Home Blog Page 50

Come costruire giocattoli di legno

Spunto per divertirsi a realizzare giocattoli di legno

Nel laboratorio, grande o piccolo, di chi fa da sé si possono trovare ritagli di tavole più o meno spesse o pezzetti di tondino di legno troppo piccoli per costruire sia pure uno sgabello. Ecco alcune idee per realizzare giocattoli di legno fai da te con pochi scarti e un po’ di fantasia. In questo caso, ci si è trovati con parecchi scarti di tavole di mogano; inutile dire che l’uso di un legno così pregiato non è indispensabile, il contrasto di colori lo si può ottenere benissimo mordenzando in noce o mogano, o che altro si voglia, del semplicissimo abete per esempio, per la parte più spessa (40 mm) del sandwich. Quanto proposto non vuole essere una guida tassativa, ma uno spunto per divertirsi a realizzare, senza troppa fatica (ma la precisione ci vuole sempre) oggetti curiosi per divertire i più piccoli e avvicinarli al mondo del bricolage.

Giocattoli di legno – Il riccio

Il lato dei quadretti, qui come nella tartaruga, è da portare a 40 mm se si mantengono gli spessori usati dal lettore cioè 40 mm per l’abete e 20 mm per il mogano. Con queste misure il riccio risulta lungo 40 centimetri (10 quadretti). Facile farlo più piccolo o più grande mantenendo la proporzioni fra lato del quadretto e spessore delle tavole.

giocattoli di legno
Riportati sulle tavole i contorni dei pezzi, prima si taglia e fora quello centrale, chiaro, e poi le due guance laterali. Ci si tenga un po’ larghi rispetto alla traccia.
Nelle guance la posizione dei fori per gli assi delle ruote si marca poggiandovi sopra la parte centrale e attraversandola con la punta fino ad incidere. Il foro va aperto poggiando il legno su un pezzo di scarto che evita scheggiature all’uscita.
Le guance si incollano al corpo centrandole sugli assi, folli, che in questo caso servono solo come guida.
Sfilati gli assi vi si devono incollare le ruote ad una estremità; poi, calzati i distanziali, gli assi vanno riinseriti nel riccio. Dall’altra parte vanno messi altri due distanziali e incollate le ruote. Una volta asciutta la colla, gli assi devono essere tagliati a filo della ruota.

giocattoli di legno

Giocattoli di legno – La tartaruga

Di 40 centimetri anche la tartaruga. I fori per gli assi delle ruote, in entrambi i giocattoli di legno nel corpo dell’animale e nei distanziali, debbono essere di diametro un po’ maggiore dell’asse ma esattamente a misura nelle ruote, da incollare. Il foro per gli occhi che poi debbono risultare sporgenti, sia in alto sia lateralmente, va fatto prima di seguire con la sega il contorno del corpo.

Si blocca saldamente la tavola alla base del trapano e si pratica prima il foro piccolo.
Sempre col pezzo bloccato, montando la sega di misura crescente, si ottiene la serie di anelli.
La sega “mangia” un certo spessore di legno da compensare con strisce sottili che, a colla asciutta, si tagliano e levigano a filo piano.
Si leviga, stile tornio, il bordo della trottola.
Una o due mani di lacca atossica completano il lavoro.

 

Realizziamo un bagno turco in casa

 

Speciali apparecchiature corredate di generatore di vapore permettono di beneficiare di questo trattamento di benessere in uno spazio ristretto: l’ideale è una nicchia in muratura predisposta per la doccia. Basta adottare alcuni accorgimenti nella predisposizione del box, che deve avere il soffitto ribassato, isolato e conformato a cupola, porta a tenuta stagna ed un rivestimento delle pareti piastrellato

bagno turco

Lo spazio che serve per un bagno turco varia da 2,2 a 3,5 mc. Il generatore di vapore è una caldaia con timer, tastiera digitale per il controllo delle funzioni e sedile richiudibile; in soli 30 minuti è in grado di portare la temperatura a 30 °C e l’umidità all’80%, inoltre è predisposta per l’aromaterapia e l’illuminazione del box. Per i collegamenti idraulici, è bene installare a monte un filtro di decalcificazione ed una saracinesca di chiusura.  L’involucro va coibentato ed impermeabilizzato, il locale deve trattenere il vapore senza dispersioni. Le superfici interne devono facilitare lo sgrondo della condensa.

