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Armadio sottoscala fai da te

Ecco come realizzare un armadio sottoscala per sfruttare al meglio lo spazio a disposizione.

Una soluzione per utilizzare un vano altrimenti inutilizzatoa consiste nel realizzare un armadio sottoscala composto da una serie di moduli indipendenti e montati su ruote che, inseriti nel vano e ben accostati, lo chiudano totalmente. In pratica si tratta di costruire un armadio sottoscala constituito da tre carrelli mobili costituiti da un telaio di supporto il cui frontale, in pannello di multistrato, è sagomato in modo che insieme completino la superficie frontale del vano. I frontali vanno misurati e tagliati a misura e poi collegati all’intelaiatura con colla e viti. Nella costruzione proposta i moduli servono come capace scarpiera.

Armadio sottoscala – Cosa serve

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✓ Listelli di abete (anche di recupero)
✓ Pannelli di multistrato da almeno 15 mm
✓ Tondino di ramin ø 20 mm
✓ Spine di faggio ø 6 mm
✓ 12 ruotine fisse
✓ Viti; maniglie; cerniere; scrocchetto magnetico; squadrette di rinforzo
✓ Colla vinilica; materiali di finitura (impregnante e vernice trasparente o fondo opaco e smalto, copribordo termosaldante)
✓ Ferro da stiro; cacciavite; sega circolare; morsetti; avvitatore; pennello; falsa squadra

Armadio sottoscala – Il disegno

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Armadio sottoscala -La realizzazione

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  1. Addossati i pannelli alla parete, individuiamo la linea di taglio. Poi eseguiamo i tagli sui pannelli frontali utilizzando la sega circolare. Teniamoci a filo esterno della linea di taglio.
  2. Tagliamo anche i rimanenti pannelli e li assembliamo avvitandoli all’intelaiatura di listelli. Nei listelli destinati a sostenere i tondini pratichiamo i fori con una punta a fresa di diametro pari ai tondini.
  3. Dopo aver tagliato a misura i tondini e averli incastrati nei listelli, avvitiamo questi ultimi ai pannelli di ogni modulo. Facciamo attenzione alla lunghezza delle viti, non devono sporgere dal pannello.
  4. Trattiamo ogni modulo dapprima con un fondo acrilico e poi con uno smalto, sempre acrilico, applicato in due mani. Tra la prima e la seconda mano, carteggiamo le superfici.

Armadio sottoscala – Le finiture

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  1. I bordi dei pannelli vanno rifiniti con bordino termoadesivo che applichiamo passandovi sopra il ferro da stiro caldo. Le eccedenze si asportano con il cutter.
  2. Le quattro ruotine che si avvitano sotto il fondo devono essere ad asse fisso per consentire di estrarre i moduli con facilità senza urtare i moduli vicini.

Essenziale e sorprendente

Editoriale tratto da “In Giardino n.49 Agosto-Settembre 2014”

Autore: Nicla de Carolis

apple-delanoNel sofisticato hotel Delano di Miami, bell’esempio di edifico art-deco, all’ingresso di ogni stanza c’è appeso al muro un anello di metallo che regge una mela verde e una targhetta con inciso AN APPLE A DAY KEEPS THE DOCTOR AWAY, ovvero “una mela al giorno toglie il medico di torno”, proverbio assai noto anche da noi. Un’idea dell’archistar Philippe Starck che ha curato la ristrutturazione dell’albergo nel 1995 con un’impeccabile minimalismo di cui questo oggetto, nella forma e nella sostanza, è dimostrazione. Una piccola cosa che colpisce e rimane impressa nella memoria dei clienti, forse più di tutte le suggestive scenografie degli ambienti dell’hotel.

Ma della mela si è scritto e si è parlato da sempre; la sua immagine è diventata marchio di aziende come la leader Apple o simbolo di New York, detta appunto “la grande mela”. è il frutto che ha simboleggiato l’amore, la bellezza, la fortuna e la salute, il conforto e la saggezza, la tentazione e la sensualità. E tutto per il fascino che emana questo frutto tanto semplice e speciale determinato dalle sue proporzioni armoniose (ci sono studi che le rimandano alla sequenza di Fibonacci), ma anche dalle sue proprietà eccezionali conosciute fin dall’antichità: … un antiossidante, fa bene all’intestino, combatte l’invecchiamento della pelle e soprattutto è amica della salute cardiovascolare, contribuendo grazie ai flavonoidi a tenere sotto controllo il colesterolo…
È un frutto che può essere presente sulle nostre tavole tutto l’anno, sempre fresco e succoso, anche se la buccia si raggrinzisce (succede perché contine il 25% di aria…), sazia con poche calorie. E poi gli alberi di mele, le cui varietà sono addirittura migliaia, sono davvero generosi, non necessitano di particolari cure e producono frutti in abbondanza. Metterne un paio di piante in giardino è sicuramente un investimento che ripaga abbondantemente. Se vi avessi convinto, nell’articolo a pagina 14 troverete i consigli per una giusta coltivazione.

