I pannelli Isotec termoisolanti, grazie alla loro estrema versatilità, sono utilizzabili con tutte le tipologie di manto di copertura
I pannelli ISOTEC rappresentano un sistema di isolamento termico in poliuretano a elevate prestazioni, studiato per realizzare edifici ad alta efficienza energetica, garantendo un’eccellente coibentazione e ventilazione a tutto l’involucro, dalle parerti alla copertura.
La gamma propone soluzioni per l’isolamento delle coperture, per la realizzazione di facciate ventilate e risulta ideale sia per le ristrutturazioni sia per le nuove costruzioni.
Il pannello ISOTEC tetto, disponibile in vari spessorida 60 a 160 mm, è dotato di correntino inserito direttamente in produzione.
La lunghezza è 3900 mm, mentre la larghezza è disponibile in misure diverse per l’adeguamento a qualsiasi manto di copertura.
Per ogni genere di copertura
Lastre metalliche a scatto
Copertura realizzabile in vari tipi di metalli, quali alluminio, rame, zinco o altri.
La lastra può essere profilata in cantiere o consegnata già profilata e non viene forata in quanto l’ancoraggio avviene attraverso appositi morsetti o staffe fissati sul correntino di Isotec Parete.
Possibili realizzazioni anche di coperture con curve variabili.
Pendenza: a partire da 1%
Prodotto: ISOTEC PARETE
Lamiere aggraffate
Lastre metalliche di varia tipologia (acciaio, alluminio, rame, zinco), disponibili in molteplici colori, si fissano con apposite staffe al tavolato ligneo, a sua volta vincolato al correntino di Isotec Parete tramite apposite viti.
Pendenza: a partire da 5%
Prodotto: ISOTEC PARETE
Lastre metalliche grecate o ondulate
Lastre metalliche in acciaio, alluminio, rame, zinco o altri metalli, grecate o ondulate, disponibili in molteplici colori, si fissano con apposite viti direttamente al correntino dei pannelli Isotec, in corrispondenza della parte alta dell’onda o della greca.
Trattasi di alcune tipologie di tegole che, per le loro caratteristiche tecniche, risultano adatte unicamente per pendenze maggiori al 10% come da indicazione del produttore. Le tegole vengono appoggiate direttamente sul correntino del pannello Isotec.
Pendenza: a partire da 10%
Prodotto: ISOTEC, ISOTEC XL
Lastre in fibrocemento o fibro-bituminose
Lastre di copertura in vari colori, si fissano con apposite viti direttamente al correntino dei pannelli Isotec, in corrispondenza della parte alta dell’onda.
Pendenza: a partire dal 15%
Prodotto: ISOTEC o ISOTEC XL (passo allargato), ISOTEC PARETE
Tegole tradizionali
Isotec accoglie qualsiasi tipologia di tegola o coppotradizionali, siano essi in cotto, cemento, ceramica, ecc. Le tegole vengono appoggiate direttamente sul correntino dei pannelli Isotec.
Pendenza: a partire dal 30%
Prodotto: ISOTEC, ISOTEC XL
Come installare i pannelli ISOTEC
Dopo aver fissato un listone di battuta in legno, di altezza pari allo spessore del pannello, lungo tutto il perimetro della copertura, si fissa il primo panello Isotec. Questo deve esssere a passo ridotto oppure rifilato nella lunghezza per consentire alla prima fila di tegole di arrivare correttamente in gronda.
Il taglio dei pannelli isotec può essere fatto in un’unica soluzione, usando una smerigliatrice angolare con disco flessibile, oppure in due tempi, tagliando prima la parte schiumata con un segaccio a lama rigida.
I giunti laterali dei pannelli Isotec, sagomati a coda di rondine, vanno sigillati stendendo, prima dell’accostamento, un cordone di silicone monocomponente.
Dopo aver posato e fissato il pannello Isotec, si procede all’impermeabilizzazione del giunto e della testa dei fissaggi con apposita guaina di alluminio butilico. I fissaggi, di tipo adatto alla struttura del tetto, vanno distanziati fra loro di circa un metro.
Terminata la prima fila si procede con le successive usando pannelli a passo intero. La posa deve essere sfalsata (i giunti verticali di due file non devono mai corrispondere) per cui il primo pannello si taglia a metà e se ne usa un pezzo, mentre il secondo si usa nella fila successiva. Il fissaggio va fatto dopo aver ben calzato il pannello su quello sottostante, facendolo scorrere sino alla battentatura.
