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Ciaspole fai da te in alluminio

Ecco come realizzare delle pratiche racchette da neve con struttura in alluminio e rete elettrosaldata

ciaspole fai da te
Le racchette consentono di distribuire il peso del corpo su una superficie di neve maggiore, per camminare senza affondare; non devono essere troppo pesanti per non rendere il movimento faticoso sulla distanza.

Delle buone racchette da neve, o ciaspole, leggere, in legno e corda, possono costare dai cento euro in su: così, il nostro lettore Luciano Mazzucco, che le aveva sempre noleggiate per le sue gite in montagna, alla fine si è costruito delle ciaspole fai da te con materiale di recupero, alluminio, rete e vetroresina, spendendo solo 10 euro per la minuteria.

Diversamente da quelle tradizionali, ha fornito alle sue ciaspole fai da te una certa articolazione di movimento, sfruttando proprio l’elasticità della vetroresina. Queste racchette da neve fai da te pesano circa 800 g l’una. Per alleggerirle ulteriormente, si può usare un profilato più stretto di quello sezione 25×25 mm.

Cosa serve per costruire delle ciaspole fai da te

  • Angolare di alluminio sezione 2x25x25 mm (2 pezzi da 1150 mm);
  • piattina alluminio sezione 2×25 mm (6 pezzi da 220 mm);
  • nastro tessuto largo 25 mm (6 pezzi da 700 mm);
  • spezzoni nastro in velcro;
  • 12 anelli portachiavi Ø 30 mm;
  • rete zincata elettrosaldata per edilizia di maglia 50×50 mm (2 pezzi da 200×240 mm; 2 da 350×100 mm);
  • striscia vetroresina larga 100 mm;
  • corda da 5 mm lunga 1500 mm;
  • colla termoplastica;
  • rivetti;
  • bulloni e dadi inox Ø 4 mm.

Come progettare le ciaspole fai da te

 

Come costruire ciaspole fai da te

Uno spezzone di profilato a L di lunghezza adeguata, su cui sono praticati con la smerigliatrice dei taglietti laterali per curvarlo, si modella su una dima in legno dando la forma ondulata vagamente simile alla suola della scarpa.

Si rinforza con tre spezzoni trasversali di piattina, rivettati sul lato inferiore e piegati alle estremità, ricavando con la smerigliatrice delle punte per fare presa sulla neve. Nella sagoma in profilato si inserisce, tramite piccoli fori, la rete elettrosaldata. Svolgendo e ripiegando su se stessa una benda in vetroresina in vari strati, si modella l’appoggio: una parte fissa, anteriore e posteriore; una “lingua” mobile, collegata solo alla parte fissa anteriore e modellata a L sul lato posteriore libero, per l’appoggio dello scarpone.

Una volta essiccato, si taglia di misura il tutto per unirlo con bulloni e rivetti al profilato. Sulla parte fissa dell’appoggio si praticano fori con la punta a tazza per alleggerire. Sulla lingua mobile, forata ai due lati, si fa passare una corda per infilare i lacci.

Con colla termoplastica e rivetti si predispongono le allacciature, complete di fibbie e velcro. Si incollano alla parte mobile dell’appoggio, due sotto la striscia principale, una dietro la linguetta della L.

L’angolare di alluminio si modella nella classica sagoma ondulata “a orma” piegandolo e ribattendolo su una dima in legno truciolare stretta sulla morsa,
Dopo aver praticato dei taglietti trasversali fino ad ottenere la forma voluta.
Il rinforzo centrale in piattina è rivettato. La rete elettrosaldata si inserisce nell’angolare tramite piccoli fori sul lato verticale.
I rinforzi in piattina sono piegati all’estremità e lavorati a dentini con la smerigliatrice.
Lo spezzone di profilato viene modellato per fare da appoggio al retro dello scarpone.
La base d’appoggio è in vetroresina, a cui si uniscono i lacci in tessuto rivettati e incollati. Sulla ciaspola finita, i ganci da portachiavi si usano come fibbia e il nastro si chiude con il velcro.

Ora che abbiamo realizzato le nostre ciaspole fai da te… siamo pronti per informarci su bellissimi itinerari per ciaspolare 

Come sfruttare lo spazio in mansarda

Mobili bassi per sfruttare lo spazio in mansarda, nel sottotetto, caratterizzato da un soffitto decrescente fino a pavimento

C’è una profondità considerevole prima del perimetro in cui non è possibile mantenere la posizione eretta: mediamente, in base alla pendenza della falda, si può affermare che quando una persona di media statura sfiora il soffitto, ha davanti a sé ancora 80 cm di pavimento.

