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Cacciavite | Caratteristiche e tipologie

Il cacciavite, come suggerisce il nome, è un utensile manuale fondamentale per avvitare e svitare le viti

Dopo il martello il cacciavite è l’utensile manuale più diffuso e utilizzato. È dotato di gambo metallico, impugnatura e serve per avvitare e svitare le viti. Le impugnature in plastica rigida sono quasi del tutto scomparse e si sono diffuse versioni più piacevoli al tatto, opportunamente modellate e in grado di offrire una migliore presa.

Nella nostra dotazione è importante avere a disposizione una discreta gamma di esemplari, diversi per misura e per tipo di impronta: accanto al tradizionale cacciavite a taglio, servono quelli con lama a croce, di tipo Torx (per viti di auto) e a brugola.

Le punte

cacciavite utensile punte

Le punte standard sono piatte o a croce. Questo secondo tipo si divide in due famiglie: i Phillips e i Pozidriv.

cacciavite a croce Phillips e Pozidriv

Nei cacciavite a stella con impronta Phillips (prevalente nelle viti per metallo) la punta è una croce semplice e poco profonda, nata per fornire una coppia di serraggio limitata e non strappare il filetto.

Nella punta Pozidriv ogni ala ha una doppia lavorazione che fascia le facce parallele e consente di imprimere una forza superiore.

L’impugnatura

È un elemento fondamentale che influisce sulla praticità dell’utensile. In foto sono visibili: A – a “T” con doppia funzione; B – con presa morbida; C – tradizionale.

impugnature cacciavite

Tipologie di cacciavite

Azionabile a chiave

Una corona esagonale posta alla base dello stelo serve da presa per una chiave a forchetta e consente di esercitare sull’utensile una grande forza di torsione senza affaticare la mano.

corona esagonale

Gambo isolato

Il cacciavite elettrico o elettronico presenta un manico isolato molto allungato rispetto allo stelo metallico, per ridurre i rischi di contatto. Anche lo stelo è rivestito con isolante.

cacciavite elettrico

Con portabit

Il portabit permette di avere a disposizione punte diverse senza cambiare utensile. Lo stelo è dotato di portainserti (o bit), corte punte con attacco esagonale e intaglio diversificati.

portabit utensile

Cacciavite cercafase

Il cercafase è uno strumento usato per individuare la presenza di tensione elettrica su un elemento circuitale e per individuare la presenza di una fase su un conduttore.

cercafase

Nano

In alcune situazioni non si riesce ad azionare l’utensile in asse con la vite a causa dello spazio ristretto in cui si lavora. Il modello “nano” risolve questa situazione con il suo corto stelo.

cacciavite nano

A cricchetto

L’impugnatura del cacciavite a cricchetto non è solidale con lo stelo, ma è fornita di un meccanismo che permette di avvitare e poi ruotarla indietro senza muovere lo stelo e senza aprire la mano.

utensile a cricchetto

Magnetizzare la punta

La punta magnetizzata ci permette di trattenere meglio la vite, all’inizio dell’avvitatura, specialmente quando è difficile sostenerla con l’altra mano. 

Per magnetizzare la punta esistono particolari accessori in grado di creare un forte campo che effettua la magnetizzazione in breve tempo.

utensile punta magnetizzata

Scopri di più sull’attrezzatura per il fai da te e il giardinaggio.

Riflessioni sull’abilità manuale

Tratto da “Far da sé n.503 – Marzo 2020″

Autore: Nicla de Carolis

Appena uscita da un’interessante conferenza stampa al Palazzo Reale di Torino, dimora storica della famiglia Sabauda, Patrimonio dell’UNESCO dal 1997, affascinata e quasi turbata dalla quantità di bello che in essa si può vedere, ancora una volta ho concluso che tutto questo non sarebbe stato possibile senza l’abilità manuale degli artigiani/artisti che qui hanno lavorato.

L’occasione è stata l’inaugurazione del camino monumentale che troneggia nel Salone delle Guardie Svizzere, dopo il suo restauro possibile grazie alla sponsorizzazione di un imprenditore illuminato, Ruben Palazzetti, la cui produzione di stufe e focolari è sempre all’avanguardia in termini di tecnologia e sostenibilità. Questo camino imponente e arricchito di statue, marmi di varie e preziose specie, datato 1661, nei secoli ha subito rielaborazioni per assecondare i gusti dei tempi. E gli interventi per ripristinarne ogni sua parte sono stati tanti e magnificamente documentati con foto e video.

