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Cabina armadio con tende a binario

L’idea di realizzare una cabina armadio con tende a binario per separare la zona guardaroba-spogliatoio dal resto della stanza da letto è una soluzione economica e fai da te, facile da realizzare…vediamo come…

La soluzione della cabina armadio nella camera da letto è di grande tendenza,  ma è costosa da mettere in atto e non semplice da realizzare. Ben venga, quindi, l’idea di costruirne una utilizzando delle tende a pannello. L´idea è simile a quella di una grande porta ad ante scorrevoli, ma resa più leggera perché le ante sono costituite da tende.  Per sostenerle è sufficiente fissare a soffitto un doppio binario (reperibile nei centri bricolage), mentre non occorre guida a pavimento. Se si desidera poter aprire il varco al massimo e raccogliere tutte le tende su un lato, basta montare un binario multiplo in cui ogni pezzo abbia la propria guida di scorrimento. Per il metraggio delle tende è bene calcolare le misure tenendosi abbondanti in larghezza, in modo che vi sia una sovrapposizone dei teli. Il tessuto da scegliere può essere il cotone o il cretonne.

COME FISSARE LA TENDA DELLA NOSTRA CABINA ARMADIO CON TENDE A BINARIO

fissaggio della tenda per la cabina armadio  con tende a binario

  1. La tenda va fissata alla lamella che scorre nel binario con una striscia di velcro. Questo permette di togliere con facilità le tende.
  2. Una cornice nasconde alla vista i doppi binari, rifinendo, in modo esteticamente valido, nella parte alta, la “parete” a tenda.
  3. Affinché la tenda rimanga ben tesa dobbiamo inserire nell’orlo inferiore una lamella d’alluminio che la appesantisce.
  4. Le tende così rifinite risultano ben diritte e, quando si aprono, non svolazzano, rimanendo vicine al pavimento.

Dipingere pareti di casa | Come preparare il muro

Una buona preparazione del muro è fondamentale per dipingere pareti nella maniera corretta, onde evitare scrostature e altri problemi

Dipingere pareti prevede un lavoro di preparazione del muro necessario alla buona riuscita del lavoro. Si inizia rimuovendo polvere e ragnatele, poi controllando accuratamente i muri. Se la vecchia pittura è molto scrostata, va rimossa con un raschietto.

preparazione del muro

Tutti i danni del muro vanno riparati a cominciare dai distacchi parziali di intonaco, per passare a crepe, piccoli buchi, spigoli sbrecciati: usiamo paste già pronte o stucco in polvere da diluire con acqua. 

La stuccatura la eseguiamo “a tirare”, premendo per far penetrare lo stucco in profondità. A stucco asciutto rifiniamo con carta vetrata fine. Segue un’applicazione generale di fondo fissativo.

Occorrente per dipingere pareti

  • Spatola, spazzola 
  • Raschietto, manara, scalpello  
  • Stucco, fondo fissativo  
  • Carta vetrata  
  • Plafoncino, pennelli 
  • Rullo 

Come preparare il muro

tempera
Passando la mano sulla finitura, se questa lascia uno strato di polvere sulle dita è sicuramente una tempera. In questo caso, prima di applicare la nuova pittura, dobbiamo stendere un fissativo.
dipingere pareti
Anche se all’apparenza la superficie appare priva di vizi, può nascondere frammenti prossimi al distacco. Per sicurezza strofiniamo il muro con una spazzola di saggina, eliminando parti friabili.
preparazione del muro
L’umidità può infiltrarsi in profondità, arrivando a rendere friabile non solo la finitura, ma anche lo strato di intonaco sottostante. Dopo la rimozione, prima di dipingere pareti, stendiamo un prodotto rasante.
manara
Una superficie poco uniforme può essere resa più liscia applicando uno strato sottile di un prodotto a consistenza pastosa (arenino). Eseguiamo questo lavoro utilizzando la manara.
preparazione del muro con stucco
Nei fori più grandi è preferibile inserire una spina di faggio o della carta pressata prima di procedere alla stuccatura superficiale, per evitare che il ritiro dello stucco provochi crepe o depressioni.
carta vetrata
Lo stucco dev’essere ben asciutto anche in profondità prima di lisciare la superficie con carta vetrata. Scegliamo la grana in base all’aspetto più o meno rustico del muro.

Fissativo isolante

Il fissativo, oltre a isolare la parete dalle infiltrazioni esterne, consolida le superfici porose e povere di legante, impedendo che assorbano troppa pittura e facilitandone l’ancoraggio.

fissativo isolante

Di solito si applica piuttosto denso. Se si vogliono dipingere pareti colorate è meglio colorarlo con gocce di pigmento perché assuma una tonalità simile alla pittura scelta. Per questa operazione preliminare si usa il plafoncino o il rullo.

dipingere pareti plafoncino

Tempi da rispettare

Gli interventi di preparazione del muro e di tinteggiatura vanno preferibilmente svolti a primavera inoltrata, quando non c’è il rischio di temperature troppo basse o troppo alte che possano compromettere il lavoro.

Un muro di nuova costruzione va lasciato asciugare per almeno un mese prima di qualsiasi finitura. Solo dopo tale periodo sarà possibile svolgere i lavori di preparazione e finalmente dipingere casa.

Mobiletto tv fai da te | Realizzazione illustrata

Questo mobiletto tv fai da te risponde brillantemente all’esigenza di sorreggere un grande schermo e gli accessori audiovideo

Semplice, lineare e pratico, questo mobiletto tv fai da te offre molte possibilità di utilizzo anche se, elettivamente, nasce come portatelevisore.

Con i suoi vani e scomparti offre spazio per lettore DVD, decoder, amplificatori e quant’altro possa risultare utile per la fruizione dei moderni sistemi TV. 

Il piano superiore, lungo 2400 mm e profondo 584 mm, è sufficientemente ampio ed esteso per accogliere, oltre allo schermo, anche diversi accessori o soprammobili. Le misure fornite sono indicative in quanto ognuno può variarle a piacere in funzione delle proprie esigenze e dello spazio disponibile.

Il mobile porta tv fai da te è composto da due parti, simili ma non identiche, unite per avvitatura. Quella di sinistra presenta due tipi di vani: uno è a giorno ed è dotato di base inferiore, l’altro è senza base per accogliere un ampio cassetto dotato di ruote scorrevoli non piroettanti. La seconda parte è costituita da due vani senza base, con due cassetti scorrevoli.

La struttura è in listellare di faggio dello spessore di 20 mm per le pareti verticali e i cassetti scorrevoli e 30 mm per i piani superiori, il fondo del vano a giorno e i frontali dei cassetti. La medesima costruzione può anche essere realizzata con pannelli di MDF, ma il risultato estetico finale sarebbe molto meno elegante.

L’assemblaggio di questo mobiletto fai da te inizia dopo aver effettuato un’accurata carteggiatura delle superfici. Per ridurre a zero la visibilità degli elementi di unione è consigliabile adottare la tecnica della spinatura, lasciando agli accoppiamenti per avvitatura gli elementi non a vista. 

Con le spine si collegano al piano superiore i divisori interni che fungono anche da gambe d’appoggio. Il piano del vano a giorno va collegato a due gambe-divisorio per avvitatura. 

I cassetti del mobiletto tv fai da te sono composti da un telaio  a forma di parallelepipedo che viene dotato di fondo avvitato al lati e un frontale avvitato dall’interno e stabilizzato con colla vinilica.

Sotto il fondo di ogni cassetto vengono avvitate quattro ruotine di altezza opportuna. Il mobile può essere anche lasciato senza schienale, ma un pannello di multistrato da 1 cm irrigidirebbe utilmente la struttura.

Vediamo come costruire un mobile tv fai da te.