Basta tracciare in quel punto una verticale e un’orizzontale parallela alla parete per rendersi conto che è quello il primo spazio da utilizzare senza ridurre la libertà di movimento. Occorre comunque rimanere al di sotto delle finestre, per non togliere luce al locale, ma un mobile basso e lungo di queste dimensioni, vera soluzione bricolage, può contenere una marea di roba, se ben ripartito al suo interno.

Tra l’altro, se si tratta di aggiungere interruttori o prese elettriche lo si può fare senza grossi lavori e in modo invisibile: gli impianti possono correre dietro il mobile e i comandi si possono incassare in uno zoccolo superiore. Non occorre realizzare una struttura completa, ma soltanto un telaio suddiviso a scomparti chiuso da cassettoni con un ampio frontale o con antine persianate, facili da reperire già pronte in varie misure. Il lungo top può essere utilizzato per la TV, il computer, l’impianto stereo e se si prevede un piano aggiuntivo estensibile o ribaltabile, ci sta anche un tavolo a scomparsa per due o quattro persone. Tutto senza perdere spazio!

IL PROGETTO

sfruttare lo spazio in mansarda

Pannelli e distanziali

Il montaggio inizia fissando un primo pannello verticale a una delle pareti di lato. Alla parete obliqua, invece, si fissa una striscia di MDF con funzione di distanziale per il montante successivo.

Sotto il bordo del top si avvitano un listello a tutta lunghezza e uno in tratte lunghe quanto i distanziali, aprendo un incastro per il montante. Il top si fissa alla striscia a muro con piastrine metalliche.
a spondina superiore di truciolare nobilitato spesso 40 mm si presta all’incastro di prese di corrente ed eventualmente di interruttori.

L’elemento estraibile

La struttura di arredo della mansarda può essere arricchita con un elemento estraibile: a un pannello frontale vengono fissati una base orizzontale (cui sono avvitate le ruote) e uno verticale (nel centro) che poggia sulla base e regge due ripiani orizzontali a mezza altezza.

Tutti i pannelli sono di MDF; quello frontale è nobilitato e bordato di alluminio e deve prolungarsi verso il pavimento per nascondere le ruote. 

Prima vanno fissati al frontale il pannello di base e quello divisorio lasciandolo debordare verso il basso.
Usando scarti di tavole rettangolari come distanziali, si fissano anche i due ripiani orizzontali.
I bordi superiori dei pannelli frontali vanno rifiniti con angolari d’alluminio e i laterali con piattina d’alluminio.
L’ultima operazione consiste nel fissare le ruote sotto il pannello di base.

LIRA Spazio NT Clima | Ingombro minimo anche con gli scarichi tecnici

LIRA Spazio NT Clima è un sifone per raccogliere oltre alle acque di lavatrici anche la condensa di asciugatrici, condizionatori e caldaie a condensazione, caratterizzato dal minimo ingombro e dalla completa aderenza alla parete in modo da sfruttare del tutto lo spazio a disposizione

I locali tecnici sono sempre più occupati da dispositivi ed elettrodomestici che producono o raccolgono acqua durante il loro funzionamento e non sempre sono previsti gli scarichi a loro necessari. Si tratta di caldaie a condensazione, pompe di calore, condizionatori, asciugatrici, lavatrici ecc. Tuttavia, negli stessi locali, capita che lo spazio non sia mai in esubero, anzi… Per questo motivo è consigliabile l’utilizzo di un sifone come LIRA Spazio NT Clima con la sua gamma di raccordi studiati appositamente per risolvere tutte le possibili combinazioni riguardanti lo scarico nel contesto descritto.

Come tutti gli altri sifoni della linea Spazio NT, anche questo è estremamente sottile, pur garantendo un’efficacia totale. Si sviluppa verso il basso con una parte rastremata a V che porta sul frontale il tappo per l’ispezione e la rimozione dei residui in accumulo. Spazio NT Clima è completo di vari raccordi, per qualsiasi necessità, e di un TEE che ne espande ampiamente le possibilità di collegamento.

Sifone Spazio NT Clima

Nella confezione sono presenti vari tipi di raccordi per qualsiasi combinazione di allacciamento, grazie anche al TEE, con il quale si estende ulteriormente il numero delle utenze collegabili. Vi sono due raccordi singoli a doppio diametro per l’innesto dei tubi (20 e 25 mm), uno diritto e uno curvo a 90°, un raccordo con doppio attacco per tubi di piccola sezione: uno può ricevere tubi da diametro 8 mm a 12 mm, l’altro tubi da diametro 14 a 16 mm. È incluso anche un tappo per chiudere eventualmente un ingresso e l’adattatore per l’innesto del sifone in prese a muro di diametro 40 mm.

