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Come costruire un biliardo fai da te | Progetti dettagliati

Un robusto ed elegante tavolo da biliardo che serve a due piacevoli scopi: mangiare in compagnia ed impegnarsi nei filotti e nelle carambole

Perché mai si dovrebbe capire come costruire un biliardo? Innanzitutto perché il biliardo è uno dei giochi più appassionanti che mette in gara occhio, delicatezza e precisione di tiro e calcoli di geometria piana e di fisica dinamica e poi…  grazie al tavolo da biliardo fai da te, a fine partita, nulla di meglio di un pranzo in compagnia degli amici.

Un nostro lettore ha realizzato un tavolo fai da te a doppio uso che soddisfa entrambi i desideri dimostrando che la buona volontà, aiutata da una buona attrezzatura e da molta abilità manuale, non si ferma davanti a nessun ostacolo.

Pronti? ecco come costruire un biliardo!

Come costruire un biliardo – Il progetto

progetto biliardo fai da te

Come costruire un biliardo

Il biliardo fai da te realizzato da Angelo Del Romano e da suo padre non ha le misure biliardo regolamentari che sarebbero state eccessive per un tavolo da pranzo, ma col suo piano di gioco di un metro per due che ne mantiene le proporzioni di larghezza e lunghezza permette di allenarsi con biglie e stecche per poi sfoggiare sui biliardi ufficiali l’abilità maturata fra le pareti domestiche.

Il piano di gioco del biliardo da tavolo è in MDF da 19 mm, mantenuto rigido e piano dalla sottostante armatura metallica in angolare 40×40 mm e tubo quadro 20×30 mm, avvitata al telaio. Il piano da pranzo, invece, è formato da due specchi di 1245×1115 mm di tamburato con armatura di listelli di pino, imbottitura in nido d’ape e cornici di noce.

Nel costruire biliardo, sei spine che escono dall’uno ed entrano nell’altro rendono solidali i due leggeri semipiani lasciandoli smontabili. Per la realizzazione del supporto non si è lesinato sulla qualità del materiale.

tamburato tavolo
Il piano aggiuntivo, che trasforma in tavolo il biliardo, è costituito da due metà in tamburato rivestito.
Le buche negli angoli ed al centro delle sponde lunghe si aprono con il seghetto alternativo, inclinandolo per facilitare il passaggio delle biglie.

Le quattro gambe

Sono listelli di quercia 70x70x780 mm rivestiti di tavolette di noce elegantemente fresate. Per la regolazione fine dell’altezza e la messa in bolla del tavolo, sotto ogni gamba è fissato un piedino a vite (tornito dal bronzo pieno) il cui gambo gira in una bussola filettata avvitata sotto la gamba in un foro aperto con la sega a tazza.

Gli elementi del fascione sono tavole di mogano massiccio sezione 30×145 mm. Uguali per sezione e materiale sono le tavole che bordano superiormente il biliardo e che negli angoli si incastrano in quadrati di ulivo di 30x145x145 mm. Per collegare le gambe ai fascioni e le tavole ai quadrati si è usato il sistema dei tenoni riportati, tavolette di 16x80x100 mm, aprendo le relative mortase tanto nelle sommità delle gambe quanto nei capi delle otto tavole di mogano e dei quadrati di ulivo.

giunti lamello
I lati dei semipiani aggiuntivi si bordano con listelli di noce, fissati con tasselli piatti lamello
…facili da piazzare con il comodo accessorio da montare sulla smerigliatrice angolare.
L’applicazione del panno verde è uno dei punti più delicati perché il telo deve risultare perfettamente teso e privo di pieghe.
Il piano, incastrato sotto le sponde, viene tenuto in posizione da sei tubi quadri trasversali e da due longheroni di angolare avvitati contro i fascioni del supporto.

Le sponde di rimbalzo

Le sponde di rimbalzo del tavolo biliardo vengono sagomate da travetti contro cui è incollata una tavola di riscontro, bordate con la guarnizione di gomma e ricoperte di panno verde per biliardo. Viti che attraversano la cornice superiore ed entrano in bussole a doppio filetto incastrate nel corpo delle sponde bloccano saldamente i pezzi.

Il riscontro sporgente dalle sponde si avvita dall’interno ai fascioni del tavolo.

La testa delle viti, incassate sotto filo piano in fori ciechi Ø 16 mm, viene coperta da dischetti di ulivo poi piallati e levigati a filo. Nella cornice si aprono i fori per le buche e vi si applicano i bicchieri di plastica (questi, come il panno, le biglie, le stecche ecc si acquistano dove si vendono gli accessori per biliardo).

Il piano

Si capovolge il telaio e vi si inserisce il piano di MDF, già aperto dalle buche e rivestito di panno. Il piano si blocca in posizione avvitando ai fascioni l’armatura metallica di cui si è detto prima. La raccolta delle biglie è delegata a due condotti, amovibili per permettere l’uso del tavolo per pranzare, di tubi di PVC arancione Ø 82 mm raccordati alle buche da due curve negli angoli e da una T al centro. L’intera conduttura è ricoperta da tavolette di tranciato di mogano ed è appesa sotto il piano con catenelle. Un’accurata finitura, che mette in luce i caldi colori e le belle venature del legno, completa l’opera.

