Risparmia denaro, spazio e tempo grazie a POWER FOR ALL Alliance: una sola batteria Bosch 18V per diversi elettroutensili, anche di marche diverse. Per una flessibilità senza precedenti
Gli elettroutensili a batteria stanno assumendo un ruolo sempre più importante, in quanto più pratici e comodi da usare rispetto a quelli a filo. Il problema è che gli elettroutensili presentano spesso diverse batterie e diversi caricabatterie. La soluzione di Bosch è la POWER FOR ALL Alliance, una delle più grandi alleanze di produttori leader di utensili a batteria di diverse marche dentro e intorno alla casa. Un’unica batteria Bosch da 18V compatibile al 100% con tutti gli utensili da 18V delle marche Bosch Fai da te, Giardinaggio e Casa, ma anche Gardena, Gloria, Emmaljunga, Wagner, Rapid… e tante altre seguiranno! Tutto questo permette di risparmiare spazio, ma anche denaro: una volta che si possiede una batteria Bosch 18V con il suo caricabatterie è infatti possibile acquistare il solo corpo macchina degli altri prodotti di interesse, il cui costo è decisamente inferiore rispetto alla versione completa di batteria e caricabatterie. Così facendo si contribuisce altresì alla salvaguardia dell’ambiente, riducendo il numero complessivo di batterie e caricabatterie in circolazione.
Una forte alleanza
L’alleanza ha preso il via da una partnership iniziale tra Bosch e Gardena, che convertirà la sua gamma di prodotti a batteria al sistema POWER FOR ALL 18V già da questa stagione di giardinaggio. Inoltre si sono aggregati altri partner che già utilizzano batterie Bosch 18V per i loro prodotti cordless e che amplieranno la loro gamma: Emmaljunga (passeggini), Gloria (irroratrici e attrezzi da giardino), Wagner (sistemi di verniciatura), Rapid (graffatrici e altri sistemi di fissaggio). I cassetti pieni di batterie e caricatori incompatibili di marche diverse saranno un ricordo del passato. L’obiettivo comune è offrire ai consumatori un sistema basato su un’unica batteria Bosch 18V utilizzabile per una vasta gamma di elettroutensili e applicazioni, al fine di risparmiare spazio, denaro e proteggere l’ambiente. Le batterie vengono prodotte esclusivamente negli stabilimenti Bosch, utilizzando processi particolarmente efficienti, nel rispetto dei più rigidi standard di qualità̀ e sicurezza. Ogni cella della batteria è sottoposta a un processo di controllo automatizzato e inoltre vengono effettuati controlli presso laboratori di test indipendenti. Queste batterie presentano una durata di carica molto più lunga grazie alla tecnologia Syneon che gestisce l’energia in base al fabbisogno dell’applicazione, per offrire potenza ottimale e massima durata durante l’intero lavoro eseguito.
Brico io, la catena italiana leader dei negozi di bricolage e fai da te presente su tutto il territorio nazionale con oltre 100 punti vendita ha adottato il servizio Garanteasy per rendere ancora più semplice e veloce la gestione delle garanzie sui prodotti venduti. Garanteasy è un servizio di archiviazione automatica su cloud dei documenti d’acquisto, delle schede tecniche, dei manuali e delle garanzie (legali, convenzionali ed estensioni) sui prodotti acquistati. Garanteasy, inoltre, avvisa i consumatori prima della scadenza delle garanzie e permette di richiedere assistenza con un semplice click dalla propria area riservata.
I clienti Brico io potranno scegliere se acquistare di volta in volta il servizio Garanteasy o di sottoscrivere un abbonamento annuale grazie al quale saranno archiviate le garanzie di tutti gli acquisti effettuati presso uno qualsiasi dei punti vendita della catena.
Carmela Magno, CEO e Co-founder di Garanteasy, dichiara: “E’ un vero piacere collaborare con Brico Io che si è dimostrata, fin dalla prima call, particolarmente aperta all’innovazione, veloce nei processi decisionali e in quelli attuativi. Brico io, infatti, ha fatto passare solo poche settimane dalla prima call alla decisione e all’avvio della commercializzazione. Inoltre sarà anche la prima in Italia a lanciare sul mercato l’abbonamento annuale a Garanteasy.”
Paolo Micolucci, Consigliere Delegato di Brico io, dichiara: “ci è nota la nostra apertura all’innovazione, così come ci è nota la nostra facilità di collaborazione con partner specializzati nei diversi settori. Questo ci consente velocità nei tempi di realizzo e ottimizzazione degli investimenti in sviluppo e struttura. Abbiamo conosciuto Garanteasy a inizio anno, trovando interessante la proposta in pochissimo tempo l’abbiamo lanciata sui nostri negozi. “
Sono strumenti nati per fare diversamente e meglio specifiche lavorazioni: una adatta per la rimozione di vernici, sagomature plastiche, applicazione guaine termorestringenti ecc, l’altra per la stesura uniforme e rapida di vernici
Sono frequenti le “pistole” fra gli elettroutensili, ma non contraddistinguono una lavorazione in particolare, anzi, sono impiegate su frangenti completamente diversi, talvolta persino antitetici. In queste pagine esaminiamo due tipi di pistola ricorrendo alla gamma proposta da Bosch: quella termica e quella per la verniciatura a spruzzo. Sono due strumenti che aumentano l’efficacia dell’azione svolta dall’uomo, eseguendo il lavoro con modalità differenti da quelle canoniche, con risultati migliori e impiegando una frazione di tempo rispetto a quanto si potrebbe fare con gli utensili manuali.