ADDUZIONE E SCARICO

 

Il nuovo monocomando per la doccia è stato predisposto in posizione agevole ed il soffione fisso che sostituisce il saliscendi ha richiesto un certo prolungamento della linea di mandata.

 

Lo scarico della doccia si innesta nella tubazione proveniente dal lavello di cucina (situato oltre la parete); vanno adattate le rispettive pendenze per non correre il rischio che l’acqua di cucina risalga verso la piletta.
Dopo aver impermeabilizzato il massetto con una guaina idonea, fatta risalire parzialmente lungo le pareti, si può installare il piatto doccia, già predisposto con la pendenza necessaria al deflusso dell’acqua.

SPALLINE E RIVESTIMENTO

Si preparano le spalline, in base alle dimensioni della porta. I blocchi di cemento cellulare semplificano il lavoro. Per dare stabilità alla spallina, man mano che si sale si colloca un tassello a parete con una lunga vite, da annegare in un’incavo alla sommità del blocchetto.
Posizionato il blocchetto con la necessaria malta, la sede in cui è annegata la vite di rinforzo che limita eventuali movimenti si riempie di malta… e si sale.

I dispositivi elettrici e le fonti d’illuminazione devono essere idonei ad installazioni in locali esposti ad acqua ed umidità. Il grado di protezione IP deve consentirne l’utilizzo in bagni e docce: prestiamo molta attenzione alle scritte sulle confezioni quando li acquistiamo nei centri bricolage

FARETTI

Predisposto il passaggio sottotraccia delle guaine per l’impianto elettrico, bisogna murare i gusci di supporto dei faretti ad una profondità tale che rimangano a filo piano con le piastrelle.
Quando i faretti saranno dotati di lampadine, si otterrà una buona illuminazione della parte inferiore della cabina, che permetta di vedere bene, in quanto il vapore sale verso l’alto e ridurrebbe la luce di altre fonti.

IL GENERATORE

La colonna-generatore di vapore installata in questa realizzazione è il modello Rigenera 100, prodotta da Hafro, realizzata in acciaio e Corian, provvista di un sedile richiudibile in acciaio rivestito con poliuretano.
I collegamenti elettrici ed idraulici sono racchiusi in un vano ricavato nella parte posteriore della colonna; il piano del sedile si trova a 47 cm dalla base, distanza da tenere presente per valutare l’altezza da terra.
Rilevata la quota ottimale per la collocazione della macchina, si fissa la staffa di aggancio superiore esattamente in bolla, con tasselli ad espansione provvisti di terminale a vite.
Si rimuove la copertura frontale che nasconde i collegamenti e si inserisce un’altra coppia di tasselli in prossimità degli angoli superiori del vano, quindi si collega la macchina all’impianto. L’alimentazione elettrica è stata fatta pervenire al box partendo da una scatola di derivazione esterna e serve sia la colonna del bagno turco, sia le luci, comandate da un interruttore esterno al box.

IL SOFFITTO A VOLTA

Il vapore del bagno turco tende a salire verso il soffitto, pertanto, allo scopo di evitare sprechi di energia, l’altezza del vano non deve superare i 220-230 cm. Inoltre, in corrispondenza del soffitto il vapore condensa, con il rischio di uno sgradevole effetto pioggia; per questo motivo occorre che sia conformato a cupola o leggermente a spiovente, un’inclinazione di 6° è già sufficiente a favorire la discesa della condensa lungo le pareti.
E´ importante anche evitare dispersioni di calore ed infiltrazioni di umidità provvedendo ad una buona coibentazione ed impermeabilizzazione (si può realizzare con tecniche fai da te), soprattutto del soffitto, ma anche delle pareti qualora si trattasse di realizzare un box in muratura.

LA PORTA STAGNA

Il profilato della porta stagna va posizionato all’interno della luce per stabilire l’esatta collocazione, spostata verso il filo interno della luce stessa.
La foratura per installare i tasselli dev’essere effettuata con cautela, sia per non rovinare le tessere a mosaico, sia per non affondare troppo nel cemento cellulare.
Il telaio si fissa senza sigillature e senza forzare le viti, per verificare che la porta possa aprirsi e chiudersi senza problemi; poi si smonta e si sigilla definitivamente.
I due cardini a guancia che supportano ed articolano la porta stagna, con le necessarie guarnizioni di tenuta, si bloccano inseriti nelle sedi ricavate nel cristallo.

