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Seghetto alternativo Black & Decker a batteria | BDCJS12N

Leggero e compatto, potente e versatile, il seghetto alternativo Black & Decker a batteria BDCJS12N è adatto al taglio curvo e diritto, su molteplici materiali

Oltre alle prestazioni, la caratteristica che il far da sé ricerca maggiormente in un elettroutensile è la facilità d’utilizzo. In questo senso, il seghetto alternativo Black & Decker a batteria BDCJS12N è un vero campione: leggero e dal design compatto, con uno speciale sistema d’attacco della lama, alimentato da una batteria a 12 V, offre semplicità, comfort e libertà d’uso. Tra le caratteristiche principali spiccano la pendolarità del taglio e la potenza del motore, grazie alle quali è possibile tagliare legno, plastica e metalli in modo rapido e preciso.

La velocità massima raggiunge le 2800 corse a vuoto al minuto, ma è variabile e ciò consente di ottimizzare il controllo dell’utensile; inoltre il sistema di soffiaggio polveri rimuove i residui dalla linea di taglio garantendone la visibilità. Il seghetto si avvantaggia di una nuova tecnologia di fissaggio della lama che consente di cambiarla facilmente e rapidamente.

Particolarità di questo sistema di cambio rapido è di essere compatibile sia con lame a “U” sia con lame a “T”. Versatilità e precisione sono altri due punti di forza di questa macchina che è perfetta per tagli sia curvi sia diritti. La profondità di taglio varia in base al materiale: legno 52 mm; acciaio 5 mm; alluminio 17 mm. La lunghezza della corsa misura 16 mm.

Il seghetto alternativo Black & Decker BDCJS12N fa parte della gamma “12V” e ciò consente di utilizzare la batteria per alimentare utensili diversi appartenenti alla medesima gamma. In più, grazie alla porta USB, la batteria può essere portata sempre con sé per ricaricare i dispositivi mobili. Prezzo consigliato euro 49,95. Black&Decker

Praticità e sicurezza

  1. Contenuto della confezione

    Nella confezione del seghetto alternativo Black & Decker BDCJS12N, oltre al seghetto, sono inclusi la batteria da 12 V, una lama per legno, il caricabatteria (voltaggio spina 230 V), un cavo USB. La porta USB della batteria consente di alimentare anche il proprio dispositivo mobile.seghetto alternativo Black & Decker BDCJS12N

  2. Sicurezza e precisione

    La protezione anteriore della lama è una barra curva di metallo; garantisce sicurezza durante le operazioni di taglio, offrendo massima visibilità sulla linea da seguire.Sicurezza e precisione seghetto alternativo

  3. Impugnatura ergonomica

    L’impugnatura ergonomica è in gomma morbida e zigrinata che offre una presa salda; è una garanzia per effettuare tagli in modo più confortevole, preciso e sicuro.ergonomia seghetto alternativo

  4. Comfort anche durante le operazioni lunghe

    In corrispondenza dell’impugnatura c’è un pulsante di blocco dell’interruttore di azionamento; questo garantisce il totale comfort anche durante le operazioni di taglio prolungate.

  5. Comodità della batteria

    La batteria da 12 V si inserisce con molta facilità alla base dell’impugnatura. Garantisce potenza e prestazioni ottimali, evitando al contempo il fastidio e l’ingombro del cavo d’alimentazione.batteria seghetto alternativo

  6. Alloggiamento per le lame

    Sul lato sinistro del seghetto alternativo a batteria BDCJS12N, al di sotto dell’impugnatura, è presente un cassettino nel quale è possibile custodire le lame durante la fase di non utilizzo. Questo pratico alloggiamento permette di non perdere le lame ed evita che si danneggino.lame seghetto alternativo

  7. Lama da 75 mm

    La lama per taglio legno, inclusa nel prezzo, ha una lunghezza di 75 mm ed è realizzata in acciaio al carbonio (HCS) che garantisce una buona flessibilità e una migliore distribuzione del calore.

  8. Cambio rapido della lama

    Il montaggio della lama avviene senza utilizzare alcun attrezzo: è sufficiente tirare la leva sul portalama verso l’alto e inserirvi la lama fino a battuta, dopo di che si lascia scivolare la leva verso il basso. Infine si verifica che la lama si trovi all’interno del rullo guida e ci si assicura che sia stretta nella sua sede, tirandola verso il basso.cambio lama seghetto alternativo

Un invito a spendere!

