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Parola d’ordine: Rifare!

Editoriale tratto da “Rifare Casa n.34 Luglio-Agosto 2014”

Autore: Nicla de Carolis

“Gli Italiani preferiscono le inaugurazioni alle manutenzioni”. Così scriveva nel 1955 in una delle sue tante fulminanti e incisive frasi passate alla storia il grande Leo Longanesi, giornalista, pittore, disegnatore, editore e impagabile aforista.

Purtroppo ancor oggi è così; parliamo di opere importanti come aeroporti, ospedali, carceri, teatri, scuole, edifici, spesso dall’aspetto arrogante e brutto che si impongono vicino ad architetture gentili del passato, inaugurati con discorsi di politici e prelati, mai entrati in funzione per inspiegabili motivi burocratici, finanziari o forse perché l’obiettivo di chi ha gestito le cose non è il raggiungimento della pubblica utilità del progetto. Per non parlare delle “incompiute”: sono talmente tante da aver risvegliato l’interesse di un gruppo di artisti (Alterazioni Video) che nel 2007 ne ha individuate almeno 357, le ha fotografate, riprese con una telecamera, schedate e ha poi allestito una mostra per rendere omaggio a questo “miracolo italico”.
E ora, sotto gli occhi di chi va in Sardegna al mare, c’è anche il complesso della Maddalena (che nel 2009 avrebbe dovuto ospitare il vertice dei grandi della Terra poi fatto a L’Aquila). Lavori portati a termine a tempo di record, con costi ingentissimi, 400 milioni di euro di denaro pubblico,  hanno consegnato 27 mila metri quadrati di edifici, 90 mila metri di aree a terra e 110 mila di mare al nulla di un progetto che prevedeva lussuosi alberghi e yacht club, di fatto mai partito.
Inoltre le previste bonifiche a mare, non effettuate, hanno bloccato il turismo, gli edifici mostrano segni di abbandono e di rapido degrado determinato da vento e salmastro. In più, ogni anno, la Regione Sardegna paga 500 mila euro di Imu per strutture architettoniche di avanguardia in cui, in 4 anni e mezzo, non ha messo piede anima viva.

È chiaro che bisogna dire stop al consumo del territorio e far di tutto per recuperare e riqualificare l’esistente, bello o brutto che sia. La politica dovrebbe gestire gli edifici pubblici con la cura e con la parsimonia che ogni privato ha per casa sua, con manutenzioni accurate e migliorie che tengano conto dell’importante patrimonio architettonico della nostra bella Italia.
Ristrutturare, riqualificare, rifare dovrebbero essere queste le parole d’ordine per pubbliche amministrazioni e privati, un progetto concreto, perseguibile a lungo negli anni e portatore in immediato di vantaggi in termini economici ed estetici.
Il recupero dell’esistente è da sempre il fil rouge dei nostri contenuti e, anche in questo numero, abbiamo uno speciale dedicato alla ristrutturazione di un bilocale seguito passo passo, la riqualificazione di una villetta anni ‘50 che passa da classe energetica G ad A, il recupero di un seminterrato con un’importante impermeabilizzazione. Vi proponiamo persino la trasformazione in appartamento di un vagone ferroviario dismesso con tanto di pareti, pavimenti e vetri isolati…

Complesso della Maddalena
Il merletto di vetro e acciaio del centro congressi, che fa parte di una delle costosissime strutture costruite per il G8 del 2009 all’isola della Maddalena, si sta sgretolando.

Riparare la bocchetta di ventilazione con Henkel

Il maldestro tentativo di incastrare sulle alette il supporto di un deodorante per auto ha danneggiato la bocchetta di ventilazione: il rinvio che comanda il movimento simultaneo delle alette può essere riparato.