Come utilizzare il tassello chimico fischer Forza Pro

0

Forza Pro è un ancorante chimico poliestere bicomponente, senza stirene, adatto all’esecuzione di fissaggi resistenti in materiali edili pieni e forati

Il tassello chimico fischer Forza Pro è certificato per sostenere carichi elevati in muratura (piena e forata) e in calcestruzzo, grazie all’elevata resistenza certificata ETA in combinazione con gli accessori fischer dedicati. Si tratta di un prodotto a 2 componenti (resina e induritore), contenuti in un’unica cartuccia pronta all’uso: basta avvitare il miscelatore e “pompare” con la pistola a estrusione. Il miscelatore contiene una spirale progettata per ridurre al minimo lo spurgo iniziale (materiale non perfettamente miscelato): in ogni caso bisogna iniziare a riempire i fori solo quando il prodotto esce dal beccuccio con un colore grigio uniforme.

Il tassello chimico fischer Forza Pro richiede l’utilizzo delle barre filettate Forza, disponibili in diversi diametri, a seconda della necessità di tenuta. Le barre filettate Forza richiedono o meno l’utilizzo di tasselli a calza e a rete, a seconda del tipo di supporto su cui avviene il fissaggio: nei materiali pieni usare la barra con il solo ancorante chimico (facendo un foro più ampio di alcuni mm come indicato in scheda dati tecnici) oppure con l’ausilio di una bussola Forza che ha un foro filettato per avvitare la barra o un eventuale bullone compatibile. Il vantaggio della bussola è che si ottiene un fissaggio completamente rimovibile. Nei materiali forati è necessario utilizzare un tassello a calza o a rete per impedire che l’ancorante chimico si perda negli spazi vuoti.

Forza Pro è disponibile in cartucce da 300 ml e da 410 ml

tassello chimico fischer forza pro
fischer Forza 300 Pro e Forza 410 Pro

Tutti gli accessori per una corretta applicazione del tassello chimico Forza Pro

Gli accessori nelle loro rispettive buste
Barra filettata fischer con rondella e dado, di misura M6 x 115 mm, M8 x 120 mm, M10 x 105 mm. È utilizzabile nei materiali pieni con o senza bussola fischer; nei forati solo con tassello a calza o a rete.
La bussola fischer si utilizza per applicazione nei materiali pieni per l’utilizzo di barre filettate M6, M8, M10. Ogni bussola richiede l’effettuazione di un foro più grande del proprio diametro: le misure sono indicate sulla confezione.
tassello chimico fischer forza pro
Il tassello a calza fischer è adatto per materiali forati. Quello di misura Ø 16 x 85 mm ha foro interno per barra filettata M8 mm; quello di Ø 18 mm ha foro per barra M10.
tassello chimico fischer forza pro
Il tassello a rete fischer si utilizza per i fissaggi nei materiali forati. Sono disponibili diversi diametri, 12, 16, 20 mm su lunghezza 85 mm. Barre filettate applicabili, rispettivamente M6-M8, M8-M10, M12-M16.

Come utilizzare fischer Forza Pro

Tempo richiesto: 15 minuti

  1. Esecuzione dei fori

    Segnati sulla parete i punti in cui mettere i fissaggi, si praticano i fori con una punta di diametro medio/piccolo, anche per sondare il tipo di supporto, in questo caso calcestruzzo. Si sceglie il tipo e il diametro del tassello da applicare e si allargano i fori di conseguenza. Nei materiali forati non usare la rotopercussione. Selezionare la funzione di sola rotazione della punta.

  2. Pulizia dei fori

    I fori vanno sempre puliti da polvere e detriti, prima dell’applicazione del tassello chimico; la manovra è da fare con particolare accuratezza nel caso di mattoni e cemento pieno. Usare lo scovolino della giusta misura è fortemente consigliato per un risultato ottimale.

  3. Svitare la vite a tappo

    fischer Forza 300 Pro ha un tappo a vite fatto per garantire la massima durata del prodotto, evitando che i due componenti chimici contenuti nel tubo entrino in contatto.

  4. Applicazione cannula di erogazione

    Tolto il tappo di chiusura, avvitare il beccuccio per la miscelazione dei due componenti dell’ancorante chimico.

  5. Inserimento in pistola erogatrice

    Inserire la cartuccia nella pistola per estrusione.

  6. La prima erogazione

    Al primo utilizzo è necessario estrudere il prodotto sino a quando ciò che esce non appare uniformemente miscelato (colore grigio omogeneo).