Tratto da “Rifare Casa n.69 – Maggio/Giugno 2020″

Autore: Nicla de Carolis

“L’edilizia ripartirà con sconti pari al costo pressoché totale dei lavori”, questa è la buona notizia annunciata dal Presidente del Consiglio che parla di un nuovo “meccanismo di detrazioni fiscali” per efficientamento energetico e messa in sicurezza antisismica degli immobili che renderebbe davvero vantaggiose le ristrutturazioni/riqualificazioni.
I benefici sarebbero ad ampio raggio, si valorizzerebbero gli immobili e si sosterrebbe il settore delle costruzioni generando occupazione; l’augurio, dunque è che questo annuncio si trasformi in provvedimenti concreti.

Ma, in un periodo in cui lo spettro della povertà sembra alle porte per molti, potrebbe apparire insensato pensare che le persone possano avventurarsi a fare spese così importanti. In realtà il tutto si basa su dati oggettivi: il 75% delle famiglie italiane vive in una casa di proprietà, il valore di questo patrimonio è quantificato in circa 5.200 miliardi. Inoltre la ricchezza finanziaria complessiva delle famiglie italiane, alla fine del 2018, ammontava a 4.218 miliardi di cui ben 1.390 miliardi non investiti, liberi sui conti correnti; il tutto per dire che, seppur lo Stato Italiano sia molto indebitato, la situazione patrimoniale e finanziaria di molti cittadini è solida. Inoltre, ultimo tassello per completare il ragionamento, il 50% degli edifici esistenti in Italia è stato costruito prima della Seconda Guerra Mondiale, mentre la restante parte è stata costruita dopo il 1950; gli edifici più antichi costituiscono i magnifici centri storici delle nostre città, godimento per i nostri occhi e attrattiva per i turisti di tutto il mondo, quelli edificati fino agli anni ‘90 sono invece esempi di come non si dovrebbe progettare e/o costruire, brutti, inefficienti, energivori, strutturalmente insicuri. Per gli uni e per gli altri i lavori di manutenzione, ristrutturazione e riqualificazione sarebbero davvero tanti.

Quindi sembra davvero buona l’idea di invogliare chi dispone di capitali liquidi, dormienti in banca, a trarne un beneficio personale e contemporaneamente dare una mano all’economia nazionale, aiutando così anche chi è in difficoltà. Il tutto senza dover subire la tanto temuta e odiata tassa sul patrimonio e senza dover sottoscrivere titoli di Stato a lunghissima scadenza con un ulteriore incremento del debito pubblico.
Naturalmente, se questo “meccanismo di detrazioni fiscali” riguardasse anche altri settori (ci sarebbero già proposte per gli importi spesi per le vacanze), la cosa sarebbe benvenuta e salutare per tutti.
Se siete tra i fortunati che hanno un gruzzoletto di cui disporre e volete fare migliorie alla vostra casa, mai come in questo periodo vissuta intensamente, anche in questo numero troverete numerosi spunti per farlo: a cominciare dall’installazione di un impianto di climatizzazione e purificazione dell’aria, di un ascensore domestico, per passare a cose più decorative come la posa di una carta da parati con soggetti a scelta che ha anche prestazioni tecnologiche come proteggerci dai rumori e dalle onde elettromagnetiche…

Mini ufficio fai da te | Come realizzarlo senza difficoltà

Una base per cucina, un top per mobili ed un paio di gambe metalliche: aggiungiamo il colore giusto e il mini ufficio fai da te è pronto

Realizzare questo piccolo ufficio fai da te è molto semplice. Innanzitutto si utilizza una tavola in legno che fungerà da piano di lavoro; questa appoggerà da un lato a un mobiletto da cucina (o una cassettiera) e dall’altro su due gambe metalliche.

Vediamo tutti i dettagli della costruzione.

Occorrente

Materiali:

  • 2 gambe metalliche, altezza 70 cm;
  • piano in legno 120x60x3,4 cm;
  • struttura mobiletto/cassettiera 58x30x70 cm.