Realizzazione fai da te

Tracciare i pezzi e spinare

siglatura dei pezzi
La siglatura dei pezzi è fondamentale, per individuare con precisione ogni elemento e il suo conseguente posizionamento. Si adottano i simboli classici utilizzati dai falegnami.
spinatura
Le parti che vanno unite per spinatura (piano superiore e divisori) vanno preforate utilizzando una maschera per spinatura, al fine di garantire una perfetta corrispondenza dei fori in cui andranno inserite le spine. Si utilizza un trapano attrezzato con punta per legno da inserire nella finestrella di diametro opportuno.

Levigatura

Prima dell’assemblaggio è necessario trattare tutte le superfici, comprese quelle dei bordi che vanno a contatto con i piani, per mezzo di una levigatrice roto-orbitale dotata di suola abrasiva a grana fine (numero 320-340). 

L’aspirazione, attraverso le apposite aperture della suola, permette di asportare il polverino prodotto.

Assemblaggio mobiletto tv fai da te

mobiletto tv fai da te
Le gambe-divisorio, dotate di spine bagnate con colla vinilica, vanno collegate al piano superiore. Per garantire un saldo incollaggio si utilizzano morsetti di opportuna apertura che vanno stretti sugli elementi da unire interponendo alcuni listelli che distribuiscano la compressione sulle superfici.
Si utilizzano viti Ø 3×40 mm per i collegamenti non in vista come quelli del fondo del vano a giorno, dei frontali dei cassetti e dell’eventuale schienale in multistrato. Un’adeguata svasatura conica permette di collocare la testa della vite a filo della superficie.
Sempre per spinatura si assemblano i telai dei cassetti e si pongono in morsa con listelli di legno. Bisogna curare la squadratura con la massima attenzione, per garantire un inserimento perfetto nei vani del mobile.
Sotto i fondi dei cassetti (montati per avvitatura) si collocano quattro ruotine scorrevoli. I fianchi dei cassetti debordano verso il basso quasi quanto l’altezza delle ruote. In tal modo esse risultano praticamente invisibili quando i cassetti vengono estratti.
mobiletto tv fai da te
La costruzione del supporto tv fai da te si conclude con l’applicazione dei frontalini dei cassetti. Questi hanno dimensioni maggiori rispetto al telaio per appoggiarsi contro la struttura della consolle, realizzando un fronte compatto, e fornire una buona battuta in chiusura. I frontalini vengono avvitati in posizione con viti Ø 3×40 mm, collocate dall’interno, per risultare praticamente invisibili.

Finiture

Ad assemblaggio completato le superfici vanno trattate con un impregnante trasparente o variamente mordenzato in funzione dell’aspetto finale desiderato. 

Finitura con impregnante

Un buon sistema consiste nello stendere una prima mano di prodotto mordenzato e, ad asciugatura avvenuta, una seconda mano di prodotto trasparente.

Tetto a falda vs copertura piana

Tratto da “Rifare Casa n.65 – Settembre/Ottobre 2019″

Autore: Nicla de Carolis

“… avere un tetto sopra la testa…” è un modo di dire per indicare il bisogno primario dell’uomo, manifestatosi già da quando per ripararsi utilizzava le caverne, oltre che il diritto sancito dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, elemento imprescidibile per il rispetto della dignità umana.
In italia quasi il 70% della popolazione vive in una casa di proprietà, un numero altissimo, ma accanto a questa cifra rimangono, secono le più recenti stime, circa un milione e 708mila famiglie senza una casa. Un problema inspiegabilmente irrisolto, visto che gli immobili vuoti ci sono, sia pubblici che privati, ma non è questa la sede per trattare l’argomento.
Tetto quale elemento essenziale di un edificio, vista anche l’importanza nella vita delle persone; nel nostro Paese, guardando dall’alto, ma anche dal basso, possiamo vedere come prevalga il tetto a falda, salvo al sud e nelle isole dove sono molto diffuse le coperture piane, realizzate tradizionalmente per la raccolta dell’acqua.

Una volta il tetto consisteva in un’orditura in legno e una copertura in laterizi con uno spazio, il sottotetto, la soffitta, che serviva per creare un isolamento per le stanze direttamente sottostanti.
Adesso capita frequentemente che i sottotetti vengano recuperati e resi abitabili grazie anche ai materiali isolanti/arieggianti oggi disponibili per il rifacimento della copertura (vedi articolo da pagina 114). Comunque, il tetto vero e proprio è quello a falde, con una sola falda, con due, detto a capanna, e quello con più falde, a padiglione; l’inclinazione delle falde, per ovvi motivi, è maggiore nei luoghi dove nevica molto. La copertura piana o, meglio, un solaio massiccio calpestabile, non un tetto, all’inizio del ‘900 fu scelta come soluzione estetica, come momento di rottura dalla tradizione classica da architetti legati al cosiddetto Movimento Moderno; una delle connotazioni più evidenti di questa architettura voleva gli edifici sfrondati di qualsiasi forma decorativa e a forma cubica.

Le due tipologie di “cappelli” per edifici sono molto lontane tra loro ma, seppur oggi domini il pluralismo anche su questo tema, il tetto a falde rappresenta l’elemento più immutato nella forma e più evoluto nei materiali per i suoi sostanziali vantaggi; per citarne qualcuno, l’ottima tenuta all’acqua, la facilità di riparazione e la lunga durata. Come scriveva nel 1957 il maestro Giò Ponti (architetto, designer e tanto altro): “Il tetto è, in ogni modo, una copertura logica, perfetta, leggera, aerata, coibente”.

Come usare il tester elettrico | Analogico e digitale

Sapere come usare il tester è fondamentale per individuare guasti agli impianti elettrici, verificare lo stato di carica delle batterie e molto altro ancora

Apprendere come usare il tester è abbastanza facile e le istruzioni a corredo sono sufficienti a chiarire ogni dubbio, ma è sempre necessaria cautela e attenzione quando ciò che si controlla è sotto tensione.

Il tester (o multimetro) è uno strumento indispensabile per affrontare consapevolmente qualsiasi tipo di intervento su impianti elettrici o apparecchiature elettriche di vario genere.

Si tratta di uno strumento che misura tensione, corrente, resistenza (e altre grandezze) e che ci permette di individuare guasti agli impianti elettrici, valutare il voltaggio di esercizio degli utilizzatori elettrici, controllare la continuità di circuiti diversi, verificare lo stato di carica di pile e accumulatori diversi e molto altro.

tester digitale

Anche se, come impongono le norme, il privato non deve procedere alla realizzazione o modifica di impianti elettrici (attività riservate a personale qualificato), saper usare uno strumento di controllo e di indagine come il tester non può che essere utile, al fine di scoprire eventuali malfunzionamenti o la causa di mancati servizi elettrici. 

Le numerose funzioni di misura e controllo che si possono eseguire con un tester, consigliano di attrezzarci con questo strumento.  In commercio si trovano apparecchi di vario livello. Per un uso non professionale basta un  tester con portate (possibilità di misurazione) fino a 500 V/5 A in tensione/corrente alternata, e 50 V/2 A in tensione/corrente continua, oltre alla misurazione di resistenza, che è sempre presente. 

Scopriamo nel dettaglio come usare il tester.

Multimetro Digitale Avanzato TRMS 6000 Conti Senza Contatto di Tensione Multimetro Elettrico, Rileva Amp Ohm Volt e Temperature, Filo Vivo, Test di Continuità con Display Retroilluminato
  • Rilevamento della tensione senza contatto: NCV con allarme sonoro visivo e continuo identifica dove i cavi di alimentazione sono situati dietro pareti e partizione senza contatto, sicuro e conveniente per gli utenti domestici per trovare interruzioni nei circuiti.
  • Protezione da sovraccarico e continuità acustica: utilizza il circuito di protezione PTC per la misurazione della resistenza e della frequenza; il sensore di continuità acustico controlla che il circuito o i fili conducano elettricità.
  • Sicuro e affidabile – IEC61010-1, CAT III 600V tasso di sicurezza e doppio isolamento assicurano la vostra sicurezza durante il funzionamento; la custodia protettiva è realizzata in plastica antiscivolo morbida al tatto per resistere a eventuali cadute.
  • Applicazioni pratiche: 5999 conteggi con ampio display LCD retroilluminato da 3,5/6 cifre per tutte le età con grande visibilità e letture veloci in condizioni di scarsa illuminazione, indicazione della batteria scarica, mantenimento dei dati, cavalletto pieghevole.
  • Contenuto della confezione: 1 multimetro digitale, 1 cavo di prova (coppia), 3 batterie AAA da 1,5 V, 1 manuale utente (lingua italiana non garantita).