Ci sono deodoranti per auto che si possono agganciare alle alette della bocchetta di ventilazione dell’auto, per ottenere una più efficace diffusione degli aromi nell’abitacolo. Di solito le boccette di profumo si innestano su un supporto di plastica che ha sul retro una molletta; a sua volta, il supporto si aggancia alle alette facendo un po’ di pressione, ma se si esagera… Le alette della bocchetta di ventilazione dispongono di minuscoli perni sporgenti lateralmente per incastrarsi da un lato in fori ricavati lungo il profilo della bocchetta, dall’altro in una sottile striscia di plastica, anch’essa forata, che ne permette il comando simultaneo: basta agire sul risalto centrale della bocchetta di ventilazione per orientarle tutte verso l’alto o verso il basso, modificando la direzione del flusso. La delicata striscia si è spezzata, ma la si può riparare ricostruendo la rottura con pasta bicomponente; ovviamente per eliminare i cattivi odori dall’abitacolo bisognerà utilizzare un sistema diverso, o applicarlo su un’altra bocchetta facendo maggiore attenzione. 

Riparare la bocchetta di ventilazione

bocchetta-di-ventilazione, ventilazione , riparazione a uto, pattex. pattex riparatutto

  1. Abbiamo bisogno di un minitrapano con accessori, lime piccole e Pattex Riparatutto Express in monodosi.
  2. Solleviamo lateralmente la bocchetta, facendo leva intorno con una spatolina di plastica, senza danneggiarla ulteriormente o graffiare il cruscotto.
  3. Estraiamo le alette e la sottile striscia di plastica spezzata, quindi indossiamo i guanti e impastiamo a lungo con le dita una dose di pasta, miscelando bene i due componenti.
  4. Ripariamo la rottura facendo combaciare le parti e lasciamo essiccare. Dopo poco tempo la pasta indurisce e possiamo modellarla con una moletta montata sul minitrapano.
  5. Ristabilita per quanto possibile la forma originale, foriamo la pasta con una fresetta o con una sottile punta, per ripristinare il foro nel punto in cui si era verificata la rottura. Se vogliamo rendere meno evidente la riparazione possiamo stendere un poco di smalto nero sulla riparazione prima di rimontare la bocchetta e ricollocarla in sede.

Vetrofusione

La vetrofusione è una tecnica abbastanza impegnativa perché richiede l’uso del forno, ma i risultati sono davvero splendidi

La vetrofusione o glassfusing, è una tecnica con cui si possono realizzare vetrate decorative per porte e finestre, ma anche lampade, vasi, bomboniere e molte altre cose, a patto di disporre di un forno, che è indubbiamente indispensabile e che deve essere preferibilmente concepito per questo specifico uso: in commercio ne esistono di varie dimensioni, con funzionamento elettrico o gas, ma potrebbe bastare anche un forno per ceramica, purché fornito di termometro molto preciso.

oggetti in vetrofusioneVetrofusione: la cottura

A circa 550°C il vetro comincia ad ammorbidirsi, a 750°C diventa viscoso e a 850-900°C inizia a scorrere. È assolutamente vietato aprire il forno prima che si raggiungano i 500°C, lo stesso discorso vale per la fase di raffreddamento: si può aprire un attimo quando sono stati raggiunti gli 800°C, ma poi bisogna richiudere in fretta ed aspettare il completo raffreddamento.
Importanti anche il periodo di preriscaldamento e di mantenimento: un vetro di 6 mm di spessore necessita in genere dì 90 minuti per arrivare integro a 550°C e di circa 30 minuti di mantenimento in fase di discesa.

L’utilizzo di vetri colorati ritagliati ad arte, non è l’unica tecnica possibile: si può ad esempio far uso di smalti e colori in polvere, o di ossidi metallici.
Giocando sulla temperatura si può rendere malleabile una lastra fino a farla adagiare sul modello ed ottenere così un piatto o un vassoio.
A temperature più elevate, superiori ai 900°C, il vetro diventa una massa fluida che può essere colata in stampi acquistati od autocostruiti.

Lavorazioni a sandwich

La lastra di base può essere ulteriormente ricoperta con un vetro trasparente di pari dimensione: sotto l’azione del calore tutti gli elementi si fondono fino a creare un unico blocco ma, proprio per non rendere visibile il trucco, è necessario che le due facce esterne siano perfettamente coincidenti su tutto il perimetro.
Nel regolare la temperatura del forno ed i tempi di cottura dobbiamo naturalmente tener conto dello spessore complessivo.