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biliardo fai da te
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Resilienza con detrazioni al 90/65%

Tratto da “Rifare Casa n.66 – Novembre/Dicembre 2019″

Autore: Nicla de Carolis

Si parla spesso di resilienza, letteralmente la capacità di un materiale di assorbire un urto senza rompersi, ma questo concetto è stato preso in prestito in altri ambiti del sapere quali la psicologia che lo utilizza per definire la capacità di un individuo di affrontare e superare un evento traumatico o un periodo di difficoltà, difendendosi con determinati comportamenti e “autoriparandosi”, riorganizzando positivamente la propria vita. E poi viene usato anche dall’ecologia: a tal proposito è da segnalare il progetto Città Resilienti, a cui hanno aderito in Italia Milano e Roma, che si inserisce, però, in una più ampia rete internazionale. Si tratta del network 100 Resilient Cities, città europee, statunitensi, africane, sud americane e di altri Stati, costituitosi con l’obiettivo di rafforzare la “resilienza” delle città che vi aderiscono, ovvero di aumentare la loro capacità di affrontare le principali sfide ambientali, sintetizzabili in tre punti principali: aumentare le aree verdi, ridurre il consumo delle risorse e riprogettare gli spazi, dando risposta anche ai problemi sociali ed economici dei cittadini attraverso lo sviluppo di strategie condivise. Città che resistono, sopravvivono, si adattano e crescono a prescindere dagli stress cronici come la scarsa qualità dell’aria, la carenza di alloggi, la disoccupazione, i trasporti non efficienti ecc e dagli shock acuti, disastri ambientali come le alluvioni, gli incendi,
il terrorismo ecc.

Siamo quindi ridotti a “resistere” ai danni del progresso che, insieme a tante innovazioni positive, abbiamo generato, allontanandoci sempre più dall’idilliaco modello rinascimentale della città ideale, realizzato da Federico da Montefeltro, nella seconda metà del 1400, con l’edificazione di Urbino. Questa città ideale, pensata per conciliare tessuto urbano e natura, “una città colta e felice che asseconda le forme del territorio su cui sorge”, ancor oggi apprezzabile nella sua dimensione, è lontanissima dalle megalopoli inquinate, con un traffico insostenibile, dove povertà e delinquenza crescono in maniera esponenziale. Da un rapporto ONU del 2016, il 50% della popolazione mondiale vive nei centri urbani che occupano in realtà solo il 3% della superficie terrestre ma che consumano oltre il 75% delle risorse e producono il 50% delle emissioni gas clima alteranti. E la tendenza è in aumento, nel giro di qualche decennio ci saranno città con 50 milioni di abitanti.

Per fortuna, oltre ad avere il privilegio di vivere in un Paese ricco di bellezze artistiche e paesaggistiche, di storia, tradizione, cultura e infinite altre eccellenze, sembra imbrobabile pensare alla futura eventualità di città così grandi qui da noi.
E, a proposito di resilienza dei centri urbani, come privati cittadini uno dei contribuiti più semplici e utili che possiamo dare all’ambiente è il cappotto termico esterno degli edifici: consente di ridurre i consumi energetici, l’inquinamento e il surriscaldamento. La detrazione fiscale del 90% sul rifacimento delle facciate (intonacatura, verniciatura, rifacimento di ringhiere, decorazioni, marmi di facciata, balconi, ma anche impianti di illuminazione, pluviali, cavi che portano il segnale televisivo ecc) previsto dalla legge di bilancio 2020, non ancora del tutto approvata al momento in cui andiamo in stampa, che, se come pare, si potrà sommare al 65% per l’ecobonus, l’efficientamento energetico che ovviamente contempla il cappotto termico, potrà essere una motivazione in più per mettere in pratica un’azione che contribuisca alla resilienza della città e a migliorare il nostro benessere.

Profilatrice Montolit per materiali lapidei | Modello TOProfile

La profilatrice Montolit TOProfile ha una fresa in dotazione per fare i jolly sulle piastrelle di grès porcellanato e altri materiali; montando altre frese si fanno smussi di tanti altri tipi

Oltre al taglio, la lavorazione più frequente da effettuare durante la posa di un rivestimento lapideo è la realizzazione dei jolly, uno smusso a 45° che si deve fare su uno o più bordi delle piastrelle per abbinarle in modo perfetto lungo gli spigoli.

La profilatrice Montolit TOProfile è uno strumento professionale, ma fa risparmiare tanto tempo e denaro a chiunque sia costretto ad acquistare numerosi pezzi speciali per completare la posa del rivestimento di un bagno, una cucina o, perché no, un’ampia superficie esterna con gradini e sporgenze, elementi architettonici che solitamente richiedono l’utilizzo dei pezzi jolly o altre lavorazioni di fresatura per ottenere un risultato estetico soddisfacente.

La macchina è una specie di smerigliatrice angolare fissata all’interno di un robusto scudo protettivo e di sostegno che contiene il sistema di guida sul bordo della piastrella.

Tutte le regolazioni sono già effettuate dalla casa madre e non è necessario modificare alcun parametro. L’unica cosa che si può fare è, a seconda delle esigenze, sostituire la fresa per montarne una che esegua un altro profilo, per esempio uno smusso tondo oppure un bisello. Montolit

TOProfile costa euro 636,00.

Frese per tutte le esigenze

La fresa in dotazione serve per effettuare jolly a 45° su piastrelle di spessore sino a 15 mm; per piastrelle molto sottili (sino a 6 mm) e delicate c’è la fresa opzionale FPE15TPGF. Per sagomare invece il bordo superiore delle piastrelle ci sono altre frese che possono fare smussi tondi da 3, 5 o 10 mm di raggio, oppure biselli a 45° di altezza 3 oppure 5 mm.

Profilatrice Montolit per utilizzo immediato

profilatrice Montolit TOProfile
Nella confezione la macchina è montata e regolata dalla casa madre; in dotazione c’è la borsa morbida per il trasporto e la chiave per sostituire la fresa diamantata.
teflon
Vista sotto, si rendono evidenti le due superfici d’appoggio e scivolamento in teflon, che permettono di trascinare la macchina sulle piastrelle senza rovinarle.
profilatrice Montolit TOProfile
Per il cambio della fresa va premuto il pulsante di blocco dell’albero, presente sulla testa della macchina…
svitare ghiera
…quindi si svita la ghiera con la chiave fornita in dotazione.
aspiratore
La profilatrice Montolit deve lavorare con l’aspirazione inserita; c’è un apposito attacco rapido per inserire e bloccare nella corretta posizione il tubo di un aspiratore da cantiere.
aspiratore
Se l’aspiratore ha la presa di corrente per gli elettroutensili, si approfitta di questa per collegare la profilatrice: in questo modo, alla messa in moto automaticamente si avvia anche l’aspiratore.
piastrelle
Le piastrelle vanno fissate su un piano di lavoro, mantenendo il bordo da lavorare sporgente dalla superficie. Il supporto deve essere stabile e fermo sulle gambe; in tal modo si porta con sicurezza e senza indugi la profilatrice dal bordo d’attacco, a sinistra, a quello di uscita a destra.