Al termine della fila si giunge in prossimità della chiusura laterale, dove è presente il listone di battuta in legno, alto quanto lo spessore del pannello. Lo spazio che resta fra il pannello Isotec e il listone va riempito con schiuma poliuretanica e successivamente impermeabilizzato con guaina di alluminio butilico. Al termine al listone verrà ancorata la scossalina di rame.
Seguendo la stessa procedura, fila per fila, si completa la falda, poi si passa alle altre, sino a quando tutti i pannelli Isotec hanno raggiunto il colmo del tetto. Si procede sigillando lo spazio di raccordo fra i pannelli con schiuma poliuretanica (a), riempiendo ogni cavità. Quando essiccata, si rifila la schiuma eccedente (b), quindi si impermeabilizza con guaina di alluminio butilico (c).
In prossimità del colmo, in posizione opportuna, si posiziona il correntino sagomato, fissandolo alla struttura sottostante, distanziando adeguatamente i fissaggi previsti. Questo serve per sostenere l’ultima fila di tegole. Alla parte piana del correntino si fissano le staffe di sostegno del sottocolmo (una ogni 65 cm), quindi si posa il sottocolmo inserendo le apposite alette sulla sommità delle staffe e ripiegandole per fissarlo.
Tutti i corpi emergenti dalla copertura, quali camini, abbaini, finestre da tetto ecc devono essere raccordati con il pannello Isotec mediante schiuma poliuretanica e il raccordo deve essere sigillato con guaina di alluminio butilico. Bisogna anche posizionare una “V” rovesciata a monte del corpo emergente, per deviare il flusso delle acque.
Lungo la linea di gronda si posiziona l’elemento parapasseri aerato. Lo spessore del listello parapasseri assicura la continuità di pendenza nella posa della prima fila di tegole sulla linea di gronda. L’elemento parapasseri, installato correttamente, deve presentare i pettini rivolti verso l’esterno.
La levigatrice rotorbitale Einhell TE-RS 18 Li permette di lavorare agevolmente su tutte le superfici, anche con una sola mano e si possono usare batterie 18 V da 1,5 a 5,2 ah, con diverse autonomie
Combinando il movimento orbitale con quello rotatorio, la levigatrice rotorbitale è quella che garantisce i migliori risultati sia quando serve un’asportazione consistente sia, a grana fine, quando si vuole raggiungere una finitura impeccabile. La levigatrice rotorbitale Einhell TE-RS 18 Li offre, oltre a questi vantaggi, quello di poter lavorare senza collegamento alla rete elettrica, quindi con maggiore libertà: quando è possibile, infatti, le lunghe sessioni di levigatura si svolgono in esterni, specialmente se si tratta di rinnovare serramenti e arredi che richiedono abrasivi a grana grossa per eliminare le vecchie finiture e si produce molta polvere, oppure si lavora su ferro e materiali lapidei.
Serve però un’autonomia adeguata e quella delle batterie 18 V della gamma Power X-Change di Einhell è di tutto rispetto: si va dai 27 minuti (max) di quelle da 1,5 Ah ai 70 minuti di quelle da 5,2 Ah scegliendo tra 6 differenti amperaggi utilizzabili su oltre 80 elettroutensili.
La macchina è equipaggiata con un platrorello Ø 125 mm ad attacco rapido dei fogli abrasivi e l’impugnatura antiscivolo è ben sagomata per consentire di guidare la macchina a lungo senza affaticamenti e in sicurezza.
Aspirazione integrale delle finissime polveri
Le polveri prodotte dalla levigatura possono rivelarsi nocive per la salute, soprattutto se si rimuovono tracce di vecchie vernici, ma anche per i leganti contenuti in alcuni semilavorati in legno.
Per evitare che vengano disperse e inalate la levigatrice rotorbitale Einhell TE-RS 18 Li è dotata di un sistema di aspirazione integrato con raccolta delle polveri in un contenitore posteriore; nell’utilizzo prolungato o con abrasivi aggressivi è possibile collegare un aspiratore esterno.
In ogni caso, è sempre bene indossare una mascherina.