Realizzazione ufficio fai da te

ufficio fai da te
Con il tampone munito di carta vetrata a grana media rendiamo scabra la superficie in laminato del mobile.
Applichiamo una mano di fondo su tutte le superfici, interne ed esterne, per favorire l’aggrappaggio della finitura.
Stendiamo una prima mano di smalto a pennello, attendiamo l’asciugatura e ripetiamo l’operazione sulla faccia opposta di ciascun pannello. Se vogliamo ottenere un risultato più uniforme, possiamo poi applicare la seconda mano utilizzando un rullino di spugna.
ufficio fai da te
Le chiare istruzioni e l’occorrente per il montaggio incluso nel kit permettono un facile e rapido assemblaggio del mobile.
Per fissare le gambe metalliche al ripiano non occorre preforare, essendo questo in tamburato. Collocando le gambe esattamente a filo dei lati perpendicolari, si possono avvitare direttamente, facendo però attenzione a non insistere con la rotazione dell’avvitatore quando queste arrivano a fine corsa, per non comprometterne la tenuta.

Alla base delle gambe si inseriscono a pressione i piedini. Il mini ufficio è pronto.

Scrivania salvaspazio fai da te | Realizzazione passo-passo

Un’ingegnosa scrivania salvaspazio fai da te con piano rotante che cambia posizione quando non viene utilizzato

Due cassettiere metalliche da ufficio, rifinite in alto con un unico piano d’appoggio di legno, fungono da elemento portante per un ulteriore piano, un po’ più profondo e soprattutto più lungo, che all’occasione può essere ruotato in fuori trasformando l’intero complesso in una spaziosa, quanto pratica, scrivania salvaspazio fai da te.

Il blocco girevole è formato da una fiancata su ruote, con funzione di gamba, un piano imperniato sul tetto delle cassettiere e due tavolette che rinforzano l’unione fra pezzo verticale e orizzontale.

La costruzione dell’intera struttura è opera alla portata di chiunque. La parte in legno, richiede solo qualche taglio (di cui due sagomati ad arco) e la giunzione dei pezzi con colla più eventuali spine.

Il meccanismo di rotazione vuole la predisposizione di un perno e di un cuscinetto di scorrimento, per i quali basta aprire dei fori e inserire dei pezzi metallici.

Le cassettiere si acquistano pronte e si completano in alto fissando il tetto con due strisce di nastro adesivo. Inglobando cassettiere già fatte in altre strutture progettate appositamente si formano elementi d’arredo dinamici, funzionali e belli a vedersi.

Nella versione di riposo, la scrivania salvaspazio fai da te si riduce ad un tavolo contro la parete che occupa poco più spazio delle cassettiere sottostanti.

Quando serve un piano di maggior superficie, basta ruotare la parte superiore di 90° per disporre anche di quasi tutta la superficie del tetto delle cassettiere. Fra l’altro, nella posizione aperta la scrivania lascia ampio spazio alle gambe, che contro le cassettiere sarebbero invece molto sacrificate.

scrivania salvaspazio

Occorrente

Utensili:

Materiali:

  • 2 cassettiere metalliche 280x410x670 mm;
  • 4 strisce di tenace nastro biadesivo;
  • MDF spesso 19 mm: 1 piano mobile 500×920 mm, 1 piano fisso 430×600 mm, 1 fianco-gamba 460×695 mm, rinforzi a quarto di cerchio raggio 150 mm;
  • MDF spesso 10 mm: 1 tacchetto d’appoggio rotante 50×50 mm;
  • ferramenta: 1 cuscinetto a sfera da incasso nel legno, 2 tubetti metallici lunghi 15 mm, 2 rondelle o dischetti di pari diametro, 1 pezzo di tondino che entri nei tubetti lungo 38 mm;
  • colla;
  • materiale di finitura.

Scrivania salvaspazio – Il piano rotante

Affinché il piano superiore possa, cambiando posizione, scoprire quasi tutta la superficie dell’inferiore e affinché non incontri ostacoli durante la rotazione anche quando il tavolo è addossato contro la parete, è necessario che il perno sia sistemato in corrispondenza di un angolo anteriore.

Nella scrivania salvaspazio qui proposta, il perno è uno spezzone di tondino che entra in due cilindretti inseriti in fori ciechi aperti nelle due facce nascoste dei piani.

Affinché, col tempo, il peso e le rotazioni non facciano affondare il perno nel legno, la superficie piana del fondo del foro è rinforzata con una rondella metallica (ancora meglio sarebbe usare dei cilindretti chiusi, ma può risultare più difficile procurarseli).