Sedie decorate a mano in stile moderno | Realizzazione fai da te

Tre idee diverse per sedie decorate a decoupage, dall’aspetto moderno e intrigante; usiamo uno scampolo di stoffa, della carta da rifascio in stile giapponese e un poster

Si possono ottenere sedie decorate a decoupage utilizzando sedute in materiale rigido e compatto, rivestendole con uno scampolo di stoffa o carta da rifascio.

È un’operazione veloce ed economica, oltre che alla portata di tutti. In meno di due ore, al netto del tempo necessario per consentire alla colla di fare presa, si può ottenere un oggetto unico e assolutamente in tono con gli altri complementi tessili presenti nella stanza.

Sedia decorata con stoffa

La sedia in questione è il modello Martin di Ikea, con il sedile in un pezzo unico che incorpora anche lo schienale, realizzato in multistrato laminato, ma potrebbe comunque essere in polipropilene e avere lo schienale separato dal sedile; la stoffa va tagliata con un’abbondanza di 5-10 cm lungo tutto il perimetro e va rifilata dopo che la colla ha fatto presa. 

Volendo, è anche possibile utilizzare rivestimenti differenti per l’interno e per l’esterno, purché coordinati; l’importante è curare la distribuzione uniforme della colla, soprattutto lungo il perimetro, ed evitare che si formino grinze.

Il distanziometro laser Zamo III munito di supporto a rotella è lo strumento più preciso per misurare lo sviluppo della superficie da rivestire: Ideale in presenza di curve o superfici irregolari, effettua misurazioni da 1 millimetro fino a 20 metri semplicemente facendo scorrere la rotella come quando si taglia la pizza: il valore viene istantaneamente visualizzato sul display retroilluminato e può essere memorizzato. 

Supercompatto, tascabile con un solo tasto per accendere e spegnere, funziona con due batterie da 1,5 volt e può essere corredato da adattatore a rotella come in questo caso oppure a nastro, anche per superfici irregolari e a linea, con proiezione di laser visibile fino a 5 metri.

Vediamo ora nel dettaglio come realizzare tre diversi tipi di sedie decorate.

Occorrente

Per ottenere sedie decorate con la stoffa occorrono:

  • Sedia con struttura dura
  • Stoffa di due colori diversi, non elastica, taglio a seconda delle dimensioni della sedia
  • Colla vinilica o colla da decoupage 
  • Bosch Zamo III misuratore con adattatore a rotella
  • Forbici da tessuto
  • Pennello misura 30 o 50 mm
  • Taglierino da bricolage 
occorrente

Opzionali: tampone manuale da carteggiatura e carta abrasiva con grana 120

Procedimento

Bosch Zamo III
Per rivestire il sedile è necessario smontare il telaio metallico che costituisce la struttura della sedia: un’operazione che si può rendere ancor più facile e rapida utilizzando il cacciavite a batteria Ixo. Un po’ meno semplice, con strumenti tradizionali, è misurare correttamente lo sviluppo del sedile per tagliare di conseguenza la pezza di stoffa per rivestirlo, ma con il misuratore Bosch Zamo III munito di adattatore a rotella è impossibile commettere errori.
colla per découpage
Tagliata la stoffa, bisogna valutare se sia preferibile iniziare la posa da un’estremità o al centro, in base alla forma della sedia, per evitare pieghe indesiderate, facendo una prova a secco. Poi si stende sul lato esterno della sedia una generosa mano di colla per découpage, acquistata pronta o preparata diluendo la colla vinilica, e si inizia l’incollaggio nel punto predeterminato. Attenzione a procedere per gradi, facendo aderire la stoffa un poco alla volta.
decorazioni sedie
Dopo aver rivestito sia l’interno sia l’esterno della seduta, si stende uno strato di colla anche sulla stoffa: in questo modo il rivestimento acquista resistenza e viene reso meno sensibile a macchiarsi. L’aspetto lattiginoso della colla svanisce con l’asciugatura.
sedie decorate con stoffa
Il giorno successivo si può effettuare il taglio della stoffa in eccesso con un taglierino ben affilato fatto scorrere lungo i bordi; al termine, eventuali minime sfrangiature si eliminano con un tampone abrasivo a grana media (120-180).

Sedie decorate in stile giapponese

Si può optare per vecchie sedie decorate a decoupage; ma scegliamo di farlo con creatività.

In questo progetto un’originale versione di carta per découpage, che riproduce ideogrammi e delicati disegni giapponesi, ci permette di effettuare una trasformazione veramente speciale.

Una vecchia sedia, parecchio demodé, diventa un pezzo unico e si propone come centro di interesse in un arredo moderno non convenzionale.

sedie decorate a decoupage
Sedie decorate a decoupage in stile giapponese

Occorrente

occorrente

Per decorare sedie di legno in stile giapponese con la tecnica découpage occorrono:

  • alcuni fogli di carta giapponese per découpage;
  • colla vinilica;
  • spugna;
  • forbici;
  • vernice protettiva per découpage;
  • pennelli. 

Procedimento

Le parti grezze della sedia vengono prima carteggiate e quindi smaltate per impedire che eventuali imperfezioni della struttura vengano evidenziate dall’incollaggio della carta.
colla vinilica diluita
Stendiamo la colla vinilica diluita in acqua (2:1) su tutta la superficie dello schienale.
spugna umida
Mentre applichiamo la carta, si fa passare delicatamente una spugna umida per eliminare le bolle d’aria.
decorazioni sedie
La colla vinilica diluita va stesa anche sulla superficie della carta per migliorarne l’adesione.
sedie decorate in stile giapponese
Completiamo il rivestimento coprendo anche i montanti, le gambe e i poggiapiedi. Quando tutta la struttura è rivestita e la colla vinilica asciutta, si stendono due o più mani di vernice lasciando trascorrere un paio di ore tra le due mani.