Con gli auguri di un rilassante e gratificante giardinaggio estivo, vi dedico la bella poesia qui a fianco che Pablo Neruda ha scritto per elogiare le qualità del prezioso frutto.

ODE ALLA MELA – 1957 PAOLO NERUDA
Te, mela,
voglio
celebrare
riempiendomi
la bocca
col tuo nome,
mangiandoti.
Sei sempre
nuova come niente altro,
sempre
appena caduta
dal Paradiso:
piena
e pura
guancia arrossata
dell’aurora!
Quanto difficili
sono
paragonati
a te
i frutti della terra,
le uve cellulari,
i manghi
tenebrosi,
le prugne
ossute, i fichi
sottomarini:
tu sei pura manteca,
pane fragrante,
cacio vegetale.
Quando addentiamo
la tua rotonda innocenza
torniamo per un istante
ad essere
creature appena create…
Io voglio
un’abbondanza totale,
la moltiplicazione
della tua famiglia,
voglio una città,
una repubblica,
un fiume Mississippi
di mele,
e alle sue rive
voglio vedere
tutta
la popolazione
del mondo
unita, riunita,
nell’atto più semplice che ci sia:
mordere una mela.

Tavolino fai da te di design

Ecco una costruzione rustica, ma dal design originale: un tavolino fatto con listelli uniti a formare tante U, a loro volta assemblate con spine e distanziali.

Questo tavolino fai da te si presta a diversi utilizzi fra cui il più ovvio è quello di classico tavolino da salotto, vicino a una poltrona o un divano, in questo caso affiancato da un analogo elemento con proporzioni diverse. Meno scontato, invece, con una piccola variante, farlo diventare un tavolino fai da te che assolve altre funzioni, appeso a parete come mensola per i libri, o impilato con o senza elementi gemelli per contenere raccoglitori e riviste. A seconda dell’idea, e tenendo conto degli spazi a disposizione, si variano numero e dimensioni delle cornici a U da impiegare. Variando la lunghezza dei segmenti a U, infatti, va adeguata di conseguenza la sezione dei listelli impiegati.

Cosa serve:
✓ Listello sezione 20×40 mm (7 traverse lunghe 400 mm; 14 montanti lunghi 450 mm)
✓ 32 distanziali 20x20x20 mm
✓ Spine di legno
✓ Colla vinilica
✓ Impregnante noce chiaro e vernice trasparente

Tavolino fai da te – il progetto

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 Le spine di legno hanno una lunghezza che potrebbe non essere sufficiente per farle spuntare da entrambi i lati del distanziale: in tal caso bisogna metterne due in fila.

Tavolino fai da te – La costruzione

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  1. Il taglio a 45° deve essere molto preciso, pena, una serie di U diverse una dall’altra. Se non abbiamo una sega circolare troncatrice, possiamo utilizzare la sega a dorso e la guida tagliacornici.
  2. Assembliamo ogni elemento a U separatamente, spalmando le facce a 45° di colla vinilica e tenendo serrati i listelli con morsetti per cornici che garantiscono posizione corretta e pressione ben distribuita.
  3. I distanziali da porre fra le varie U devono essere forati da parte a parte, perpendicolarmente e al centro, quindi usiamo il trapano a colonna, serrandoli nella morsa a due a due.
  4. Cospargiamo di colla le spine  e poi le inseriamole nei distanziali. Se oppongono resistenza ci aiutiamo con un martello leggero. Controlliamo che sporgano ugualmente dai due lati.
  5. Anche nelle cornici a U vanno fatti fori con il trapano a colonna, ma questa volta non passanti, per realizzare le sedi delle spine dei distanziali. Poi assembliamo le U aggiungendo un po’ di colla vinilica sulla punta delle spine.
  6. Applichiamo la finitura stendendo due mani di impregnante tinta noce chiaro, intercalate da passate di carta vetrata molto fine o paglietta d’acciaio fine. Per concludere diamo altre due mani di vernice trasparente satinata.