Si è partiti da una pulizia degli strati di polvere e degli strati oleocerosi protettivi con prodotti poco aggressivi. Poi si è lavorato sulle tante stuccature realizzate con materiali diversi agendo con il bisturi e anche con una sonda ad aria calda (una specie di pistola a caldo con beccuccio sottile) per eliminare quelle eseguite a cera. Infine c’è stata un’opera importante di lucidatura a mano con panno di lana; un lavoro faticoso, come ha sottolineato il direttore dei restauratori, che rende ancor più onore e merito a queste professionalità la cui opera importantissima sarebbe degna di una ribalta e riconoscimenti eclatanti con ore di trasmissioni in tv almeno al pari di quelle dedicate agli insulsi personaggi dei vari reality.

La visita delle stanze del Palazzo lascia senza fiato per il lavoro di architetti e artisti, ma soprattutto per quello svolto dagli artigiani: gli intarsi in legno dorati decorano le pareti, formano le cornici dei quadri e delle tele che arricchiscono i soffitti, mentre le sontuose boiserie rendono ovattati questi ambienti enormi e altissimi. I parquet originali del ‘700, di essenze diverse, sono ancora impeccabili nei colori e nelle composizioni, frutto di sistemi di posa di una complessità oggi irripetibile. E poi gli arazzi, di una bellezza e di un mistero che ha del miracoloso, se si pensa che le raffigurazioni, copie di bozzetti realizzati su tela, sono eseguite interamente con l’alternarsi di fili che seguono colori e disegni.

Intelligenza, impegno, conoscenza delle tecniche e quella favolosa abilità manuale che va sempre di più perdendosi. Siccome crediamo, come voi che ci leggete, nel valore del saper fare con le mani, proponiamo il nuovo manuale TORNIRE IL LEGNO, una perla di approfondimenti svelati con foto e testi; non garantiamo che studiando questo testo diventerete maestri tornitori come quelli che hanno lavorato a Palazzo Reale di Torino ma siamo certi che potrete realizzare qualcosa di bello e con grande soddisfazione.

Cavatappi da muro fai da te | Costruzione guidata

Questo cavatappi da muro occupa uno spazio limitato sulla parete e stappa le bottiglie con il minimo sforzo grazie al sistema a cremagliera realizzato in legno

Quando bisogna stappare una bottiglia di buon vino in compagnia degli amici non sempre tutto fila liscio; serve un po’ di forza e bisogna saperla esercitare nel modo giusto, qualche astante pronto a cogliere il momento di difficoltà per mettere in imbarazzo l’improvvisato mescitore lo si trova sempre. Un cavatappi da muro come questo, oltre a fare bella figura in una taverna o in una cucina rustica, aiuta notevolmente a concludere l’operazione con successo anche con i tappi più ostinati.

cavatappi da muro

È possibile realizzare varie tipologie di cavatappi da parete, utilizzando diverse essenze legnose; quello di cui abbiamo eseguito la realizzazione da zero è in legno di rovere “di Slovenia”, un’essenza pregiata e utilizzata nella produzione di parquet e botti per vini e liquori.

Proprio alcuni pezzi che compongono questo apribottiglie da muro provengono da una botte dismessa che è stata utilizzata per recuperare un legno stagionatissimo e apprezzato per la sua robustezza e inalterabilità.        

Massello di buon spessore

stappa bottiglie da muro
Il cavatappi a muro prima del montaggio della maniglia, con il perno che la incerniera alle spalle, e del pistello, l’elemento forato che costituisce la guida per la maniglia a cremagliera.
cavatappi da muro
In quest’altro modello, un po’ più elaborato nella finitura estetica, si vede anche il levatappi completo di verme, agganciato alla base del pistello.