Come usare il tester – Concetti utili

È utile sapere che:

  • La resistenza si misura in ohm (O) e multipli (x10, x100, x1000). Per ognuna di queste misurazioni vi è una posizione del selettore. In tal caso il valore indicato dalla lancetta (nel tester analogico) va moltiplicato per 10, 100, 1000.  
  • La tensione (in alternata e continua) si misura in volt (V).  Anche in questo caso sono selezionabili diverse portate di fondo scala (10, 50, 250, 500 V).
  • La misura della corrente è indicata in ampère (A) e sottomultipli (milliampère= mA). Tutti i tester hanno la rilevazione degli ampère in corrente continua, ma solo i migliori hanno anche quella in corrente alternata.
  • All’interno di ogni tester vi è una pila che serve a produrre la corrente necessaria per effettuare le misurazioni di resistenza. Tale pila va periodicamente sostituita perché, anche se il consumo è minimo, essa si scarica col passare del tempo.  

Puntali

Tutti i tester dispongono di due puntali, con asta isolata, collegati al corpo dello strumento tramite due spinotti. Nella maggior parte dei modelli vi è una manopola girevole con cui si seleziona il tipo di misurazione da effettuare.  

La tensione

Misurare la tensione permette di rilevare i “volt” di una certa tensione sia in “alternata” che in “continua”, ma, soprattutto, permette di scoprire se la tensione c’è o non c’è.  

La resistenza

La misurazione della resistenza è utilissima per scoprire se un circuito è interrotto. Inoltre un qualsiasi utilizzatore (ferro da stiro, lampadinaecc.) è costituito da un circuito interno che inizia e finisce negli spinotti laterali della spina.

Quando un utilizzatore non funziona può essere utile verificare se il suo circuito interno è interrotto.  

La corrente

La misurazione di corrente (soprattutto quella di rete) è un impiego più avanzato del tester, che bisogna eseguire con cautela. È consigliabile affidare questo incarico a un professionista, perché si opera “sotto tensione”, cioè in presenza di corrente elettrica.

Tester analogico o digitale

Tipi diversi

Il tester viene prodotto in due versioni (anche se le funzioni sono identiche). Nel multimetro digitale la misura rilevata si legge direttamente su un display (1,2) mentre nel tipo analogico si ricava dal posizionamento di una lancetta su un quadrante con varie scale di lettura (3).

Come usare il tester analogico

Le varie linee curve su cui sono riportati i valori si riferiscono a misure diverse (tensione, resistenza). Ognuna di queste scale può assumere diversi valori di “fondo scala” agendo su un apposito comando del tester che ne modifica la sensibilità.

tester analogico

Misure di tensione e resistenza

Tensione nelle prese

Si imposta, con il selettore, la misura dei “volt in tensione alternata” con un fondo scala adeguato. Quindi si inseriscono i puntali negli alveoli della presa e si legge la misura.

come usare il tester

Verificare pile e batterie

Con il selettore in posizione “volt in corrente continua” possiamo misurare il voltaggio di una pila e vedere se è ancora utilizzabile confrontandolo con quello di una pila nuova.

Verificare pile e batterie

Esame di una lampadina

Per verificare se il filamento è integro selezioniamo la posizione “ohm”. Se appare “1” sul display (tester digitale) o se la lancetta sta ferma (tester analogico) la lampadina è bruciata.

come usare il tester

Verificare la massa

Volendo controllare se lo spinotto di terra (massa) è collegato alla carcassa di un apparecchio si seleziona “ohm” e si toccano spinotto e carcassa. La resistenza letta deve essere zero.

Multimetro Digitale Avanzato TRMS 6000 Conti Senza Contatto di Tensione Multimetro Elettrico, Rileva Amp Ohm Volt e Temperature, Filo Vivo, Test di Continuità con Display Retroilluminato
  • Rilevamento della tensione senza contatto: NCV con allarme sonoro visivo e continuo identifica dove i cavi di alimentazione sono situati dietro pareti e partizione senza contatto, sicuro e conveniente per gli utenti domestici per trovare interruzioni nei circuiti.
  • Protezione da sovraccarico e continuità acustica: utilizza il circuito di protezione PTC per la misurazione della resistenza e della frequenza; il sensore di continuità acustico controlla che il circuito o i fili conducano elettricità.
  • Sicuro e affidabile – IEC61010-1, CAT III 600V tasso di sicurezza e doppio isolamento assicurano la vostra sicurezza durante il funzionamento; la custodia protettiva è realizzata in plastica antiscivolo morbida al tatto per resistere a eventuali cadute.
  • Applicazioni pratiche: 5999 conteggi con ampio display LCD retroilluminato da 3,5/6 cifre per tutte le età con grande visibilità e letture veloci in condizioni di scarsa illuminazione, indicazione della batteria scarica, mantenimento dei dati, cavalletto pieghevole.
  • Contenuto della confezione: 1 multimetro digitale, 1 cavo di prova (coppia), 3 batterie AAA da 1,5 V, 1 manuale utente (lingua italiana non garantita).

Come usare il tester – Controllo degli interruttori

Contatti chiusi o aperti

Impostando il selettore su “ohm” e mettendo i puntali sui due contatti di un interruttore, a interruttore chiuso il tester deve indicare resistenza zero oppure resistenza massima con interruttore aperto. Ciò ci consente di valutare se un interruttore funziona.

Interruttori in esame

Se un circuito elettrico non funziona o un elettroutensile non si mette in moto, smontiamo i relativi comandi e  controlliamo (staccando la spina dalla presa) con il tester impostato su “ohm” che il pulsante chiuda e apra il circuito quando viene premuto e rilasciato.

Misure di corrente

Il disegno illustra come usare il tester nella misurazione di corrente in alternata e continua. Il tester si trova a far parte del circuito di alimentazione di un’apparecchiatura per cui è in grado di misurare la corrente circolante. La sua presenza influisce sulla corrente stessa, ma per misurazioni non troppo raffinate tale  influenza è da ritenersi trascurabile.

Come usare il tester – Controllare i diodi

In alcuni tester molto specializzati è presente una basetta in cui si possono inserire diodi e transistor per provarli; il selettore va posizionato rispettivamente sul simbolo diodo e su hff.

L’apparecchio provvede a fornire all’elemento da esaminare una corrente adeguata e rileva se le uscite sono corrette.

Serra fai da te spaziosa | 62 passaggi illustrati passo passo

Questa serra fai da te, nonostante abbia un aspetto elegante, si costruisce con materiale a basso costo e non richiede grandi capacità; al posto del vetro, naturale o sintetico, basta un telo trasparente

Chi non disponga di una combinata per legno o di attrezzature semiprofessionali non pensi di doversi limitare a piccole costruzioni: per fare una serra fai da te con struttura di legno, i soli elettroutensili necessari sono:

  • un trapano avvitatore,
  • una troncatrice
  • una graffatrice
  • se si ha una sega circolare, bene! ma non è indispensabile.

Con questo materiale potremo anche noi disporre di una serra in casa.