La pistola termica è come un phon per capelli, ma è in grado di soffiare aria a temperature assai più elevate. Lo strumento è molto versatile: serve per la rimozione di vernice (azione antitetica rispetto alla pistola a spruzzo), ma anche a levare adesivi, preriscaldare parti da saldare a stagno, piegare materie plastiche per dar loro una forma definitiva, sciogliere tubazioni o serrature congelate, applicare guaine termorestringenti, far seccare immediatamente erbacce cresciute su marciapiedi e fra gli autobloccanti ecc.
La pistola a spruzzo Bosch serve principalmente per verniciare superfici. Permette un notevole risparmio di prodotto e di stenderlo più uniformemente, a beneficio del risultato finale. L’operatività è semplificata al massimo: sono inclusi nelle confezioni ugelli di colori differenti per materiali/applicazioni diverse. A fronte di una preparazione leggermente più lunga, si ottiene un enorme risparmio di tempo nella stesura e nell’essiccazione rispetto alla modalità a pennello: si fa presto a dare più mani di colore e ottenere risultati eccellenti.
Termosoffiatori per tanti usi
EasyHeat 500 è leggero, compatto e pratico da impugnare, per un impiego agevole; nell’interfaccia comandi presenta due simboli di regolazione della temperatura. È dotato di una superficie antiscivolo in gomma, che consente di poggiarlo in modo stabile sul piano di lavoro, e di un’ampia gamma di ugelli per gli usi più diversi.
UniversalHeat 600 è estremamente versatile, grazie all’ampia gamma di bocchette, per applicazioni su vari materiali. Consente tempi di riscaldamento brevi e una distribuzione uniforme del calore. L’interruttore di accensione/spegnimento a tre livelli consente di regolare temperatura e flusso d’aria. Si può utilizzare per rimuovere vernice, scongelare tubature, eliminare piante infestanti, asciugare stucco ed eseguire termoretrazione di guaine per cavi.
Diversi tipi di pistola a spruzzo Bosch, tutti compatti
PFS 1000 è compatta, leggera e molto maneggevole per verniciare superfici medio-piccole, in casa e all’aperto. Il motore da 410 W applica in modo uniforme pitture al ritmo di 1 m²/min; il contenitore della vernice da 800 ml riduce al minimo le ricariche.
PFS 2000 si avvale di un pratico sistema di applicazione a spruzzo ALLPaint, per un rapido avanzamento del lavoro su superfici medio- piccole. Grazie al motore da 440 W ha una resa di 1,5 m²/min; i due contenitori da 800 ml, utilizzabili in sequenza, sono sufficienti per quasi tutti i progetti.
PFS 3000-2 assicura potenza, velocità e delicatezza, per superfici medio-grandi in casa e all’aperto. Il motore da 650 W con regolazione a due livelli consente risultati ottimali, al ritmo di 2 m²/min. Non occorrono frequenti ricariche, grazie al contenitore della vernice da 1000 ml.
PFS 5000-E è ideale per progetti da grandi a molto estesi: applica vernice finemente nebulizzata, grazie ai 1200 W di potenza con risultati impeccabili al ritmo di ben 3 m²/min. I due contenitori da 1000 ml sono utilizzabili in sequenza e garantiscono il pescaggio costante della pittura anche in posizioni scomode.
Questa soluzione che vi proponiamo è ottima per appendere le foto e godercele al meglio
Un’originale idea per appendere foto è quella di utilizzare il cavo d’acciaio per appendere le tende come base per “stendere” le nostre foto. Trovano posto anche le stampe che ci piacciono di più, oppure possiamo tenere sott’occhio e in bella vista i documenti importanti o, ancora, per rivivere tutti i giorni il ricordo di una vacanza o di un’escursione.
Il sottile cavo d’acciaio utilizzato per appendere le foto e quello della sospensione dei tendaggi così come i distanziali che lo sostengono e lo mantengono in trazione.
Come contrasto estetico, ma ottenendo anche un certo effetto evocativo, al posto delle piccole clip in plastica utilizziamo grosse mollette in legno ed appendiamo le nostre stampe fotografiche come se fossero appena uscite dai bagni della camera oscura.
Passpartout di conchiglie
Altra idea originalissima per appendere foto è questa cornice marinaresca.
Dopo aver staccato le tavolette del coperchio o del fondo della cassetta di legno, inchiodiamole su due listelli posti alle estremità e creiamo un pannello rigido.
Posteriormente al pannello, nella parte che resta in alto, fissiamo con chiodi a U le estremità di un corto spezzone di corda.
Con la pistola incollatrice a caldo fissiamo sul pannello le conchiglie in modo tale da formare un passepartout che valorizzi il soggetto.
Stendiamo su tutto un paio di mani di tempera per muri, o in alternativa smalto all’acqua bianco opaco, prima di incollare al centro la fotografia.
Con base a spirale in acciaio inox e clip a bocca di coccodrillo. Ideali per supporto foto, note, biglietti da visita.
Puoi posizionare il portafoto/porta-appunti/porta-biglietti sui tavoli nel tuo ristorante. Puoi usarlo per dare istruzioni in reception, o tenere una foto in qualsiasi luogo. Non occupa molto spazio.
6 cornici portafoto con aperture multiple e parole "Home" o "Family"
Adatto per 6 foto: 15,2 x 15,2 x 10,2 cm orizzontale
Mostra i tuoi ricordi preziosi in questa bella cornice moderna.
Questa cornice è pronta da appendere in verticale e solo da appendere alla parete. Dimensioni della cornice: circa 46 x 34 x 3 cm
Realizzato in plastica di alta qualità con pannello frontale in polistirolo.