Vetrofusione step by step

come fare la vetrofusione

  1. La lastra di vetro su cui posare i pezzi colorati deve essere accuratamente pulita  e sgrassata con alcool.
  2. Si preparano delle sagome su cartoncino da usare come guida per il taglio delle lastre di vetro.
  3. Si esegue il taglio del vetro colorato utilizzando le sagome; volendo si possono anche fare tagli a mano libera.
  4. Le diverse parti della decorazione, perfettamente pulite, si appoggiano sulla lastra di base posizionandole con precisione.
  5. Con ossidi metallici o colori specifici si prepara lo sfondo a tonalità sfumate, senza muovere i ritagli di vetro.
  6. Tenendo delicatamente la lastra di base, e evitando che gli elementi si spostino dalla loro posizione, si introduce il tutto nel forno.

vetrofusione-come-si-fa

 

Apricancello: come installarlo sullo scooter

Una modifica molto utile allo scooter permette di aprire il cancello elettrico senza fermarsi e cercare in tasca il telecomando apricancello: quest’ultimo è installato sul veicolo, protetto nel cassetto, e si aziona con un pulsante senza togliere le mani dal manubrio

Per evitare di fermarsi ogni volta davanti al cancello di casa per cercare il telecomando in tasca, è possibile applicare il radiocomando apricancello direttamente sul manubrio dello scooter, sfruttando il posto di riserva per un pulsante ausiliario, di fianco a quello dell’accensione. Acquistato un secondo pulsante d’accensione come ricambio, si salda uno spezzone di cavo a due poli lungo circa 40 cm sui terminali del contatto elettrico normalmente aperto; l’altro capo del cavo viene terminato con un connettore maschio recuperato da un vecchio PC. Individuati sulla scheda del telecomando apricancello i due contatti corrispondenti al microinterruttore d’apertura, si salda un altro spezzone di cavo e si termina con un connettore femmina. Montato il pulsante sul manubrio, fatti passare i conduttori internamente sino al cassetto dello scooter, si innestano i connettori. Ora la pressione del pulsante attiva l’apertura del cancello.

Apricancello sullo scooter

come installare un apricencello elettrico

  1. Per quel che riguarda gli interventi da fare sul telecomando, il primo passo consiste nello smontarlo completamente, mettendo a nudo la scheda elettronica al suo interno.
  2. Sulla scheda, lato opposto alla componentistica, si individuano facilmente i due terminali del pulsante d’azionamento e a questi si saldano due sottili conduttori lunghi quanto basta e terminati con uno spinotto femmina.
  3. I fili sono sottili abbastanza per attraversare il vano batteria con questa stessa installata e fuoriuscire dal contenitore attraverso una fessura lasciata dal coperchio.
  4. Il cavo proveniente dal pulsante sul manubrio entra nel ripostiglio dello scooter ed è lì che il telecomando apricancello trova posto, immobilizzato su una staffa di metallo, naturalmente dopo aver innestato gli spinotti uno nell’altro.
  5. L’installazione è completata non resta che rimontare il vano batteria.

Scaldacqua a pompa di calore

La novità per la produzione di acqua calda sanitaria viene dai sistemi scaldacqua a pompa di calore che aspirano aria, la comprimono per riscaldarla e, attraverso uno scambiatore, cedono calore all’acqua contenuta in un serbatoio: sono apparecchiature ecologiche che assicurano risparmi economici interessanti, si installano con opere minime e beneficiano degli incentivi fiscali per la riqualificazione energetica

I boiler tradizionali alimentati esclusivamente a corrente elettrica o a gas sono destinati ad estinguersi a favore di nuovi sistemi che utilizzano energie rinnovabili. Già da diversi anni questi apparecchi per la produzione di acqua calda sanitaria vengono integrati con impianti solari termici, ma la nuova rivoluzione viene dagli scaldacqua a pompa di calore, che sfruttano l’aria per produrre energia termica attraverso un ciclo termodinamico.