Tavolini fai da te – variazioni sul tema

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  1. La variante mensola prevede un numero di cornici a U inferiore, rispetto a quello per il tavolino. Come sostegno a parete si fissano con tasselli due squadrette di metallo, una per ogni braccio.
  2. Davanti a un divano non sfigura affatto la coppia di tavolini dove il secondo, fatto con la stessa procedura rispetto al primo, si differenzia per misure e proporzioni completamente differenti.

Installazione parabola in kit

L’installazione di un’antenna satellitare a parabola sul balcone deve avvenire nel rispetto di alcune regole fondamentali.

Come dev’essere effettuata l’installazione parabola? La parabola va esposta in modo da “vedere” il satellite cui puntare senza molti ostacoli. Individuato il posto giusto, procuriamoci un kit di montaggio completo che possiamo installare seguendo poche operazioni, avendo cura di seguire passo passo tutte le fasi riportate nelle istruzioni. L’operazione più complessa è puntare al satellite, ma con un poco di pazienza si può superare brillantemente anche questo ostacolo. Per il montaggio corretto è necessaria una bussola, va bene il modello tradizionale con l’ago magnetico e la scala analogica suddivisa in 360°. Con essa si individua il corretto azimut (la nostra posizione rispetto al satellite) e, con la scala graduata presente sul piantone della parabola, la corretta elevazione.

Installazione parabola – Individuare l’azimut

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Per individuare correttamente l’azimut possiamo controllare su internet, ci sono diversi siti in grado di fornire questo dato con buona attendibilità semplicemente indicando in quale città ci troviamo.
Per avere un’indicazione empirica sul corretto orientamento della parabola ci basta osservare la collocazione di quelle dei palazzi circostanti. Il disegno evidenzia le due angolazioni da impostare sulla parabola.

Installazione parabola – Montaggio passo-passo

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  1.  Accoppiamo il supporto della parabola all’attacco da palo. Va imperniato a esso mediante una coppia di bulloni passanti con sede fissa da una parte e semicircolare dall’altra.
  2. Inseriamo il tubo rettangolare nella sede sul retro della parabola e accoppiamo questa con il supporto, trovando l’allineamento tra fori e filettatura delle quattro viti che stringiamo saldamente.
  3. All’estremità del sostegno dell’illuminatore innestiamo un supporto angolare che fascia il corpo dell’illuminatore e lo blocca nella posizione ideale per ricevere le onde riflesse dalla parabola.
  4.  Inseriamo fra le ganasce dentate (di cui sono dotate le staffe del supporto) il tubo a S che sostiene la parabola e stringiamo i dadi, sulle lunghe e sporgenti barre filettate, in modo che le fascette mordano saldamente il tubo.
  5. Appoggiamo la piastra della staffa alla ringhiera e inseriamo le due barrette a U filettate, in modo che la abbraccino in un punto saldo e robusto. Inseriamo i dadi e stringiamo fino a quando la lamiera della piastra inizia a flettersi.
  6. Infiliamo il tubo di sostegno nel suo alloggiamento, completo di parabola, e stringiamo i dadi delle fascette in modo da immobilizzare il tutto. Possiamo ora portare il cavo all’interno seguendo il percorso più breve e opportuno.

Installazione parabola – il cavo coassiale

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Il segnale che arriva alla parabola deve essere portato al ricevitore con un cavo coassiale da 75 Ohm. Deve assicurare perdite molto ridotte, specialmente nel caso di lunghe distanze da coprire tra parabola e decoder. Da esso può dipendere la qualità globale di un impianto di ricezione e distribuzione dei segnali televisivi da satellite. Le caratteristiche più importanti di un cavo sono l’attenuazione del segnale, le qualità meccaniche, il coefficiente di riflessione e l’efficienza di schermatura. Il cavo migliore presenta bassa attenuazione, basso coefficiente di riflessione e alta efficienza di schermatura.

Installare le piastrelle sottili

Con le piastrelle sottili è possibile coprire un pavimento vecchio senza demolirlo.