La vecchia tavola per appendere foto
Anche in questo caso sfruttiamo il lavoro che sole e salsedine hanno compiuto su una tavola di legno: dopo averla pulita delicatamente con una spazzola di ferro, utilizziamola come supporto per le nostre foto, fissandole semplicemente con fermi a spillo.
Altra idea, non da appendere: sulla cassa di rhum
Un’altra idea che vi proponiamo, non per appendere foto ma per contenerle, è quella di recuperare una vecchia cassetta di legno, meglio se ampiamente intaccata dagli agenti atmosferici!
Procuriamoci anche un certo numero di conchiglie ed uno spezzone di grossa corda, rigorosamente non sistetica. Fra gli attrezzi ci serve un martello, un piede di porco e una pistola incollatrice a caldo.
Specifiche: misure h 61 cm x l 92 cm x p 1, 2 cm - colore: bianco - cod; re4144
Cornice decorativa: il portafoto da parete rebecca è un complemento d'arredo adatto per arredare un parete spoglia della tua camera da letto o semplicemente per tenere sempre in vista i tuoi ricordi più belli; fissato ad una parete spoglia arreda una camera da letto classica total white o un salotto moderno
Kit di fissaggio a parete incluso: incluso nella confezione troverete il kit di viti e tasselli per fissare con pochi gesti la cornice multifoto rebecca alla parete
Scopri le diverse varianti disponibili: le cornici multiple rebecca sono disponibili in diversi modelli con diverse forme, dimensioni e varianti colore; sono tutte dotate di pellicola protettiva per le foto
Portafoto multiplo: può contenere 24 foto di dimensioni 10 x 15 cm. 12 cornici possono contenere immagini verticali quali primi piani, ritratti. 12 cornici sono adatte per foto orizzontali quali panorami, paesaggi
ORIGINALE ESPOSITORE MULTIFOTO DA PARETE: il design unico di Hangit consente di creare un speciale collage di foto; può essere montato verticalmente o orizzontalmente
RAVVIVA L'ARREDO: con Hangit puoi personalizzare la tua arte e rinnovare l'arredamento della tua stanza in qualsiasi momento, semplicemente rimuovendo, aggiungendo o cambiando le foto
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PROGETTATO A TORONTO: Con sede a Toronto, in Canada, Umbra è leader mondiale nella progettazione di prodotti e attualmente distribuisce in oltre 120 paesi in tutto il mondo
Un cavalletto per pittura fai da te richiudibile che permette di dipingere a tavolino stando comodamente seduti, fatto con listelli di ramino e provvisto di piedini antiscivolo
Il bricolage non è soltanto fatto di costruzioni, riparazioni, manutenzioni: spesso sconfina nel campo artistico, basti pensare agli esclusivi oggetti realizzabili attraverso la tornitura e la fresatura, alla scultura del legno, alla lavorazione dell’argilla e a molte attività decorative. In un certo senso, anche la pittura può essere annoverata tra queste, in fin dei conti il pittore fa qualcosa “da sé” attraverso la manualità, copiando o inventando di sana pianta i soggetti delle sue opere. Andiamo a realizzare un cavalletto pittura fai da te pieghevole e da tavolo, costruito per supportare le tele durante la creazione dei nostri quadri.
Il vero punto a favore di questo cavalletto pittura fai da te, realizzato utilizzando listelli di ramino, è la possibilità di usarlo stando comodamente seduti a tavolino (ancora più comodo se la tela non è particolarmente grande). Si tratta di un accessorio abbastanza semplice da realizzare, in pratica si realizzano due telai incernierati uno sull’altro: uno più piccolo a U che costituisce la base di appoggio sul piano e uno più grande, rettangolare, che supporta la tela su un piedino di appoggio. Chiuso occupa pochissimo spazio: due dadi a farfalla permettono di aprirlo e bloccarlo nella corretta inclinazione quando dev’essere utilizzato.
Cosa occorre per realizzare il cavalletto pittura fai da te
Listelli in ramino da 20×35 mm: 2 lunghi 270 mm; 1 lungo 314 mm; 2 lunghi 500 mm; 2 lunghi 550 mm;
1 listello in ramino da 10×30 mm lungo 350 mm;
1 listello in ramino da 10×20 mm lungo 350 mm;
12 viti per legno da 3×40 mm;
2 viti per legno da 3×30 mm;
4 viti per legno da 3,5×16 mm;
2 viti a testa svasata con cava esagonale M6x50 mm;
2 rondelle per viti da M6;
4 tappini in gomma Ø 24 mm;
2 dadi a galletto per viti M6.
Preparare le unioni fisse e mobili
I quattro listelli più lunghi vanno arrotondati a un’estremità tracciando l’arco col compasso.L’arrotondamento si esegue facilmente con platorello munito di disco abrasivo.Si allineano le parti arrotondate di due listelli (C1/D1 – C2/D2), si stringono in morsa e si fora passante con punta Ø 7,5 mm.I fori vanno svasati sul lato interno dei listelli C1 e C2 per incassare le viti a filo piano.Per comporre il telaio, le parti a contatto vanno cosparse di colla e i listelli vanno serrati in morsetti angolari per cornici; successivamente si praticano coppie di fori con una punta Ø 3 mm, attraversando interamente il primo listello.Si svasano i fori per incassare le viti a filo piano.Si uniscono stabilmente i listelli con viti Ø 3×40 mm.
Cavalletto pittura fai da te: assemblaggio dei due telai e del “piedino”
Tempo richiesto: 1 ora
Comporre la base del cavalletto
Per comporre la base del cavalletto si avvitano i listelli C1/C2 al listello trasversale A1 con viti Ø 3×40 mm; il listello A2 va avvitato alla quota indicata nel disegno.