Maxi serra fai da te contro mini serra fai da te

Questa serra autocostruita per giardino è molto spaziosa, sicuramente adatta a chi ha molto spazio, in grado di poterla installare in giardino. Per chi ha invece spazi più ridotti consigliamo la costruzione di una mini serra fai da te

Come tutte le serre fai da te, è pensata come riparo per le piante da giardino e da orto che, specialmente all’inizio e alla fine della bella stagione, hanno bisogno di essere protette dalle basse temperature delle ore notturne e mattutine, specialmente subito dopo la semina; ma al centro c’è posto anche per leggere un libro o rilassarsi, visto che oltre alla porta è prevista anche una finestra apribile per la circolazione dell’aria. Pareti e copertura sono rivestite con un robusto telo plastico resistente ai raggi UV, non certo eterno, ma economico e facilmente sostituibile a distanza di qualche anno. Scopriamo dunque come fare una serra o meglio come costruire una serra artigianale!

serra per esterni in legno

Cosa serve per costruire una serra fai da te in legno

progetto di una serra fai da te in legno
telaio in legno per serra
  • Listelli 45×45 mm: 8 stecche orizzontali (A) da 2000 mm; 16 stecche verticali (B) da 1790 mm; 14 traverse (C) da 606 mm; 2 montanti porta (D) da 1780 mm, 2 montanti finestra (E) da 1330 mm, 2 traverse finestra (F) da 506 mm, 4 montanti d’angolo (P) da 1880 mm; 4 stecche (R) da 2090 mm a cui tagliare le estremità a 45°
  • Tavole 45×95 mm: 3 traverse porta (G) da 506 mm.
  • Listelli 20×45 mm: 1 battuta per la porta (S) da 1790 mm.; 2 battute per la finestra (T) da 1370 mm.
  • Listelli 20×20 mm: 22 elementi verticali (U) da 405 mm per rifinitura interna delle specchiature cieche.
  • Listelli 10×45 mm: circa 60 metri di elementi fermatelo (V) ricavabili da travetti 95×45 mm.
  • Telo trasparente (Z): circa 14 metri, larghezza ideale 1370 mm per rivestire l’intera serra.
  • Tavole 20×95 mm: 44 elementi (H) da 606 mm mm;
  • 4 basi per elementi di copertura (J) da 2175 mm;
  • 8 travi (K) da 1535 mm;
  • Listelli 20×45 mm: 8 traverse (L) da 670 mm.
  • Ferramenta: 12 piastrine (M) da 70×170 mm; 22 piastrine (N) da 40×120 mm; 8 cerniere (O) da 35×90 mm (misurate aperte); viti 4×20-4×30-4×40-5×80 mm; chiodini 1,8×35 mm; 5 cerniere 70×170 mm per porta e finestre; 3 ganci lunghi 300 mm con occhioli; 1 maniglia esterna porta; 2 maniglie rotanti per bloccaggio porta (esterno) e finestra (interno);
  • vernice di finitura.

Come costruire una serra fai da te

tracciatura ingobri su listelli di legno

1 – Con i listelli A affiancati e allineati si tracciano gli ingombri dei montanti B nei punti in cui andranno inseriti, facendo riferimento alle quote dei disegni a lato.

foratura listelli in legno

2 –  In ogni listello si realizzano coppie di fori in diagonale utilizzando una punta Ø 5 mm; due coppie intermedie e due coppie alle estremità.

supporto con cavalletti di legno

3 – Quattro cavalletti posti agli angoli permettono di accostare i listelli orizzontali e verticali con le viti Ø 5×80 mm già imboccate, in modo da lavorare a un’altezza ideale.

bloccaggio listelli con morsetto

4 – Prima di serrare le viti, si bloccano i due listelli da collegare con un morsetto dopo aver verificato che siano esattamente a filo.

installazione traversi di legno

5 – Le traverse intermedie C vanno collocate tra i montanti distanziate 405 mm dall’elemento A di base; le estremità da collegare ai montanti perimetrali si intercettano con coppie di viti dall’esterno, come si è già fatto…

collegamento dei montanti con piastre di ferro

6 – … mentre il collegamento ai montanti centrali avviene tramite le piastre da 40×120 mm, avvitate dall’interno a ridosso dei montanti con viti Ø 4×30 mm.

telai per serra fatta in casa

7 – L’unione con le piastre riguarda solo tre pannelli; per il quarto, quello con la porta (è quello superiore nella pila di quattro pannelli), il traverso C non va inserito nella specchiatura centrale, quindi gli altri due possono essere fissati con coppie di viti anche ai montanti intermedi.

Tre telai uguali e uno con la porta della serra

avvitamento montanti alla specchiatura inferiore

1 – A lato della specchiatura inferiore dei pannelli si avvitano ai montanti i listelli 20x20x405 mm, allineati al lato interno dei montanti stessi.

chiusura specchiatura telaio

2 –  A questi si fissano con chiodini 1,8×35 mm, inseriti leggermente sbiechi, le tavolette H, equamente distanziate con sottili biette.

telaio in legno per finestra serra

3 – La lunghezza delle traverse G della porta si ottiene sottraendo all’effettiva luce la somma dello spessore dei montanti porta aumentata di 10 mm; lo stesso ragionamento si applica per determinare la lunghezza dei montanti porta e per la costruzione della finestra.

telaio in legno con porta

4 – La parte inferiore della porta non viene resa cieca con l’inserimento delle tavolette, rimane un’ulteriore finestratura che interrompe la ripetività dei telai perimetrali.

VERDELOOK | Serra Senza Ripiani per Terrazzo con Telo in PVC, 95x70x190 cm, In Metallo Verniciato, Per Protezione di Piante di Medie e Grandi Dimensioni, Giardinaggio
  • Design Pratico Senza Ripiani: La Serra Senza Ripiani per Terrazzo, con dimensioni di 95x70x190 cm, presenta un design senza ripiani, rendendola un'opzione ideale per la protezione di piante in vaso di medie e grandi dimensioni. Questo design offre un ampio spazio interno, consentendo la coltivazione di piante di diverse altezze e forme.
  • Copertura Resistente in PVC: La serra ha una copertura in PVC resistente e trattato anti U.V., garantendo una protezione duratura contro i raggi solari e le intemperie, che assicura una barriera affidabile contro gli elementi atmosferici.
  • Apertura Frontale con Cerniera Avvolgibile: L'apertura frontale con cerniera, richiudibile ed avvolgibile verso l'alto, semplifica l'accesso ai ripiani interni della serra. Questa caratteristica agevola le attività di cura e manutenzione delle piante, offrendo un ambiente di coltivazione pratico e efficiente.
  • Tetto a Spiovente per Evitare Accumulo di Acqua: Il tetto a spiovente della serra è progettato per prevenire l'accumulo di acqua, assicurando una gestione efficiente delle precipitazioni. Questa caratteristica contribuisce a mantenere un ambiente ottimale per le piante, evitando situazioni di ristagno d'acqua indesiderate.
  • Posizionamento Adiacente alla Parete: La serra è perfetta per essere posizionata adiacente alla parete, ottimizzando lo spazio disponibile sul terrazzo. Questa caratteristica la rende adatta anche per ambienti con limitato spazio esterno, offrendo una soluzione pratica e efficiente per gli amanti del giardinaggio.
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  • STABILITÀ SUPERIORE: Scopri la robustezza incontrastata della nostra serra da giardino, realizzata con un telaio in acciaio di alta qualità. Progettata per resistere a condizioni meteorologiche avverse, protegge le tue piante da freddo, pioggia e gelo, garantendo un ambiente sicuro e ideale per la crescita durante tutto l'anno. Perfetta per ogni appassionato di giardinaggio che desidera il meglio per le proprie colture.
  • ALTEZZA IDEALE E VERSATILITÀ - La nostra serra orto si eleva con un design pensato per ospitare una vasta gamma di piante, da frutta e verdura fino a fiori esotici, fornendo lo spazio necessario per una crescita rigogliosa. Questa soluzione innovativa ti permette di sfruttare al meglio ogni centimetro di spazio disponibile, trasformando il tuo balcone o giardino in un'oasi verde produttiva e visivamente accattivante.
  • ORGANIZZAZIONE OTTIMALE: Dotata di uno scaffale con 4 griglie di appoggio in metallo, la nostra serra offre spazio extra per un'organizzazione meticolosa delle tue piante. Questa caratteristica trasforma la serra in una struttura efficiente, dove ogni coltura trova il posto ideale per crescere sana e forte, facilitando al contempo le operazioni di cura e manutenzione.
  • MASSIMA PROTEZIONE: La pellicola retinata in polietilene di alta qualità non solo garantisce una barriera efficace contro i raggi UV, ma mantiene anche l'ambiente interno ottimale, promuovendo una crescita sana delle piante. La porta di accesso ampia facilita le operazioni di gestione, permettendoti di accedere facilmente alla tua oasi verde senza compromettere la stabilità strutturale della serra.
  • STABILITÀ INEGUAGLIABILE: Con i 4 picchetti e le corde di irrigidimento forniti, la serra da giardino tectake è progettata per resistere a condizioni meteorologiche avverse e forti raffiche di vento, garantendo una stabilità eccezionale. Questo sistema di ancoraggio avanzato assicura che la tua serra rimanga salda e sicura, offrendoti tranquillità e sicurezza nelle tue operazioni di giardinaggio quotidiane.
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Costruire le quattro falde del tetto