Lo spessore ridotto delle piastrelle sottili fa sì che questa soluzione sia validissima anche per i rivestimenti di bagni, cucine e di altre stanze della casa, già dotate di piastrellatura, sia a pavimento, sia sulle pareti. Con questi elementi da rivestimento, oltre a evitare polverose demolizioni, si minimizza l’aumento di spessore della nuova copertura: può bastare l’inserimento di qualche rondella su ciascun cardine delle porte, se lo spazio superiore tra anta e telaio consente un’elevazione della porta, mentre non si interferisce praticamente su telai, infissi, rubinetterie e altro. Le piastrelle sottili sono disponibili in diversi formati con spessori da 3 a 5 mm. Essendo le singole piastrelle separate da una fuga variabile da 1 a 2 mm, il risultato finale è molto vicino a quello di un rivestimento continuo. L’applicazione differisce pochissimo rispetto a quella delle normali piastrelle di ceramica. Robustezza e qualità sono garantite da un processo denominato monopressocottura. Lo smalto, in questo modo, non si può degradare con l’usura e le piastrelle, dal punto di vista igienico ed estetico, hanno le stesse caratteristiche di quelle tradizionali.

Cosa serve:
✓ Piastrelle sottili, in varie misure
✓ Rotella diamantata
✓ Smerigliatrice angolare, dischi da taglio, trapano, punte e seghe a tazza per muratura
✓ Adesivo specifico, spatola dentata, frattazzo di gomma
✓ Paraspigoli, livella a bolla

Piastrelle sottili – L’applicazione

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  1. Il taglio si può effettuare con un normale tagliapiastrelle. Nel caso di lastre di grandi dimensioni si incide la superficie, dalla parte della ceramica, con un comune tagliavetri diamantato o a rotella.
  2. L’esiguo spessore delle piastrelle consente di realizzare con facilità le aperture necessarie per il passaggio di tubi o scatole elettriche, utilizzando la smerigliatrice angolare con il disco diamantato per grès.
  3. L’adesivo va steso sia sul supporto sia sotto la piastrella utilizzando la spatola dentata, che offre un’ottima livellatura ed evita la formazione di bolle. Per spigoli e gradini si applica un paraspigoli.
  4. Soprattutto posando lastre di grandi dimensioni è importante, dopo la posa, battere su tutta la superficie con il frattazzo dotato di suola in gomma che assesta efficacemente l’accoppiamento.
  5. Si prosegue nella pavimentazione. L’aumento di livello è contenutissimo e il lavoro procede speditamente, specie se si posa su un pavimento piastrellato, già perfettamente piano e regolare.
  6. Nei rivestimenti a parete, lo spessore ridotto evita qualsiasi aggiustamento in corrispondenza dei serramenti. La posa si effettua su muro sia rasato, sia piastrellato, dal basso verso l’alto.

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Nuove cucine veloci

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Con le piastrelle sottili è possibile piastrellare la cucina praticamente senza spostare il piano di lavoro con lavello, piano cottura ecc. è sufficiente asportare le sigillature che lo contornano, smontare il rubinetto (se è a parete) e procedere al rivestimento. Lo spessore aggiuntivo difficilmente incide sugli attacchi idrici e fornisce un lieve avanzamento sul piano di lavoro che facilita la succesiva sigillatura con preparati siliconici o acrilici.

 

 

Pavimentare con il klinker

Tra i materiali ceramici, il klinker è quello più tenace: non teme il gelo, l’abrasione, le sollecitazioni meccaniche, gli acidi e può essere naturale o smaltato

Le peculiari caratteristiche del klinker derivano dall’utilizzo di argille ceramiche pure e dall’essere cotte a temperature non inferiori a 1200 °C con cicli che possono durare anche 8-10 ore, ottenendo una vetrificazione parziale. Questo processo elimina i pori d’aria dal materiale, quindi lo rende più denso rispetto ad altri prodotti simili, con una possibilità di assorbimento d’acqua molto ridotta. Non contenendo aria, non possiede buone caratteristiche di isolamento termico, ma risulta sicuramente adatto per pavimenti esposti a imbrattamenti, sostanze oleose e agli urti da parte degli oggetti pesanti, situazioni tipiche dei garage e dei laboratori, oltre che per terrazze e camminamenti esterni nel tipo a superficie rugosa e antiscivolo.