Avvitare i tappini in gomma
Dopo aver composto la base bisogna capovolgerla e avvitare i tappini in gomma utilizzando viti da legno Ø 3,5×16 mm.
Comporre la parte mobile del cavalletto
La parte mobile del cavalletto è composta dai listelli D1/D2 avvitati alla traversa B, sempre con coppie di viti Ø 3×40 mm.
Inserire i due telai uno nell’altro
I due telai vanno inseriti uno nell’altro con le estremità stondate allineate, nei cui fori svasati (dall’interno) si inseriscono le viti M6x50 mm che vanno serrate dall’esterno con dadi a farfalla, interponendo una rondella.
Disporre il listello porta tela
A questo punto si avvita il listello F ai listelli D1/D2 (viti Ø 3×30 mm) alla quota indicata nel disegno; si stende poi un filo di colla sul bordo inferiore del listello E e lo si incolla al listello F.
Attendere la stabilizzazione dei listelli E e F
L’assemblaggio dei listelli E ed F va lasciato stabilizzare per 24 ore serrando i pezzi tra morsetti e ripulendo all’istante la colla che fuoriesce con uno straccio umido.
Servirsi della manopola per bloccare il cavalletto
La manopola blocca il cavalletto pittura fai da te in posizione aperta o chiusa.
Installare una piccola tettoia sopra l’ingresso di casa non è particolarmente impegnativo: vediamo come fare
In una giornata piovosa, può capitare di arrivare davanti alla porta di casa con le borse della spesa e l’ombrello aperto, senza avere a portata di mano le chiavi per entrare: l’affannosa ricerca nelle tasche con le mani già impegnate a sorreggere riparo e sporte vanifica lo sforzo fatto per evitare di bagnarsi
E’ già un buon motivo per pensare montare una pensilina all’ingresso, una copertura perenne che offra riparo in circostanze simili; se consideriamo poi che una pensilina salvaguarda la stessa porta dalle intemperie e dai cocenti raggi solari, che impreziosisce l’estetica della casa e che possiamo acquistarla in kit nei centri di bricolage e montarla da soli, diventa una scelta irrinunciabile.
Robusta struttura in kit
Nel kit c’è tutto ciò che serve per realizzare la struttura, che deve poi essere completata con i canali di raccolta dell’acqua piovana e la copertura, che può essere fatta anche con tegole canadesi, più leggere di quelle tradizionali, aggiungendo un adeguato supporto.
Per l’installazione vera e propria, da buoni fai da te, bisogna procurarsi barrette filettate M10 con dadi e rondelle, tasselli a calza per foro da 12 mm ed ancorante chimico per il fissaggio a muro.
Per il sottotetto della pensilina sono necessarie 20 perline 1000×100 mm, sezione 10 mm, un listello 2000x85x60 mm, viti 4×45 mm, chiodini senza testa 1,4×30 mm; inoltre, 2 piastrine 150×40 mm da sagomare e fissare a muro e montanti, affinché il peso della pensilina non abbia a gravare soltanto su di essi.
I montanti, composti da tre travetti ciascuno, si assemblano a secco, senza bisogno di colla, grazie ad un pratico sistema di incastro a puzzle molto preciso che ripartisce intelligentemente le sollecitazioni del peso che sono preposti a sostenere.
Astuzia e precisione
Non sono necessarie opere di demolizione per murare zanche o altri rinforzi da annegare nella muratura, sono sufficienti tre fori per lato per il fissaggio dei montanti, dopo aver misurato con esattezza la centratura rispetto alla porta e l’altezza più opportuna.
E’ indispensabile che i montanti si trovino a piombo ed alla stessa altezza, pertanto prima di praticare i fori passanti nel primo montante, lo si accoppia ad una striscia di compensato di uguale lunghezza, tenuta ferma con alcuni giri di nastro per mascheratura; forando anch’esso, si ottiene una maschera che consente di ripetere i fori sul secondo montante in maniera identica e di riportare l’esatta corrispondenza in facciata, per la collocazione dei tasselli.
Gli arcarecci devono sporgere di uguale misura dai montanti e, per valutare correttamente il loro interasse, occorre procurarsi la copertura prima di effettuarne il montaggio.
La sicurezza del tassello chimico
Si esegue una foratura preliminare con una punta da 6 mm di diametro, per agevolare la foratura definitiva senza sgretolare eccessivamente l’intonaco.
Dopo aver allargato il foro si inserisce la calza, verificando che la profondità permetta l’appoggio del collare al muro, per poi riempirla con l’ancorante chimico usando una pistola per estrudere.
La barra filettata va introdotta con delicatezza, ruotandola per impastarla con l’ancorante; la quantità che fuoriesce va prontamente rimossa, avendo cura di non sporcare la parte di filetto che deve affiorare dalla muratura.
A lavoro ultimato, si lascia che l’ancorante faccia presa per alcune ore.
Fissare i montanti e distanziare gli arcarecci
Ad avvenuta presa dell’ancorante si montano gli elementi portanti calzandoli sulle barre filettate e serrando bene con dadi e rondelle.
Prima di collegare gli arcarecci bisogna tracciare gli interassi e le sporgenze laterali; le viti, comprese nel kit, permettono il fissaggio intercettando i montanti.
Considerato il peso delle tegole conviene sagomare una piattina con la giusta angolazione per essere fissata al muro ed alla parte superiore dei montanti, in modo da alleggerire lo sforzo che graverebbe soltanto su di essi e contrastare la tendenza dell’insieme a protendersi verso l’esterno.
