale

    Le antine che chiudono i due lati apribili della voliera sono fatte realizzando una cornice con le stesse tavole verticali applicate sugli altri lati. Il bordo interno della cornice va scanalato per poter inserire la rete che chiude la campitura centrale. La scanalatura si esegue con una fresatrice montata su banchetto.

Bosch Home and Garden 06033A0200 Compact Expert Seghetto Alternativo, Verde, 620 W
  • Seghetto alternativo PST 900 PEL precisione in tutti i materiali
  • Vibrazioni minime, grazie al sistema Low Vibration Bosch, con compensazione lineare delle masse ed impugnatura ergonomica con rivestimento Softgrip
  • La funzione soffiatrucioli attivabile separatamente e il LED integrato PowerLight garantiscono una chiara visuale sulla linea di taglio
  • Sistema SDS Bosch azionabile con una sola mano, per sostituire la lama in modo sicuro e in pochi secondi, senza l’uso di attrezzi
  • Dotazione lama Speedline Wood T 144 D, sistema CutControl, dispositivo antistrappo, alloggiamento portalame, copertura di protezione trasparente e valigetta
Rapid EN330 Chiodatrice Elettrica per Chiodi n.8 con Caricatore a Pulsante, Grilletto a Risposta Istantanea, Adatta a Rifiniture di Telai, Finestre e Porte o per Decorazioni (5001386), Blister
  • Sparachiodi elettrica Rapid EN330: comoda ed efficiente, è ottima per rifinire i telai in legno di porte e finestre ed è adatta anche a lavorare con pannelli ad incastro maschio-femmina
  • Facile accesso: progettata per lavori fai-da-te impegnativi, questa pistola è dotata di un frontalino allungato che permette un facile accesso agli spazi ristretti
  • Efficienza: con il grilletto a risposta istantanea, l'apertura del Caricatore a Pulsante e la potenza di sparo regolabile, l'EN330 garantisce comodità ed un'efficienza ottimale in tutte le fasi del lavoro
  • La chiodatrice elettrica per legno è compatibile con chiodini a filo fine Rapid n. 8 da 15 -30 mm
  • Contenuto: 1 x chiodatrice elettrica Rapid EN330, con chiave a brugola, protezione frontale in gomma e cavo da 2 m con spina di tipo C. Dimensioni (L x A x P): 28 cm x 8 cm x 31 cm. Peso: 1,3 kg
ECD Germany Rete Metallica per Recinzioni 19x19mm 1 m x 10 m Spessore 0,75 mm Rete Zincata Elettrosaldata per Giardino Recinto Argento Rete Saldata per Recinzione Animali Rete per Voliera Rotolo
  • FILO SPECIALE INGOMBRO CON 4 MAGLIE ANGOLARI - Questo filo per voliere resistente alle intemperie e particolarmente robusto della ECD Germany è un'alternativa ottimale alla rete metallica convenzionale.
  • ZINCATO A CALDO E SALDATO A PUNTI - La recinzione a gabbia in argento è zincata a caldo e saldata a punti, il che la rende particolarmente forte e assolutamente resistente alla corrosione.
  • FACILE DA LAVORARE - La rete della voliera è facile da lavorare e può essere tagliata alle dimensioni desiderate molto semplicemente con un cutter laterale o un paio di pinze.
  • FACILE DA CURARE PER IL TESSUTO A FILO - Non è necessario alcun pre e post trattamento, basta tagliare a misura e lavorare. È particolarmente flessibile nella manipolazione e può essere usato universalmente.
  • VERSATILE - Costruisci la tua gabbia per piccoli animali per conigli, lepri o porcellini d'India con il filo per animali. Stendi la rete metallica intorno al tuo letto rialzato per proteggerlo da ospiti indesiderati.

Boschi verticali, foreste galleggianti, pareti verdi, sono sostenibilità vera?

Tratto da “In Giardino n.75 – Giugno/Luglio 2022″

Autore: Nicla de Carolis

Stefano Boeri, l’architetto italiano pluripremiato per i suoi progetti innovativi, in occasione del Salone del mobile 2022 si è inventato “floating forest”, una foresta multisensoriale galleggiante realizzata come ecosistema indipendente sull’acqua della Darsena di Milano, per una città più verde, dove 610 alberi e più di 30 specie moltiplicano la biodiversità. Si tratta di una zattera su cui sono state messe piante che, finito il Salone, verrano trapiantate nel Parco della Vettabbia, nel comune di Milano davanti all’Abbazia di Chiaravalle. I materiali che compongono l’installazione sono volutamente assemblati a secco per consentirne il riutilizzo una volta dismessa l’installazione. Vi sono altri progetti che puntano a riportare il verde nelle città tutti ispirati dal lavoro di Patrick Blanc, artista e designer francese considerato l’inventore della parete verde moderna: Blanc per “far tornare la natura nelle città” prese spunto dalle foreste pluviali tropicali e dagli ambienti di alta quota, dove molte piante crescono senza o con una minima quantità di terreno a disposizione. L’esempio più noto ed elogiato è il bosco verticale di Boeri, dove le piante vivono in vasconi sui balconi e, come si legge nel sito del suo progettista, questo habitat ha stabilito un avamposto di spontanea ricolonizzazione vegetale e faunistica della città. E poi c’è il Green Wall realizzato sul deposito degli autobus dell’Azienda Trasporti Milanesi dall’agronomo Paolo Pignataro, le cui piante hanno funzione di sequestro del particolato, l’insieme di particelle inquinanti presenti nell’aria. O addirittura progetti ben più ambiziosi come la giungla urbana nella città di Prato, a firma sempre di Boeri e del biologo Stefano Mancuso che ha l’obiettivo di integrare il verde nella città riqualificando aree abbandonate con la messa a dimora di alberi e piante, creando orti e pareti vegetali. 

Floating forest progettata da Stefano Boeri per Timberland e installata in occasione
del Salone del Mobile 2022 sulla Darsena di Milano (Photo credits: Daniela Di Corleto)

La scelta di questa via per rendere migliore la vita nelle città è davvero sostenibile ? La domanda nasce pensando alla coltivazione delle piante nei vivai, con consumo di terreno, acqua, energia elettrica e carburante per il trasporto, nonché i consumi necessari per la manutenzione. Ha un senso ricostruire artificialmente ciò che, in maniera più imponente, ricca di varietà spontanee, la natura farebbe senza bisogno di alcun intervento umano? Se il suolo venisse lasciato libero demolendo ciò che è inutilizzato e se si smettesse di costruire, nel giro di poco tempo, rigogliose piante autoctone si riappropierebbero di grandi spazi.

Questi interventi dei sapiens per riparare errori di altri sapiens non saranno soluzioni costose e ininfluenti ai fini della rigenerazione dell’ambiente nelle città?