  7. Estrusione del tassello chimico fischer Forza Pro

    Si procede all’estrusione dell’ancorante chimico nei fori praticati alla parete; il foro va riempito a partire dal fondo per circa due terzi della profondità.

  8. Inserimento della bussola

    Inserendo la bussola nel foro, l’ancorante si distribuisce attorno alla stessa aderendo alla parte zigrinata. Se il quantitativo di ancorante inserito è corretto, il prodotto arriva appena a debordare a filo parete. Un’estremità della bussola è chiusa con un tappo di plastica che impedisce all’ancorante chimico di penetrare all’interno, mentre la si inserisce nel muro.

  9. Avvitamento barra filettata

    Si avvita la barra filettata nella bussola, sino a lasciarne fuori quanto necessario al fissaggio.

  10. Montaggio e serraggio

    L’ancorante indurisce in 3 minuti con temperature tra i 20 e i 30 °C; trascorso questo lasso di tempo, si può montare una staffa (come nell’esempio proposto), ma stringendo i dadi a mano. Nello stesso range di temperature (20-30 °C) il carico è applicabile dopo soli 45 minuti. In questo caso si effettua il serraggio dei dadi con chiave idonea.

  11. Fissaggio su laterizi forati

    Dovendo effettuare un fissaggio su laterizi forati, si procede effettuando il foro con la punta di diametro raccomandato sulle istruzioni del tassello a calza fischer. Nei materiali forati usare solo la rotazione della punta, non la rotopercussione.

  12. Inserimento del puntale sulla cannula

    All’estremità del miscelatore va inserito il puntale in dotazione nella confezione del tassello al calza. Al primo utilizzo è necessario estrudere il prodotto sino a quando ciò che esce non appare uniformemente miscelato.

  13. Inserimento tassello a calza

    Si inserisce il tassello a calza nel foro effettuato. Se non si riesce con le mani, può essere necessario mandare in battuta il tassello a calza battendolo dolcemente con un martello.

  14. Estrusione ancorante chimico

    Si estrude l’ancorante chimico nel tassello a calza fino a quando la resina non comincia ad uscire dai fori-spia sulla testa del tassello stesso.tassello chimico fischer forza pro

  15. Inserimento barra filettata

    Inserire la barra filettata del diametro indicato sulle istruzioni del tassello a calza, spingendola verso il fondo e facendola contemporaneamente ruotare fino a toccare il fondo. La parte sporgente servirà per fissare l’oggetto alla parete. La calza del tassello si espande creando il sottosquadro e la tenuta necessari per un fissaggio estremamente saldo.

Lampada a led senza fili | Einhell TE-CL 18/2000 LiAC

La lampada TE-CL 18/2000 LiAC è alimentata con qualsiasi batteria 18 V della gamma power x-change, inoltre è potente e versatile grazie ai numerosi sistemi di attacco integrati

L’evoluzione tecnologica coinvolge anche le lampade di servizio, tanto care a noi fardasé, che le utilizziamo intensamente in laboratorio, garage, cantina e, alla bisogna, anche in casa. Un’evoluzione evidente sul piano del risparmio energetico, essendo il led l’elemento illuminante, che porta grossi benefici in termini di efficienza e, in più, rispetto alle lampade a fluorescenza, ha il vantaggio di accendersi subito alla massima potenza luminosa. Nel caso della lampada da lavoro a led TE-CL 18/2000 LiAC i vantaggi si moltiplicano. Prima di tutto per la potenza elevata, ben 2000 lm, e per il fatto di essere alimentata sia a 230 V, sia a batteria; cosa che la rende disponibile anche nei frangenti in cui le prese di corrente siano lontane o manchi del tutto l’alimentazione elettrica.

Poi per il fatto che la sua batteria è intercambiabile e rientra nella famiglia Power X-Change di Einhell, pertanto si è sicuri di avere sempre la lampada pronta e disponibile, in qualsiasi momento. Non ultimo, la lampada ha un’ampia base d’appoggio per il posizionamento sul piano di lavoro, ma vanta anche una serie di sistemi integrati di aggancio, fissi e mobili, che la rendono strumento utile e versatile per mille occasioni.

All’insegna della praticità

  • Attacchi per stativi sotto la base d’appoggio

    Sotto la base d’appoggio sono presenti due attacchi filettati per stativi da macchina fotografica, compatibili ovviamente anche con quelli per le livelle laser. A fianco, un’asola conformata per l’aggancio a una vite a testa piatta.