Sedie decoupage con fumetti

La terribile ragazzina punk “Emily the strange” e una scarpa rossa privata del tacco sono gli elementi che stravolgono una tranquilla e classica sedia da vecchia osteria, conferendole un aspetto un po’ inquietante.

sedie decorate a decoupage

Emily, personaggio di controcultura creato nel 1991 da Rob Reger per la sua azienda di abbigliamento, è la protagonista di un fumetto e rappresenta la caricatura di una ragazzina gotica di 13 anni. Qui diventa la protagonista di sedie decorate.

Occorrente

occorrente

Per sedie decorate con questo stile occorrono:

  • sedia di legno;
  • scarpa rossa con tacco;
  • poster di “Emily the strange”;
  • carta a scacchi;
  • carta vetrata;
  • pennelli;
  • primer;
  • smalto lucido nero;
  • colla vinilica;
  • vernice da découpage;
  • colore acrilico rosso.

Procedimento

carta vetrata
Puliamo accuratamente la sedia e, con la carta vetrata a grana media, togliamo ogni residuo della precedente verniciatura.
primer bianco
Applichiamo su tutta la superficie della sedia una mano di primer bianco all’acqua per renderla più idonea alla smaltatura.
lucido nero
Una volta asciutta, dipingiamo tutta la sedia con uno smalto lucido nero all’acqua, passando se necessario una seconda mano.
decorazioni sedie
Con la tecnica del découpage applichiamo sulla seduta un poster di Emily, spennellandolo con colla vinilica.
sedie decorate in stile punk
Dopo aver decorato lo schienale con una striscia di carta a scacchi, rifiniamo il lavoro asciutto con la vernice da découpage.

Batterie Power X-Change Einhell per pompa autoadescante e compressore

Per certe tipologie di utensili l’alimentazione a batteria è sempre stata una chimera: non è più così grazie alle batterie Power X-Change di Einhell

Per le attività fai da te, in laboratorio o giardino, l’utilizzo di utensili alimentati a batteria o a scoppio è sempre più diffuso e consolidato, tanto che ormai difficilmente capita di prendere in considerazione l’acquisto di utensili alimentati a filo (se non per esigenze specifiche).

Questa tendenza non sta interessando macchine di un certo tipo (compressori di potenza, pompe a elevata prevalenza ecc), per le quali l’alimentazione a batteria non è mai stata studiata o addirittura immaginata… fino a oggi.

Eh già, perché Einhell, che negli anni ci ha abituato a innovazione e attenzione per l’utilizzatore finale, ha introdotto due importanti novità che stravolgono il trend, portando a un nuovo livello l’utilizzo delle batterie Power X-Change.

Due nuove macchine, la pompa autoadescante AQUINNA e il compressore ibrido TE-AC 36/6/8 Li OF sono oggi disponibili con alimentazione a batteria da 18 V (due batterie per macchina, non incluse), allargando così ulteriormente il panorama di utensili del sistema Power X-Change e decretando la sempre più vicina fine dell’era degli utensili a filo.

Le batterie Power X-Change non te l’aspetti…

La pompa autoadescante AQUINNA (1) e il compressore TE-AC 36/6/8 Li OF (2) sono alimentati da due batterie Power X-Change da 18 V (3) da acquistare separatamente.

Compressore TE-AC 36/6/8 Li OF a batteria

Il TE-AC 36/6/8 Li OF è un compressore senza filo alimentato dalle batterie Power X-Change; è dotato di un serbatoio da 6 litri e motore con funzionamento senza olio, fattore che riduce drasticamente la manutenzione.

Molte applicazioni fino a 8 bar possono essere impostate usando il regolatore di pressione. Ergonomico grazie alla maniglia in neoprene, al design e alle gambe che assorbono le vibrazioni.

Per una pressione di esercizio controllata sono presenti un manometro e un raccordo a rilascio rapido.

batterie Power X-Change
Per l’alimentazione sono necessarie due batterie Power X-Change da 18 V (non fornite nel set), che si inseriscono negli alloggi posti nel retro del compressore.
La velocità del motore è di 16.000 giri/min con una capacità di aspirazione di 130 litri/min. La pressione massima di esercizio è di 8 bar.
Il set comprende una pistola ad aria compressa dotata di manometro, set di adattatori da 8 pezzi e tubo in tessuto rigido da 2,5 metri.

Pompa autoadescante a batteria AQUINNA

La pompa autoadescante a batteria Einhell AQUINNA è ideale per l’utilizzo con acqua piovana, acqua da pozzi e cisterne per l’irrigazione domestica. Con una prevalenza massima fino a 26 metri e una portata di 3.000 litri l’ora, la pompa da giardino AQUINNA ha elevata potenza.

L’interruttore eco a due posizioni permette di impostare correttamente la potenza: in modalità di risparmio di energia, con pressione di mandata inferiore, oppure a totale potenza; la protezione termica (interruttore termostatico) protegge il motore dal surriscaldamento.

batterie Power X-Change
Grazie al pratico carter paraspruzzi le batterie Power X-Change da 18 V (da acquistare a parte) sono completamente protette durante il lavoro.
La pompa da giardino senza filo può essere trasportata rapidamente ovunque sia necessario grazie alla pratica maniglia per il trasporto.
La pompa dispone di vite di immissione dell’acqua e di vite di scarico dell’acqua che previene i danni provocati dal congelamento nella stagione fredda.