Il funzionamento della pompa di calore consiste nel prelevare calore a bassa temperatura e “pomparlo” per portarlo ad una temperatura superiore, con un consumo di energia minimo, circa 1/3 rispetto ad un tradizionale boiler elettrico.
Lo scaldacqua a pompa di calore aspira aria dall’esterno per riscaldare l’acqua all’interno di un serbatoio d’accumulo, che può essere tutt’uno con la macchina termica (monoblocco) o separato da essa (split). In quest’ultimo caso, il serbatoio è installato all’interno e la macchina termica all’esterno dell’abitazione.

scaldacqua schema
L’aria aspirata dal ventilatore del gruppo termico cede il proprio calore ad un fluido che passa nell’evaporatore, poi viene espulsa; il fluido viene compresso, si surriscalda e, passando nel condensatore, cede il proprio calore all’acqua sanitaria. Proseguendo, passa attraverso una valvola di laminazione che gli fa perdere bruscamente pressione e temperatura, riportandole ai valori iniziali: il ciclo può ricominciare. L’energia elettrica richiesta è solo quella per il funzionamento del ventilatore che cattura l’aria e per il compressore che agisce nel circuito chiuso.

L’efficienza del solare termico è subordinata alla presenza del sole ed al tipo d’installazione (orientamento, parziali ombreggiamenti), oltre ad avere una certa invasività, che con questi apparecchi è nettamente inferiore, anche nella versione split. Inoltre, l’aria è sempre disponibile, giorno e notte, e non è necessario tener conto dell’esposizione. La gamma Nuos di Ariston, per esempio, raggruppa diverse apparecchiature con capacità che vanno da 80 a 300 litri con diverse modalità di funzionamento che permettono di scegliere se massimizzare il risparmio energetico (funzionamento esclusivo a pompa di calore), ridurre i tempi di riscaldamento (pompa + resistenza elettrica) o lasciare alla macchina la gestione del sistema, ottimizzando il funzionamento a pompa di calore con l’intervento delle resistenze ausiliarie.

Per un intervento volto a migliorare l’efficienza energetica, si può accedere alle detrazioni del 65% della spesa (apparecchi + installazione): l’investimento si recupera in pochi anni e, considerato che questi scaldacqua durano 10 anni o più, il risparmio sui consumi energetici è garantito per lungo tempo. La legge di stabilità 2014 (Legge n. 147 del 27 dicembre 2013), modificando quanto già stabilito dalla Legge 90 del 3 agosto 2013, ha prorogato fino al 2016 le Detrazioni Fiscali per gli interventi finalizzati a migliorare l’efficienza energetica degli edifici esistenti, secondo le seguenti scadenze e aliquote:

  • Interventi relativi a parti comuni degli edifici condominiali o che interessino tutte le unità immobiliari del singolo condominio:
    • Detrazione del 65% delle spese sostenute dal 6 giugno 2013 al 30 giugno 2015
    • Detrazione del 50% delle spese sostenute dal 1 luglio 2015 al 30 giugno 2016
  • Interventi relativi a tutte le altre tipologie di edificio:
    • Detrazione del 65% delle spese sostenute dal 6 giugno 2013 al 30 giugno 2015
    • Detrazione del 50% delle spese sostenute dal 1 gennaio 2015 al 31 dicembre 2015

Risparmio economico

risparmio-scaldacqua-pompa

Il prospetto evidenzia la differenza di consumo tra uno scaldacqua efficiente ed uno tradizionale
di pari capacità: il risparmio può arrivare al 75% e consentire di rientrare dall’investimento in circa 3 anni, che si riducono se si usufruisce della detrazione fiscale.
Ma attenzione: i valori riportati nel prospetto sono relativi ad una temperatura media annua di ingresso dell’aria di 15 °C, quindi i dati possono subire variazioni considerevoli in base alle condizioni climatiche del luogo d’installazione. Con temperature molto basse, infatti, la resistenza elettrica di supporto da 1200 W interviene con più frequenza (modalità Boost e Auto), in base alla richiesta.