  • Due soli pulsanti

    Sull’impugnatura vi sono il pulsante d’accensione e quello che permette di regolare l’emissione di luce su tre livelli; cosa utile per prolungare al massimo l’autonomia della lampada.

  • Possibilità di regolare l’inclinazione

    Il corpo illuminante e il diffusore sono regolabili nell’inclinazione, rispetto alla base d’appoggio e aggancio, liberando la manopola laterale, presente sullo snodo.

  • Posizione della batteria

    Posteriormente allo snodo del diffusore vi è l’alloggiamento della batteria. In questo modo il peso va a bilanciare quello della parte frontale.

  • Possibilità di appendere la lampada grazie al gancio in dotazione

    Nella base d’appoggio vi è anche un gancio ribaltabile che permette di appendere la lampada a tubi, tiranti o qualsiasi altro appiglio che ricada in posizione favorevole. Si nota sul fianco a sinistra, ma è presente anche a destra, una lunga asola dentellata, utile per agganciare la lampada anche a viti o semplici chiodi: scegliendo in quale punto del «pettine» farli ricadere è possibile orientare la luce dove si desidera.

  • Possibilità di usare la lampada anche senza batteria

    In dotazione vi è anche un alimentatore che si collega direttamente alla presa preposta, per accendere la lampada anche nel caso in cui non si abbia la batteria carica.

La lampada Einhell TE-CL 18/2000 LiAC, in versione senza batteria e caricabatteria ha un prezzo consigliato al pubblico di Euro 66,95.

Sigillanti Pattex: versatili ed efficaci

Una nuova gamma caratterizzata dall’uso semplice orientata ai tre principali ambienti che richiedono interventi rapidi di riparazione e sigillatura

Una gamma che condivide la facilità di applicazione e la versatilità. Tre prodotti sigillanti, disponibili in cartuccia da 280 ml per pistola a estrusione e in tubo da 50 ml, per evitare qualsiasi spreco, specializzati nei tre ambienti della casa e del suo esterno, in cui più frequentemente sono richiesti lavori di riparazione, ripristino o montaggio.

 

  1. Bagni&Cucine

    Silicone acetico bianco, ideale per la sigillatura di elementi d’arredo nei locali umidi: per esempio di box doccia, lavabi, lavandini, top cucina e vasche da bagno. Resiste alle muffe, ai raggi UV, all’acqua e ai comuni detergenti.

  2. Interni Riempie&Ripara

    Prodotto acrilico ideale per la sigillatura di infissi (anche in adesione al muro), cassonetti ecc. Ottimo in presenza di crepe e fessurazioni, per ripararle riempiendole. Ideale per applicazioni in interni, è inodore e verniciabile.

  3. Esterni Riempie&Ripara

    Silicone acetico trasparente, ideale per sigillature di infissi, serramenti, bagni, box doccia, sanitari e cucine su materiali porosi e non porosi. Può essere utilizzato sia in interni sia in esterni; resiste alle muffe e ai raggi UV.

Migliaia di articoli per chi ama fare da sé

Nel nuovo sito si trovano tutti gli accessori per la costruzione di mobili e complementi d’arredo, dalle viti alle cerniere, dalle serrature agli scorrevoli per cassetti, più tantissimi altri prodotti: catalogo scaricabile di 1230 pagine

Sarà presto on-line il nuovo sito di SACAR DUE, azienda che produce e distribuisce un numero senza fine di articoli, i più rivolti al laboratorio e al fardasé. Il catalogo completo in forma cartacea conta 1230 pagine con categorie che includono minuteria, ferramenta mobili, reggimensole, serramentistica, sicurezza, maniglie, ruote, molle, macchinari, appendiabiti, cassette postali ecc.

Ampissima la disponibilità di minuteria di tutti i generi e di ferramenta mobili; per tutti gli articoli sono indicate le misure e, ove necessario, anche disegni tecnici con le quote per poter valutare a priori tutti gli importanti dettagli di ogni progetto. SACAR DUE è fornitore dei grandi centri di distribuzione fra cui i negozi fai da te più diffusi sul territorio, dove si possono acquistare i prodotti visti sul sito o sul catalogo.

Doccia in cartongesso

La nostra arma è il cartongesso che viene scelto per l’economicità e la praticità, dato che può essere messo in opera con pochi strumenti e poco tempo. Anche se l’uso del cartongesso in un bagno può causare perplessità, i produttori hanno sviluppato da anni lastre idrofughe che resistono nei luoghi umidi per anni senza deformarsi. Come ulteriore misura di sicurezza, sono consigliati trattamenti con liquidi impermeabilizzanti e piastrellature che rendono.