Collegamenti e montaggio del sifone

 

  1. Applicare il TEE

    Per applicare il TEE in dotazione ed estendere il numero di ingressi nel sifone, va inserita la guarnizione rossa, che non serve nell’applicazione diretta dei raccordi, i quali sono conformati per provvedere anche alla sigillatura, stringendo la ghiera.

  2. Inserire e stringere la ghiera diserraggio

    Il raccordo ha la base a forma di tronco proprio per aderire in modo progressivo all’apertura di ingresso; basta stringere bene, a mano, la ghiera di serraggio.

  3. Applicare il raccordo nel secondo ingresso del TEE

    Nel secondo ingresso del TEE si può applicare il raccordo a 90° o quello diritto, a seconda delle necessità, oppure applicare il tappo, predisponendo il sifone a ricevere un’ulteriore utenza prevista a breve.

  4. Misurare la profondità utile per l’innesto

    Per l’applicazione del sifone si controlla subito il diametro del tubo a parete e poi la profondità utile per l’innesto del sifone.

  5. Tagliare l’eccedenza del tubo

    Sulla base dei rilievi effettuati, si taglia l’eccedenza di tubo del sifone, in modo che innestandolo la parte posteriore del corpo vada in aderenza più possibile con la parete.

  6. Montare i raccordi sul sifone

    Si montano i raccordi sul sifone. In questo caso è stato applicato il TEE per ricevere contemporaneamente un tubo da 16 mm di diametro e uno da 20 mm. Con il cutter si taglia via la parte di raccordo che non serve.

  7. Innestare il sifone a parete

    Si innesta il sifone nel tubo di ricezione a parete, mandandolo a fondo quanto possibile.

  8. Collegare i tubi

    Si collegano i tubi provenienti, in questo caso, da un’asciugatrice elettrica e da una caldaia a condensazione.

Abat-jour con le ceramiche fai da te

Utilizzando stoviglie di ceramica costruiamo un abat-jour assolutamente originale

Utilizziamo alcune stoviglie e un paralume per realizzare un abat-jour con le ceramiche fai da te. Il cuore dell’insieme è l’asta portante di un vecchio abat-jour (che abbiamo preventivamente disassemblato) entro la quale scorre il cavo di alimentazione e che mantiene in posizione alcuni piatti e tazze in ceramica, oltre a ospitare il paralume. La base dell’abat-jour con le ceramiche è costituita da un largo piatto che conferisce all’insieme una buona stabilità. Per inserire le stoviglie lungo l’asta dobbiamo praticare su di esse altrettanti fori, utilizzando una punta a lancia montata su un trapano fissato sul supporto a colonna. Scolleghiamo il cavo di alimentazione dal portalampada che ricollegheremo dopo aver impilato le ceramiche. Infine montiamo il disco di base della lampada, che viene occultato dal piatto rovesciato.

Cosa si fora la ceramica?

Per forare la ceramica e il vetro serve un particolare tipo di punta da trapano, detta “a lancia”, con forma triangolare. Si poggia la punta nella zona da forare e si aziona il trapano a velocità ridotta. Si procede in questo modo fin quando la punta incide la superficie e penetra nel materiale.

Cosa serve per realizzare l’abat-jour con le ceramiche fai da te:

abat-jour con le ceramiche

  • Paralume per abat-jour
  • Brocca, tazza e piattini
  • Lampadina, filo, spina interruttore, portalampada
  • Nastro per mascheratura
  • Punte da trapano a lancia per vetro e ceramica

Abat-jour con le ceramiche fai da te – Il progetto

 

Costruzione passo-passo

 

In prossimità dei punti in cui dobbiamo forare i piatti e le tazze, disponiamo due strisce incrociate di nastro adesivo per mascheratura così da evitare lo scivolamento della punta del trapano.

Utilizzando il trapano a colonna, che ci garantisce stabilità e precisione, procediamo alla realizzazione dei fori. Impostiamo una velocità di rotazione molto bassa per non surriscaldare la punta.

Prepariamo il cavo di alimentazione tagliando la guaina da rivestimento esterna e quelle interne per mettere a nudo le trecciole. Inseriamo il supporto portalampada sull’asta centrale.

Inseriamo lungo il tubo metallico un anello “o-ring” in gomma (spingendolo sul fondo della brocca) che servirà per stabilizzare perfettamente le stoviglie sull’asta senza eccessivi giochi.

Inseriamo uno a uno le tazze e i piatti lungo l’asta attraverso i fori fatti precedentemente. Possiamo eventualmente passare un po’ di borotalco lungo l’asta per facilitare l’operazione di inserimento.

Colleghiamo il cavo al portalampada serrando i conduttori nei morsetti e lo fissiamo nel supporto. Quindi inseriamo il paralume. Il cavo di terra non serve perché la ceramica non è un conduttore.