Un cuscinetto a sfera inserito in un tacchetto di spessore applicato in corrispondenza dell’angolo non sostenuto dalla fiancata contribuisce a sostenere il peso del piano rotante, senza però provocare attrito con quello fisso.

Incontrando difficoltà a reperire un cuscinetto adatto, è anche possibile limitare il dispositivo antiattrito a un tacchetto di legno rivestito da due o tre strati di panno.

Le due tavole che compongono il piano girevole vanno accuratamente piallate e levigate prima di fissarle tra di loro ad angolo retto con robuste viti.
Siccome il piano grava con il suo peso sulle cassettiere, per garantire l’unione è sufficiente incollare blandamente. Due strisce di tenace nastro biadesivo per ogni cassettiera fanno anche di più.

Chi le ritenesse insufficienti (provare per credere), può sempre avvitare il piano da sotto attraverso il tetto.

Lubrificare le serrature | Interventi fai da te

Lubrificare le serrature e i meccanismi di rotazione di porte e serramenti è un’operazione che va effettuata periodicamente

Lubrificare le serrature è abbastanza semplice, ma si devono utilizzare i prodotti giusti. I lubrificanti, che hanno il compito di interporsi tra due parti in mutuo movimento e formare una specie di cuscinetto che distanzia le superfici, facilitando notevolmente il moto e riducono drasticamente la rumorosità (per esempio i cardini di porte e finestre) in quanto la causa è sempre un elevato attrito.

In particolare vanno lubrificati i meccanismi esposti agli agenti atmosferici, utilizzando materiali detergenti, oltre che lubrificanti, che riducono considerevolmente il rischio di formazione di ruggine e liberano dallo sporco le parti metalliche.

Conviene applicare poco lubrificante e frequentemente piuttosto che usarne molto, ma di rado. Usando un lubrificante spray conviene utilizzare sempre il beccuccio applicatore che deposita il lubrificante esattamente dove serve.

Occorrente per lubrificare le serrature

  • Oli, grassi lubrificanti, detergenti e sbloccanti;
  • oliatore a pompetta;
  • oliatore a gocciolamento;
  • spray di lubrificante con beccuccio applicatore.

Porte esterne

Lubrificare le serrature delle porte esterne è fondamentale: vanno trattate nei denti d’arresto con spray protettivi e lubrificanti. Azioniamo più volte il meccanismo per far penetrare il liquido all’interno.

Porte interne

Le serrature di porte interne vanno lubrificate iniettando un olio minerale con un beccuccio all’interno del meccanismo della chiave. Puliamo subito eventuali colature che macchiano il legno.

lubrificare le serrature

Cerniere

I perni su cui si articolano le cerniere possono impastarsi con polvere e sporco e l’articolazione viene resa difficoltosa dagli attriti: spruzziamo uno sbloccante e muoviamo la cerniera avanti e indietro.

cerniera

Cardini

Le articolazioni di cancelli e portoni vanno lubrificate almeno due volte l’anno con oli densi o con spennellature di grasso solido o spruzzature di grasso spray.

lubrificare cardine cancello

Chiavistelli

Questi meccanismi esigono una cura particolare, oltre alla lubrificazione necessitano anche di interventi di detergenza contro ruggine e sporco.

lubrificazione chiavistello

Lubrificare le serrature auto

Le serrature delle portiere vanno lubrificate con detergenti e sbloccanti soprattutto durante la stagione fredda per evitare che gelino, spruzzando nel meccanismo col beccuccio.

lubrificare le serrature

Olio o grasso?

L’olio

Negli usuali impieghi casalinghi l’olio lubrificante va utilizzato in quelle parti in cui non vi è il rischio di gocciolamento oppure ciò non comporta conseguenze. L’olio tende, infatti, a scivolare da parti verticali, lasciando gli elementi a contatto senza lubrificazione e sporcando tutti intorno. L’olio va impiegato in minime quantità, in modo che resti aderente al metallo.

olio lubrificante

Il grasso

Si usa quando è importante mantenere il lubrificante a diretto contatto con le parti in movimento. È utile all’interno di meccanismi in quanto l’olio difficilmente sarebbe trattenuto all’interno, ma colerebbe. Il grasso, inoltre, difende la parte meccanica da polvere, aria e acqua.

grasso lubrificante

La sega circolare

La sega circolare è uno degli attrezzi più diffusi per troncare il legno. La sega circolare è una macchina concepita per il taglio del legno. Il numero di giri del motore della sega circolare è legato al diametro del disco, tanto maggiore è questo, tanto meno è veloce il motore, così da garantire una velocità periferica ottimale; esistono, comunque, macchine con variatore elettronico della velocità concepite per poter tagliare anche materiali diversi dal legno e dai suoi derivati.