Monoblocco o split?

monoblocco-split

La gamma Nuos è composta da scaldacqua per installazione murale o a pavimento, in versione monoblocco o split con unità esterna: entrambe le versioni offrono vantaggi da valutare nella scelta in base alle proprie esigenze.
Con la pompa di calore monoblocco sono necessarie soltanto griglie esterne per l’espulsione, con un impatto architettonico minimo; tramite opportune canalizzazioni l’aria fresca e deumidificata può essere utilizzata per raffrescare gli ambienti, la prima accensione è immediata e all’installatore non sono richieste competenza ed attrezzature da frigorista.
Nella versione split, per contro, l’unità interna è più compatta (manca il gruppo frigo), le connessioni gas hanno dimensioni contenute e non serve lo scarico della condensa. Ventilatore e compressore sono nell’unità esterna, quindi la rumorosità di funzionamento è nulla; occorre solo un foro Ø 50 mm nel muro per i tubi del gas refrigerante. Quanto alla manutenzione, l’operazione principale è la pulizia dell’evaporatore e, nella versione split, si esegue nell’unità esterna, quindi è più semplice, se questa si trova in posizione facilmente raggiungibile. Ariston

Integrazione con il fotovoltaico

integrazione-fotovoltaico

Il ventilatore ed il compressore che generano il ciclo della pompa di calore sono apparecchiature elettriche ed il loro funzionamento richiede il collegamento ad una rete elettrica, necessario comunque per alimentare la resistenza interna a funzionamento discontinuo.
La pompa di calore può però essere collegata ad un impianto fotovoltaico ben dimensionato (anche questo impianto beneficia degli incentivi) ed il costo per il suo funzionamento si può ridurre fino al 95%, tenuto conto che l’energia prodotta in eccesso può essere scambiata sul posto con la rete elettrica o utilizzata per gli altri consumi domestici.

Mente, mano, magia

Editoriale tratto da “Far da sé n.440 Luglio 2014”

Autore: Carlo De Benedetti

“Vi auguro una bella strada nella scuola, una strada che faccia crescere le tre lingue che una persona matura deve sapere parlare: la lingua della mente, la lingua del cuore e la lingua delle mani”: sembra proprio il terzetto di parole d’ordine che avevamo proposto come logo della nostra iniziativa “Manualità, un gioco da ragazzi”, quando in testa a ogni nostra comunicazione c’era l’omino MENTE, l’omino MAGIA, l’omino MANO. E se la lingua del cuore è quella delle emozioni e dei sentimenti, coincide bene con la magia che si esprime nella gioia di aver “pensato bene” e di aver “agito bene”.

Il nostro fine era quello di entusiasmare i ragazzi nei confronti delle attività manuali, di far loro capire che la mente aiuta a progettare, a inventare, a creare, che la mano consente di realizzare concretamente quello che la mente ha pensato per guardare infine con la bocca spalancata dalla meraviglia e con il cuore pieno di soddisfazione il frutto della nostra mente e delle nostre mani.

Era certamente di più ampio respiro il fine di Papa Francesco, mentre pronunciava la frase che abbiamo citato all’inizio e che è stata proclamata il 10 maggio 2014 a Roma nel corso dell’iniziativa “La Chiesa per la scuola”, ma in quel terzetto mente-cuore-mani c’è davvero la descrizione di una “bella strada” che la scuola, ma poi la società, deve provare a percorrere con impegno se vuole essere aperta alla realtà, luogo d’incontro, portatrice di vero-bene-bello. Questo è un “cammino ricco, fatto di tanti ingredienti” dice ancora il Papa: siamo più che mai convinti che tra questi ingredienti ci sia anche la manualità, la capacità di costruire un oggetto, la saggezza di riparare una cosa piuttosto che buttarla, il desiderio di rendere bello e vivibile un angolo di casa o di giardino, l’aspirazione a trasmettere ai giovani i segreti di sapienti artigiani, l’intelligenza di riscoprire in vecchi mestieri la dignità del lavoro, la gioia di mettere al servizio di altri le proprie abilità.