Come costruire un cavatappi da muro

Su una tavola grezza si traccia la sagoma rettangolare della tavoletta nelle dimensioni necessarie per ottenere il basamento finito.
Lo sviluppo del basamento deve seguire la venatura del legno, come pure l’azione della pialla che elimina le asperità e restituisce una superficie liscia e piana sulla faccia a vista.
La faccia posteriore dell’apribottiglie da parete può essere regolarizzata in modo meno sofisticato con la levigatrice a nastro.
cavatappi da muro
Per tracciare la sagoma dell’arco superiore ci si avvale di una dima, centrata sul pezzo e appoggiata alla squadra a cappello messa in battuta sul lato lungo.
Si procede al taglio dell’arco guidando il pezzo contro la lama della sega a nastro, tenendosi circa 1 mm all’esterno della tracciatura.
cavatappi da muro
La levigatrice a nastro, bloccata con un morsetto al banco in posizione capovolta, si utilizza come macchina stazionaria per eliminare le “creste” lasciate dal taglio sul bordo.
apribottiglie da muro
Nella tavoletta finita, in punti prestabiliti, si aprono i fori per il fissaggio a parete e per montarvi le spalle e la base cava in cui inserire il collo della bottiglia.
Sempre con la sega a nastro si seguono i profili delle due spalle e della base cava tracciate sul legno e se ne regolarizzano i bordi con la levigatrice a nastro.
Per realizzare la base cava, più o meno al centro del pezzo già sagomato, si marca con un punzone il punto da forare. Lo stesso si fa sulle due spalle, nelle quali si realizza un semplice foro passante per il perno.
cavatappi da muro
I colli delle bottiglie non sono tutti uguali, ma una mecchia Ø 30 mm è ideale per impostare, da sotto, una sede universale, scavando il legno per 5-6 mm.
Con il passaggio di 2-3 punte di diametro crescente si realizza un foro passante del diametro di 10 mm.
Torna in scena la sega a nastro per realizzare la scanalatura in cui andrà inserito l’estrattore già avvitato nel tappo della bottiglia.
cavatappi da parete
Con una raspa cilindrica montata sul trapano si rende conica la cava allargando anche il foro posteriore quel tanto che basta a consentire il passaggio del tappo in estrazione, mentre la bottiglia rimane in battuta all’interno della cava.
Quando i pezzi vengono prodotti in serie, per realizzare le sedi per le spine è meglio avvalersi di maschere di foratura, in caso contrario si possono utilizzare i marcatori a cappellotto. Un po’ di colla vinilica nelle sedi e si possono inserire le spine: le scanalature longitudinali delle stesse servono da “tasche” per la colla.
Si realizzano le sedi per le spalle del cavatappi da muro si procede al loro montaggio sul basamento. La foratura passante si effettua con questi due pezzi già montati, per non correre il rischio che un minimo disallineamento nel montaggio possa interferire con l’assialità dei fori.
cavatappi da muro
Il montaggio si effettua con i pezzi già trattati con impregnante ad acqua, qui sono montati grezzi.

Impugnatura sagomata

Anche per riportare il profilo della maniglia su legno si utilizza una sagoma di riferimento.
Si segue il profilo al meglio con la sega a nastro, riprendendo il taglio più volte se occorre.
La levigatura deve addolcire tutte le curvature e gli spigoli del pezzo, in modo da consentire un’impugnatura del cavatappi da muro agevole e priva di asperità.
I dentini della cremagliera devono corrispondere ai fori presenti sul pistello e vanno leggermente smussati in punta per facilitare l’incastro in fase di azionamento. Vengono rinforzati inserendo una vite passante al centro ed eliminandone la testa, in modo che nel tempo, a causa dello sforzo applicato, non venga meno la tenuta della colla e i dentini abbiano a sfilarsi.

Rinforzi in metallo

Tra le due spalle viene realizzata una sede in cui si inserisce una canaletta in metallo che funge da binario per due perni, anch’essi in metallo, inseriti dietro il pistello. Questo per far sì che lo scorrimento avvenga su metallo e non su legno, in modo più fluido e senza sfregamenti che produrrebbero in breve tempo segni di usura. Per lo stesso motivo il retro del pistello è leggermente convesso.
cavatappi da muro
Alla base del pistello è montato il sistema di aggancio del levatappi: qui lo vediamo staccato, ma dopo averlo avvitato nel tappo della bottiglia va inserito nella scanalatura della base cava e agganciato al pistello, poi si abbassa la maniglia per esercitare la trazione tramite la cremagliera.
Prima di completare il montaggio del cavatappi da muro si trattano tutti i pezzi con cera stesa a pennello e poi tirata con un panno.
cavatappi da parete
Si incastra il pistello nella guida…
cavatappi da muro
…e si monta la maniglia, incastrando il primo dente nel primo foro e inserendo il perno.
I due terminali che impediscono al perno di sfilarsi si avvitano alle sue estremità.