IL CONTROSOFFITTO DELLA DOCCIA IN CARTONGESSO

 

Doccia in cartongesso

Doccia in cartongesso

L’intelaiatura di sostegno delle lastre è ancorata al soffitto con alcuni tiranti che, tramite ganci a molla, permettono di regolare l’orditura all’altezza voluta.
Avvitati i pannelli all’intelaiatura si applica sui giunti un nastro di rete autoadesiva che assorbe le dilatazioni e impedisce che si formino screpolature, poi si stucca.
La stuccatura delle giunzioni e delle viti deve essere ripassata dopo circa un’ora per rasare perfettamente la superficie. Eventuali sbavature si carteggiano.

TELAIO E PARETI DELLA DOCCIA IN CARTONGESSO

Tutto il soffitto, compresa la zona sopra la doccia, viene controsoffittato con i pannelli di cartongesso. La parte più difficoltosa del montaggio è il sollevamento della lastra: se non ci sono aiutanti si possono usare appositi ganci da appendere ai profilati o un puntello a forma di T che sostiene il pannello fino a che non siano state inserite un po’ di viti nel perimetro.

La parete del box doccia è costruita su un profilato perimetrale largo 50 mm, incollato alle piastrelle del pavimento e della parete con un nastro biadesivo espanso che fa anche da isolante acustico. Sulla parte libera, l’unione viene effettuata con una pinza giuntatrice.

Con una robusta cesoia (questo e altri atgrezzi sono normalmente presenti in un laboratorio fai da te) si possono tagliare facilmente i profilati a “U” e a “C”. Per troncare la base, dopo aver tagliato le ali, si piega il profilato per fare posto alle lame della cesoia.

Per piegare a 90° i profilati a “U” si taglia lateralmente la lamiera lasciando i pezzi uniti per la base. Basta piegare il profilato con le mani per far incastrare insieme le ali sporgenti.

Anche la parte frontale alta della doccia viene chiusa con un pannello. Il perimetro è costruito con guide ad “U” mentre l’architrave è realizzata con un profilo a “C”. Nel caso specifico è stato utilizzato un pannello anche per chiudere la finestra posteriore.

I pannelli esposti maggiormente all’umidità sono di gesso rivestito di carta verde e impregnato, sottoposti a speciali procedimenti per limitare l’assorbimento di acqua.

LA PIASTRELLATURA

bordi dei pannelli vengono rifiniti con una raspa per togliere le asperità lasciate dal taglio e consentire al pannellino frontale di poter appoggiare direttamente sul metallo del montante.

Il cartongesso idrofugo può essere piastrellato senza difficoltà; prima di stendere la colla, però, è bene passare un apposito impermeabilizzante (come Knauf Flächendicht) con un pennello o un rullo e attenderne il completo asciugamento.

Il bordo del box doccia viene rifinito con paraspigoli arrotondati di plastica che sostituiscono i vecchi e fragili “jolly” ottenuti fresando a 45° il bordo della piastrella. L’ala traforata del paraspigoli viene fatta aderire all’adesivo e nascosta sotto la piastrella frontale.

Il rivestimento di piastrelle è posato a partire dal basso utilizzando un normale adesivo per rivestimenti. Per compensare le inevitabili irregolarità dimensionali delle piastrelle, ciascuna fila viene allineata spessorando le fughe con piccoli cunei di plastica che si rimuovono a collante asciutto.

I FARETTI

Il foro, in questo caso da 60 mm, per l’installazione del faretto, viene eseguito con la sega a tazza. La posizione va calcolata in modo da non interferire con i profilati.

La guaina proveniente dal centro soffitto, già fissata all’orditura prima di applicare il cartongesso, viene estratta dal foro insieme a quella che raggiunge gli altri punti luce.

I due conduttori che alimentavano l’unico punto luce del locale, vanno ora collegati in parallelo passando da una morsettiera all’altra di tutti i faretti previsti.

Battile e Battile Pro di Montolit | Adesione perfetta!