Fissiamo la base della lampada avvitandola dal basso all’asta metallica con una rondella e un dado. La base viene a trovarsi nell’incavo di un piatto fondo capovolto e risulta perciò invisibile.

Fai da te Mummy la sedia di design di Peter Traag

Prendiamo spunto da Mummy, ma poi personalizziamo

Ispirata ad una creazione di design, questa comoda e originale sedia, restaurata con sapienza fai da te, può essere realizzata anche in colori diversi.

Restauro completo con smalto

Mummy
Sverniciatura: procuriamoci una vecchia sedia, puliamola bene e togliamo accuratamente  con la carta vetro ogni residuo della vecchia verniciatura.

reparazione: stendiamo una mano di primer ad acqua Paramatti, che costituisce un’ottima base per verniciare il legno ed impedisce successive sfogliature.

Verniciatura: quando il primer è asciutto, stendiamo due mani di smalto ad acqua rosso Paramatti, scegliendo una tonalità uguale a quella del colorante per tessuti.

 

Prepariamo la stoffa e l’imbottitura

Con il colorante per tessuti rosso tingiamo in lavatrice il vecchio lenzuolo, seguendo attentamente le istruzioni sulla confezione.

Una volta asciutto e stirato, tagliamo il tessuto in strisce larghe circa 10 cm, con l’aiuto del cutter a batteria Xeo di Bosch.

Appoggiamo il cuscino di gommapiuma sulla sedia e segniamo il contorno del piano di seduta facendo scorrere un pennarello lungo il perimetro.

Tagliano con un cutter il cuscino lungo il segno tracciato con il pennarello.

Sagomiamo il cuscino stesso arrotondandone il bordo.

Fissiamo il cuscino alla sedia e rivestiamo il piano e lo schienale della sedia con le strisce di tessuto rosso ben tese, come se si trattasse della bendatura di una mummia.

Mummy, design di Peter Traag

Questo progetto si ispira ad una creazione del designer Peter Traag, Mummy, realizzata per Edra. Peter Traag nato nel 1979 a Telegen in Olanda, ha studiato design, prima ad Arnehem, quindi al Royal College di Londra, dove attualmente vive e lavora. Prima del diploma, nel 2003 ha iniziato a collaborare con lo studio Mike Smith per progetti di mostre e allestimenti. Parallelamente ha iniziato a sviluppare i propri progetti di design.  Prima di realizzare industrialmente il suo primo pezzo, Sponge per Edra, ha esposto al design Museum di Londra ed ha lavorato per il British council di Londra.

Installazione piatto doccia a filo pavimento

Si montano facilmente in qualsiasi situazione: ne esistono più versioni, anche per soluzioni ad angolo, e la possibilità di molteplici regolazioni in fase di montaggio li rende compatibili con qualsiasi tipo di rivestimento a pavimento ed a parete.
L’innovazione permette di collocare la zona doccia in qualsiasi punto del bagno, senza vincoli, facilitando inoltre la posa della rubinetteria e dello scarico. Il sistema si presta molto bene anche per gli interventi di ristrutturazione.

PIATTO DOCCIA A FILO

doccia a filo

Il pannello va collocato su una superficie perfettamente piana dopo aver predisposto lo scarico.

L’angolo tra pavimento e pareti va rifinito con una banda isolante.

Sistemato il pannello, bisogna sigillare il perimetro con il set di tenuta a corredo e le superfici adiacenti con malta flessibile; in alternativa si può ricorrere ad un foglio d’isolamento sottile.

Dopo la piastrellatura si inserisce la piletta del sifone, che rimane ispezionabile.

 

LA MEMBRANA LIQUIDA

Speciali prodotti consentono di impermeabilizzare il supporto prima della posa delle piastrelle senza lunghi tempi di attesa. Si tratta di una membrana elastica allo stato liquido, pronta all’uso, da applicare a rullo, pennello o spatola in due mani per uno spessore finale di 0,8 mm, lasciando passare circa un’ora tra una mano e l’altra. Dopo un’ora è in grado di resistere all’acqua piovana e dopo sole 4 ore si può procedere con la posa del rivestimento finale. è a base di resine sintetiche in dispersione acquosa, totalmente priva di solventi.

CON LA RESINA

Una doccia a filo impermeabilizzata correttamente non comporta alcun rischio di infiltrazione quale che sia il rivestimento scelto. Scegliendo la resina si dispone di un rivestimento continuo altamente personalizzabile con il vantaggio che, non essendoci fughe, si elimina la possibilità di annerimenti dovuti a formazioni di muffa ed anche la superficie stessa è totalmente impermeabile.