Placca Pucci Sfioro | Lo scarico che si accarezza

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Grazie all’adozione di due sensori, basta accarezzare la placca sfioro in corrispondenza del comando per lo scarico parziale o totale dello sciacquone, senza alcuna pressione: le luci a led incorporate si accendono e si attiva la pulizia del wc

placca sfioroNei bagni contemporanei il design e la tecnologia lavorano al servizio del benessere su tutti i fronti, anche un gesto banale come quello di azionare lo scarico del WC può essere fatto in modo “emozionale”: è sufficiente che l’azione si possa compiere con leggerezza, senza una vera e propria pressione su un tasto che non c’è, esattamente come si fa con lo schermo di uno smartphone.

Nella nuova placca Sfioro anche il materiale con cui si entra in contatto, un vetro perfettamente liscio e sottile, contribuisce a esaltare questa sensazione e l’esecuzione dello scarico parziale o totale è accompagnata da un segnale luminoso discreto che continua a pulsare finché l’acqua non ha nuovamente riempito la cassetta; tutto si svolge nel totale minimalismo.

Installazione semplice

Anche le modalità d’installazione sono ridotte all’essenziale: Sfioro si installa in modo semplice e veloce tramite l’innovativo sistema di aggancio diretto allo sportello, già sperimentato con successo dalle placche Pucci di ultima generazione. Nella parte posteriore, la placca è munita di “mollette” che permettono un aggancio immediato e perfetto allo sportello. Con la dima si regolano le viti portaplacca dello sportello, poi basta un movimento dall’alto verso il basso per applicare la placca a pressione sullo sportello.  Le placche Sfioro sono compatibili con le cassette a incasso Pucci Eco® con doppio pulsante di scarico: sono realizzate in polietilene, hanno uno spessore di 7,5 cm e vengono fornite con rubinetto di arresto da 1/2”, supporto rete portaintonaco, staffe di sostegno, tubo di risciacquo 35×11 cm regolabile in altezza, rosone eccentrico Ø 22 mm. Le versioni disponibili sono con scarico da 9 e 6 litri oppure 4 e 3 litri; rispetto ai tradizionali sistemi di risciacquo, permettono un risparmio idrico fino al 47,5%. Pucciplast

Design che veste la tecnologia

pucci eco

La nuova placca Sfioro è in vetro di alta qualità nei colori bianco, verde e nero: misura 280×180 mm e al centro incorpora due segmenti che, quando vengono sfiorati in base alla quantità di acqua da scaricare (9 o 6 litri a sinistra, 4 o 3 litri a destra, a seconda della cassetta montata) si illuminano e la luce a led continua a pulsare fino a riempimento della cassetta. Richiede un collegamento alla rete, viene fornita con alimentatore da incasso e relativa guaina per il passaggio dei cavi.

Impermeabilizzanti per terrazzi | Come risolvere le infiltrazioni

L’efficacia dei moderni impermeabilizzanti per terrazzi supera di gran lunga i metodi del passato: anche situazioni che in apparenza sembrano senza via d’uscita vengono risolte in breve tempo e in modo definitivo

Balconi e terrazze sono spesso fonti di infiltrazioni dovute a un’impermeabilizzazione inefficace: i sistemi cementizi tradizionali prevedono la predisposizione di uno strato impermeabilizzante sotto il massetto e risvoltato sui parapetti, un metodo che assicura la tenuta all’acqua, ma che permette al massetto di rimanere a lungo impregnato delle acque meteoriche e, con l’alternarsi delle condizioni ambientali (gelo, umidità ecc), si arriva al distacco delle piastrelle. Oggi esistono soluzioni impermeabilizzanti per terrazzi ben più efficaci, ma non sempre vengono proposte dalle imprese, titubanti nello sperimentare sistemi innovativi. 

Con metodi tradizionali può capitare di affrontare più  volte il risanamento di una terrazza, per problemi di infiltrazioni nei locali sottostanti, ma l’inconveniente continua a riproporsi a distanza di tempo.

Un sistema risolutivo, infatti, deve essere in grado di resistere al carico permanente del rivestimento e assorbire le tensioni che si verificano a seguito di bruschi cambiamenti climatici, ovvero risultare elastico e flessibile. Fra le soluzioni più efficaci ci sono quelle basate su malte mono o bicomponente che vengono applicate allo stato liquido con l’annegamento in esse di reti d’armatura capaci di assorbire i movimenti della struttura edile.

Fondamentale è la corretta preparazione del fondo, a seconda delle condizioni in cui si trova e dei materiali di cui è costituito. Un’accurata pulizia con sgrassaggio e la rimozione di qualsiasi parte in distacco sono operazioni imprescindibili. Può essere necessaria (quasi sempre è consigliata) la stesura di un primer che predisponga la superficie al miglior aggrappaggio possibile.

Nei casi in cui ci siano da sistemare avvallamenti e buche o da impostare le corrette pendenze, ovviamente va fatto con prodotti specifici prima di procedere con l’impermeabilizzazione.

Nella scelta dei prodotti impermeabilizzanti per balconi hanno un ruolo importante lo spessore ridotto e la velocità di esecuzione, che le malte bicomponenti garantiscono.

Prodotti impermeabilizzanti per terrazzi

Procedimento a freddo

Il sistema di impermeabilizzazione Triflex BWS è composto da prodotti in grado di garantire resistenza alle sollecitazioni meccaniche, agli alcali, ad agenti chimici e atmosferici e all’idrolisi.

Triflex BWS

L’intero procedimento si esegue a freddo con una reazione rapida, senza bisogno di saldature neppure in corrispondenza di dettagli complessi (per esempio alzatine) e garantisce aderenza su tutta la superficie e permeabilità al vapore.

strati

L’applicazione può avvenire anche nella stagione fredda, con temperature del sottofondo fino a 0 °C. Triflex

impermeabilizzare terrazzi

Malta cementizia bicomponente

Per l’impermeabilizzazione di terrazzi e balconi assicura buoni risultati Mapelastic Turbo, una malta cementizia bicomponente a rapido asciugamento anche a basse temperature e con sottofondi non perfettamente asciutti (strutture in calcestruzzo, massetti cementizi e vecchi rivestimenti).

impermeabilizzanti per terrazzi mapei Mapelastic Turbo

L’impasto ha consistenza fluida e si applica con uno spessore minimo di 2 mm in due mani con interposta armatura; è disponibile in kit da 36 kg (sacco da 20 più tanica da 16 kg) oppure da 18 kg. Mapei

impermeabilizzanti liquidi

Come applicare i prodotti

Vediamo ora come applicare gli impermeabilizzanti per terrazze.