Se si possiedono già batteria e caricatore del sistema Power X-Change la levigatrice rotorbitale Einhell TE-RS 18 può essere acquistata in versione “Solo” al prezzo di 59,95 euro.
Il selettore posto sul lato destro permette di selezionare, senza interrompere il lavoro, 6 velocità, da 7000 giri + 14000 oscillazioni/min a 11000 giri e 22000 oscillazioni.
Anche l’interruttore di accensione è in posizione comoda per essere azionato mentre si impugna la macchina.
Il cambio del disco abrasivo è rapidissimo grazie all’attacco a velcro; gli 8 fori permettono un’efficace aspirazione delle polveri anche senza il collegamento a un aspiratore esterno.
La batteria, con tre led di controllo della carica, si estrae premendo il pulsante posto nella parte posteriore e facendola scorrere all’indietro.
Camminando sulla spiaggia, ben disposti perché il mare e la sabbia ti fanno tornare nel grembo materno, non si può fare a meno di notare che le persone grasse siano più numerose di quelle in forma, ma non parlo solo dei diversamente giovani, ovvero dei vecchi, anche molti giovani, ahimè, hanno chili di troppo. Inoltre tutti, ma proprio tutti, pur essendo in costume, hanno in mano il loro smartphone.
Questa immagine mi riporta al bellissimo film di animazione, uscito nelle sale nel 2008, in cui la terra viene abbandonata dagli uomini a causa dell’eccessivo inquinamento e del continuo accumulo di rifiuti; gli uomini partono su una flotta di navi spaziali per una crociera di cinque anni con lo scopo di mettersi in salvo e sulla terra rimangono solo dei robot chiamati Wall-E (Waste Allocation Load Lifter Earth-Class), incaricati di fare pulizia per renderla nuovamente vivibile. Passano centinaia di anni ma la terra rimane inabitabile e gli uomini non riescono più a camminare, si spostano sulle corsie delle navi con carrelli velocissimi, comunicano con video/smartphone collocati all’altezza degli occhi e sono comandati da una voce che viene dall’alto e impone di uniformarsi alla moda e ai consumi del giorno.
La realtà di oggi non è ancora la distopia rappresentata nel film, l’utopia negativa che prefigura un’ipotetica società futura nella quale alcune tendenze sociali, politiche e tecnologiche sono portate al loro limite estremo, eppure i presupposti perché ciò si verifichi ci sono tutti: i rifiuti che ci assediano, il problema della vita sedentaria con conseguente aumento di peso, l’utilizzo permanente di uno smartphone, diventato ormai una protesi del nostro corpo, il condizionamento dei media, dalle reti sociali a ogni forma di comunicazione in mano ai poteri economici, che detta i comportamenti e i gusti di tutti noi.
Ma la cosa che più mi colpisce è che questi umani hanno gambe cortissime e sopratutto mani e dita piccolissime, in grado solo di digitare su una tastiera, è ovvio, la loro inattività ha determinato questa evoluzione/involuzione. Le mani di una persona, si sa, comunicano tante cose, cominciando dalla stretta di mano: c’è quella molle, terribile, la stritolatrice, quella a sandwich, con entrambe le mani e via dicendo. Questo contatto “a pelle” ci dice molto della persona che incontriamo per la prima volta e ci fa subito capire se abbiamo voglia di entrare in relazione con lei.
Parlando poi di mani “involute”, come quelle degli umani del film di cui sopra, il pensiero va subito al confronto con le belle mani del far da sé, anche se magari esteticamente possono non essere perfette: mani con pelle ispessita, con unghie non curate o con la macchia nera per un ematoma da martellata, mani comunque eleganti perché sanno muoversi con padronanza costruendo, smontando, riparando etc, guidate dalla voglia di riuscire. Mani e corpi che, grazie alla passione per il FARE, non potranno diventare quelli rappresentati nei racconti di un futuro distopico.
Le decorazioni pittoriche da esterno attribuiscono all’abitazione una particolare eleganza, soprattutto se sono intonate e coordinate allo stile, all’epoca e al colore dell’immobile.
Le decorazioni pittoriche nobilitano l’abitazione: a volte bastano eleganti foglie d’acanto per far cambiare aspetto a una casa, ma i soggetti possibili sono estremamente vari.