tacciatura di taglio per montanti tetto

1 –  I quattro telai triangolari sono concepiti in modo che la copertura abbia un’inclinazione di 30°. Si posizionano le stecche come in foto, poi si blocca un listello al centro della base J e si ruota a compasso l’assicella K fino a ottenere al vertice un’altezza di 1255 mm. In questa posizione, si tracciano i tagli alle estremità.

bisellatura telaio tetto

2 – I rinforzi L vanno bisellati di conseguenza all’estremità superiore. Con la struttura composta su cavalletti, si predispone il collegamento dei pezzi tramite piastrine metalliche.

unione telaio con piattine di ferro

3 – Le piastrine si fissano con viti Ø 4×20 mm; le unioni vengono rinforzate con viti Ø 5×80 mm inserite attraverso i bordi. Realizzato il primo quarto, lo si utilizza come dima per gli altri tre.

sega circolare da taglio

4 –  Occorre un numero rilevante di listelli fermatelo 10×45 mm; piuttosto che acquistarli pronti, è molto più economico (e risultano anche più diritti) ricavarli con la circolare dal taglio in sequenza di travetti da 95×45 mm a basso prezzo.

listelli ferma telo serra

5 –  I listelli fermatelo si sagomano di conseguenza e si presentano sulla faccia esterna dei listelli perimetrali e dei rinforzi (le piastrine rimangono sul lato interno) per verificare che dimensioni e bisellature siano conformi alle necessità.

telai triangolari per tetto

6 – Completati anche gli elementi del tetto, tutti i telai e i listelli fermatelo, preparati anche per le pareti, sono pronti per la finitura. In questo caso si applicano due mani di smalto colorato.

Serra fai da te con finestrature chiuse con teli di nylon

smaltatura telai in legno

1 –  Per ridurre i tempi di attesa, bisogna avere un gran numero di cavalletti (oltre allo spazio) o inventarsi qualche supporto simile: si possono trattare prima tutte le facce perpendicolari al piano, poi si stende la finitura su una faccia di ciascun pannello e dei listelli fermatelo. Al termine di questa fase, è probabile che il primo dei pannelli trattati sia già abbastanza asciutto da poterlo rovesciare per stendere lo smalto sull’altra faccia, operazione inutile per i fermatelo.

telo in nylon robusto

2 –  Il telo è del tipo utilizzato, per esempio, per le finestrature delle tende da campeggio familiari: è abbastanza robusto e mantiene una discreta trasparenza per qualche anno. Una graffatrice, un cutter e chiodini 1,2×25 mm è tutto ciò che occorre per rivestire i pannelli.

applicazione telo per serra

3 – L’altezza delle finestrature delle pareti è stata definita in conseguenza alla larghezza del telo reperibile in commercio, per cui il rivestimento è veloce e con spreco ridotto. Si blocca con graffette un lembo a un montante e si tende il telo fino al montante opposto.

graffatrice automatica

4 – Facendolo rimanere ben teso e allineato al bordo del pannello, si fissa il telo con graffette a montanti e traverse.

applicazione telo per serra con chiodi
montanti intermedi serra fai da te

5 – 6 Si inchiodano i listelli fermatelo sopre le aggraffature, iniziando dal perimetro per poi passare ai montanti intermedi.

taglio telo con cutter

7 – Lungo il perimetro di ciascun pannello si elimina l’abbondanza di telo con il cutter, a filo esterno dei listelli.

fissaggio copertura in nylon

8 – Inevitabilmente, per rivestire i telai triangolari della copertura una parte di telo va sprecata; tuttavia si può provare ad accostare i pannelli a coppie a formare due quadrilateri e, in base alla larghezza del telo, fare qualche tentativo per ridurre lo scarto facendo ricadere i lembi in corrispondenza dei fermatelo intermedi.

Preparazione al montaggio dei pannelli

telai per serra prima dell'assemblaggio

1 –  Concluso il lavoro di verniciatura, applicazione del telo e bloccaggio dello stesso con i listelli, i pannelli sono pronti per essere assemblati.

applicazione cerniere per telaio tetto

2 –  Per il collegamento dei telai del tetto è previsto l’utilizzo di 8 cerniere 35×90 mm. Disponendo i telai a terra si avvitano due cerniere su uno dei cateti di ciascuno (o tutte a destra, o tutte a sinistra), senza però fissarle al cateto del telaio adiacente, operazione da compiere al momento della collocazione in copertura.

applicazione cerniere a libro

3 – Le cerniere a libro si fissano con viti Ø 4×20 mm facendo in modo che il perno centrale rimanga lungo la linea di giunzione tra i telai.

assemblaggio serra fai da te

4 –  Se il basamento su cui va montata la serra non è perfettamente in piano nei due sensi, il collegamento dei pannelli risulta problematico, in quanto i montanti d’angolo tendono a divergere in alto o in basso a seconda della pendenza. D’altra parte, riscontrare una perfetta planarità è praticamente impossibile: è giusto che nella direzione più opportuna si abbia un’inclinazione di qualche grado per evitare ristagni d’acqua, specialmente in questo caso dove si sfrutta un’area pavimentata in precedenza per altri scopi, perciò serve ricorrere a qualche stratagemma correttivo. Collocato un primo pannello, tenuto eretto da un puntello bloccato con un morsetto, si affianca il secondo e si verifica quanto manca all’appoggio in piano di entrambi i lati: qui abbiamo da compensare un dislivello di circa 20 mm.