Sottotetto e ritocchi finali
Le perline, materiale tipicamente fai da te, che formano il sottotetto si inchiodano agli arcarecci; la chiodatura rimane meno evidente se si inseriscono i chiodi nel dente delle perline stesse, incassandoli poi con un punzone.
I punti di fissaggio al muro si ricoprono con pastiglie ricavate da un tondino di legno, rifinendo con stucco ed una leggera levigatura.
Una guida completa che illustra come costruire una chitarra elettrica partendo da zero
Ai figli non si dice mai di no, ma Marco Pierandrei si deve essere chiesto più volte per quale motivo aveva acconsentito alla richiesta di costruire una chitarra elettrica con le sue mani. Suo figlio Federico, chitarrista per hobby, aveva trovato un interessante progetto su internet da modificare leggermente per ottenere una tastiera a 24 tasti anziché 22 e una migliore suonabilità degli acuti.
Così Marco, che non avrebbe mai pensto di intraprendere la carriera di liutaio, si è messo alla ricerca delle migliori tavole di mogano e acero, delle meccaniche, dell’elettronica e soprattutto, dei principi che presiedono al funzionamento di uno strumento musicale.
La precisione degli incastri, ad esempio, tra manico e corpo è fondamentale: dalla posizione dello scasso per alloggiare il manico dipende l’altezza delle corde sulla tastiera, ma anche la scala del diapason, cioè la distanza che intercorre dal capotasto (quello più vicino alla paletta) al ponte, situato sul corpo della chitarra. Tutte lavorazioni con tolleranze inferiori al millimetro che, se non rispettate, portano all’impossibilità di accordare correttamente la chitarra.
L’operazione più delicata e importante di tutta la costruzione è il posizionamento dei tasti di ottone (la misura che separa un tasto dall’altro deve essere rispettata al quarto decimale), perciò Marco si è rivolto a un liutaio di professione il quale ha provveduto a eseguire questa lavorazione. Costruire una chitarra elettrica patendo da zero è, essenzialmente, una vera sfida contro l’ignoto, ma è possibile portarla a termine con successo.
Progettare una chitarra elettrica
Corpo chitarra in legno massello
Il corpo della chitarra è composto da due tavole massicce, spesse 50 mm, accostate in modo che la giunzione cada proprio sulla mezzeria. La posizione dei due pezzi viene variata fino a trovare la massima simmetricità tra le venature.
Con la toupie si fresano le scanalature a sezione quadrata che servono per ottenere una solida unione. Le due tavole hanno una forma simmetrica, ma la lavorazione è capovolta (pieni al posto dei vuoti).
Si tagliano le porzioni di tavola necessarie a contenere il corpo della chitarra e si uniscono a secco per controllare la precisione dell’incastro. L’ortogonalità è fondamentale per ottenere un pannello perfettamente planare.
Le eventuali piccole fessure della giunta si colmano impastando un po’ di fine segatura di mogano nella colla. A questo punto della realizzazione occorre chiedere aiuto a un falegname per poter spianare il pannello con una pialla professionale di adeguata larghezza.
Con la sagoma di compensato si traccia il profilo della chitarra sulle tavole di mogano, rispettando la posizione della mezzeria e ponendo il lato migliore della fiammatura sul frontale: la cassa armonica infatti non è simmetrica, ma ha un incavo più profondo in basso per permettere alla mano sinistra di raggiungere i tasti delle note più acute.
Con un paziente e faticoso lavoro al seghetto alternativo si scontorna il corpo della chitarra fai da te e con successive passate alla fresa si rifiniscono i bordi seguendo il profilo della sagoma di compensato fissata provvisoriamente al mogano. L’ultimo passaggio è affidato alla levigatrice a tamburo con la quale si eliminano tutte le asperità.
Il nostro liutaio far da sé ha dovuto inventare alcuni stratagemmi per incidere in modo preciso gli scassi necessari ad accogliere il manico e i pick-up della chitarra: con due listelli paralleli ha definito l’area allineadoli secondo l’asse della chitarra e con un blocchetto di legno ne ha calibrata la larghezza. Le guide, piallate con precisione, fanno da appoggio per il trapano a guida parallela che permette di incidere fori perfettamente verticali.
Realizzare gli scassi per le parti meccaniche
Il trapano, attrezzato con una punta Forstner, ha compiuto il grosso del lavoro, ma è necessario ancora spianare i bordi con una fresatrice sulla quale è montato un utensile cilindrico: con passate leggere si asporta il legno inciso dalla punta centratrice della Forstner e si spianano le facce verticali.
Gli angoli, dove la punta non può arrivare, si squadrano con uno scalpello affilato seguendo la tracciatura di allineamento già utilizzata per collocare la dima di foratura
Con lo stesso sistema si aprono gli scassi per i pick-up, cioè i dipositivi elettronici da montare sotto le corde che captano le vibrazioni e le trasmettono all’amplificatore. La cornice metallica alla quale sono fissati fa da dima di foratura.
Sotto le chitarre elettriche è presente un vano in cui sono contenuti il corpo dei potenziometri, i selettori dei pick-upe l’elettronica necessaria per l’amplificazione. Per realizzare la forma ovale si prepara una sagoma di compensato, da seguire con la fresa per scontornare, munita di un cuscinetto d’appoggio nella parte superiore.
Una volta scavato il perimetro, la parte interna si svuota con le punte Forstner, affondando nel legno fino a lasciare un fondo di spessore modesto e quindi di facile attraversamento per il passaggio dei perni dei potenziometri. In alto si notano i quattro fori necessari per fissare il manico al corpo della chitarra.