Fregi o stemmi, conchiglie, fiori, ma soprattutto elementi architettonici finalizzati, sia a sottolineare strutture esistenti, sia con funzione di trompe l’oeil, creando strutture inesistenti quali finestre, balconi, archi ecc.
Nota importante:
Un intervento di decorazione pittoricadovrebbe sempre tenere conto dello stile dell’abitazione su cui si interviene, in modo da non snaturarne l’aspetto.
Cosa serve per realizzare decorazioni pittoriche fai da te:
Pennelli di varie forme e dimensioni
Idropittura al quarzo per pareti, pitture silossaniche a base di silice e resine siliconiche, impermeabili all’acqua
Matita per la tracciatura delle linee di riferimento
Vediamo ora nel dettaglio come dipingere casa con decori pittorici.
Decorazioni pittoriche ad effetto bugnato e foglia d’oro
Per ottenere un effetto bugnato e non uniforme, stendiamo il colore creando dei chiaroscuri per mezzo di un pennello di grosse dimensioni (plafoncino) passato con rapidità.
Agli angoli inferiori delle finestre eseguiamo la tracciatura (con matita da muratura) per realizzare elementi come i diamanti tipici del novecento. I quattro triangoli vanno successivamente colorati.
Per ottenere l’effetto ombra due facce del diamante, quelle che ipoteticamente ricevono la luce solare (lume), vanno schiarite. Una terza rimane del colore di fondo e l’ultima viene scurita.
L’esecuzione di particolari dorati ricalca la tecnica utilizzata per l’oggettistica: per una buona adesione della foglia d’oro si stende la colla “missione” all’alcol che applichiamo con pennellino piatto.
Con una certa attenzione, facciamo aderire la foglia d’oro, stendendo le grinze con l’aiuto di un pennello asciutto. Essendo esposta agli agenti atmosferici, la doratura va protetta con vernice acrilica.
Tecnica Marmorino
La tecnica del marmorino consente di ottenere piacevoli finiture decorative lisce e compatte, dall’aspetto molto simile al marmo.
Fasce in rilievo
La bellezza di una vera fascia in rilievo nobilita qualsiasi decorazione come marcapiani, contorni di porte e finestre, riquadri per decori ecc.
Effetto spatolato
Lo spatolato è una tecnica relativamente recente per realizzare decorazioni pittoriche; dona alle pareti un aspetto “vellutato” e lucente di vario colore.
“Trompe l’oeil” è una definizione di origine francese che indica un particolare tipo di pittura, per esterni o interni, che deve letteralmente “ingannare l’occhio”
La tecnica del trompe l’oeil è utilizzata sulle facciate in cui vengono disegnate con perizia finestre finte, murature rilevate, capitelli, cornicioni, oppure addirittura ingressi inesistenti, finestre aperte, ma anche balconi, persone, statue ecc.
Questa tecnica non è semplice e bisogna affidarsi a esperti del settore per realizzare dipinti che abbiano tale effetto. Ma esiste un’alternativa pratica e alla portata di tutti: l’utilizzo dei trompe l’oeil adesivi per parete. Si tratta di particolari poster le cui immagini possono essere trasferite su parete con una semplice tecnica.
Il risultato è pari, in tutto e per tutto, a una pittura eseguita direttamente sul muro. La possibilità di scegliere tra numerosissimi soggetti ci offre una grande libertà creativa.
Occorrente
Affresco stampato su carta transfer adesivizzata, protetto con foglio di carta siliconata;
spatola, spugna, spazzola.
La superficie murale
La superficie della parete in cui intendiamo applicare l’immagine trasferibile deve essere compatta, priva di fori o crepe ed esente da umidità.
Può essere conveniente, nei giorni antecedenti l’applicazione, effettuare una buona carteggiatura seguita da tinteggiatura con idropittura traspirante.
Per i soggetti più grandi è bene suddividere la superficie in 2 o più parti prima di procedere alla bagnatura e alla rimozione della carta.
È possibile personalizzare ogni soggetto aggiungendo dei dettagli con pennello e colori o delle ombre che diano tridimensionalità al soggetto.
L’applicazione al muro del trompe l’oeil
Con i trompe l’oeil trasferibili da muro giganti otteniamo effetti di incredibile realismo. Utilizziamoli per dipingere casa in maniera originale e creare, con una semplice tecnica fai da te, un motivo divertente e originale in una parete della nostra casa.