Primer, rete armata e resina

rifacimento strato a basso spessore di malta
In primo luogo è necessario il rifacimento dello strato a basso spessore di malta (caldana) per regolarizzare la superficie e ripristinare le pendenze; per eseguire un’asciugatura forzata si possono adottare mezzi di riscaldamento della superficie.
impermeabilizzanti per terrazzi primer Cryl 276
Si stende il primer Cryl 276 e si effettua la stuccatura dei giunti di costruzione dei parapetti perimetrali.
impermeabilizzazione localizzata
Si procede quindi all’impermeabilizzazione localizzata di parapetti e bocchettoni di scarico, curando in modo particolare le zone di giunzione tra diverse parti della costruzione esistente in muratura.
impermeabilizzazione balcone
Si procede a estendere i prodotti impermeabilizzanti all’intera superficie piana, seguendo scrupolosamente le indicazioni di posa della ditta produttrice, con i prodotti specifici che sono resine bicomponenti a base di polimetilmetacrilato da stendere previa armatura con tessuto non tessuto.
terrazza impermeabilizzata
In questo caso i parapetti sono stati successivamente colorati; zoccolini e soletta hanno subito la quarzatura con cristalli di granulometria 0,7-1,2 mm, sparsi su fresco fino a rifiuto e provvedendo a rimuovere l’eccesso dopo l’indurimento. Conclude l’intervento la posa del rivestimento in pietra su colla minerale che, grazie ai tempi di asciugatura molto rapidi del sistema Triflex BWS, può essere eseguita nella stessa giornata di posa dell’impermeabilizzazione.

Nastro, rete e impermeabilizzanti

prodotto adesivo
Per applicare la banda atta a sigillare gli angoli lungo il perimetro della terrazza, si stende a pennello il prodotto adesivo specifico.
 fascia MapeBand
Si srotola la fascia MapeBand e si adagia pressandola nell’angolo fra pavimento e parete, facendola aderire bene.
MapeBand prodotto adesivo
Si ripassa su MapeBand il prodotto adesivo, sempre con pennello, raccordandolo anche un po’ sulla superficie della parete.
impermeabilizzanti per terrazzi Mapelastic Turbo
Mapelastic Turbo si prepara mettendo il componente B (liquido) dentro un recipiente pulito; si aggiunge lentamente, sotto agitazione meccanica, il componente A (polvere) e si mescola accuratamente per qualche minuto. Si rovescia quindi sul pavimento e si stende con una spatola.
MapeNet 150
La rete MapeNet 150 va stesa sulla malta impermeabilizzante appena messa…
impermeabilizzanti per terrazzi
…e va annegata con la spatola.
Mapelastic Turbo
Dopo 24 ore si tira un secondo sottile strato di Mapelastic Turbo.
posa pavimentazione
Una volta completamente essiccato il prodotto, si può procedere con la posa della pavimentazione nelle modalità convenzionali: stesura della colla per piastrelle, posa e successiva stuccatura delle fughe.

Brico io apre a Treviglio (BG)

1.500 metri quadrati in Largo Lamarmora, negli ex spazi “Foro Boario”

Brico io apre a Treviglio nella nuova area commerciale dell’ex Foro Boario, in Largo Lamarmora, angolo Viale Merisio, il 7 Novembre, in contemporanea con l’apertura di un supermercato Coop adiacente.

La settimana seguente ci sarà anche l’apertura della stazione di carburante Enercoop.

Con il nuovo Brico io di Treviglio, sono 75 i punti vendita a gestione diretta e 109 il totale punti vendita sul territorio nazionale.

Questo Negozio, di 1.450 m² completo di parcheggio con doppio accesso, da Viale Merisio e da Via Pasteur, conferma il format espositivo del “negozio di vicinato”, ormai collaudato di Brico io.

L’assortimento proposto conta oltre 25.000 articoli dedicati ai reparti tradizionali e tecnici del “fai da te”, ai reparti decorazione dedicati alla cura della casa, insieme ai corner specializzati, ormai d’obbligo.

I Reparti – Ferramenta, Utensileria elettrica e manuale, Decorazione, Scaffali, Bagno e accessori, Idraulica, Vernici e colle, piccola Edilizia, mobili in Kit, Legno, Giardinaggio e Arredo Giardino, Elettricità e Illuminazione.

I Corner – Kestile, lo shop in shop dedicato al Settore Arredo e Complementi d’arredo; L’Outlet del Kasalingo, presenta il mondo del tessile, dell’elettrodomestico, del guardaroba, della cottura e della tavola; X Auto, propone un ampio assortimento di accessori per auto, moto e bici.

I Servizi – Tintometro, duplicazione chiavi e telecomandi, punto di ritiro per il nostro shop on line, per tutti gli ordini effettuali sul sito www.bricoio.it

Il personale presente nel punto vendita è a disposizione dei clienti per fornire consigli, consulenze e preventivi gratuiti. 

Le Offerte – il volantino realizzato per l’apertura propone una serie di articoli a prezzi vantaggiosi e irripetibili.

Speciale Soci Coop – Il Brico io di Treviglio partecipa alla raccolta punti Socio Coop e tutti i mercoledì riserva ai Soci Coop un particolare sconto del 10% su tutti i loro acquisti.