Battiscopa filo muro | Caratteristiche e installazione (VIDEO)

Il battiscopa filo muro conferisce omogeneità e permette ai mobili di poggiare direttamente alla parete

Il battiscopa (o zoccolino) è un accessorio che può sembrare marginale ma che in realtà ricopre un ruolo fondamentale nella casa: serve a proteggere il muro da urti accidentali e dai segni creati dalla scopa e dall’aspirapolvere ma ha anche una sua valenza estetica e per questo deve essere in armonia con le porte e l’arredo della casa.

In particolare, se si scelgono le porte filo muro, un battiscopa raso parete diventa quasi una scelta obbligata che assicura omogeneità della parete, coerenza delle finiture e l’assenza di sporgenze sul muro. Il vantaggio di una simile soluzione non è però solo puramente estetico. Un battiscopa filo muro, infatti, elimina il problema del deposito della polvere e permette ai mobili di poggiare direttamente alla parete senza fessurazioni. 

ECLISSE ha studiato un particolare profilo in alluminio compatibile con i controtelai della linea Syntesis Collection e SHODO Collection che permette un’installazione facile e senza alcuna interruzione tra gli elementi battiscopa e porta.

Installazione

Per l’installazione di un battiscopa filo muro è necessario predisporre un incavo per lo zoccolino e collocare degli appositi profili in alluminio in fase di costruzione della parete, ovvero prima di eseguire l’intonacatura e la posa del pavimento. Qui verranno collocati gli appositi profili in alluminio che hanno una lunghezza pari a 2 metri ciascuno.

Collegando poi i profili lineari con i giunti di collegamento si potranno creare gli angoli interni ed esterni e installare il battiscopa anche in corrispondenza di scale.

battiscopa filo muro scale

Se piace l’idea di avere un segnapasso, si possono posizionare dei nastri led e fresare il battiscopa quel tanto necessario per far passare la fonte luminosa. 

Alcuni punti da tenere a mente se si desidera installare un battiscopa filo muro:

  • è possibile anche in caso di ristrutturazione, ma è sempre necessario prevedere l’incavo per l’alloggiamento del profilo;
  • per avere in più un’illuminazione decorativa, si possono posizionare delle strisce (strip) led;
  • vantaggio di appoggiare i mobili direttamente alla parete;
  • stop alla polvere che non ha più lo spazio utile per depositarsi.

I profili in alluminio ECLISSE Syntesis Battiscopa hanno un’altezza pari a 60 millimetri e permettono di inserire un battiscopa filo muro con altezza pari a 58 millimetri,  mentre quelli ECLISSE SHODO Battiscopa misurano rispettivamente 47 millimetri e sono adatti all’alloggiamento di un battiscopa con altezza pari a 45 millimetri. In entrambi i casi, per altezze del battiscopa superiori è sufficiente posare i profili sopra la quota zero.

Guarda i VIDEO e scopri come installarli:

  • Posa in opera del profilo
  • Come montare le verghe del battiscopa filo muro

La vera fortuna? Uno spazio verde

Tratto da “In Giardino n.69 – Maggio-Giugno 2020″

Autore: Nicla de Carolis

La giornata parte bene se trovi un’email con la foto di un rigoglioso cespuglio di rose in cui si schiudono le prime fioriture; sì perché, quando le negatività sono tante, la bellezza e la potenza della natura che si risveglia riesce a darci la carica. Quindi, in maniera particolare in questo periodo di forzata “reclusione”, avere uno spazio all’aperto in cui poter mettere anche solo dei vasi con fiori o anche ortaggi e godere del piacevole stupore procurato dai miracoli della natura è una vera medicina per il nostro spirito.