Nel profondo rispetto per il magistero di Francesco, quindi senza nessuna intenzione di strumentalizzare le sue parole, vorremmo che, sempre con le sue parole, si diffondesse la convinzione che “se una cosa è vera, è buona ed è bella; se è bella, è buona ed è vera; e se è buona, è vera ed è bella”.

pontefice-scuola
Il Pontefice fra i ragazzi che hanno partecipato alla giornata “La Chiesa per la scuola”, a Roma, il 10 maggio 2014. (foto: Radio Frate Sole)

Realizzare una prolunga elettrica

Allarghiamo il raggio d’azione delle nostre attività realizzando una prolunga elettrica robusta e sicura che si adatti bene ai nostri elettroutensili, ma che possa eventualmente servire anche per macchine elettriche, elettrodomestici ecc.

Per realizzare una prolunga elettrica scegliamo il cavo giusto che deve essere composto da tre conduttori di cui uno, giallo-verde, serve per la messa a terra. Il cavo deve essere a doppio isolamento, con i tre conduttori interni (isolati) protetti da una guaina in PVC piuttosto spessa. Per completare la prolunga servono anche una presa e una spina da 10 o da 16 A, a seconda dell’utilizzo previsto. Un supporto a bobina, in materiale plastico, ne consente l’ordinato avvolgimento.

Prolunga elettrica – è utile sapere che…

disegno cavo elettrico
La sezione dei conduttori interni, in trecciole di rame, va commisurata all’apparecchio con la potenza massima che si presume di dover alimentare. Supponendo un assorbimento massimo di 1500 W, i conduttori devono avere una sezione di almeno 1,5 mm2.  Molte apparecchiature hanno potenze superiori, meglio informarsi quando si acquista il cavo, sulla sezione giusta.

 Prolunga elettrica – La realizzazione

come fare una prolunga elettrica

  1. Con le forbici da elettricista asportiamo circa 40 mm di guaina dall’estremità del cavo elettrico. Facciamo molta attenzione a non provocare tagli sui rivestimenti colorati dei conduttori interni.
  2. Con la pinza spellafili possiamo scoprire il rame di ogni conduttore per la lunghezza desiderata, (circa 15 mm). Eliminiamo il rivestimento corrispondente serrando le ganasce della pinza.
  3. Attorcigliamo le estremità delle trecciole di rame messe allo scoperto per un migliore inserimento nei morsetti. Ripieghiamo  le trecciole in modo da ottenere “capicorda” di circa 7-8 mm.
  4. Allentiamo le viti dei morsetti della spina (o della presa) e inseriamo i conduttori, facendo attenzione alla collocazione centrale del conduttore di terra (quello con il rivestimento giallo-verde).
  5. Prima di chiudere definitivamente la spina (o la presa) blocchiamo il cavo con l’apposito morsetto che si stringe agendo sulle viti. Disponiamo i conduttori in modo da non impedire la chiusura.
  6. Terminiamo il lavoro chiudendo la spina (o la presa) serrando la vite laterale. Se il lavoro è stato eseguito correttamente, dalla spina deve uscire il cavo con il doppio isolamento integro e continuo.

Prolunga elettrica – Sezioni adeguate

sezione prolunga elettrica
La corrente che scorre nei cavi incontra una certa resistenza dovuta al tipo di materiale di cui sono costituite le trecciole, alla sezione e alla lunghezza del conduttore. Questa resistenza genera un riscaldamento che può, nei casi estremi, portare alla fusione dell’isolante con evidenti pericoli. Le norme CEI limitano la caduta di tensione massima ai capi delle prolunghe (che si traduce in riscaldamento) al 4% della tensione nominale.
Dalle tabelle CEI si ricava che per una prolunga da 20 m con conduttori di 1,5 mm2 che alimenta un’utenza da 1500 W si ha una caduta di tensione dell’1,13%, perfettamente adeguata alle nostre esigenze. In ogni caso durante l’impiego di una prolunga, se abbiamo dei dubbi circa la sua adeguatezza, controlliamo che essa non si riscaldi pericolosamente.