KIT CON PEDANA

Vi sono diversi set completi per l’installazione di piatti doccia a filo pavimento: un tipo è preassemblato in fabbrica già con pozzetto di scarico Ø 100 mm ed uscita di ABS Ø 50 mm, griglia di metallo cromata 110×110 mm e foglio isolante di PVC. Due le misure della pedana di teak: quadrata da 900×900 mm (isolante 1200×1200 mm) oppure rettangolare da 1200×900 mm (isolante 1800×1200 mm).

Ristrutturare il sottotetto e renderlo abitabile

Ristrutturare il sottotetto e renderlo confortevole non è certo un lavoro da poco. Partiamo da alcuni dati di fatto: non esiste alcun tipo di impianto, occorre un buon isolamento, bisogna far entrare un po’ di luce nel locale ed assicurare il necessario ricambio d’aria. Considerati questi elementi e superata la fase della progettazione degli spazi, l’utilizzo del cartongesso appare l’unica soluzione ragionevolmente possibile. La partizione dei volumi e la finitura, utilizzando i sistemi a secco, è molto più veloce di qualsiasi altra soluzione; il cartongesso possiede già di per sé caratteristiche isolanti termiche ed acustiche; le tramezze non gravano sulla soletta con pesi eccessivi, le crene per gli impianti non servono. La luce che entra dai lucernai, seppur questi abbiano dimensioni ridotte, viene amplificata e diffusa dal bianco continuo delle pareti.

Ristrutturare il sottotetto

CONTROPARETE

Dove il soffitto spiovente incontra il pavimento si realizza una controparete alta una quarantina di centimetri, utilizzando montanti a forma di trapezio rettangolo e listelli, tutto in legno.
In questo spazio, prima di applicare le lastre, si fanno correre i conduttori per varie prese elettriche, le cui sedi si aprono nelle lastre con una sega a tazza.

PARETE DIVISORIA

La costruzione di una parete divisoria non ha in questo caso la sola funzione di ripartire l’ambiente: si tratta anche di nascondere le travi che sostengono il tetto, lasciando volutamente visibili solo gli elementi in posizioni prestabilite.
Lo scopo è anche quello di far correre tubazioni ed impianti all’interno dell’intelaiatura, semplificando notevolmente l’installazione delle diverse utenze.

Pur con tutta la precisione del caso, i tagli sagomati per incassare le travi che devono rimanere a vista comportano fessure più larghe del normale, non colmabili con una semplice stuccatura. Si protegge il legno con nastro per mascheratura e si colmano le fessure con un ricco cordone di adesivo strutturale, facendolo penetrare all’interno.
L’adesivo viene compattato e lisciato con l’aiuto di una spatola, ripetendo più volte l’operazione.

Leggi anche: Come isolare il sottotetto

Usi cartongesso fai da te, semplice e veloce

Erigere una tramezza per suddividere un grande ambiente, installare i sanitari sospesi in bagno, creare una nicchia da utilizzare come armadio a muro: sono alcuni lavori fai da te che, se si tratta di realizzarli in una casa abitandovi, suscitano un po’ di timore. Questo perché, tradizionalmente, siamo abituati ad associare gli interventi edili a rumore, nuvole di polvere e disagi a non finire.

Con i sistemi costruttivi a secco è possibile apportare all’abitazione qualsiasi modifica mentre la vita casalinga continua senza intoppi. Si provi a pensare all’esigenza più comune: suddividere un grande ambiente in due più piccoli con una tramezza. I mattoni, anche se forati, hanno un peso considerevole e, a fine lavoro, si ha un forte carico concentrato in una striscia di pochi centimetri attraverso tutta la stanza; oltre a polvere e rumore, c’è poi il fastidio di dover intonacare e rasare la parete su due lati, naturalmente dopo aver aperto e richiuso le crene per far correre gli impianti. Tempi lunghi, che rappresentano costi di manodopera, mentre il cartongesso si presta meglio al fai da te.

Molti gli usi del cartongesso; come prima cosa si realizza un’intelaiatura in profili metallici, fissata con tasselli a pareti, pavimento e soffitto, si fanno passare gli impianti al suo interno e si riempie lo spazio con materiale isolante. Le lastre di tamponamento arrivano da pavimento a soffitto, si tagliano con un cutter, si avvitano alla struttura e si stuccano giunte e teste delle viti: finito, senza rumore, polvere, in tempi brevissimi e senza caricare la soletta.
Inoltre, la superficie è perfettamente liscia e pronta per ricevere qualsiasi finitura, senza dover attendere tempi di asciugatura; a seconda del tipo di lastra utilizzato, la parete è ignifuga, resistente al vapore, isolante.