Fortunati quelli che hanno un orto, anche se un po’ più lontano da casa, perché già dal mese di aprile hanno potuto muoversi per raggiungerlo e prendersene cura, potevano andare a comprare nei vivai concimi, piantine e quanto ogni anno è necessario e fare del salutare movimento zappando, sistemando il terriccio seminando, irrigando, raccogliendo, un vero toccasana sempre. In questo periodo si capisce anche quanto sarebbe stato utile essere autosufficienti per verdura e magari uova, l’esperienza della coda fuori dai supermercati per fare la spesa è sicuramente traumatica, ricorda le immagini viste in TV delle file per prendere i viveri durante la guerra. Il privilegio di avere un’abitazione con spazio all’aperto, che ha consentito di vivere meglio lo stare a casa, porta a una considerazione circa il reale valore dei beni materiali: l’esempio più lampante è il prezzo di un appartamento a Milano, che, seppur piccolo e invivibile dovendo starci tutto il giorno, è il doppio di un immobile molto più grande con un po’ di verde fuori dalla città. In questo eccezionale momento di vuoto e di riflessione, ci rendiamo conto che l’unico termine di misura non può essere il denaro e viene fuori quello che realmente può farci star bene. Non siamo nati per vivere al chiuso, in uffici, a volte male odoranti, ricchi di sostanze inquinanti oltre che di batteri o in angusti monolocali e i boschi verticali proposti da archistar, soluzioni peraltro solo per ricchi, sono a mio avviso piuttosto discutibili.

Gli esperti dicono che stare a contatto con la natura dà calma e serenità, regola il battito cardiaco, attenua l’aggressività, stimola la capacità cognitiva, alza le difese immunitarie, rappresenta una sorta di rinnovamento dell’energia. Inoltre, ma voi lo sapete bene, il piacevole impegno di curare un giardino o l’orto è uno stimolo a combattere la dipendenza dalla pigrizia insita nei ritmi della vita di oggi. Cosa si può desiderare di più soprattutto di questi tempi?

Attrezzi per edilizia Sodifer | Quello giusto per ogni lavoro

Gli attrezzi per edilizia devono essere robusti ed ergonomici per garantire la riuscita di un lavoro: nella loro scelta conviene puntare sulla qualità dei materiali, che equivale a minor fatica e sicurezza nell’utilizzo

Per chi voglia eseguire da solo quei piccoli interventi di muratura che molto spesso la nostra abitazione richiede e, magari, intenda anche essere in grado di cimentarsi in piccole costruzioni (un muretto, una parete divisoria, una pavimentazione ecc) è indispensabile avere a disposizione una gamma di attrezzi per edilizia: non tantissimi, ma alcuni sono proprio necessari.

Nella panoramica ne proponiamo alcuni senza la pretesa di essere esaustivi: mancano, per esempio, martello, cutter, pinza, staggia, scalpello, badile, carriola, livella, secchio, filo a piombo, matita, flessometro, accessori di protezione quali guanti, mascherine, occhiali, caschi e chissà quanto altro. Per contro, abbiamo menzionato attrezzi che non appartengono al mondo dell’edilizia, come la pinza per capicorda, la pinza a pappagallo e la rivettatrice: anche questi, messi a titolo di esempio, sono necessari perché, facendo i lavori in proprio, spesso si devono sistemare collateralmente elementi riconducibili all’impianto idraulico ed elettrico.

Sodifer distribuisce, con il marchio Labor, una vastissima gamma di attrezzi manuali per eseguire con sicurezza ogni genere di lavoro di muratura, di idraulica e di elettricità. Alle spalle di ogni utensile ci sono analisi tecniche, test di utilizzo e durata, conformità alla sicurezza, impiego di materiali di qualità che permettono di garantirli per ben dieci anni.