Collocazione della serra fai da te in piano e fissaggi angolari

montanti ad angolo

1 –  Nel nostro caso è il pannello posteriore a trovarsi nel punto più basso e a richiedere un rialzo: i montanti d’angolo P vanno inizialmente lasciati più lunghi dei 2090 mm necessari (diciamo 2200 mm) proprio per concedere le correzioni del caso. Quelli a lato del pannello posteriore si fissano facendoli sporgere 20 mm in basso, utilizzando viti Ø 5×80 mm.

spessore provvisorio per montaggio serra

2 –  I pannelli laterali necessitano di un analogo spessore provvisorio in prossimità dell’angolo per essere affiancati a quello posteriore e avvitati ai montanti d’angolo, dopo aver verificato che siano in squadra e a piombo; da qui la pendenza decresce fino ad azzerarsi in corrispondenza del montante opposto.

controllo orizzontalità con livella a bolla
fissaggio pannello frontale

3 – 4  Se i calcoli sono corretti, il pannello frontale non dovrebbe richiedere spessori e appoggiare sul basamento; si completa così la struttura perimetrale con il fissaggio degli ultimi due montanti d’angolo…

taglio eccedenza listelli

5 – … per poi tagliare a filo superiore dei pannelli l’eccedenza di ciascun montante.

fissaggio piastre angolari a pavimento

6 –   Possono essere necessari piccoli spostamenti della struttura appena assemblata per raggiungere l’appoggio perfetto alla pavimentazione, dopo di che è necessario ancorare la serra a essa per mantenerla stabile anche se si alzasse un po’ di vento. Possono bastare due piastre metalliche angolari per lato: messe in posizione, si utilizzano come maschera per copiare i fori e aprire le sedi per i tasselli a espansione.

piastra angolare di fissaggio

7 – Si soffia all’interno dei fori per eliminare la polvere ed essere certi che i tasselli si possano espandere e far presa sulle pareti (la polvere potrebbe fare da scivolante e compromettere la tenuta). Inseriti i tasselli, si sovrappone la piastra e la si fissa a pavimento, poi si avvita l’altra ala alla struttura. 

Copertura piramidale del tetto

taglio angolare stecche in legno

1 – Le 4 stecche R da 2090 mm che servono per collegare i telai di copertura ai pannelli perimetrali si ottengono con il taglio trasversale di 2 travetti di sezione 45×45 mm. La lama della circolare va impostata con un’inclinazione di taglio di 30° (conforme a quella prestabilita al momento della costruzione dei telai) e il taglio va eseguito in modo che su entrambi i listelli ottenuti risulti una modanatura. Successivamente, le estremità vanno bisellate a 45° come per una cornice.

fissaggio stecche angolari

2 –  Anche queste 4 stecche vanno verniciate prima del montaggio alla sommità dei pannelli, che avviene con viti inserite da sopra dopo aver realizzato i prefori e le svasature per le teste.

fissaggio telaio tetto a piantone provvisorio

3 –  Il primo telaio si avvita sulle stecche quanto basta a trattenerlo, senza mandare a fondo le viti Ø 5×60 mm; poi lo si solleva al vertice fino a raggungere un’altezza di 2470 mm e lo si avvita provvisoriamente a un piantone tenuto a portata di mano.

fissaggio telaio tetto a telaio serra

4 – Con leggeri spostamenti del piantone si corregge la posizione del telaio, quindi si serrano a fondo le viti di fissaggio al pannello sottostante.

chiusura tetto con cerniere a libro

5 –  Si agisce in modo analogo con il secondo telaio, ma, prima di mandare a fondo le viti, si passa all’interno e si completa il collegamento delle cerniere.

fissaggio finale tetto serra

6 –  Il piantone centrale resta in opera fino a completamento della copertura, cercando di accostare i telai nel migliore dei modi.

serra-fai-da-te-53
copertura giunti tetto

7 – 8 Quando abbiamo la sicurezza che i telai triangolari sono nella giusta posizione possiamo procedere al fissaggio. Con listelli di sezione 10×45 mm, gli stessi utilizzati per i fermatelo F, si realizza la copertura dei giunti dall’esterno, con viti Ø 4×40 mm che fanno presa ora in un telaio ora in quello concorrente.

taglio eccedenza listelli

9 –  Anche in questo caso i listelli vanno lasciati più lunghi e tagliati a misura soltanto dopo il fissaggio con le viti.

vista tetto da interno serra

Installazione della porticina e della finestra basculante

fissaggio listello porta

1 – Prima di inserire la porta nell’apertura, bisogna fissare sopra il listello alla base della luce una striscia di compensato spessa 5 mm, ovvero corrispondente allo spazio che deve rimanere tutt’attorno tra telaio e anta. Su di esso si appoggia l’anta centrata e la si blocca inserendo lungo il perimetro alcune biette.

fissaggio cerniere a telaio porta

2 – Con viti Ø 4×20 mm si avvitano le cerniere al telaio laterale e alle traverse dell’anta.

rimozione biette

3 – Si rimuovono le biette e lo spessore alla base e si verifica la corretta articolazione dell’anta.

installazione maniglia porta serra da giardino

4 – Sul lato opposto, ad altezza opportuna, si avvita la maniglia sul montante dell’anta.

finestra laterale serra

5 – Con lo stesso procedimento si centra la finestra laterale e si realizza l’articolazione con una coppia di cerniere montate all’esterno, nella parte superiore del telaio.

serra per giardino completata

6 – Finito: si può allestire l’interno a piacere

E ora che abbiamo la serra ecco un’utile guida per coltivare ortaggi in serra!

Funzionalità e particolari della serra fai da te

chiusura porta serra fai da te

1 – La porta può essere bloccata in posizione di parziale o totale apertura, per favorire la circolazione dell’aria: per la prima soluzione bisogna installare all’altezza della maniglia un gancio sul lato interno della porta e un occhiolo esterno sul montante laterale (l’apertura è di circa 30 cm); per la seconda gancio e occhiolo sono entrambi esterni e nella parte bassa, montati in modo che l’aggancio avvenga con la porta totalmente spalancata.

maniglia rotante per porta

2 – Per chiudere la porta dall’esterno è sufficiente una piccola maniglia rotante imperniata nella parte alta del pannello laterale.

chiusura finestra serra

3 –  Analogo sistema di chiusura si utilizza per la finestra, ma dall’interno; il bloccaggio in apertura è costituito da gancio e occhiolo posti centralmente nella parte bassa.

cavo d'acciaio per piante rampicanti

4 –  Le piante a sviluppo rampicante, come i pomodori, hanno bisogno di essere sostenute. Si mette in tensione un cavo d’acciaio sopra di esse collegandolo a fronte e retro della serra; da questo si fanno scendere spezzoni di filo plastificato ai quali si assicurano i rami via via che si sviluppano.

allestimento serra fai da te

5 –  Ai montanti dei tre lati, nella parte alta, si possono fissare angolari di supporto per mensole su cui collocare alcuni vasi fioriti, senza esagerare con il peso.

Ora che abbiamo capito come costruire una serra per orto,,, non dobbiamo fare altro che cimentarci nella realizzazione!

Link utili per costruire serre da giardino fai da te

Tagliare piastrelle a mano | Utensili e tecniche

Tagliare piastrelle è un’operazione fondamentale per ricoprire le aree perimetrali e angolari delle superfici 

Per piastrellare una superficie, oltre agli attrezzi per la posa, occorrono anche quelli per tagliare piastrelle, perché su due lati o in prossimità di angoli e spigoli non possiamo usare le mattonelle intere.

La ceramica è un materiale molto duro e contemporaneamente molto fragile. La parte “vetrosa” di una piastrella è solo la superficie a vista, incisa questa basta poco sforzo per spezzarla lungo la linea premarcata.

Per incidere lo smalto l’utensile di taglio deve essere corredato da particelle di un materiale durissimo, il carburo di tungsteno. Il tagliapiastrelle unisce in un solo strumento l’incisione e la rottura, con precisione e poca fatica.

Vediamo nel dettaglio come tagliare piastrelle a mano e quali utensili usare.

Occorrente per tagliare piastrelle

  • Riga metallica
  • Falsa squadra
  • Seghe a tazza
  • Tenaglie, tronchesini
  • Tagliapiastrelle
  • Martellina
  • Punte a lancia 
  • Foralastra a compasso
  • Archetto
  • Lame al carburo di tungsteno
utensili per tagliare piastrelle

È utile sapere che dovendo fare numerosi tagli, conviene procurarsi un tagliapiastrelle. Per fare un taglio piastrelle preciso, la maggior parte è dotata di un riscontro di battuta graduato. 