Nell’ansa bassa, in corrispondenza del vano per l’elettronica, si pratica un foro per il montaggio del jack con il quale si collega la chitarra all’amplificatore.
Il corpo della chitarra si deve adattare a quello del musicista, quindi in certi punti è opportuno arrotondare gli spigoli o incavare le anse per favorire una corretta impugnatura. In questo strumento sono presenti due aree modificate: una è in corrispondenza della zona dove si appoggia l’avambraccio destro. Si tratta di una semplice spianatura inclinata all’indietro e si esegue partendo da una linea di riferimento tracciata con nastro adesivo.
Più complessa è la lavorazione della parte posteriore dell’ansa, nel punto a contatto con il costato, dove si deve asportare il legno secondo una superficie curva assimilabile a una conica. Massima attenzione va prestata al senso delle venature, per evitare di “strappare” le fibre del legno.
La tastiera della chitarra elettrica
L’incavatura posteriore si rifinisce con una raspa e, a seguire, con carte abrasive di grana via via più fine per eliminare tutti i segni lasciati dagli utensili precedenti.
Con una buona sega a nastro si scontornano il manico e la paletta seguendo il disegno tracciato e poi, ruotando di 90° il travetto, si pratica un taglio inclinato di 15° per ottenere il piano della paletta.
Il manico si arrotonda nella parte inferiore usando la fresatrice con un utensile a quarto di tondo. Con la rasiera e molta pazienza si raccordano le imperfezioni lungo la linea dello spigolo tenendo il legno bloccato con due morsetti.
Sulla paletta si incidono i sei fori necessari per il montaggio delle meccaniche per tendere le corde. I pirolisporgono dal foro mentre le chiavette sono fissate sulla faccia inferiore con piccole viti.
Terminata la rifinitura si pratica la fresatura al centro del manico per il passaggio della truss rod, una barra metallica con l’estremità filettata necessaria a contrastare la trazione delle corde. Al termine si spalma la faccia superiore di colla.
Si adagia la tastiera di ebano, già munita delle incisioni necessarie all’inserimento dei tasti, ma ancora priva delle parti metalliche. Dopo aver controllato con precisione l’allineamento si mettono sotto pressione le parti fino ad asciugamento completo.
Una volta intagliato l’incastro per alloggiare il manico, si deve stabilire la distanza cui dovrà essere fissato il ponte e rispettare così la scala del diapason, cioè la distanza tra il capotasto e il ponte. Questa misura e la distanza tra i tasti sono strettamente correlate e dalla loro precisione dipende l’esatta altezza delle note emesse dalla chitarra.
Il corpo completo degli scassi per le mascherine dei pick-up e le forature del ponticello, richede ancora una serie di fori per il passaggio delle corde e l’incisione di una scanalatura, sul lato inferiore, per fissare il coperchietto che ne copre le estremità.
Montaggio tasti e meccaniche
Una delle operazioni più delicate è la realizzazione della tastiera: si inseriscono i tasti di ottone nelle incisioni dell’ebano, realizzate da un liutaio professionale, e si allineano con estrema precisione usando un righello metallico.
Il corpo e la tastiera della chitarra, ancora separati, si levigano accuratamente con carte abrasive via via più fini e si trattano con un paio di mani di vernice turapori. Le “effe” si eseguono con la tecnica dello stencil, usando vernice nera alla nitro.
La finitura del legno è affidata a più mani di vernice trasparente alla nitro. Anche il retro del manico si vernicia allo stesso modo, isolando accuratamente la tastiera con nastro da carrozziere per evitare di sporcarla. Lo spessore della vernice deve essere tale da sopportare a lungo l’abrasione e i colpi di plettro.
A vernice perfettamente asciutta si termina il montaggio delle parti elettroniche, pick-up, comandi di accensione e potenziometro del volume, ponticello, pomelli della tracolla e, per finire, il manico.
Tutti i pezzi pronti per l’assemblaggio finale.
Ora che abbiamo imparato a costruire una chitarra elettrica non possiamo far altro che goderci appieno questo fantastico strumento!
Consigli per l’acquisto di una chitarra elettrica per iniziare a suonare
I vantaggi per chi possiede una lavapavimenti saltano all’occhio: non bisogna più bagnarsi le mani e si risparmiano acqua, detersivo e soprattutto fatica. Ma ogni tanto bisogna fare un po’ di doverosa manutenzione
Tra i lavori domestici più faticosi (e necessari) c’è la pulizia dei pavimenti. In nessuna casa manca una lavatrice o un frigorifero, ma l’operazione di lavare i pavimenti con una macchina non ha ancora preso piede. Eppure la lavapavimenti a spazzole per uso casalingo dà risultati eccellenti in tempi rapidi e assicura un livello di igiene che il lavaggio a mano con lo straccio non potrà mai raggiungere. Ma come funziona una lavapavimenti e perchè è importante effettuare la sua manutenzione nel tempo? Questa macchina lava sempre con acqua pulita, contenuta in un serbatoio posto sul manico, e raccoglie quella sporca in una vaschetta separata, per cui, passaggio dopo passaggio, il risultato risulta evidente dalla qualità dell’acqua sporca che rientra con l’apposito tubicino di raccolta.