Klinker – Utilizzi e posa

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  1. In garage: le piastrelle di klinker sono le più facili da ripulire dalle tracce di pneumatici dell’auto e dalle morchie che possono depositarsi con il rimessaggio dopo l’uso in una giornata piovosa. 
  2. Sul massetto ben livellato e privo di irregolarità stendiamo la colla, iniziando da una parete e per una porzione di circa 1 m2. La manara dentata aiuta a lasciare uno strato di altezza uniforme.
  3. La posa può essere lineare, diagonale e sfalsata, singolarmente oppure orizzontale/verticale con piastrelle accoppiate, in quanto la larghezza della piastrella è doppia rispetto all’altezza.
  4. Lo zoccolo si può realizzare, a fine lavoro, con elementi più lunghi o con le stesse piastrelle utilizzate per pavimentare. In questo caso la colla si deposita sul retro della piastrella.
  5. In terrazzo: facile da mantenere pulito, durevole e molto resistente, il klinker si presta ottimamente alle pavimentazioni esterne. Per pavimentare una superficie estesa, dividiamola a settori da delimitare con un giunto di dilatazione.

Sostituire una piastrella di klinker rotta

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  1. Incidiamo con uno scalpello le fughe in prossimità delle piastrelle rotte e asportiamole utilizzando una spatola per sollevarle. Facciamo attenzione a non danneggiare le piastrelle vicine, ancora sane.
  2. Asportiamo i residui di colla ed eventuali detriti dal massetto, in modo da disporre di una sede pulita per il fissaggio di nuove piastrelle. Eliminiamo i residui di piccola dimensione con l’aiuto di un aspirapolvere.
  3. Per il fissaggio delle piastrelle possiamo usare una colla poliuretanica impermeabile per edilizia, in tubo o in cartuccia, da stendere a cordoli sul retro della piastrella, poi premuta energicamente in sede.
  4. Le qualità di un rivestimento di klinker, per essere mantenute, richiedono l’utilizzo di prodotti adeguati, anche la fugatura va realizzata con prodotti che abbiano bassa sensibilità all’umidità e all’acqua. Quando lo stucco non viene più assorbito dalle fughe si pulisce accuratamente il pavimento con una spugna umida.

Conosciamo il seghetto alternativo

Il seghetto alternativo serve per eseguire tagli su legno e altri materiali per mezzo di una corta e robusta lama che effettua numerose corse in senso verticale

Il seghetto alternativo trova il suo impiego ottimale nei tagli curvi o sagomati su pannelli e tavole di grande dimensione che non risultano agevoli da tagliare con altri attrezzi. Ma anche i tagli rettilinei sono possibili, utilizzando la guida parallela, un accessorio che si monta sulla suola ed è regolabile in larghezza, possiamo praticare un taglio perfettamente parallelo al bordo di un pannello o di una tavola.

Se dobbiamo aprire una finestra all’interno di un pannello possiamo praticare un foro con il trapano in prossimità di un angolo, inserirvi la lama del seghetto e iniziare da lì a tagliare. Il seghetto alternativo è disponibile anche nella versione a batteria, che offre una notevole libertà di utilizzo anche distante da prese di corrente.

Seghetto alternativo – come è fatto

Seghetto alternativo – è utile sapere che

  • In alcuni modelli un illuminatore laser proietta il suo raggio sottile davanti alla lama in modo da seguire la tracciatura, per un taglio preciso.
  • Su molti seghetti c’è una bocchetta di uscita dei trucioli e del polverino cui innestare un sacchetto filtro o il tubo di un bidone d’aspirazione.

Seghetto alternativo – Caratteristiche

  1. Velocità: alcuni modelli dispongono di un comando che permette di regolare la velocità di taglio. Altri hanno il controllo elettronico sul pulsante di azionamento che permette di modulare la velocità in corso d’opera.
  2. Moto pendolare: il movimento pendolare della lama aiuta ad avanzare più velocemente. L’ampiezza dell’oscillazione (deve essere maggiore sui legni teneri e minore su quelli duri) è impostabile tramite un selettore a più posizioni.
  3. Tagli inclinati: la suola inclinabile e bloccabile permette l’esecuzione di tagli con inclinazione sino a 45°. Per  procedere con precisione è bene, quando possibile, fissare un listello che faccia da scontro e guida per la suola.
  4. Guida: per fare tagli precisi a 90°, 45° o altri angoli, è utilissima la guida orientabile. Ideale per fare cornici e tagliare tubi: bloccato il pezzo nella sede, impostato l’angolo di taglio, il seghetto si fa scorrere lungo la guida.
  5. Compasso: sulle feritoie di attacco della suola si può montare un accessorio utile a eseguire tagli circolari. Il principio è quello del compasso: al centro si fissa un perno al quale è vincolata la barra distanziale bloccata alla suola.
  6. Stazionario: con il banchetto per alternativo il seghetto viene bloccato in posizione rovesciata a un ripiano. è il pezzo da tagliare a essere mosso verso la lama. Il vantaggio è di poter tagliare con maggior precisione pezzi lunghi e larghi.