Grazie ai numerosi accessori dedicati al cartongesso sono possibili, anche per chi fa bricolage, strutture più complesse: pareti e soffitti in curva, cornici, elementi decorativi di ogni tipo. La robustezza della struttura non è proporzionale alla pesantezza del sistema costruttivo: le superfici realizzate con i sistemi a secco sono progettate per resistere sia alle normali sollecitazioni da corpo molle (urti da parte di persone) sia da corpo duro. Gli accessori di gamma consentono la sospensione anche di carichi pesanti. In più, il cartongesso offre infinite possibilità creative a portata di fai da te per personalizzare gli ambienti rendendoli più confortevoli e modificabili in qualsiasi momento.

ORDITURE METALLICHE

Tutti gli elementi che compongono l’orditura sono in acciaio zincato; montanti, guide e traversi hanno spessori di 0,6-0,8 mm, pertanto sono facilmente tagliabili con un seghetto.

1. guide a U e montanti a C; i montanti vanno inseriti nella guida e si fissano con due viti per parte su entrambi i lati. Costituiscono l’orditura per pareti e contropareti.
2. per controsoffitti, specie ad orditura doppia, esistono profili sagomati in modo che l’orditura secondaria si inserisca a scatto nella primaria che, a questo scopo, riporta particolari sagomature.
3. profili angolari e paraspigoli, per velette e per la finitura degli spigoli
4. profili per pareti curve, flessibili, lavorabili a mano; mantengono un’elevata portanza pur potendo raggiungere raggi di curvatura elevati.
Disponibili guide e traversi.

 

 

LASTRE


Il nucleo di gesso, ottenuto da rocce naturali, è rivestito su entrambi i lati con fogli di speciale cartone, ricavato da carta riciclata.
La microporosità della lastra favorisce la permeabilità al vapore acqueo, permettendo alle pareti di traspirare.

1. lastra in gesso rivestito universale, installabile con orditura o per incollaggio, spessori da 9,5 a 18 mm.
2. lastra flessibile per pareti curve.
3. lastra antincendio armata con fibre minerali all’interno del nucleo di gesso.
4. lastra idrofuga, per ambienti umidi; assorbe fino al 20%del suo peso.
5. lastre isolanti, accoppiate con pannelli isolanti termici ed acustici in lana minerale, polistirene estruso o polistirolo espanso.

Knauf

USI CARTONGESSO; TELAI PER SANITARI

Per ristrutturare il bagno senza demolizioni è sufficiente realizzare una controparete spessa circa 15 cm; speciali telai in alluminio, già predisposti per gli allacciamenti idraulici, si fissano alla parete esistente senza rompere o smantellare l’impianto esistente, con la possibilità di scegliere la loro posizione.

I nuovi impianti corrono nell’intercapedine tra parete e controparete e installando sanitari sospesi lo spazio perso in profondità si recupera con il loro minor ingombro. Il rivestimento in cartongesso può essere piastrellato.
Geberit

 

USI CARTONGESSO: TELAI PER PORTE SCORREVOLI

Anche su pareti in cartongesso è possibile installare le porte a scomparsa, a una o a due ante: i telai dispongono di sistemi di fissaggio differenti rispetto a quelli dedicati alla muratura.
Il cassonetto, anziché disporre del reticolo metallico per l’aggrappaggio dell’intonaco, è provvisto di profili trasversali per fissare le lastre.

USI CARTONGESSO: FARETTI AD INCASSO

La controsoffittatura ha il grande pregio di permettere l’installazione di fonti di illuminazione ad incasso, scelta impraticabile in un soffitto in laterizi per le numerose crene necessarie.
Il fai da te può progettare la disposizione dei faretti e stabilirne l’interasse sulla fila e tra una fila e l’altra, per non trovarsi ad intercettare i profili dell’orditura; i fori per l’inserimento si praticano facilmente con una sega a tazza montata sul trapano ed i collegamenti elettrici, compreso l’eventuale trasformatore, corrono liberamente nell’intercapedine.

FINITURA IMMEDIATA
Per raccordare la parte in cartongesso con un muro preesistente, finito a stabilitura, si utilizzano prodotti a base di calce idraulica ed inerti selezionati in granuli, in grado di rendere lo stesso effetto di evidente rugosità.

Pistola termica Einhell TE-HA 18 Li | Aria a 550 °C con la forza del litio

Einhell TE-HA 18 Li è una pistola termica a doppia potenza, alimentata con le batterie al litio della famiglia power X-change

Immancabile nella dotazione di qualsiasi fardasé, la pistola termica è uno strumento che non si usa certo tutti i giorni, ma in diversi frangenti è assolutamente necessaria e insostituibile. I casi sono quelli in cui si debba esprimere molto calore in una zona determinata e, soprattutto, in modo controllato, per ottenere un certo risultato, senza danneggiare l’oggetto specifico o ciò che lo contorna. Oltre alla possibilità di rimuovere vernici, lavoro che si può affrontare anche con prodotti chimici, con la termopistola si possono ammorbidire i materiali plastici per modificarne la forma e permettere, per esempio, di innestare un tubo in un altro; si possono fare saldature a stagno; si può scongelare un tubo o una serratura; applicare una guaina termorestringente ecc. La pistola ad aria calda Einhell TE-HA 18 Li fornisce un flusso d’aria di 200 litri al minuto con due temperature selezionabili fra 350 °C e 550 °C, il tutto con alimentazione a batteria litio 18 V. Il corpo è molto compatto e leggero; la batteria si colloca alla base dell’impugnatura e riesce a bilanciare molto bene l’elettroutensile, che risulta in questo modo maneggevole, oltre a offrire la massima libertà di movimento, grazie alla mancanza di cavi elettrici di alimentazione.