Riga e squadra | Tipologie e utilizzi

Riga e squadra sono strumenti necessari in laboratorio per tracciare linee perfettamente diritte e perpendicolari

Per ottenere i pezzi che ci servono in qualsiasi costruzione dobbiamo utilizzare il materiale (legno, ferro o altro) come se si trattasse di un foglio da disegno, tracciando linee perfettamente diritte e perpendicolari, rispettando misure predeterminate. Riga e squadra sono gli strumenti che suppliscono all’impossibilità di effettuare queste operazioni a mano libera e a occhio, fornendo un riscontro sicuro allo strumento tracciante e la lettura istantanea della misura da rispettare o da riportare.

Riga e squadra con scanalure e fori

Esistono righe e squadre speciali che presentano scanalure e fori guida per tracciare con sicurezza cerchi in assenza di compassi o rette con angolazioni predefinite.

Vediamo ora i dettagli sulle tipologie di riga e squadra.

Tracce prolungate

Se dobbiamo eseguire una traccia superiore a 150 cm non c’è riga che possa esserci d’aiuto. L’unico riscontro possibile è un listello abbastanza lungo e perfettamente diritto.

listello

Righello

Quando dobbiamo tracciare linee corte per tagli di testa e disponiamo di una superficie di appoggio ridotta, abbiamo bisogno di un righello corto, più stabile e meno ingombrante.

Riga lunga

Una volta posizionata possiamo tracciare linee rette lunghe e marcare i punti esattamente distanziati in cui realizzare le intersezioni perpendicolari o angolate, sfruttando la scala millimetrata.

riga e squadra

Nel disegno tecnico riga e squadra si utilizzano insieme per tracciare linee perpendicolari o parallele.

Su metallo

Quando la punta tracciante tende a scivolare sul supporto, come nel caso del metallo, possiamo utilizzare il risalto presente sul lato opposto alla scala graduata per garantirci un riscontro maggiore.

Falsa squadra

È composta da due parti, una sottile per tracciare e una più spessa che va appoggiata contro il bordo, unite da un perno che ne permette l’articolazione reciproca e il bloccaggio all’angolazione desiderata.

Squadra con zoccolo

La parte corta e in risalto fa da battuta mentre quella graduata è fissa a 90° per tracciare linee perpendicolari al bordo. Usata in piedi ci permette di verificare la verticalità di un pezzo rispetto a un piano.

riga e squadra

Riga e squadra “speciali”

Alcune squadre sono provviste di goniometro, zoccolo rimovibile e fori in posizioni predeterminate che, utilizzando l’angolo interno come fulcro, permettono tracciature circolari.

Una riga lunga provvista di aggiuntivo di battuta può essere utilizzata come falsa squadra e, contemporaneamente, come guida di taglio, grazie a una scanalatura che permette di inserire un morsetto di bloccaggio al piano.

Consigli utili

Prima di utilizzare la squadra o la falsa squadra a battuta dobbiamo accertarci che il bordo sia regolare e privo di asperità.

La squadra con battuta serve molto nell’uso della circolare da banco quando regoliamo l’altezza della lama. Appoggiandola in verticale sul piano, a fianco della lama, e leggendo sulla scala graduata il punto esatto in cui si trovano i denti nel punto di massima escursione della lama, possiamo realizzare scanalature e battute molto precise.

Tavolino in legno e vetro fai da te | Realizzazione passo-passo

Questo tavolino in legno e vetro fai da te è realizzato con una base di MDF e un piano in cristallo rotondo

Una base di MDF sagomata sostiene un piano in cristallo per un tavolino in legno e vetro che lascia intravedere il suo supporto. La sagomatura riguarda solo i fianchi dei supporti e si effettua dopo un’accurata tracciatura dei profili. Importante è la regolarità delle loro altezze per non causare problemi di appoggio alla lastra di cristallo.

Con buona precisione vanno eseguite le scanalature d’incastro in modo che l’accoppiamento delle gambe risulti perfetto. Precisione e buona finitura sono necessari anche per i due tagli circolari con cui si ricava l’anello aggiuntivo.