Come tagliare le piastrelle

Tagliapiastrelle

La taglierina per piastrelle agisce incidendo prima la superficie della piastrella, poi le due alette ai lati della linea di taglio esercitano una pressione che la divide di netto lungo la linea di incisione.

Tagliapiastrelle

Archetto

Montando una lama al carburo di tungsteno, garantisce tagli puliti senza scheggiare la piastrella. è indicato per effettuare tagli lungo linee curve, visto l’esiguo spessore della lama. 

Archetto

Tenaglia

Utile per le sagomature, non per i tagli veri e propri. Con morsi decisi e il più possibile piccoli, possiamo erodere la piastrella pezzettino per pezzettino, fino alla forma voluta.

Tenaglia

Rotella

La tenaglia a rotella presenta due becchi, uno è collegato alla rotella di incisione e l’altro dispone di due alette che servono per far leva sulla piastrella incisa e spezzarla. Appoggiamoci su un piano robusto e stabile.

Rotella

Seghe a tazza

Per aprire fori di diametro superiore ai 10-12 mm servono seghe a tazza con riporti al carburo di tungsteno. Richiedono l’apertura preliminare di un foro di invito in cui posizionare la punta centrale dell’accessorio.

sega a tazza

Foralastra

Serve per fori di diametro non standard; anche in questo caso occorre praticare un foro d’invito per la punta centrale, da effettuarsi con una punta al widia su trapano montato a colonna, a bassa velocità e poca pressione.

Foralastra

Punta a lancia

Le superfici di grès e klinker sono così dure che vengono scalfite con difficoltà anche dalle normali punte di widia.

punta a lancia

Sono più efficaci le punte a lancia al carburo di tungsteno che si fanno strada nel materiale abradendo lentamente le pareti del foro conico aperto dalla particolare sagomatura dei taglienti.

forare piastrelle

È opportuno bagnare la zona di taglio con lubrificanti leggeri o acqua che mantengano fredda la punta

Tavolino in legno fai da te | Costruirlo con facilità

Un progetto molto semplice, sia sotto il profilo estetico, sia sotto quello esecutivo, per realizzare un tavolino in legno fai da te ideale per il salotto

La semplicità paga sempre, soprattutto se viene applicata come concetto nelle scelte estetiche. Ma si sa, un conto è scegliere un oggetto fra quelli esposti in un ventaglio di proposte, un conto è “partorire” l’idea e le fattezze per realizzare un tavolino in legno fai da te ex novo.

Questa seconda situazione è quanto capita con elevata frequenza a noi far da sé, con l’aggravante (ma in fondo è una sfida divertente) che non solo dobbiamo rendere conto al nostro personale gusto, ma spesso siamo affiancati da “giudici spietati” come la moglie, i figli, gli amici, coinvolti nella nostra costruzione, se non destinatari e committenti della stessa.

Sta di fatto che, se dopo aver girato a lungo alla ricerca di un complemento d’arredo, non si è trovato nulla di convincente, non resta che armarsi di matita e… di semplicità

Tavolino in legno fai da te – Struttura

Un tavolino in legno da salotto può essere insieme realizzazione facile, di rapida esecuzione, ma portatrice di grande soddisfazione. 

Inoltre in questo caso, consente un risparmio quasi totale, visto che come materia prima abbiamo utilizzato una tavola di frassino avanzata da precedenti lavori, che abbiamo tagliato e unito in costa per fare il top; mentre per le gambe ne abbiamo dimezzato la larghezza, ricavando tutti gli 8 pezzi necessari per comporle.

Tutto sommato, minimale anche l’attrezzatura, visto che si è servito di una semplice sega a mano per effettuare i tagli, di un pialletto per eliminare alcuni risalti del legno, di una fresatrice per lamelli, di un trapano per le spinature e di alcuni immancabili strettoi.

Costruire un tavolo fai da te può essere facile se adottiamo un progetto all’insegna sella semplicità. Vediamo allora come realizzare un tavolino in legno massello.

Le giunzioni

Prima di tagliare i pezzi per fare il top, la tavola va piallata sui bordi perché i lati da unire devono essere perfettamente rettilinei e uniformi. Inoltre, guardando la fibratura si stabilisce quale parte della tavola è meglio utilizzare, essendo il top la parte più importante esteticamente. Anche l’orientamento delle tavole deve essere giusto; per non confondere il verso, una volta stabilito tutto e fatti i tagli, si usano due pezzetti di nastro.
Per la giunzione in costa si usano i lamelli, realizzando le sedi con l’apposita fresatrice o con un aggiuntivo da montare sulla smerigliatrice angolare.
tavolino in legno fai da te
Messi i lamelli, usando colla ureica come adesivo, spalmata anche sui bordi di contatto, si uniscono le due tavole e si mettono in pressione con strettoi. Per non rovinare il legno bisogna mettere tra bordo e strettoio dei pezzetti di legno di scarto; per evitare che le tavole si inclinino sulla linea di giunzione, per effetto della pressione degli strettoi, se ne mettono altri, trasversalmente, a premere su due coppie di listelli.
Solo quando l’adesivo è completamente essiccato, si libera il legno dagli strettoi; si ottiene così un’ampia tavola, adeguata a costituire il top del tavolino fai da te, che pare tutta d’un pezzo.

Le gambe

Decisa l’altezza del tavolo da salotto, si tagliano dalla tavola di frassino quattro segmenti di tale misura. Ogni segmento va poi diviso in due in senso longitudinale per ricavare gli 8 pezzi che servono per realizzare le gambe.
gambe tavolino in legno fai da te
Il taglio longitudinale va fatto a 45°, in modo da ottenere due pezzi con un lato bisellato.
Il bordo bisellato a 45° è quello in cui si aprono le sedi per i lamelli; se ne fanno tre per ogni lato, si mette la colla e poi i biscottini, prima applicandoli su un lato.
Spalmate di adesivo anche le superfici di contatto, ovvero i bordi bisellati, ogni coppia di pezzi va unita e messa in pressione con strettoi, assicurandosi che sia mantenuto l’angolo di 90° fra loro, usando una squadretta di metallo.
tavolino in legno fai da te
Le quattro gambe realizzate in questo modo risultano molto robuste, sia per il tipo di giunzione utilizzato, sia per lo spessore delle tavole che le compongono. Gli elementi sono molto ben proporzionati rispetto al top.

Assemblaggio tavolino legno

Una lievissima passata di pialla a mano, oltre a eliminare le eventuali piccole imperfezioni di allineamento fra le tavole giuntate, uniforma la superficie del legno “tirandola” a lucido e predisponendola a qualsiasi trattamento di finitura.
Le gambe vanno fissate al piano del tavolo con spine di faggio. Per essere sicuri di fare i fori nei punti giusti, certi di poterli replicare nelle medesime posizioni per ogni gamba, bisogna costruire una speciale maschera di foratura unendo pochi pezzi di scarto di multistrato. I pezzi si uniscono con la colla e si tengono in posizione sino all’essiccazione dell’adesivo.
La maschera è fatta in modo da poterla calzare su ogni lato dell’estremità superiore delle gambe; il foro passante con bussola di metallo indica inequivocabilmente la posizione del foro da praticare. La bussola ha diametro interno di misura per il passaggio di una punta da legno (Ø 8 mm) che corrisponde a quello delle spine.
Nei fori praticati in testa alle gambe (due per ognuna) si inseriscono i marcatori di rame, che hanno ovviamente diametro pari alle spine.
Messo il piano del tavolo sul bancone, girato con la parte inferiore all’insù, si appoggiano le gambe con inseriti i marcatori agli angoli e, dopo aver controllato che l’allineamento sia perfetto, si batte un colpo secco sulla gamba con un martello di gomma. Restano sul legno i segni dei centri dei fori da praticare; si procede con un trapano usando un aggiuntivo che aiuti a mantenere la necessaria verticalità.
tavolino in legno fai da te
Si spalmano di colla le teste delle gambe e le spine di faggio che si possono inserire prima proprio su queste; poi si attua la giunzione con il piano del tavolino in legno fai da te. Quattro lunghi strettoi si mettono per comprimere le gambe sul piano, mentre con tavole e altri strettoi si impone loro la corretta geometria.