Anche senza avere alcuna capacità grafica possiamo realizzare a parete bellissimi “trompe oeil” che vengono prodotti in fogli “trasferibili” sul muro.
I soggetti sono diversi (reperibili nei centri bricolage) ed è anche possibile farli realizzare su nostre foto o immagini. Si tratta di applicare sulla parete il maxi trasferibile e poi bagnarlo in modo da poter asportare la pellicola anteriore di protezione.
Bicicletta
Lavorando in due stendiamo il trasferibile sulla parete, facendo attenzione a non formare bolle d’aria e strapparlo. Facciamo aderire l’immagine alla parete agendo delicatamente con una spatola passata dal centro verso il bordo.
Bagniamo la spugna e inumidiamo ripetutamente e accuratamente tutta la protezione anteriore.
Al centro dell’immagine laceriamo un pezzetto di carta protettiva e la asportiamo tirandola verso l’esterno.
Procediamo delicatamente e lentamente facendo attenzione a non asportare anche il trasferibile.
Continuiamo ad asportare la protezione eventualmente inumidendola ancora se si asciuga.
Quando tutta la protezione è stata asportata si ripassa delicatamente sull’immagine con la spazzola per farla aderire. Il dipinto fai da te con trompe l’oeil è “installato”!
Statua
Definiamo con precisione la zona in cui applicare il decoro, tracciando a matita sul muro la linea di base dell’affresco con l’aiuto di una livella. La precisione in questa fase conduce a un buon risultato.
Appoggiamo al muro il foglio con l’immagine trompe l’oeil da trasferire dal lato adesivizzato e facciamolo aderire premendolo con la spatola in dotazione e asportando man mano la carta siliconata di protezione.
Con la spugna imbevuta di acqua bagniamo tutta la superficie del foglio, partendo dall’alto e soffermandoci sui bordi esterni, finché il disegno inizierà a comparire in trasparenza.
Con un cutter o con la punta delle forbici pratichiamo una piccola incisione al centro della carta e cominciamo a rimuoverla delicatamente e facendo attenzione, tirando lentamente dal centro all’esterno.
Asportiamo con cautela tutta la carta: se dovessimo incontrare una certa resistenza, bagniamola ancora con la spugna. L’immagine si trasferisce così direttamente sulla parete come se fosse dipinto.
Asportata tutta la carta, lisciamo la superficie tamponandola con la spazzola, evitando di sfregare per non rovinare il lavoro. Se in futuro volessimo eliminarlo, possiamo coprirlo con una idropittura.
Il tagliapiastrelle Montolit Brooklyn F1 permette tagli di alta precisione, rapidità e un’esecuzione senza polveri su piastrelle di varie dimensioni
Tagliare piastrelle è un’operazione che si può effettuare in diversi modi, ma la tendenza odierna all’utilizzo di formati grandi e di materiali durissimi impone l’utilizzo di strumenti che permettano un’elevata precisione e rapidità di lavorazione.
Il tagliapiastrelle Montolit Brooklyn F1 è sicuramente uno strumento professionale, ma talmente semplice da utilizzare e così efficace, che vale la pena di scoprirne le proprietà e rendersi conto dello stato dell’arte in fatto di taglio delle piastrelle, orgogliosi anche del fatto che sia un prodotto del tutto italiano.
Innanzi tutto va detto che questo tagliapiastrelle elettrico è disponibile in diverse dimensioni: quella testata in queste pagine è la più piccola, il modello F1-101 che taglia piastrelle lunghe sino a 101 cm, ma ci sono anche altri tre modelli che arrivano rispettivamente a 131, 151 e 181 cm di lunghezza di taglio. Sono tutte uguali come diametro del disco (250 mm), potenza del motore (2,2 kW) e strutturazione del supporto; cambiano soltanto le dimensioni in lunghezza del banco.
Il disco diamantato è raffreddato ad acqua, cosa che offre anche il grande vantaggio di lavorare senza il minimo sollevamento di polveri.L’ampio piano d’appoggio, la squadra di scontro e il sistema di immobilizzazione della piastrella permettono tagli di precisione assoluta.