La colorazione del del tavolino in legno e vetro è a piacere, da realizzare con smalti acrilici di tipo lucido.

tavolino in legno e vetro

Occorrente tavolino con piano in vetro 

  • MDF da 19 mm
  • Cristallo spessore 10 mm
  • Primer universale
  • Smalto scrilico lucido
  • Riga e matita
  • Seghetto alternativo
  • Pennello
occorrente

Realizzazione fai da te

quadrettatura
Per realizzare i vari pezzi del tavolino in legno e vetro tracciamo sui pannelli una quadrettatura regolare che ingrandiamo, a partire dal piano di taglio. Le forme possono essere modificate a piacere rispettando gli incastri.
sagoma
I due pannelli che formano la base hanno la stessa forma, pertanto possiamo disegnare la sagoma su un cartoncino e utilizzarla come dima sui pannelli. Per la traccia utilizziamo una matita grassa.
scanalature
Le scanalature che permettono l’incastro dei due supporti hanno larghezza pari allo spessore dei pannelli. Devono arrivare a metà altezza, dal basso in uno e dall’alto nell’altro pezzo.
tavolino legno e vetro
La “croce” di appoggio del tavolino in legno e vetro dev’essere piana, senza sporgenze da parte dei due supporti: per questo conviene fare una prova di montaggio dei due pezzi da rifinire per eliminare eventuali inesattezze.
primer
Prima di procedere alla finitura trattiamo tutta la struttura con due mani di fondo primer universale, che tura eventuali pori e prepara le superfici all’applicazione dello smalto colorato.
finitura
La finitura è ottenuta con diversi colori, di tonalità contrastanti. Alla base dell’appoggio possiamo incollare alcuni feltrini per facilitare lo spostamento senza rovinare il pavimento.

Infine, per completare il tavolino in legno e vetro, si appoggia il piano in cristallo al di sopra della base bloccandolo con apposito collante.

Carta abrasiva per legno | Come si usa?

La carta abrasiva serve per sgrossare, levigare e pulire superfici; nei centri fai da te la si trova in fogli o in rotoli, suddivisi per grana

Carta abrasiva per legno

L’azione con carta abrasiva può essere fatta su vari materiali, noi vediamo come si esegue sul legno (carta vetrata per legno). Nei mezzi abrasivi il compito di asportare il materiale è lasciato prevalentemente a minuti cristalli di minerali durissimi scelti in base alla loro resistenza meccanica, resistenza al calore e capacità di mantenere margini taglienti.

La famiglia di abrasivi più diffusa è quella del corindone (ossido d’alluminio), reperibile allo stato naturale, ma prodotto anche artificialmente, a cui appartengono gemme preziose come rubini, zaffiri, smeraldi e topazi.

Ampiamente utilizzati sono anche il carburo di silicio (carborundum) o il carburo di tungsteno che possiede una durezza paragonabile a quella del diamante. Tutti questi prodotti hanno soppiantato lo smeriglio, (ossido d’alluminio e ferro), il quarzo e le pomici, utilizzate fin dall’antichità.

Tipi diversi di carta abrasiva

Per ogni campo d’impiego esiste un prodotto realizzato a partire da una specifica terna abrasivo-legante-supporto. Gli abrasivi sono selezionati mediante setacci calibrati, identificati con il numero di maglie per pollice quadrato: questo numero identifica la ‘grana’ dell’abrasivo;  numeri alti corrispondono ad una finezza maggiore.

Il legante è una resina elastica e tenace studiata per resistere, in base all’utilizzo, all’acqua, alla temperatura e agli oli. Il supporto è generalmente carta o tessuto di poliestere o cotone studiato per mantenere la massima flessibilità per l’uso manuale o grande resistenza alla lacerazione per il montaggio sugli elettroutensili.

Levigatura con carta vetro

  1. Nessuno spreco con i nastri abrasivi! Nella lavorazione a mano e ancor di più nel montaggio su levigatrici elettriche è indispensabile tagliare la carta abrasiva in modo preciso. Il taglio netto si può ottenere appoggiando il tratto rettilineo della lama di un segaccio sull’abrasivo e tirando verso l’alto.
  2. Per lavorazioni lunghe o ripetitive si possono preparare tamponi con la tela abrasiva fissata in modo stabile. Chi pratica il bricolage spesso avvolge la carta abrasiva su un tacco di legno; i tamponi “professionali” possiedono invece, alle estremità, un paio di ancoraggi a molla per bloccare la carta abrasiva e una soletta di materiale espanso.
  3. La levigatura di un pezzo a curvatura non costante viene facilitata dall’uso di un tampone su cui avvolgere l’abrasivo. La difficoltà nei tagli curvi è rappresentata dalla venatura che non è tagliata sempre secondo lo stesso angolo: le parti inclinate, più scabre, a causa del maggior numero di fibre interrotte, devono essere lavorate più a lungo e con maggior attenzione.