Compensato multistrato | Caratteristiche e lavorazione

Il compensato multistrato è un semilavorato in legno formato da pannelli stratificati molto sottili detti piallacci

Estremamente facile da lavorare e pratico per la costruzione di mobili leggeri e di strutture varie, il compensato multistrato è formato dalla sovrapposizione di più strati di fogli molto sottili (piallacci) incol­lati a pressione con particolari adesivi molto tenaci.

In questo modo il multistrato (definito anche “compensato” quando è composto di soli tre fogli) assume una notevole robustezza e un’ottima flessibilità in ogni dire­zione, in quanto non vi è una venatura preferenziale.

I piallacci hanno spessori variabili che vanno da 0,3 a 2 mm mentre gli spessori che si raggiungono con il multistrato vanno da un minimo di 3 o 4 mm ai 30 – 50 mm per i tipi più robusti.

Taglio e foratura

Il taglio e la foratura del multistrato non presentano alcuna difficoltà, ma le superfici esterne rischiano di risultare leggermente sfrangiate. Conviene sempre intervenire con carta vetrata e, per correzioni più fini, con una raspa a denti sottili. Mentre le facce sono lisce, il bordo del multistrato presenta l’inconfondibile traccia a strati dei fogli di piallaccio.

Finitura 

La finitura del multistrato (solo su quelli impiallacciati con legno pregiato) si effettua con verniciatura alternata ad accurata levigatura. I tipi di qualità inferiore ricevono una mano di cementite che riempie eventuali irregolarità, seguita da una carteggiatura. Poi si passa all’applica­zione di due mani di pittura. 

Come si ottiene il compensato multistrato

Il multistrato si ricava da legni dolci di basso costo (pioppo, betulla, pino) dai cui tronchi si ottengono sottili piallacci.

Ecco come dal tronco viene ottenuto il piallaccio di legno.

Lavorazioni del compensato multistrato

Ritocco della superficie

Nei multistrati di bassa qualità è spesso necessario occultare piccoli difetti della superficie applicando stucco da legno e carteggiando prima di stendere un fondo continuo.

Avvitatura

Si effettua con viti autofilettanti a gambo sottile. Se l’avvitatura è su una costa conviene eseguire un foro guida per non far “scoppiare “ il multistrato. Bagnare la vite con colla rinforza la tenuta.

Avvitatura multistrato

Taglio

Data l’ampiezza dei pannelli capita di dover iniziare un taglio all’interno della superficie. Lo si può fare inclinando il seghetto alternativo e riportandolo in verticale quando la lama è penetrata.

taglio compensato multistrato

Levigatura

Le superfici del compensato multistrato non esigono particolare levigatura, che conviene realizzare con una levigatrice roto-orbitale. Se si insiste troppo in un punto, si rischia di arrivare al piallaccio sottostante.

Levigatura multistrato

Fresatura

Nel multistrato sono presenti collanti che ad alta temperatura possono degradarsi emettendo fumi. La fresatura va perciò effettuata con passate veloci e leggere per non surriscaldare l’adesivo.

fresatura multistrato

Curvatura e sagomatura

Il compensato si piega agevolmente se i raggi di curvatura non sono troppo stretti. Per forzare la curvatura si bagnano le superfici del foglio in modo da ammorbidire le fibre.

curvatura

Compensato prezzo

Il compensato comune indicativamente costa 5 euro al metro quadrato, mentre con il compensato multistrato saliamo di prezzo per arrivare ai 25 euro per pannelli da un metro quadrato e 30 mm di spessore.

Compensato marino

I fogli di piallaccio che formano il compensato e multistrato comune vengono incollati solitamente con adesivi e che non resistono troppo all’immersione in acqua.

Nel compensato per esterni viene usata una colla urea-formaldeide melamminica che dà migliori risultati per strutture esposte all’umidità. 

Compensato marino

Per ottenere risultati ancora più soddisfacenti il compensato marino viene fabbricato utilizzando fogli selezionati di un ristretto gruppo di legnami simili al mogano, molto ricchi di oli essenziali che li preservano naturalmente dall’attacco di funghi e insetti.

I fogli con i quali è fatto il compensato marino vengono selezionati attentamente in modo da non lasciare vuoti all’interno dei pannelli. Per l’incollaggio viene utilizzato un adesivo fenolico insensibile all’umidità.

Compensato marino prezzo

Un pannello di compensato marino, realizzato con essenze di pregio, con dimensioni indicative di 250cm x 200 cm e con spessore di 3 cm, di norma viene venduto a circa 130-140 euro. Pannelli realizzati con essenze meno pregiate hanno un costo inferiore.

Mapelastic membrana liquida

Mapelastic è una malta cementizia bicomponente elastica per la protezione e l’impermeabilizzazione di superfici in calcestruzzo, balconi, terrazze, bagni e piscine; è utilissima anche nella realizzazione di docce a filo pavimento

Anche se occupa uno spazio tutto sommato ridotto, la doccia richiede per la sua installazione l’intervento di più figure professionali: il muratore per l’installazione del piatto con la necessaria pendenza, l’idraulico per gli impianti ed il piastrellista per la finitura.

Una serie di operazioni che richiedono tempo, poiché la successione delle tre figure professionali coinvolte comporta spesso tempi d’attesa.

Con i tradizionali sistemi a telo per doccia a filo pavimento può accadere che, con il tempo, si formi umidità tra le fughe del rivestimento.

Mapelastic
Posa Mapelastic

Con la guaina liquida Mapelastic ® AquaDefense si può impermeabilizzare il supporto prima della posa delle piastrelle senza lunghi tempi di attesa. Si tratta di una membrana elastica allo stato liquido, pronta all’uso, da applicare a rullo, pennello o spatola in due mani per uno spessore finale di 0,8 mm, lasciando passare circa un’ora tra una mano e l’altra.

Dopo un’ora è in grado di resistere all’acqua piovana e dopo sole 4 ore si può procedere con la posa del rivestimento finale. Mapelastik è a base di resine sintetiche in dispersione acquosa, totalmente priva di solventi. Mapei

A questo punto si può procedere con una finitura moderna in resina o con una più tradizionale a piastrelle o mosaico.

Doccia senza piatto con la resina

Resina Teknai

Una doccia a filo impermeabilizzata correttamente non comporta alcun rischio di infiltrazione quale che sia il rivestimento scelto. Scegliendo la resina si dispone di un rivestimento continuo altamente personalizzabile con il vantaggio che, non essendoci fughe, si elimina la possibilità di annerimenti dovuti a formazioni di muffa ed anche la superficie stessa è totalmente impermeabile.

È vero che la resina richiede un’umidità controllata entro certi valori in fase di posa, tanto per il supporto quanto per l’ambiente, ma se questa è effettuata con le tecniche ed i prodotti giusti può essere successivamente esposta all’acqua corrente senza alcun rischio. Teknai

Doccia senza piatto a mosaico

Mosaico+

Il rivestimento a mosaico è di grand’effetto, ma non basta un comune piastrellista per assicurarsi che il lavoro venga eseguito a regola d’arte.

Oltre a tutte le particolarità che presenta questo tipo di posa, nella doccia c’è un maggior rischio di alterazione delle fughe che possono annerirsi o ingiallirsi per effetto dell’umidità e, dato che sono molte, ripulirle e ripristinarle non è certo agevole.

Chi effettua la posa deve utilizzare stucchi specifici per applicazioni in luoghi esposti a getti d’acqua, esistono anche prodotti premiscelati con resine che li rendono impermeabili, ovviamente ad un costo più elevato rispetto ad altri. Mosaico+