Due strumenti (Battile e Battile Pro) con platorello vibrante per espellere le bolle d’aria sotto le piastrelle più la funzione ventosa per sollevarle

Sotto le piastrelle l’uniformità della colla è garanzia di adesione nel tempo e di robustezza ai carichi. Per avere certezza che l’adesivo si distribuisca perfettamente, Montolit propone Battile e Battile Pro, due macchine a ventosa battente, adatte per piastrelle e lastre. Il platorello gommato ha doppia funzione: in primis quella vibrante, con la quale la piastrella si assesta in modo corretto mentre le bolle d’aria fuoriescono lateralmente; con la seconda si agevola il sollevamento, grazie alla depressione esercitata tramite leva. Entrambe le versioni sono funzionanti a batteria: una ha l’accumulatore integrato, mentre la versione Pro ha batterie intercambiabili.

Specifiche tecniche dei modelli

  • Elementi in dotazione

    Battile Pro (a sinistra) e Battile sono complete di alimentatori e valigetta di trasporto. Battile Pro ha in dotazione due batterie e una piastra in teflon per allargare la base d’appoggio.

  • Pulsante per l’azionamento

    L’azionamento avviene premendo il pulsante all’estremità dell’impugnatura.

  • Manopola per la regolazione dell’effetto vibrante

    La regolazione dell’effetto vibrante (da 5.000 a 18.000 vibrazioni al minuto) si effettua con l’apposita manopola.

  • Batteria ricaricabile

    La batteria è da 8,4 V – 2,6 Ah; è posizionata internamente e si ricarica in due ore.

  • Corretto funzionamento dell’azione vibrante

    Durante l’azione vibrante non deve essere attivata la ventosa, in modo che la macchina possa scivolare liberamente sulla piastrella.

  • Leva per attivare la ventosa

    Per attivare la ventosa nella versione Battile, basta tirare la leva situata sotto l’impugnatura principale. Anche le piastrelle in grès, con superficie materica, si riescono a sollevare bene grazie alla morbidezza della ventosa.

  • Possibilità di estendere la superficie di lavoro nella funzione vibrante

    La piastra fornita con la versione Pro è utile quando serve estendere la superficie di lavoro nella funzione vibrante. La piastra va bloccata con la ventosa.

Battile Pro con batteria esterna

Le batterie in dotazione con la versione Pro sono da 16 V – 2,0 Ah, agli ioni di Litio, e si ricaricano in 2 ore e mezza.
Premendo la macchina sulla piastrella e ribaltando la leva di suzione, si attiva la ventosa del platorello e si può sollevare il pezzo.
Con la leva della funzione ventosa ribaltata in avanti, si rileva lo spostamento verso l’interno del centro della membrana gommata, mentre il bordo aderisce alla piastrella. La depressione che si forma permette di sollevare piastrelle e lastre sino 25 kg di peso.

Battile costa euro 235,00.
Battile Pro con 2 batterie costa euro 393,00.

Supersalone del Mobile: makers VS fardasé

Tratto da “Far da sé n.520 – Ottobre 2021″

Autore: Nicla de Carolis

Si è appena chiuso a Milano il Salone del Mobile, evento molto atteso dopo la mancata edizione del 2020, realizzato in dimensioni decisamente minori: 4 padiglioni contro i 10 utilizzati nelle precedenti, minor numero di espositori e un allestimento continuo in aree non grandi, sviluppate in orizzontale e verticale, senza separazioni tra un’azienda e un’altra. All’interno della manifestazione era incluso “the makers show”, quello che poteva sembrare un evento dedicato ai makers. Di loro abbiamo parlato più volte,  gli artigiani digitali, per lo più giovani, che uniscono il bricolage alle tecnologie digitali. Rispetto a chi ha abilità manuale e conosce tecniche e materiali per realizzare oggetti, mobili, macchine utensili, i fardasé appunto, i makers possono avere anche competenze ingegneristiche che gli consentono di fare uso della robotica, delle apparecchiature a controllo numerico, dei dispositivi per la stampa 3D, il tutto condiviso con licenze libere secondo la cultura senza scopo di lucro che li contraddistingue e che vuole essere alla base di nuovi processi di innovazione tecnologica e produttiva a basso costo.

Naturalmente eravamo molto interessati a questa sezione per le novità e gli spunti che avrebbe potuto portare alla nostra materia; si leggeva: “… design, sperimentazione, nuove tecniche di produzione e ricerca dei materiali per sviluppare produzioni in proprio. Il loro contributo alla mostra rende ancora più esaustiva la diversità nel mondo della creatività dell’abitare, con l’obiettivo di fornire un’immagine collegiale dello stato dell’arte del design indipendente e della sua direzione…” 

I piccolissimi spazi dedicati alle realizzazioni dei makers, sparsi qua e là, anche se in linea con il nuovo format, erano difficili da individuare senza consultare la mappa della fiera e, a malincuore, dobbiamo dire che la delusione è stata grande; certo non possiamo stupirci di fronte a uno schienale di sedia in legno che per essere più comodo è stato leggermente curvato “laminandolo con due parti in legno, ognuna di 4 o 5 millimetri di spessore…”. O da un piccolo armadio realizzato con legni di scarto “…senza finitura laccata in modo da far esprimere completamente la struttura del legno…”, in esemplare unico. 