I principali attrezzi per edilizia

attrezzi per edilizia
01 – Borsa da carpentiere in crosta scamosciata, con cuciture e rivetti, due tasche (media e larga), due tasche piccole, due asole portamartello, una tasca portachiodi, quattro tasche portamatita e passante ampio per il fissaggio con cintura. 02 – Cintura in robusto cuoio, fissata alla fibbia con 4 rivetti e 14 fori di fissaggio per la chiusura; ideale per sostenere borse da carpentiere, fibbia a rullo in acciaio, 40×1250 mm. 03 – Ginocchiere da piastrellista in tessuto sintetico e imbottitura interna in poliuretano soffice, comode e resistenti, modello universale, regolabili grazie alla banda elastica con chiusura a strappo in velcro. 04 – Polvere per tracciatore colorata, adatta per tutti i tipi di tracciatori, in flacone con tappo dosatore. 400 g. 05 – Frattone dentato da 280×120 mm con lama in acciaio e dente quadrato; impugnatura in bimateriale antiscivolo. 06 – Cazzuola punta tonda, lama in acciaio forgiato e impugnatura in bimateriale antiscivolo, misure 160-180-190-200-210 mm, con salvadito. 07 – Cazzuola punta quadra, con lama in acciaio forgiato e impugnatura in bimateriale antiscivolo, misure 160-180-190-200-210 mm, con salvadito. 08 – Cazzuolino punta acuta con lama in acciaio forgiato e impugnatura in bimateriale antiscivolo con salvadito, lunghezza 140 mm. 09 – Levachiodi a esse da disarmo in acciaio temperato e sezione esagonale, Ø 18×500-700-800 mm e Ø 20×1000 mm. 10 – Rivettatrice a strappo da 250 mm, 4 testine esagonali per rivetti da 2,4 a 4,8 mm intercambiabili, corpo in alluminio verniciato, con impugnatura rivestita in PVC antiscivolo, fermo di sicurezza e chiave esagonale piegata per la sostituzione delle punte. 11 – Pinza per capicorda, in acciaio brunito, con impugnatura in PVC, da 160 mm. 12 – Tenaglia da cementista per sagomare piastrelle, in acciaio al cromo-vanadio, lunghezza 220 e 250 mm. 13 – Pinza poligrip a doppia cremagliera, sette posizioni, lunghezza 250 e 300 mm. 14 – Frattazzo in gomma spugna con base e manico in poliuretano; gomma spugna morbida di colore arancione per intonaci tradizionali a porosità medio/fine, dimensioni 220×140 mm. 15 – Spatole per stuccare con lama in acciaio inox e manico in legno, con foro per aggancio, larghezze disponibili da 20 a 80 mm.

Utilizzi

Le tavole dei vecchi bancali sono un’ottima e gratuita materia prima per molti lavori; il levachiodi o piede di porco facilita il distacco delle tavole e il loro recupero con danneggiamenti ridotti. Usato in edilizia soprattutto per smontare le armature o per interventi di carpenteria.
Quando non si ha sottomano la chiave esagonale giusta si può utilizzare la pinza poligrip, utile anche per agire su tubi e raccordi idraulici, oltre che su dadi e bulloni.
Con le tenaglie possiamo sbeccare le piastrelle, arrotolare e tranciare fili metallici di vario spessore, completare l’estrazione dei chiodi dopo averli sollevati o ribattuti indietro, legare i ferri zigrinati che formano le gabbie inserite nelle gettate di calcestruzzo.
attrezzi per edilizia
Per interventi di piastrellatura sono indispensabili le ginocchiere per proteggere le nostre ginocchia sottoposte a un duro e prolungato sforzo. La manara dentata serve a stendere la colla su cui vengono posate le piastrelle; il frattazzo morbido è necessario per stendere la boiacca per le fughe e, imbevuto d’acqua, per ripulire la superficie.
Per impastare e stendere le malte si usano cazzuole, attrezzi per edilizia di varia forma e dimensione. La cazzuola porta la malta, rimuove l’eccedenza, liscia, rinzaffa e deve essere di ottima qualità perché molto sollecitata. Quella standard si usa per stendere intonaco o posare mattoni; c’è anche il cazzuolino con punta stretta per ritocchi di spigoli e angoli interni.
Quando si installano grondaie e si raccordano i canali con le discese alcuni rivetti rendono ben salda la giunzione che va però conclusa con mastice siliconico. La rivettatrice può essere manuale o pneumatica ed è dotata di più testine per accettare ogni tipo di rivetto; l’azione delle leve stringe le ganasce attorno al rivetto, comprime la testa unendo così le due lamiere e trancia il chiodo che viene espulso semplicemente allargando le leve. Nel perno della leva sta il suo punto critico visto il grave sforzo a cui è soggetto.
Le spatole sono attrezzi per edilizia disponibili con lame di diverse misure (più o meno larga) per diversi usi: stuccare, rasare, scrostare. Per piastrellisti esistono quelle senza manico, con una lunga impugnatura, e lama dentellata.
attrezzi per edilizia
La borsa da carpentiere è in crosta scamosciata e si lega alla vita con una cintura di cuoio; dotata di molte tasche grandi e piccole è adatta a conservare sempre a portata di mano matita, martello, cutter, tenaglie e ferramenta varia (chiodi, rivetti, viti ecc). Leggera, si adatta facilmente alla gamba su cui appoggia e diventa un accessorio indispensabile per lavorare senza inutili spostamenti alla ricerca di ciò che serve.