Brico io, TREVIGLIO – Largo Lamarmora, angolo Viale Merisio

Orario di apertura: dal lunedì alla domenica: dalle 8.00 alle 20.00

Shou Sugi Ban | La tecnica giapponese per conservare il legno con il fuoco

Il Shou Sugi Ban è un’antica tecnica giapponese utile per rendere refrattario il legno agli agenti atmosferici, alle muffe, ai parassiti e trova oggi una nuova diffusione in tutto il mondo

Da sempre l’uomo ha avuto la necessità di prolungare la “vita” dei suoi manufatti di legno, soprattutto quelli esposti agli agenti atmosferici. A parte vari espedienti, una tecnica efficace utilizzata in molte parti del mondo e in diverse epoche è stata quella della bruciatura del legno, che ha avuto in Giappone un grandissimo sviluppo, tanto da essere applicata per molti secoli sino a circa 150 anni fa, quando i ritrovati moderni e i nuovi sistemi di costruzione l’hanno portata all’obsolescenza. Si chiama Shou Sugi Ban, che significa letteralmente “assi di cedro bruciate”; il cedro, infatti, era l’essenza presente in Giappone più utilizzata per le costruzioni prima che si sviluppasse il fenomeno dell’importazione.

tecnica Shou Sugi Ban

Il fuoco, quindi, può distruggere il legno, ma applicato con metodo, ovvero cauterizzando un sottile strato superficiale delle tavole, produce una fibra decisamente refrattaria non solo all’umidità, ma anche ai raggi UV del sole, alle muffe e a tutti i tipi di parassiti. Ecco perché il “legno bruciato” non necessariamente è sinonimo di negatività, tutt’altro: bruciare legno seguendo i passaggi previsti da questa tecnica orientale può conferirgli nuova vita.

Inoltre la carbonizzazione del legno restituisce fascino alla tramatura della superficie conferendo la tipica tonalità antracite.

Nelle isole del Sol Levante in questi ultimi anni la metodica è tornata di una certa attualità, complice anche la tendenza a riscoprire le tecniche raffinate dei nostri avi, capaci di ottenere risultati funzionali ed estetici ammirabili, senza le ripercussioni sull’ambiente che spesso hanno i sistemi moderni.

Tornata in auge in Giappone, la tecnica del Shou Sugi Ban è stata adottata anche da molti architetti e designer occidentali che l’hanno applicata nelle finiture di nuove costruzioni, ristrutturazioni e produzione di complementi d’arredo di tendenza, usando ovviamente legni delle più svariate provenienze, visto che il risultato non cambia assolutamente, sotto il profilo sia estetico, sia funzionale.

Le ragioni della creatività

I motivi per l’utilizzo di una tecnica possono essere diversi e la tecnica stessa viene spesso “addomesticata” per esprimere o interpretare meglio un certo linguaggio estetico. 

Shou Sugi Ban

Ecco che dalla semplice cauterizzazione superficiale, richiesta dal Shou Sugi Ban, si arriva agli estremi di una carbonizzazione profonda come nel caso del tavolino d’autore dove un tronco semisvuotato viene letteralmente usato da braciere preservando ad arte tre estensioni laterali che fungono da gambe.

Ma la carbonizzazione pesante colpisce il gusto dei creativi anche per il suo tipico aspetto, come dimostra quest’altro tipo di tavolo e la colorazione intensa della finitura della casa.

tavolino
finitura casa

La tecnica Shou Sugi Ban in 4 semplici passaggi

Innanzi tutto va detto che il legno da trattare deve presentarsi già nella forma di utilizzo e deve avere già le misure necessarie; se, per esempio, nel montaggio le tavole vanno accorciate, bisogna poter effettuare il trattamento anche al bordo troncato, con la medesima metodica.

carbonizzazione
Per controllare al meglio l’entità della carbonizzazione e fare in modo che sia distribuita in modo uniforme, è diffuso l’utilizzo di un cannello con bombola di gas GPL, come quelli usati per saldare le guaine bituminose in ambito edile. Il legno va annerito completamente, ma se non si desidera espressamente ottenere l’effetto “carbone”, a detta degli esperti basta un sottile strato superficiale per garantire la resistenza del legno sino a 100 anni senza ulteriori trattamenti.
spazzola
Per proseguire con la tecnica Shou Sugi Ban, lo strato in distacco della carbonizzazione va rimosso con una spazzola di ferro e poi una di saggina o plastica.
acqua corrente
Segue il lavaggio delle assi con acqua corrente, per rimuovere tutti i residui dagli anfratti.
olio naturale di finitura
Dopo la totale asciugatura all’aria, si applica olio naturale di finitura per esterni.

Applicabile anche a posteriori

cuccia cane
In casi particolari, la regola che le assi vadano trattate prima dell’assemblaggio può subire una deroga, come nel caso di questa cuccia per il cane. Ovviamente è una deroga che pone delle condizioni pesanti: il trattamento ha una valenza prettamente estetica o quasi.
trattamento di carbonizzazione
La protezione, che il trattamento di carbonizzazione mette in atto, si espleta sul piano superiore e sui bordi; la cosa è positiva, ma quando un manufatto è esposto alle ingiurie del tempo bisogna preservarlo anche in altri punti deboli che sono, per esempio, le linee di affiancamento fra le tavole e la faccia inferiore del tetto, dove l’acqua che scende sul bordo finisce per colare copiosa.
Shou Sugi Ban
Il trattamento di questa superficie è eseguito esattamente come richiesto dalla tecnica Shou Sugi Ban: si annerisce il legno con la fiamma viva sino a ottenere una tonalità nera uniforme.
raschiare il legno
Si raschia il legno prima con una spazzola metallica e poi con quella più morbida per rimuovere lo strato carbonizzato in distacco.
olio di finitura
Si lava abbondantemente con acqua la superficie trattata, la si lascia asciugare completamente e si stende olio naturale di finitura per esterni. L’olio può essere applicato a pennello o a tampone; in tutti i casi al termine è bene tirarlo con un panno pulito, per rimuovere l’eventuale eccedenza e distribuirlo nel modo più uniforme possibile.