Sarò di parte ma realizzazioni, tecniche e scelte mi sono sembrate cose scontate per un fardasé, oggettivamente molte delle vostre realizzazioni sarebbero state più meritevoli di una ribalta come il SuperSalone.

Due realizzazioni dei Makers in esposizione al SuperSalone 2021:
Chair in scrapwood e Classic cupboard di Piet Hein Eek.

Posare il parquet incollato

Il parquet incollato può essere applicato sia su un supporto in calcestruzzo sia sul pavimento piastrellato.
La pavimentazione di legno duro offre una grande scelta di essenze: quercia, teck, faggio, sapelli, mogano, acero, noce.
Si tratta anche di una superficie durevole, robusta, di facile pulizia e manutenzione.
Occorre sempre “condizionare” il materiale del nuovo pavimento; acquistiamolo almeno una settimana prima della posa, togliamolo dall’imballaggio e lasciamolo nel locale in cui intendiamo posarlo.
Mettiamolo in modo che l’aria possa liberamente circolare attorno ad ogni listone.
parquet incollato
Conviene sempre cominciare la posa del parquet incollato lungo il lato più lungo della stanza.
L’adesivo va applicato sul pavimento in modo da coprire una superficie lievemente più ampia dell’elemento da posare e, quindi, possiamo sistemare in posizione il pezzo con molta cura. Quando si arriva in prossimità della parete opposta bisogna tagliare longitudinalmente i listoni dell’ultima striscia. Il taglio dev’essere fatto con una sega a denti fini. Nel caso si debba seguire una forma particolarmente complicata come, ad esempio, la base dello stipite di una porta o il contorno di un sanitario, è opportuno fare una maschera dell’area controllandone il profilo prima di riportarne la sagoma sul legno da tagliare.

È meglio dover rifare una maschera imprecisa che sprecare materiale tagliandolo nella forma sbagliata. Possiamo ricorrere a strisce di sughero per riempire gli spazi previsti per l’espansione del legno lungo il perimetro del locale. Attorno alla base scanalata dello stipite della porta, per esempio, possiamo tagliare l’elemento del pavimento semplicemente come se fosse rettangolare e riempire, poi, gli immancabili vuoti con le strisce flessibili di sughero. Forza…al lavoro fai da te!

PARQUET INCOLLATO: APPLICAZIONE DEI LISTONI

L’adesivo si stende sul fondo con l’apposita manara dentata che crea cordoni di colla intervallati da vuoti. Questo strato facilita l’espulsione dell’aria durante la posa e consente un posizionamento iniziale in perfetta orizzontale.

Lungo il perimetro è necessario lasciare una luce di 6-8 mm per consentire un’eventuale dilatazione del parquet. Per manterere l’insieme ben compatto si usano provvisoriamente dei cunei. Lo spazio verrà poi occultato dal battiscopa.

In prossimità di sagome rientranti o irregolari si traccia con cura ogni elemento di parquet e lo si taglia con la sega.

RIFINITURE E TRUCCHI DEL PARQUET INCOLLATO

Sempre per ciò che riguarda le sagome rientranti o irregolari,  nei casi più difficili è bene realizzare una sagoma di cartone e riportarne la forma sui listoni da posare.

Nei raccordi tra pavimento a parquet e piastrelle è necessario applicare una lista fermaparquet

Questa lista ha un duplice compito. In primo luogo crea un passaggio inclinato tra i due livelli e, in secondo, blocca le teste (o il bordo) dei listoni di parquet.
Le liste sono disponibili nelle versioni da fissare a pavimento con tasselli o autoadesive, in diversi materiali.

Un semplice trucco: se la parete non è perfettamente parallela con quella di fronte si può partire diritti tagliando alcuni pezzi di parquet in larghezza diversa che fungono da riscontro.
Al termine si rifinisce lo spazio con listoni opportunamente sagomati.

UTENSILI
Sega a denti fini, manara dentata