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Impregnante protettivo Syntilor

Nel mondo del bricolage si è sempre fatto larghissimo uso di impregnante protettivo per i manufatti costruiti o acquistati per la casa e per il giardino; ora sono in larga diffusione anche gli impregnanti decorativi che permettono di renderli ancora più gradevoli e personali

Siamo abituati a considerare l’impregnante protettivo come un trattamento per la sua valida azione nutritiva e protettiva nei confronti del legno, in interni e in esterni. A queste caratteristiche fondamentali si aggiunge la non meno importante prerogativa di colorare il legno, con una tonalità tipica per le varie essenze, mantenendone perfettamente visibile il magnifico disegno della fibratura.

L’impregnante protettivo Syntilor è capace anche di un’evidente azione decorativa, allorquando contenga cere o la tonalità del pigmento incluso fuoriesca dalla gamma cromatica delle essenze. Sono disponibili tinte vivaci come rosso, verde, blu, arancio, oppure di massimo contrasto come il nero o, ancora, di effetto velato come il bianco. In questo caso l’impregnante protettivo diventa un fantastico strumento creativo per personalizzare tanti complementi d’arredo in casa e fuori.

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Candeliere di ferro fai da te

Quattro elementi di ferro, qualche saldatura ed ecco un simpatico candeliere o, meglio, una bugia di costo minimo ma di grande impatto estetico

Già in altre occasioni abbiamo segnalato che nei grandi centri fai da te si trovano elementi di ferro prelavorati, semplici o “artistici”, di solito utilizzati per inferriate, ringhiere, cancelli e simili. La realizzazione di questo candeliere richiede solo tre volute a “C” ed un fiore o rosetta di lamiera stampata. Nel centro della rosetta apriamo un foro di diametro pari a quello di un chiodo robusto che saldiamo dentro il foro facendone sporgere la punta dentro la rosetta per un paio di centimetri. Disegniamo un triangolo equilatero di circa 15 cm di lato e piazziamovi sopra le tre volute tenendole in posizione con un pezzetto di filo animato (quello per chiudere i sacchetti). Diamo tre punti di saldatura per bloccare assieme le volute del candeliere, togliamo il filo animato e completiamo le saldature lungo tutte le linee di contatto delle volute. Eliminiamo eventuali bave e moliamo i cordoni. Altri punti di saldatura fissano la rosetta sulle volute o direttamente o tramite il gambo del chiodo fissacandela. Un paio di mani di protettivo Hammerite del colore preferito completano il lavoro.

Candeliere fai da te

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  1. Una saldatrice di media potenza, come la saldatrice Nordica di Telwin fra le più diffuse fra chi fa da sé, è l’unico attrezzo indispensabile per la realizzazione. Per i primi punti di saldatura occorre bloccare le tre volute in posizione.
  2. Completate le saldature per tutta la lunghezza delle linee di contatto, puliamo e moliamo i tre cordoni.
  3. Se la rosetta è di lamiera abbastanza consistente ed ha un numero di petali divisibile per tre (così da garantirne l’orizzontalità sui tre punti di contatto col supporto) possiamo saldarla direttamente alla sommità delle volute. In caso contrario (petali non multipli di tre o lamiera troppo sottile per reggere la saldatura) conviene fissare al supporto il gambo del chiodo reggicandela, lasciato di lunghezza opportuna.
  4. Ripulito il candeliere o col solvente conviene proteggerlo con uno smalto che lo rifinisca e lo preservi dall’ossidazione.