Va detto che l’applicazione dell’olio, nella tecnica Shou Sugi Ban è considerata opzionale

Il legno è ritenuto già abbastanza protetto dall’avvenuta carbonizzazione, ma in questo modo la tenuta si prolunga ulteriormente.

Finitura Vulcano

Anche Riva1920, costruttore a livello industriale e internazionale di mobili in legno, che caratterizza la sua produzione dalla ricerca del design e della tradizione, specialista nel riutilizzo dei legni antichi e di recupero, ha sposato la tecnica Shou Sugi Ban, proponendo una serie di complementi d’arredo in finitura Vulcano

Questi mobili sono realizzati principalmente in cedro massello e presentano la caratteristica colorazione nero antracite che la carbonizzazione imprime all’essenza.

Al tatto la superficie risulta ruvida e zigrinata, con le venature in forte rilievo.

La finitura prevede l’impiego di oli naturali profumati.

Sgabello Shou Sugi Ban
Sgabello
Poltrona legno effetto bruciato
Poltrona
panca legno effetto bruciato Shou Sugi Ban
Panca

Impermeabilizzazione terrazzi pavimentati | Come si interviene?

Per l’impermeabilizzazione terrazzi servono prodotti specifici e altamente specializzati: ve ne presentiamo due prodotti da utilizzare in sequenza

Quando si parla di impermeabilizzazione terrazzi senza demolizione (o balconi) occorre subito fare un differenza in funzione del fatto che si tratti di terrazzi pavimentati oppure in cui la copertura dev’essere ancora realizzata (come presenza o meno di membrana impermeabilizzante costituita da guaina impermeabilizzante o guaina bituminosa)

I prodotti testati per la realizzazione di questo articolo sono particolarmente indicati per ripristinare la caratteristica impermeabilità della copertura piana, con capacità di consolidare la superficie, eliminare le infiltrazioni, anche in presenza di fessurazioni, e sviluppare un resistente strato protettivo della pavimentazione.

Nello specifico si tratta di due soluzioni per l’impermeabilizzazione terrazzi pavimentati prodotte da Fila Solutions specifiche appunto per l’impermeabilizzazione che consistono nell’applicazione di

  1. rimotore e preparatore concentrato
  2. protettivo consolidante anti-infiltrazioni

Guarda il video di applicazione prodotti per impermeabilizzare terrazzi e balconi

Come impermeabilizzare un terrazzo

Trattamento fase zero con rimotore e preparatore concentrato impermeabilizzante balconi

rimotore e preparatore concentrato

Passaggio imprescindibile per le impermeabilizzazioni e  per il trattamento efficace di balconi e terrazze è la pulizia profonda. Salvaterrazza® FaseZero è un potente sgrassante che riesce a rimuovere velocemente anche lo sporco più ostinato preparando la superficie al successivo trattamento con Salvaterrazza®. Per la sua viscosità è indicato anche per le pareti. Ideale per pietra, grès porcellanato, cotto, mattoni faccia vista, klinker, cemento.

Impermeabilizzazione terrazzi
Salvaterrazza® FaseZero è un liquido concentrato, disponibile in taniche da 1 litro oppure in canestri da 5 litri, in modo da poter disporre del quantitativo più conveniente a seconda delle dimensioni della superficie da trattare. In casi estremi il prodotto può essere usato puro, ma normalmente va diluito con acqua nel rapporto di 1:5 (una parte di prodotto e 5 di acqua).

La miscela va sparsa sulla superficie da trattare, già bagnata con acqua, e distribuita uniformemente. La resa di un litro di prodotto diluito è di circa 30 metri quadrati. Salvaterrazza® FaseZero va lasciato agire per pochissimo tempo, bastano solo 2-3 minuti.

Si passa la pavimentazione con uno spazzolone strofinandola per agevolare la rimozione dello sporco, insistendo lungo le fughe e le eventuali fessurazioni presenti. Nei punti più critici si può usare anche una spugna abrasiva. Se necessario si ripete l’operazione diminuendo la diluizione del prodotto.

Al termine si raccoglie il liquido rimasto con un aspiratore o uno straccio, quindi si può risciacquare con abbondante acqua agevolandone lo scolo nel canale di gronda con una spazzola di gomma.

Il passaggio che impermeabilizza il terrazzo o balcone

protettivo consolidante anti-infiltrazioni

Il trattamento vero e proprio di impermeabilizzazione terrazzo consiste nell’applicazione di Salvaterrazza®, un liquido protettivo consolidante anti infiltrazione a base solvente. È ideale per cotto, grès porcellanato, pietra e agglomerati, klinker e cemento; la sua azione si sviluppa tramite le proprietà penetranti e consolidanti.

Il trattamento va effettuato sulla pavimentazione perfettamente pulita e asciutta. Il prodotto è pronto all’uso e non va diluito; è disponibile in latte da 1 e da 5 litri.

Il prodotto va steso a pennello o altro applicatore (a seconda delle dimensioni della superficie) coprendo tutta l’area e insistendo in particolar modo lungo le fughe e le eventuali fessurazioni.

Entro 5 minuti dalla stesura si massaggia la superficie con un panno o carta per rimuovere l’eccesso e agevolare l’asciugatura. Solo nel caso di materiali ad alto assorbimento come arenarie, calcari, cotto e cemento, si passa una seconda mano dopo 24 ore dalla prima seguendo la stessa procedura.

Importanti vantaggi

In sole 24 ore il pavimento della terrazza ritorna a essere calpestabile, quindi si può dire che l’intero intervento, da inizio a fine, impegna la superficie per non più di 30 ore, meno di un giorno e mezzo.

Salvaterrazza® non forma pellicola e permette la traspirazione della copertura, prevenendo in questo modo la formazione di muffe e di efflorescenze.

Per contro, impedisce la percolazione dell’acqua nella superficie e nelle fessurazioni da 0,5 µm a 1 mm di larghezza, conferendo alla pavimentazione caratteristiche idrorepellenti e impermeabilizzanti.