 Come levigare il legno in punti difficili

  1. Un tampone di materiale elastico come una spugnetta o un isolante espanso può fornire rapidamente il supporto per levigare perfettamente una sagoma complessa.
  2. Per levigare l’interno di una fresatura concava può essere sufficiente la stessa carta abrasiva ripiegata più volte su se stessa in modo da raggiungere la rigidità necessaria per disporsi da sola su di un arco di circonferenza. Con un dito si fornisce la spinta necessaria per la lavorazione.
  3. I tagli curvi ottenuti con un seghetto alternativo, la sega a nastro o il traforo, mostrano superfici ruvide e irregolari per cui si rendono necessarie diverse passate con carta abrasiva di grana via via sempre più fine, eventualmente controllando la forma con una sagoma di riscontro.
Carta Abrasiva, Gyvazla 45 Pezzi 120/150/180/240/320/360/400/600/800/1000/1200/1500/2000/2500/3000 Grinta Carta Vetrata Assortimento, Impermeabile Levigatura a Secco e Umido Sandpaper 9 x 3,6 Pollici
  • 『Gyvazla Carta Abrasiva Assortment』 Con 3 fogli di ogni graniglia in 150/180/240/320/400/600/800/1000/1200/1500/2000/2500/3000, soddisfare le diverse esigenze.
  • 『Uso sia a umido che a secco』 La carta abrasiva è realizzata in carburo di silicio e rivestito elettricamente; Adatto sia ad uso sia umido che a secco, può essere applicato su oggetti come metallo, legno, plastica o porcellana.
  • 『Taglia taglia al tuo bisogno』 La dimensione della carta lucidante è di 9 x 3,6 pollici; Puoi tagliarla a più dimensioni come desideri e desideri; Non si scenderà, si strappa o si sbriciolerà facilmente durante l'uso.
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Setaccio per terra | Realizzazione fai da te

Costruiamo un pratico setaccio per terra da installare direttamente sopra la carriola

Rastrellando vialetti e aiuole per raccogliere le foglie secche, spianando il terreno o mettendo a dimora nuove piante, ci si ritrova ad ammucchiare una massa composta da vari detriti e da una parte di terra che, inevitabilmente, viene asportata insieme al materiale di risulta. Lo strato di terra superficiale è prezioso per i rinvasi; si è arricchito di foglie decomposte sotto l’effetto della pioggia che rendono la terra fine e al tempo stesso ricca di elementi nutritivi. Per questo vale la pena di recuperarla; l’unico modo è far passare l’insieme attraverso un setaccio per terra a maglie non troppo fitte, quanto basta per lasciar passare la terra senza intasamenti. 

Il progetto

setaccio per terra fai da te

Un rettangolo di rete robusta incorniciato da un telaio, realizzato a misura della carriola, ci permette di utilizzare quest’ultima come ampio contenitore di recupero della terra da trattenere e riutilizzare.

Occorrente

occorrente
  • Listelli di abete 30×30 mm;
  • Piastrine metalliche a L 100×100 mm;
  • Cerniere 80×28 mm;
  • Barre filettate Ø 6×1000 mm;
  • Occhielli filettati;
  • Viti, dadi e rondelle;
  • Squadrette angolari 35×35 mm;
  • Rete per recinzione rivestita di plastica con maglie quadrate da 10 mm di lato;
  • Impregnante protettivo per legno.