La lavapavimenti Floorwash funziona grazie a un motore a induzione da 300 W, nascosto dentro il rullo gommato centrale, che mette in rotazione in senso opposto due spazzole cilindriche e il rullo stesso tramite una cascata di ingranaggi. L’acqua pulita, con o senza detersivo, finisce direttamente sul pavimento, tra i rulli, grazie a un distributore a ugelli multipli. Le spazzole entrano in tutti gli anfratti e nelle fughe tra le piastrelle e, ruotando velocemente, spruzzano l’acqua sporca sul cilindro gommato che, a sua volta, la deposita nella vaschetta di raccolta tramite una lama di metallo.
Non è più necessario piegare la schiena e bagnarsi le mani di acqua saponata, né aspettare a lungo che il pavimento si asciughi: i rulli asportano quasi tutta l’acqua lasciando il pavimento appena umido. Solitamente queste macchine sono robuste e raramente hanno bisogno di riparazioni ma la manutenzione della lavapavimenti, a seconda dell’entità di utilizzo (e della rugosità) del pavimento, potrebbe richiedere la sostituzione delle spazzole causa usura, anche se nella maggior parte dei casi gli unici interventi richiesti sono l’occasionale pulizia profonda della macchina. Nella dotazione sono compresi: le spazzole medie già montate, un set di spazzole morbide per i tappeti e uno con le setole più dure per superfici ruvide.
Per effettuare una manutenzione della lavapavimenti bisogna innanzitutto aprire il coperchio superiore, quest’ultimo si apre spingendo la levetta di chiusura verso l’interno. Su un lato è visibile il tubo che porta acqua pulita e detersivo, mentre anteriormente è presente una finestrella trasparente attraverso la quale si può osservare il raschiatore del cilindro in azione.
Posizione della vaschetta di recupero per l’acqua sporca
La vaschetta di recupero per l’acqua sporca si innesta su due pioli posti nella parte inferiore dello chassis e su due battute arcuate poste a lato del cilindro di gomma. La vaschetta richiede una frequente pulizia e un controllo dello stato del raschiatore di lamiera.
Smontare il manico
Togliendo un paio di viti e il tubicino di gomma si smonta il manico con il serbatoio per l’acqua in modo da poter maneggiare più agevolmente la lavapavimenti e fare manutenzione delle parti interne.
Aprire il coperchio laterale per raggiungere la parte elettrica
La parte elettrica si raggiunge smontando il coperchio laterale: ci sono numerose viti a croce da svitare sulla periferia del telaio, sulla parte destra.
Composizione della parte elettrica
Sotto il coperchio ci sono le parti sotto tensione, per cui è indispensabile accertarsi sempre di aver sfilato la spina dalla presa prima di aprire. Si notano sulla sinistra il condensatore per l’avviamento del motore a induzione da 300 W e sulla destra il microinterruttore per l’avviamento e la sicurezza antiribaltamento.
Pulire e lubrificare le parti in movimento
In quest’area si possono accumulare residui e umidità che rischiano di bloccare il movimento delle biellette a cui sono collegati il pedalino di avviamento e la rotella di sicurezza che spegne la macchina se viene sollevata. Dopo la pulizia si provvede a lubrificare i perni e le parti in movimento.
Allentare la vite per sbloccare la spazzola
La macchina ha in dotazione tre serie di spazzole di diversa durezza adatte per pulire rispettivamente tappeti (le più morbide), piastrelle lisce e pavimenti irregolari. Si sbloccano semplicemente allentando la vite che blocca in posizione il perno esagonale centrale.
Sfilare il perno dalla sua sede
Il perno viene sfilato dalla sua sede e le spazzole sono libere. Questa stessa operazione va fatta per trasformare la macchina da lavapavimenti a battitappeto: rimosso il carter di destra, trattenuto da alcune viti con taglio a croce, si accede al sistema di sostegno dei rulli e si estrae la barra esagonale inserita tra i mozzi dei cuscinetti e messa in rotazione da un ingranaggio. Sfilando la barra con l’aiuto di una vite, usata come un estrattore, si libera il rullo e si sostituisce la spazzola.
Sostituire la spazzola
Una volta privata del perno, la spazzola esce senza difficoltà dal suo alloggiamento e può essere sostituita con un’altra. Tutte le manovre necessarie per sostituire i rulli si eseguono smontando solo il carter destro della macchina. Sotto il sinistro sono collocati gli ingranaggi che collegano tutti i rulli all’uscita del motore, nascosto all’interno del grosso rullo di gomma.
Pulire accuratamente prima di rimontare le spazzole
Prima di rimontare le spazzole si puliscono accuratamente gli spazi attorno ai mozzi per eliminare i residui che si accumulano durante il lavaggio del pavimento.