 

Fungo di Borgotaro fai da te

Sembrano funghi veri, ma sono riproduzioni di legno prelevato dal ceppo di vecchi alberi… ecco il fungo di Borgotaro fai da te

Quando si dice: ” è un Fungo di Borgotaro ” si allude alla famosa località in Provincia di Parma, Borgo Val di Taro,  famosa in Italia per la nascita di numerosi funghi porcini di ottima qualità, qualora le condizioni metereologiche siano favorevoli.

In questo articolo vediamo come realizzare riproduzioni fai da te del Fungo di Borgotaro in legno, da utilizzare come soprammobili, portachiavi, oggetti decorativi, regali…

Girando per i boschi è possibile andare alla ricerca delle piante di castagno più vecchie e malate. Una caratteristica di questi esemplari, specialmente se hanno un tronco di grande diametro, è quella di sviluppare escrescenze irregolari e sporgenti, nella parte bassa del fusto, che costituiscono la materia prima per la realizzazione del Fungo di Borgotaro fai da te. La massa legnosa ha bisogno di asciugarsi un po’ dopo essere stata prelevata, ma senza stagionare, altrimenti questa essenza, già di per sé piuttosto dura, diventa difficile da scolpire con attrezzi manuali quali sgorbie, scalpelli e altri taglienti sagomati.  In base alla dimensione del pezzo viene scelta la forma del fungo di Borgotaro che se ne può ricavare, serrandolo in una morsa con le ganasce ricoperte da “mordacchie” di alluminio per non segnare il legno. 

I materiali necessari

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Servono: sgorbie, scalpelli e altri taglienti sagomati; escrescenze legnose prelevate da piante di castagno, carta vetrata.

La realizzazione del Fungo di Borgotaro fai da te

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  1. Osservando il legno, si sceglie la parte che meglio si presta a ricavare la cappella del porcino. Lo si chiude in morsa orientandolo di conseguenza e si incide il pezzo con una sega a pettine fino a una certa profondità, lungo tutto il diametro, per mantenere l’attaccatura del gambo.
  2. Battendo sul manico di uno scalpello affilato con un mazzuolo, si asporta il legno in eccesso per iniziare ad abbozzare il gambo del fungo, con la tipica forma panciuta.
  3. Si riprende la sega a pettine per eliminare le sfogliature di legno e regolarizzare l’attaccatura tra gambo e cappella.
  4. Le spigolosità più marcate lasciate da sgorbie e scalpelli vengono eliminate facendo ruotare il pezzo contro un platorello abrasivo montato sul mandrino di un trapano.
  5. Levigata grossolanamente la sagoma, si completa la lisciatura a mano, con un pezzo di carta abrasiva ripiegato per arrivare fino in fondo alla gola tra cappella e gambo.
  6. In base al colore del pezzo si può scegliere se rifinire la superficie semplicemente a cera o applicare prima un colorante che permetta di raggiungere la tonalità desiderata.

E per quelli veri… visitate questo sito riportate le tabelle aggiornate di Crescita! Buon Fungo di Borgotaro a Tutti!

Scrub viso e corpo fai da te

Lo scrub è un termine inglese che indica l’esfoliazione della pelle. Vediamo come preparare una crema scrub fai da te per viso e corpo.

Questa crema scrub ha proprietà emollienti (date dal sale marino e dagli oli vegetali) e tonificanti (per azione degli oli essenziali di arancio, rosmarino e menta).
La pelle viene levigata e le cellule morte vengono rimosse. Si può utilizzare sia sulla pelle asciutta, sia sulla pelle bagnata.
Per il viso che è una zona sensibile, utilizziamo lo scrub su pelle bagnata, mentre per parti del corpo meno sensibili possiamo utilizzare lo scrub direttamente sulla pelle asciutta.