Un gancio apribile con molla consente di appendere la pistola alla cintura e non solo.

Pronta per tanti utilizzi

La termopistola ad aria TE-HA 18 Li Solo ha in dotazione i tre ugelli diffusori; ha un prezzo consigliato al pubblico di euro 69,95. Batteria e caricabatteria non sono inclusi.

  1. Diffusore ad ampio raggio

    Il diffusore ad ampio raggio ha forma di ventaglio, con fessura larga in una direzione e sottile nell’altra, e crea una “lama” di aria calda abbastanza larga, ma che si può dirigere selettivamente nella zona interessata.

  2. Ugello riduttore

    L’ugello riduttore ha una forma a tronchi di cono che permette la massima concentrazione dell’aria calda in un punto. È perfetto per scongelare serrature, saldare fili elettrici e lamiere.

  3. ugello riflettore

    L’ugello riflettore permette di avvolgere d’aria calda un oggetto. È il più indicato nella saldatura di tubi, nella modellazione di piccoli oggetti, nello scongelamento di tubazioni, nell’applicazione di guaine termorestringenti.

  4. Sistema di espulsione degli ugelli

    Utilissimo il sistema di espulsione degli ugelli. Durante il lavoro si può sostituire un diffusore anche se è incandescente: basta ruotare la ghiera dell’espulsore e l’ugello si stacca dal corpo macchina.

Pulsante a tre posizioni: 0-1-2

Lo zero corrisponde ovviamente alla pistola spenta, mentre 1 e 2 sono le due posizioni in cui viene emessa aria alle rispettive temperature di 350 °C e 550 °C. Sopra il corpo macchina, sono situati due led che indicano la potenza selezionata: un solo led corrisponde alla potenza 1; due led accesi indicano la massima potenza.

Angolo cottura in muratura fai da te

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Importante progetto per un angolo cottura in muratura con barbecue, estensione del piano di lavoro che include un lavello autocostruito. Il basamento è di mattoni pieni finiti facciavista con due archi, la cappa è sottolineata da una trave di ginepro

Il nostro lettore Gustavo Ledda, contando sulle sue ormai comprovate ed estese capacità di far da sé, ha realizzato un importante progetto in casa propria: un angolo cottura in muratura fai da te. La posizione scelta per l’installazione è guidata dalla presenza di una canna fumaria che corre esattamente in quell’angolo fra i due muri, ma parte da sopra la soletta del primo piano, che quindi va forata e attraversata. La cucina angolo cottura in muratura prevede l’estensione laterale della struttura per poter disporre di maggiore spazio come piano di lavoro e includere anche un lavello di marmo, anch’esso autocostruito, sfruttando la presenza di un rubinetto esterno e del relativo scarico dell’acqua. La parte bassa della costruzione è fatta con mattoni pieni e rifinita facciavista. Alleggeriscono l’insieme due aperture ad arco ben fatte, una chiusa con due antine rustiche, fatte con perline impregnate color mogano, e una lasciata aperta per l’alloggiamento della legna da ardere. La parte alta comprende la cappa che ricade nell’angolo, raccordandosi verso l’alto con la canna fumaria. Questa sezione è intonacata, tranne che per la mensola di marmo e la splendida travatura ricavata da un tronco di ginepro. Sopra il piano di lavoro la parete invece è rifinita con pietre piatte che salgono da terra, circondano il rubinetto e due mosaici tunisini che alleggeriscono e impreziosiscono l’intera costruzione.

Cosa serve per costruire un angolo cottura in muratura

  • Mattoni pieni per basamento,
  • mattonelle refrattarie spesse 30 mm per piano focolare,
  • mattonelle quadrate 100×100 mm per rivestimento piano lavoro,
  • pietre piatte spaccate per rivestimento parete
  • Cemento, sabbia, intonaco pronto, malta refrattaria
  • Barre di acciaio a T, barre d’acciaio a L,
  • tondino di ferro,
  • rete elettrosaldata
  • Lastra di marmo per il lavello e la mensola della cappa
  • Tavelloni e blocchetto quadrato prefabbricato di calcestruzzo per la copertura della cappa
  • 2 staffe con tasselli per reggere il lavello

Progetto angolo cottura in muratura

Angolo cottura in muratura

La vasca del lavandino

Angolo cottura in muratura
Partendo dalla lastra di marmo recuperata si tagliano le varie parti. Con il trapano e molta pazienza si esegue ilforo sul fondo per lo scarico: dapprima con una serie di fori continui molto ravvicinati intorno alla circonferenza, poi forando su diametri perpendicolari e con colpi di un piccolo scalpello, infine rifinendo con una piccola mola montata sul trapano.