Sono 3 milioni, il 13,4% del totale, i lavoratori che operano per la sostenibilità ambientale; l’occupazione green nel 2018 è cresciuta rispetto al 2017 di oltre 100mila unità, con un incremento del +3,4%: questi i dati che emergono dal rapporto GreenItaly, realizzato dalla Fondazione Symbola e Unioncamere, divenuto da anni il punto di riferimento per il mondo di chi vuole unire professione e sostenibilità. Risparmio energetico e sostenibilità ambientale sono le competenze più richieste per trovare lavoro, hanno superato anche le competenze digitali, l’indicazione è precisa: il futuro del lavoro è nelle professioni verdi. Basti pensare all’agenda 2030, il programma d’azione per lo sviluppo sostenibile sottoscritto dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU, e a quanto incluso nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, redatto dal nostro governo, che al secondo punto mette la rivoluzione verde e la transizione ecologica. Ecco alcune delle qualifiche green più richieste: il cuoco sostenibile che, oltre a fare piatti gustosi, deve saper prestare attenzione ai marchi di qualità, alle produzioni biologiche e a chilometro zero e, soprattutto, deve ridurre gli sprechi e riciclare al massimo. L’installatore di rete elettrica a migliore efficienza, un elettricista che, mantenendo un continuo aggiornamento sulle novità tecniche, tecnologiche e normative, installa pannelli fotovoltaici con competenze sull’efficienza energetica e le energie rinnovabili. Il meccatronico green che sostituirà i meccanici e gli elettrauto, questo dal 2023, e contribuirà a fare un importante passo avanti verso la sostenibilità del settore automobilistico, grazie alle sue competenze di elettronica, meccanica e informatica. L’installatore di impianti di condizionamento a basso impatto ambientale capace di consigliare e montare condizionatori performanti in termini di comfort e di bolletta. Per non parlare di un ritorno alla terra da parte di tanti giovani che, maturate nuove competenze teoriche, avviano aziende agricole impegnate nel biologico, settore in cui l’Italia primeggia in Europa con una crescita importante della richiesta. Tutti lavori molto specialistici e green per l’appunto, che prevedono tra l’altro l’attività manuale, a conferma che, anche nel meraviglioso progresso evolutivo in ogni settore, non si potrà, a breve e forse mai, rinunciare al saper fare con le mani. Salta subito agli occhi che questi lavori devono conciliare tante competenze e la capacità di visione d’insieme. Sicuramente lavori di cui si possono misurare i risultati traendone gratificazione e per cui occorre essere specializzati ed eclettici, in grado di mettere a frutto competenze varie, proprio come i fardasé.
Leader europeo nella produzione di sigillanti, schiume poliuretantiche e adesivi, Soudal sponsorizza una tra le piu’ promettenti squadre di questa stagione ciclistica: la Lotto Soudal
La Lotto Soudal, squadra maschile belga di ciclismo su strada, si presenta al via della nuova stagione, e al Giro d’Italia, notevolmente rinforzata rispetto alle precedenti annate. L’obiettivo è vincere e il team non ha di certo deluso in questo inizio di stagione: due secondi posti, alla Tirreno-Adriatica e alla Milano-Sanremo, e due primi posti, uno alla tappa d’apertura e uno alla chiusura della Vuelta a Catalunya. Il legame di sponsor tra Soudal e la squadra ciclistica inizia nel 2015, con costanza il team cresce e arrivano le prime soddisfazioni.
Una vittoria memorabile è stata quella di Tiesj Benoot alla World Tour Strade Bianche nel 2018, seguita dalle molteplici vittorie di tappa nei principali Grand-Tours come il nostro Giro d’Italia e lo storico Tour de France conquistate da Caleb Ewan, Thomas De Gendt e Tim Wellens. Sempre nel 2018 la Soudal sceglie di rinnovare l’impegno con la squadra, rafforzandone gli investimenti e diventando quindi sponsor principale del team, sempre insieme alla belga Nationale Loterij. Le nuove livree della squadra riportano infatti il brand Soudal in prima posizione: Lotto Soudal.
Soudal è inoltre sponsor della squadra di MBK Soudal-Lee Cougan, una squadra tutta italiana che dal 2017 è Top Race Team: la squadra ciclistica professionistica della Toscana che conta diversi atleti nella Nazionale Italiana e tra i nuovi acquisti l’ingresso in squadra di Pietro Patuelli, Andrea Coruzzi e Aleksei Medvedev, ex campione europeo e atleta che conta ben 12 partecipazioni al mondiale.
Soudal è il più grande produttore europeo indipendente di sigillanti, schiume poliuretaniche e adesivi per utenti professionali e privati. È un’azienda familiare belga, con sede a Turnhout, fondata da Vic Swerts nel 1966 e diventata un attore internazionale di grande esperienza nel settore con 20 stabilimenti produttivi in 5 continenti e uffici commerciali in 138 Paesi diversi in tutto il mondo. Una visione a lungo termine per l’innovazione, con notevoli investimenti in ricerca e sviluppo, nonché adattamenti alle esigenze del mercato locale, hanno portato al successo del Gruppo che offre, su tutti i suoi canali di vendita, la possibilità di trovare gamme e sistemi completi e innovativi.
Grande concorso per i lettori di FAR DA SÉ
A causa del peggioramento della situazione sanitaria per il Covid-19, Soudal Italia non ha potuto realizzare il consueto evento per i propri clienti a Borgo di Pieve a Salti, nella splendida cornice della Val d’Orcia, che si augura di poter riorganizzare non appena la condizione sanitaria lo permetterà. La situazione non ha fermato però l’azienda e il suo spirito di iniziativa e di squadra.
Per festeggiare i 25 anni di Fix All, Soudal ha deciso di indire un concorso a cui siete tutti invitati a partecipare. Se ancora non lo conoscete, Fix All è un prodotto con caratteristiche uniche che garantisce una soluzione per ogni applicazione, la risposta perfetta alle esigenze di sigillatura, incollaggio e riempimento in interni ed esterni nelle costruzioni. I “magnifici cinque” di questa gamma sono: Fix ALL Crystal, Fix ALL High Tack, Fix ALL Flexi, Fix ALL Turbo, Fix ALL Xtreme Express.
Il concorso prenderà il via ufficialmente dal prossimo mese e verrà pubblicizzato sulle pagine di FAR DA SÉ. Ai lettori di FAR DA SÉ verrà richiesto di provare uno dei “magnifici cinque” e di fotografare un suo corretto o creativo utilizzo: in palio un’ampia gamma di prodotti Soudal e le divise ufficiali della squadra Lotto Soudal. Le modalità del concorso saranno ampiamente spiegate nel numero di giugno di FAR DA SÉ, intanto i nostri lettori comincino a documentarsi!