Ingredienti per la preparazione dello scrub

  • 9 cucchiai di sale marino fine
  • 3 cucchiai di olio di mandorle dolci
  • un cucchiaino e mezzo di olio di nocciola
  • un cucchiaino e mezzo di olio di jojoba
  • 4 g di cera d’api
  • un cucchiaino di acido citrico
  • 15 gocce di olio essenziale d’ arancia
  • 8 gocce di olio essenziale di rosmarino
  • 12 gocce di olio essenziale di menta

scrub viso fai da te

Preparazione dello scrub

Mettiamo in un contenitore il sale marino e aggiungiamo l’acido citrico e gli oli essenziali. Amalgamiamo il tutto

Scaldiamo a bagno maria la cera d’api con gli oli vegetali e aggiungiamoli al composto preparato col sale.
Mescoliamo fino ad ottenere una crema.

Versiamo in vasetti di vetro che possiamo decorare per rendere “homemade”.

scrub-corpo

 

Il cappotto fai da te

Isolare la casa con un click, in modo semplice con ILCAPPOTTOFAIDATE.IT

capp-3ILCAPPOTTOFAIDATE è la soluzione più semplice da installare per isolare al meglio le facciate esterne di un edificio. Migliora il comfort abitativo, riduce i consumi energetici e il costo delle bollette per il riscaldamento invernale ed il raffrescamento estivo. È l’unico sistema d’isolamento modulare, oggi sul mercato, che può essere montato con semplicità da chiunque. Allo stesso tempo esso utilizza componenti e tecnologie di assoluta qualità tali da garantire durata e affidabilità nel tempo.


“Chi fa da sé fa per tre”
L’idea del ILCAPPOTTOFAIDATE nasce infatti da qui. Una soluzione tipicamente professionale oggi alla portata di tutti in quanto semplificata al massimo nella sua applicazione. Perché non immaginarsi in una casa che ti fa risparmiare, più attenta alla salute e sensibile verso l’ambiente? Investendo su noi stessi oggi è possibile.

Il kit

ilcappottofaidate

ILCAPPOTTOFAIDATE è un kit preassemblato è fornito in comodi scatoloni. Ogni kit isola 5m2 di facciata e si compone di:

  • Pannelli isolanti in polistirene espanso
  • Profili verticali e orizzontali di montaggio
  • Un sacco di malta per incollare e rasare
  • Un rotolo di rete di armatura
  • Distanziatori, viti e tasselli di fissaggio
  • Primer bianco
  • Rivestimento a spessore bianco
  • Manuale d’istruzioni

La struttura modulare de ILCAPPOTTOFAIDATE risponde alle esigenze di chi, nel tempo libero, vuole prendersi cura della propria casa. L’installazione infatti potrà essere suddivisa in più momenti secondo le tue esigenze.

Con ILCAPPOTTOFAIDATE si risparmia 3 volte

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Seguendo il semplice manuale d’installazione fornito col kit, in pochi e semplici passaggi, potrai isolare le pareti della tua casa ottenendo tre  importanti vantaggi:

  • Risparmia sull’installazione: ILCAPPOTTOFAIDATE è studiato per semplificare tutte le fasi applicative e dare la possibilità a chiunque di installarlo correttamente mantenendo inalterati gli standard qualitativi di un sistema professionale.
  • Risparmia sulla bolletta: con ILCAPPOTTOFAIDATE, isolando tutte le pareti della tua casa, riceverai bollette fino al 15-20% annuo più leggere, perché un buon isolamento riduce i costi per il riscaldamento invernale e il raffrescamento estivo.
  • Usufruisci delle detrazioni fiscali: Utilizzando ILCAPPOTTOFAIDATE hai la possibilità di accedere alle agevolazioni fiscali del 65% previste dal governo. Per valutare l’effettiva possibilità contattaci al numero verde 800-034245. Con poche informazioni i nostri tecnici saranno in grado di darti una risposta immediata e precisa.

Ogni kit isola 5 m2

ilcappottofaidate-6Nessun calcolo complicato per determinare le giuste dosi per ogni singola componente. È sufficiente sapere quanto misurano le pareti da isolare ed il gioco è fatto. All’interno di ogni confezione sono già presenti tutte le componenti necessarie del sistema ed un pratico manuale di posa illustrato che con semplicità spiega l’applicazione fornendo per ogni fase: tempi di posa, modalità applicative e strumenti accessori. Isolare la propria casa non è mai stato così facile.