Come costruire un setaccio per terra

impregnante
Dopo aver deciso di quali dimensioni intendiamo realizzare il setaccio fai da te per terra, tagliamo a misura i listelli di abete con angoli a 45°. Prima dell’assemblaggio proteggiamo i listelli con un impregnante.
telaio
Assembliamo il telaio accostando i listelli tagliati a 45° e unendoli con le piastrine metalliche a L tramite viti autofilettanti. Utilizziamo un comodo avvitatore a batteria per questa operazione.
tagliare rete
Tagliamo la rete con il tronchesino avendo l’accortezza di tagliare i lati lunghi con un’abbondanza sufficiente per permetterci di ripiegarla saldamente attorno alle barre filettate.
viti a occhiello
Per fissare la rete usiamo le barre filettate che vengono fissate lungo il perimetro interno del setaccio terra con le viti a occhiello (dotate di filettatura per metallo e dado) inserite lungo di esse.
rete
Dopo aver forato il telaio per il passaggio delle viti a occhiello, inseriamo una maglia di rete in ogni vite prima di infilarla nel relativo foro e avvitarla, in modo da bloccare la rete stessa.
setaccio per terra
Avvitiamo, su un lato corto, due cerniere metalliche che servono per il fissaggio delle gambe d’appoggio, anch’esse realizzate con listelli d’abete tagliati a misura e trattati con impregnante. Il setaccio per terra è completato.

Portachiavi da muro fai da te

Utilizzando il traforo elettrico realizziamo un simpatico portachiavi fai da te a forma di gatto, da fissare a parete, per custodire le nostre chiavi in ordine e in bella vista

Il portachiavi fai da te a forma di gatto è realizzato con una tavoletta di legno di abete, spessa circa 20 mm. Il lavoro è molto semplice e consiste nel tracciare su un cartoncino la sagoma del portachiavi fai da te che vogliamo realizzare, in modo da realizzare una dima di tracciatura per riportare i riferimenti di taglio sulla tavoletta.

Utilizzando il traforo elettrico seguiamo la traccia realizzata e rifiniamo con una attenta carteggiatura. Per la finitura possiamo utilizzare un mordente nella tonalità preferita oppure smaltare il legno con un colore vivace.

Come fare un portachiavi fai da te

come fare un portachiavi fai da te
Riferimento quadrettato

Tempo richiesto: 4 ore

  1. Riportare i contorni sulla tavola di legno

    Realizziamo una dima di cartoncino rigido, in modo da poterne riportare agevolmente i contorni su una tavoletta di legno. Utilizziamo un pennarello o, in alternativa, una matita grassa.come fare un portachiavi

  2. Tagliamo la tavoletta

    Utilizzando il traforo elettrico iniziamo a tagliare la tavoletta di legno seguendo la traccia effettuata precedentemente con la dima di cartoncino.portachiavi da muro fai da te

  3. Asportare le porzioni di legno interne

    Asportiamo le porzioni di legno interne alla figura effettuando un foro con il trapano per il passaggio della lama del traforo. Con il trapano pratichiamo anche una serie di piccoli fori nella base, per l’inserimento dei gancetti ad L che sostengono le chiavi.portachiavi fai da te

  4. Levigare il portachiavi

    Levighiamo il portachiavi fai da te utilizzando la levigatrice orbitale, per asportare eventuali asperità e sbavature.­

  5. Finitura del portachiavi

    Trattiamo il portachiavi da muro fai da te con un prodotto protettivo per legno ad effetto cera. Avvitiamo i gancetti ad L negli appositi fori e fissiamo sul retro due attaccaglie triangolari per la sospensione a parete.come fare un portachiavi fai da te

Il Traforo elettrico

traforo einhell
Il traforo da banco ha un motore elettrico che aziona la lama in un rapido moto alternativo. Nei modelli più evoluti tale moto è regolabile tramite una manopola per adattare il taglio a spessori diversi e alle durezze variabili del legno da lavorare. In foto il traforo oscillante Einhell con dispositivo di soffiaggio polveri integrato, regolazione elettronica delle oscillazioni, adattatore per lame.

Pramac Racing e WD-40, insieme anche per la stagione 2020

Anche per questa stagione l’azienda americana WD-40 accompagnerà il Team Pramac Racing

Milano, 14 febbraio 2020 – Continua e si rinforza la storica partnership tecnica con WD-40, l’azienda americana rinomata in tutto il mondo per i suoi lubrificanti multifunzione di alta qualità, che anche per questa stagione accompagneranno il Team Pramac Racing e l’intero staff dei meccanici, per assicurare le migliori prestazioni delle moto di Jack Miller e Pecco Bagnaia.

WD-40 è la multinazionale americana leader mondiale nel settore dei lubrificanti multifunzione. La storia di questo straordinario prodotto è davvero particolare: tutto ebbe inizio nel 1953 quando la NASA commissionò alla Rocket Chemical di realizzare un lubrificante in grado di risolvere i problemi di corrosione, garantendo quindi una protezione efficace ai contatti elettrici dei razzi spaziali.