I pezzi si assemblano con colla bicomponente per marmo e l’aiuto di una cassaforma di legno fatta a stretta misura per tenere gli elementi perpendicolari fra loro durante la fase di fissaggio.

Il lavandino viene messo in posizione grazie a due mensole metalliche, allineate perfettamente usando una livella a bolla, poi fissate alla parete con robusti tasselli d’acciaio.

Il lavello si completa con il montaggio della piletta e, di conseguenza, del tubo di scarico di PVC, che scende perpendicolarmente sino a superare verso il basso il livello dell’attacco a parete. La circonvoluzione che compie ha la funzionione di sifone: l’acqua che resta inevitabilmente nella parte bassa della tubazione impedisce agli odori sgradevoli di risalire il condotto.

 

Come costruire un angolo cottura in muratura

 

La preparazione consiste nello scasso orizzontale nella parete per agevolare l’attacco della gettata del piano del focolare. A sinistra si nota un altro piccolo scasso necessario per alzare l’attacco del rubinetto. In primo piano le due centine, già nella loro posizione definitiva: servono per fare gli archi delle aperture del portalegna e dell’armadio.

Il basamento viene eretto usando mattoni pieni. I setti appoggiano alle pareti laterale e di fondo; frontalmente salgono contro i montanti delle centine, per poi, sopra, assecondarne la curvatura.

All’altezza prestabilita si posa l’ultima fila con mattoni tagliati a metà per lungo in modo da formare un gradino su cui appoggiare le tavelle e nascondere il piccolo solaio in laterizio, calcestruzzo e rete elettrosaldata, che si espande allo scasso nel muro.

La gettata rimane a filo dell’ultimo corso di mattoni; al centro del piano di cottura si ricava lo spazio per incassare una teglia in modo da poterla usare come cassetto rimovibile per la cenere.

La griglia del barbecue

 

Il piano di cottura, ovvero il focolare del barbecue, viene rivestito con mattonelle refrattarie. Attorno al cassetto per la cenere resta uno spazio che viene poi chiuso dalla griglia.

La griglia è formata da quattro pezzi di spesso profilato d’acciaio a T, saldati a formare una cornice. All’interno una serie di tondini di ferro sono saldati in senso laterale, paralleli ed equidistanti fra loro.

Inserita in sede, la griglia chiude perfettamente lo spazio rimasto attorno alla vaschetta raccoglicenere. Ovviamente è solo appoggiata.

La cappa e la canna fumaria

Un bancaletto serve come squadra per saldare fra loro due robusti segmenti di profilato d’acciaio a L. I terminali liberi dei due vanno tagliati e divaricati in modo che facciano miglior presa nel momento in cui si murano a parete.

I fori preparati prima della saldatura sull’ala superiore di ogni profilato servono per fissare da tergo due sezioni di un bellissimo tronco di ginepro, tagliato a metà longitudinalmente.

Per sfruttare una canna fumaria presente nell’angolo della casa, ma al di sopra della soletta soprastante il barbecue, bisogna fare un foro quadrato nella soletta e allargarsi nello spessore delle due pareti che si intersecano per poter incassare e murare un blocchetto di cemento quadrato che, in questo modo, resta bloccato fermamente.

 

La conformazione del blocchetto di cemento agevola l’inserimento nelle sue fessure delle estremità di quattro barre di ferro a T, inclinate verso la base della cappa, dove si legano con saldatura ad arco al profilato a L strutturale, murato nelle due pareti che fanno angolo.

Le barre inclinate fanno da supporto ai tavelloni messi orizzontalmente, in costa, tagliati in modo che ogni corso, all’incrocio dell’angolo esterno, si alterni come sormonto.

L’interno della cappa mostra due ferri aggiunti, murati in alto e saldati in basso sempre al profilato a L, che hanno funzione di rinforzo per le quattro barre di sostegno ai tavelloni.

ui travi di ginepro si fissa con silicone una mensola fatta con gli avanzi del marmo usato per il lavello. Infine si intonacano i tavelloni applicando sulla superficie la rete elettrosaldata per scongiurare le fessurazioni che, molto probabilmente, si verrebbero a formare a causa dei forti sbalzi termici.