Ruotando attorno a un perno centrale, la squadra è inclinabile, quindi si può impostare un’angolazione di taglio a piacere da 0 a 45°. Allo stesso modo, la testa della macchina si può inclinare di lato, rispetto al piano di lavoro, in un range da 0 a 45°, sicché si possono anche effettuare biselli.
La testa si può anche regolare in altezza, per far lavorare la lama sempre nel modo corretto, a prescindere dallo spessore del pezzo (da 0 a 5 cm).
Il tagliapiastrelle Montolit è ideale per il taglio e lo smusso di grès, grès porcellanato, klinker, cotto, monocottura, ceramica, cemento e materiali lapidei.
I movimenti della testa
Per immobilizzare la testa sulla barra longitudinale, utile quando si deve trasportare la macchina, si stringe l’apposita manopola.
Una vite con barra e leva sblocca la regolazione della testa, che include motore e lama, in altezza sul piano di lavoro.
Una manopola permette il movimento laterale della testa…
…in modo che la lama si possa inclinare sino a 45° rispetto alla normale posizione verticale.
Come spostarlo
Il posizionamento delle rotelle permette di movimentare la macchina senza fatica; arrivati sul posto si distendono le gambe da un lato.
Si sbloccano anche le gambe sull’altro lato, sganciando la levetta di fermo che le tiene raccolte.
Prendendola per la maniglia laterale, si solleva la macchina: le gambe vanno in posizione da sole e si bloccano.
Sulla squadra, un fermo laterale permette di fissare una misura e ripetere il medesimo taglio su diverse piastrelle.
Lo Squeeze System serve per tenere la piastrella contro la squadra, impedendole di muoversi durante il taglio.
Tagliapiastrelle ad acqua
Sotto il piano di lavoro del tagliapiastrelle Montolit Brooklyn F1 si estende la vasca che contiene 25 litri d’acqua. Il livello da raggiungere è reso evidente e non è necessario misurare la quantità che si immette. Al termine del lavoro, la vasca si svuota rimuovendo il tappo sul fondo.
Il pirografo per legno è uno strumento che consente di disegnare e scrivere sul legno per mezzo della punta metallica arroventata
Trasformare un pezzo di scarto di compensato in un quadro, impreziosire con vari disegni una cassetta di legno (tipo quelle dei vini) e ottenere un elegante cofanetto, sono alcune possibilità per prendere confidenza con il pirografo per legno.
Si tratta di un attrezzo che funziona come un saldatore: una punta metallica viene arroventata da una resistenza elettrica e permette di scrivere e disegnare sul legno lasciando una sottile bruciatura; la temperatura è regolabile tramite un potenziometro che la mantiene stabile.
La bozza va eseguita a matita o ricalcando il disegno sul legno tramite un foglio di cartacarbone (esistono anche appositi disegni per pirografo da stampare). Lo strumento può essere utilizzato su qualsiasi tipo di legno, meglio se chiaro e a fibra compatta, sui legni scuri la traccia bruciata risulta meno evidente.
A seconda dell’essenza bisogna anche imparare a trovare la giusta regolazione della temperatura.
ATTENZIONE: il pirografo per legno è uno strumento potenzialmente pericoloso, occorre fare attenzione che non venga utilizzato da bambini senza la presenza di un adulto.
Occorrente pirografia su legno
Pirografo
Punte di ricambio per pirografo
Carta carbone
Matita
Spazzola di ferro (per pulire le punte dopo l‘utilizzo)
Compasso per pirografo
Punte intercambiabili
Se il pirografo è predisposto per intercambiare le punte, si possono ottenere linee più o meno marcate con interessanti effetti di chiaroscuro che valorizzano il disegno.
Come usare il pirografo per legno
Lo stelo dei pirografi può essere impugnato come una penna. Dopo aver tracciato il disegno a matita, lo seguiamo con la punta ben arroventata, procedendo non troppo velocemente.
Le linee da pirografare ripassandole con la punta rovente possono essere tracciate seguendo appositi disegni per pirografoda stampare.
Disegni geometrici
È possibile installare il pirografo per legno su compassi speciali, che permettono di ottenere disegni con fantasie geometriche basati su motivi circolari. Possiamo, per esempio, decorare un vassoio rotondo.
Grafica varia
Si può pirografare anche a mano libera senza utilizzare necessariamente una traccia di riferimento. In questo caso, a guidare la mano, sono l’abilità, l’esperienza e il buon gusto personale.