 

 

Teatrino marionette fai da te

Questo teatrino marionette è completamente smontabile per un migliore rimessaggio e per caricare la struttura nel bagagliaio dell’auto e portarla a scuola per la gioia dei piccoli spettatori

Didascalie realtive alla foto di scena:

  1. L’esiguo ingombro del teatrino marionette completamente smontato; altrettanto esiguo è il tempo necessario per montare il tutto e andare in scena.
  2. Il sipario è sostenuto da un tubetto orizzontale fissato sopra la finestra del palcoscenico.
  3. Sotto la finestra, un piano d’appoggio, anche questo rimovibile, è fondamentale per tenere a portata di mano del capocomico tutti gli elementi di scena necessari per lo spettacolo.

Meno male che non tutti i bambini sono dipendenti dalla televisione e dai giochini elettronici dilaganti; alcuni sanno ancora emozionarsi con i “vecchi” divertimenti che impongono di usare il cervello, stimolando la fantasia e la creatività. E meno male che ci sono ancora dei nonni e dei papà far da sé che sanno trasmettere tradizioni felici e soprattutto sanno costruire loro ciò che serve per praticarle. Così è per il nostro lettore Pier Giorgio Gardini, che ha deciso di costruire per i suoi tre nipotini un vero teatrino marionette e loro hanno appreso con grande entusiasmo la notizia. Il progetto riguarda la realizzazione di una cabina di dimensioni convenzionali, rifacendosi alle misure documentate di modelli esistenti, ma con la particolarità di essere “trasportabile” in auto, grazie a semplici accorgimenti costruttivi. Come spesso succede, l’entusiasmo è contagioso e, a seguito della notizia, anche la nuora, che fa l’insegnante, ha accampato la più che lecita richiesta di utilizzare la realizzazione al di fuori dell’ambito domestico. Ecco quindi l’idea di realizzare un teatrino marionette facilmente riducibile in altezza e smontabile per quanto riguarda i pannelli laterali e gli accessori, in modo che sia possibile caricarlo in auto per portarlo nelle scuole e organizzare serie di spettacoli per i bambini. In pratica la costruzione del teatrino marionette consta di un telaio principale di listelli verticali e orizzontali che incorniciano fogli di compensato da 5 mm. Con questa modalità vengono fatti il pannello centrale e quelli laterali che chiudono di fianco il teatrino marionette rendendo anche possibile all’intera struttura di rimanere in piedi. Per rendere tutto facilmente trasportabile, sia il pannello principale sia i fianchi sono divisi in 2 parti di pari altezza e incernierati lungo il lato corto. I disegni e la scritta superiore sono ricalcati con carta carbone sui pannelli e quindi colorati con vernice ad acqua. Per proteggere le superfici da abrasioni e graffi, il tutto è rifinito con due mani finali di lacca trasparente.

Materiale occorrente

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Cosa occorre: 
Listelli abete  
– 45×25 mm: 5 pezzi (L1) da 580 mm
– 80×25 mm: 1 pezzo (L2) da 650 mm
– 45×35 mm: 4 pezzi (L3) da 760 mm, 2 pezzi (L7) da 120 mm
– 30×30 mm: 8 pezzi (L4) da 740 mm, 8 pezzi (L5) da 300 mm
– 85×35 mm: 1 pezzo (L6) da 580 mm
Tavola abete spessa 20 mm: 1 pezzo (T1) 260×580 mm
Compensato spesso 5 mm: 1 pezzo (C1) 715×600 mm, 4 pezzi (C2) 260×700 mm, 1 pezzo (C3) 240×600 mm
Altro: 2 cerniere a libro (F1), 6 cerniere anuba (F2), 2 chiusure a leva (F3), 2 angolari (F4), 2 piastrine (F5), 1 tubo alluminio (F6) Ø 5 mm lungo 575 mm.