Dispositivi di protezione individuale | Fai da te in sicurezza

I dispositivi di protezione individuale per il fai da te consentono di eseguire lavori di bricolage in tutta sicurezza proteggendo le parti del corpo più esposte

I lavori fai da te che interessano la manutenzione della casa, siano di riparazione, decorazione o vario bricolage, non sono attività del tutto esenti da pericoli, poiché comportano l’utilizzo di attrezzi manuali e motorizzati, sostanze più o meno dannose, materiali più o meno pericolosi. È bene, quindi, tutte le volte che si deve intervenire, in qualsiasi tipo di lavoro, prevenire i rischi con alcune semplici precauzioni e utilizzando i giusti dispositivi di protezione individuale.

dispositivi di protezione individuale

L’abbigliamento dev’essere adeguato. È preferibile utilizzare una tuta integrale che ripari braccia e gambe senza lasciare parti del corpo esposte, specialmente se il lavoro da svolgere comporta la produzione di polveri o segatura. Cinture, fibbie, collane e anelli vanno tolti per lavorare più agevolmente e per impedire che gli stessi siano una causa di infortunio. 

Inoltre è utile sapere che bisogna aerare il più possibile le stanze in cui si lavora, soprattutto quando si pittura, si carteggia o si utilizzano solventi. 

Gli apparecchi elettrici, a lavoro ultimato, vanno staccati dalla presa di corrente e riposti in un luogo sicuro e lontano dalla portata dei bambini. 

Casco protettivo

Tra i dispositivi di protezione individuale più importanti troviamo il casco, fondamentale per proteggere la testa dalla caduta di oggetti, da colpi accidentali o da eventuali cadute.

casco protettivo

Cuffie antirumore

Essenziali quando si lavora a lungo in ambienti con forte rumorosità ambientale. Presentano la controindicazione che potrebbero non farci sentire avvertimenti utili. 

cuffie antirumore

Guanti

Per la protezione delle mani abbiamo bisogno di tre tipi di guanti. Uno di tipo pesante per le lavorazioni più “pericolose”, uno medio che impedisca graffi o abrasioni e quelli sottili in lattice.

dispositivi di protezione individuale

Mascherina

Questi dispositivi di protezione individuale sono di diversi tipi. Esistono anche con valvola incorporata o filtri a carboni attivi a seconda del grado di protezione che devono garantire nei confronti di polveri e nebulizzazioni più o meno tossiche.

mascherina FFP2

Occhiali

Utilissimi in molte situazioni, come in presenza di proiezione di schegge (molature, tagli) o maneggiando sostanze chimiche (solventi, svernicianti combustibili). Ottimi quelli in policarbonato.

occhiali

Scarpe

Maneggiando oggetti pesanti (o in presenza di questi) c’è sempre il rischio che sfuggano e cadano a terra. Le scarpe rinforzate impediscono che cadute accidentali danneggino i piedi. 

dispositivi di protezione individuale

Lavamani

Una buona pasta lavamani deve sempre essere disponibile in quanto la pelle può venire a contatto con sostanze variamente dannose, ma anche solo con sporco, grasso, morchie.

pasta lavamani

Estintore

Anche se in forma molto limitata, in un laboratorio casalingo esiste il rischio di innescare un principio d’incendio, per esempio quando si realizza una saldatura ad arco e le scorie incandescenti vengono proiettate nello spazio circostante.

dispositivi di protezione individuale

Tra i dispositivi di protezione individuale vale la pena tenere un estintore, possibilmente vicino alla porta d’ingresso e preferibilmente del tipo a CO2, il cui getto opera lo spegnimento del fuoco sottraendo ossigeno alla combustione, senza causare danni.

estintore

Imparare a utilizzare l’estintore è fondamentale per non farsi trovare impreparati in caso di necessità.

Per farlo funzionare è necessario rimuovere il sigillo di sicurezza. Laddove tirasse vento è importante rivolgere il getto dell’estintore nella medesima direzione del vento.

getto estintore