Effetti chiaroscuro
Per realizzare sfumature e ombreggiature con il pirografo per legno possiamo praticare una tratteggiatura a righe fitte eseguite con mano leggera, mentre i contorni delle figure vanno ispessiti.
Con la fiamma
Uno dei sistemi più efficaci per mettere in risalto la venatura del legno è la leggera bruciatura superficiale, ottenuta con sabbia rovente o direttamente con la fiamma prodotta da un cannello.
Per questa operazione occorre una certa esperienza: un minimo errore in fase d’esecuzione potrebbe compromettere irrimediabilmente la superficie.
Pirografo prezzi
Un pirografo per legno può partire da un prezzo di poche decine di euro per salire significativamente quando parliamo di pirografo professionale (100-200 euro).
Grazie alla particolare forma della pagaia aleutina si possono percorrere lunghi tratti con il kayak senza affaticarsi
Le Isole Aleutine formano nel Pacifico settentrionale un arcipelago che è in parte sotto l’amministrazione dell’Alaska e in parte sotto quella della Federazione Russa. Gli abitanti, prevalentemente dediti alla pesca, utilizzavano per i loro kayak da mare (baidarka) una particolare pagaia con i cucchiai in linea, anziché a 90° come nei modelli tradizionali: questa è detta per l’appunto pagaia aleutina.
Gli appassionati conoscono bene i vantaggi delle pagaie aleutine: ha una maggior lunghezza che permette di sfruttare meglio il principio della leva, traducendolo in una maggior spinta in acqua; i cucchiai in linea evitano di dover ruotare il polso, quindi ci si affatica meno a parità di velocità di navigazione.
I prezzi di vendita oscillano fra 300 e 400 euro; ciò fa facilmente propendere per l’autocostruzione. Sono necessarie diverse ore di paziente lavoro, ma alla fine è possibile realizzare una pagaia aleutina fai da te con una spesa di circa20 euro.
Realizzazione pagaia
Il materiale di partenza è costituito da un listello di faggio 2400x30x20 mm al centro, due listelli di mogano 2000x10x20 millimetri e due listelli di abete 2000x45x20 mm, scelti anche per le diverse colorazioni.
Per incollaggi destinati all’immersione è sempre meglio ricorrere a prodotti bicomponenti oppure ad adesivi poliuretanici monocomponente formulati per l’utilizzo in ambito nautico. I listelli vanno incollati di costa e serrati tra morsetti, ripulendoli subito dalla colla in eccesso che affiora in superficie.
Sulla superficie si traccia la sagoma della pagaia e i vari segmenti, a quote precise sulla lunghezza, che determinano le misure del manico e le sezioni che permetteranno di conferire alle pale la corretta sagomatura in base al piano costruttivo.
Il profilo della pagaia aleutina si taglia grossolanamente con il seghetto alternativo, lasciando abbondante margine per affinare la sagomatura. Con un pialletto elettrico di riduce lo spessore nella parte centrale delle pale e si segue meglio il profilo esterno, poi si passa a un’asportazione meno massiccia con un surform e si completa il lavoro con carta vetrata a grana via via più fine, fino a ottenere la necessaria calibratura della pagaia.
Si conclude con la stesura di un impregnante trasparente idoneo in 4 mani; nonostante le dimensioni, il peso finale della pagaia è intorno al chilogrammo.
L’incastro a pettine (detto anche a dente e canale) è molto usato nella costruzione di cassetti al posto del più difficile, seppur più elegante e resistente, incastro a coda di rondine
L’incastro a pettine può essere realizzato con utensili manuali, ma per la semplicità che lo caratterizza rappresenta anche un’ottima occasione per fare pratica con i vari elettroutensili come la sega circolare.
Si possono realizzare incastri a pettine a tutto spessore, quando una delle tavole penetra in tutta la sua larghezza nel canale ricavato sull’altra, o a mezzo spessore. Quest’ultimo può essere a battuta, quando due tavole con un profilo a L contrapposto si devono sovrapporre, in modo da aumentare la superficie di contatto rispetto a un incollaggio a filo piano, oppure a calettatura, quando il dente ha uno spessore pari a un terzo del legno.
L’unione si effettua spalmando colla vinilica su uno dei due pezzi ed effettuando l’accoppiamento che deve essere messo in morsa per 24 ore.