Teatrino marionette – Il pannello centrale

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  1. Nei travetti che fanno da cornice al pannello si praticano le sedi di incastro per il foglio di compensato, spesso 5 mm. Si usa la sega circolare della combinata, con la lama sollevata di 10 mm, facendo passate successive con la guida parallela regolata ogni volta leggermente più distante, sino a ottenere una larghezza della fessura di 6 mm.
  2. In testa a ogni travetto si effettuano fori ciechi con il trapano a colonna e si inseriscono le spine di faggio per la giunzione fra loro e con gli elementi d’appoggio. Alla punta del trapano si applica un fermo di profondità che permette di non forare più del necessario.
  3. Per il corretto accoppiamento dei pezzi, si inseriscono nei fori fatti i marcatori di ottone con punta centrale. Queste punte, facendo gli accoppiamenti, incidono la superficie del pezzo controlaterale lasciando l’invito d’appoggio per la punta del trapano. Cosa fondamentale, durante questo accoppiamento di marcatura, è segnare con uno stesso numero i due pezzi in prossimità della faccia di contatto, in modo da non avere problemi di giunzione successivamente, quando vanno assemblati definitivamente.
  4. Soltanto per scopi estetici (anche l’occhio vuole la sua parte) in testa ai montanti si pratica un’incisione, sempre con la sega circolare, stessa altezza della lama, a circa 50 mm dall’apice sui quattro lati. Notare che la guida parallela fa da scontro in testa per mantenere la scanalatura sempre alla stessa distanza, mentre la riga a squadrare, vincolata al vagone, accompagna il legno contro la lama con l’angolazione precisa di 90°.
  5. Dopo aver applicato i piedi ai montanti, unendo un corto segmento di legno a ognuno, questi vanno resi solidali mediante un travetto orizzontale, unito anche questo con spinatura cieca.
  6. Anche la traversa, prima del montaggio, va scanalata nella stessa posizione dei montanti, in modo da poter inserire dall’alto, nella scanalatura, il pannello di compensato tagliato a misura e farlo scorrere sino a inserirsi in quella della traversa in basso che lo blocca anche su quel lato.
  7. Nella parte superiore, prima di applicare la traversa scanalata, identica a quella in basso, va fissato con spinatura un listello trasversale più sottile; questo serve a immobilizzare in alto i due montanti, senza impedire l’inserimento del compensato perché non ostruisce la scanalatura, tuttavia fa da appoggio alla traversa che termina veramente la cornice alta del pannello. La traversa di chiusura non è incollata, ma fissata con viti, in modo da poter rimuovere il foglio di compensato per futuri cambiamenti di colori e disegni allegorici.
  8. La parte alta del pannello frontale adotta analoghe soluzioni rispetto a quella bassa, ma nella sua parte inferiore sono presenti solo le aperture di scena. Quella superiore, più ampia, richiede una base d’appoggio un po’ più solida, quindi alla traversa che sta alla base si affianca un listello di rinforzo che sporge dalla sua lunghezza arrivando al bordo esterno dei montanti.
  9. Il foglio di compensato superiore si inserisce dall’alto e non viene bloccato da nessuna traversa superiore, avendo profilo rotondo.
  10. I due pannelli, inferiore e superiore, sono uniti con due cerniere poste lungo i montanti, nella parte posteriore; le cerniere si snodano in modo da permettere il totale ripiegamento dei pannelli uno sull’altro.

Teatrino marionette – I pannelli laterali

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  1. Essendo più sottili, i pannelli laterali non si uniscono con spinatura cieca, ma con incastro a mezzo legno fatto praticando prima un taglio di testa con la sega a nastro e, in seconda battuta, affiancando i listelli e passandoli insieme sulla lama della combinata, tagliando in una sola volta la parte da rimuovere.
  2. Essendo smontabili in due pezzi anche i pannelli laterali, in tutto bisogna preparare 8 montanti e 8 traverse. All’estremità di ogni listello, la parte sezionata per l’incastro deve risultare perfettamente quadrata.
  3. Prima della giunzione, ogni pezzo deve essere scanalato con i vari passaggi di sega circolare, per l’inserimento del foglio di compensato.
  4. Il piano d’appoggio è fatto con una tavola di abete spessa 20 mm, lunga 580 mm e larga 260 mm a cui si fissano a 90° due tavolette identiche appaiate per fare maggior spessore.

Cerniere, ganci e fermi

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  1. Le due parti, superiore e inferiore, che formano ognuno dei pannelli laterali sono unite e articolate mediante cernire a libro, questa volta non messe esternamente come nei pannelli centrali, ma nella faccia di contatto delle due parti. Quando sono completamente estesi, i pannelli sono bloccati in posizione mediante una chiusura a leva centrale.
  2. La bacchetta che regge il sipario termina con due staffe a L avvitate al montante sul lato interno.
  3. Il pannello centrale è articolato con i due laterali mediante cerniere anuba. Per evitare che i laterali possano inavvertitamente saltare via dalla loro sede, si applicano delle staffe a L proprio sopra lo snodo, in modo che non ci sia lo spazio per un movimento verso l’alto del pannello laterale rispetto al centrale.
  4. Anche il piano d’appoggio è rimovibile per poter ripiegare completamente i pannelli.