Dopo numerosi tentativi, la quarantesima formulazione risultò essere la vincente ed è per questo motivo che il lubrificante multifunzione più utilizzato al mondo prese il nome di “WD-40“. Nel corso degli anni WD-40 ha poi trovato numerose applicazioni a livello industriale, sportivo e domestico rafforzando un successo altamente meritato.

Christophe Cloez, Director Southern Europe WD-40:

“Sono molto contento di poter continuare a collaborare con Pramac Racing, uno dei più autorevoli brand nel mondo del motociclismo. Ci accomuna la passione per l’eccellenza, l’innovazione, le elevate prestazioni e soprattutto un lavoro serio e professionale per continuare ad essere tra i migliori nel mercato di riferimento.”

Francesco Guidotti, Team Manager Pramac Racing:

“Siamo estremamente soddisfatti dei prodotti che WD-40 ci mette a disposizione ormai da anni, una collaborazione con un partner prezioso per la pulizia e la manutenzione delle nostre moto chiamate ad una efficienza di altissimo livello”.

Binario porta scorrevole a scomparsa | Come sostituirlo (VIDEO)

Cambiare il binario porta scorrevole non è difficile, in poche mosse è possibile sostituire la vecchia guida di scorrimento per un’apertura e chiusura più dolce e silenziosa

Anche le porte a scomparsa sentono lo scorrere del tempo. Come tutti gli oggetti infatti anche il binario porta scorrevole è soggetto a usura e il movimento della porta con il tempo potrebbe non essere più fluido come una volta. Basti pensare a quante volte si apre e si richiude una porta nell’arco di una giornata e moltiplicare questo movimento per esempio per 10, 20 oppure 30 anni. 

Il tempo fa si che la porta a scorrimento fatichi a passare sul binario, incontrando attriti e provocando fastidiosi rumori. In questi casi la sostituzione della guida diventa necessaria, ma per farlo è indispensabile la presenza di un binario estraibile, progettato appositamente per tale scopo.

La prima azienda a pensare a una soluzione del problema della manutenzione e dell’usura delle guide per porte scorrevoli è stata ECLISSE, già nel lontano 1989, quando inventò e brevettò il binario per porta scorrevole estraibile. In questo modo, anche a distanza di anni, questo componente può esser facilmente rimosso e sostituito insieme ai carrellini.

Infatti, anche se la porta scorrevole è stata installata decenni prima, le sue performance potranno essere le stesse del primo giorno, senza dover effettuare interventi invasivi sulla parete dove è stato collocato il controtelaio. 

Installazione facile e veloce

Presso i rivenditori autorizzati ECLISSE è possibile acquistare il kit di sostituzione dei binari per porte scorrevoli. Il set è composto da: un binario di scorrimento, due carrellini di scorrimento e dall’accessorio ECLISSE BIAS, il dispositivo che permette alla porta scorrevole di rallentare dolcemente in fase di chiusura.

È possibile effettuare l’operazione di sostituzione del binario per porta scorrevole anche in totale autonomia e senza opere murarie. Sono sufficienti un po’ di manualità e passione per il fai da te, o in alternativa si può chiedere l’aiuto ad un falegname. 

binario porta scorrevole

Come sostituire il binario porte scorrevoli

Rimozione del binario 

Dopo aver indossato dei guanti da lavoro, rimuovere stipiti e coprifili della porta facendo attenzione e procedendo con cautela per evitare di rompere i componenti. In questa fase può essere utile aiutarsi con un cutter o una spatola.
Una volta rimosse tutte le finiture esterne, si possono allentare i bulloni che fissano le staffe del pannello porta con una chiave inglese.
Si effettua la completa rimozione del pannello porta.
binario porta scorrevole
Con un avvitatore rimuovere infine la vite posta sul binario.
Estrarre quindi la guida di scorrimento.

Inserimento del nuovo binario

binario porta scorrevole
Inserire i carrelli di scorrimento insieme all’accessorio ECLISSE BIAS nel nuovo binario. Il binario porta scorrevole si inserisce con un sistema a baionetta per cui sarà necessario spingerlo prima verso l’alto e poi farlo scorrevole nel lato verso il controtelaio.
Fissare le viti, riposizionare tutti gli elementi di finitura precedentemente rimossi e fissarli definitivamente con del silicone.