Occorrente
Sega circolare da banco
Scalpelli a punta piatta
Carta vetrata
Raspa
Squadra, metro
Colla vinilica
Realizzazione incastro a pettine
Dopo aver regolato millimetricamente l’altezza della lama della sega, e quindi la profondità esatta del taglio da effettuare nella tavola, facciamo una prova su un pezzo di scarto.
Effettuiamo tutti i tagli sulla tavola da lavorare tenendola perfettamente verticale. Possiamo appoggiarla a un pezzo di scarto di spessore sufficiente a fare da squadra durante l’avanzamento del pezzo.
La misura in larghezza dei denti e dei canali deve essere estremamente precisa. Sia quando tracciamo le linee sul legno, sia quando lo tagliamo, teniamo sempre conto dello spessore della lama.
Eliminiamo le parti di legno che devono essere asportate con uno scalpello piatto, agendo da entrambe le parti. Poi squadriamo il dente con raspa e carta vetrata, fino a raggiungere la forma esatta.
Incastro rotante
La tecnica dell’incastro a pettine può essere utilizzata anche per creare unioni rotanti, per realizzare coperchi di contenitori in legno.
Sia il coperchio, sia il fianco del contenitore vanno stondati lungo un bordo.
Su questa parte si praticano gli intagli con la sega.
Si asportano le parti eccedenti in modo alternato sui due pezzi.
I due pezzi vanno posizionati e forati longitudinalmente per inserirvi un tondino che funge da cerniera.
Giovedì 19 settembre alle ore 18.00 Danilo Villa presenterà alla Casa della Cultura il suo libro dal titolo “Guida per manager disorientati. Dialogo su come fare innovazione”
Quante volte oggi capita che nelle aziende i manager si sentono sbatacchiati come dei naviganti in un mare tempestoso, in cui non si vede bene la linea dell’orizzonte e i venti mutano repentinamente.
Davanti al cambiamento epocale dettato dalla trasformazione dei settori, delle tecnologie e delle organizzazioni, i manager devono riuscire a tenere insieme l’equipaggio e tirare fuori il meglio da ognuno, per proseguire nel viaggio alla ricerca della soddisfazione del cliente.
Il volume si propone, da un lato, di delineare i possibili scenari futuri e, dall’altro, di presentare modalità e strumenti operativi, per cogliere i segnali deboli del contesto e pianificare l’innovazione, progettare e realizzare prodotti e servizi rispondenti ai nuovi bisogni dei consumatori.
Frutto di esperienze personali sul campo, il testo è strutturato in forma di dialogo che prende le mosse dal Retail, da sempre il primo settore a intercettare i cambiamenti del rapporto tra domanda e offerta, le tensioni e le aspettative di una società in trasformazione e le ambiguità dei consumatori.
Nelle sue dinamiche, nelle sue prospettive e nelle sue modalità di costruzione dell’innovazione, si possono allora riconoscere tutti i business, dall’high tech, alla ristorazione.
Anche il lavoro del manager è diventato sempre più mobile, flessibile, variabile, con un orizzonte di breve periodo, con frequenti cambi di mansioni e aziende, o di attività, spesso a prescindere dalle qualità individuali.
Due autorevoli protagonisti dialogano in questo libro e offrono esperienze personali che aprono al lettore prospettive e possibili scenari, nonché modalità e strumenti operativi per orientarsi nelle scelte e anticipare il fabbisogno di nuove competenze.
Danilo Villa
Danilo Villa è stato Direttore del Personale e Organizzazione di Esselunga e Coop Italia e Direttore Generale Operazioni di Coop Lombardia, e oggi è il Consigliere Delegato e Direttore Generale di Brico io.
Insieme a lui discuteranno del libro Paolo Iacci, Presidente di AIDP Promotion, Daniele Ferrè, Presidente di Coop Lombardia, e Pietro Modiano, commissario straordinario di Banca Carige, coordinati da Guido Galardi, ex Presidente di Legacoop Lombardia e Coop Lombardia.
Ingresso libero
Casa della Cultura Via Borgogna, 3 – 20122 Milano
Recensioni
Retailwatch.it: Siete
dei manager disorientati? (di Luigi
Rubinelli)… Vedi… Businesscommunity.it:
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