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Un Paese dei balocchi che non trasforma in asini

Tratto da “Far da sé n.514 – Aprile 2021″

Autore: Nicla de Carolis

Forse ricorderete la favola di Pinocchio e l’episodio in cui il protagonista segue Lucignolo, suo compagno di scuola più svogliato e birichino, nonché suo amico del cuore, per andare con lui nel Paese dei balocchi, salendo con altri ragazzi su un carro tirato da dodici pariglie di asini e guidato dall’Omino di burro. 

Qui “…in mezzo ai continui spassi e agli svariati divertimenti, le ore, i giorni, le settimane passavano come tanti baleni…”, l’unico inconveniente è che, dopo cinque mesi, Pinocchio si sveglia una mattina con una brutta sorpresa: è diventato un asino. Il paese dove si è trovato Pinocchio si cita spesso, ma senza una connotazione negativa; lo si fa solo per descrivere un luogo dove ognuno di noi trova tutto ciò che può desiderare e lo scorso fine settimana, facendo un giro al Bricoman di Genova, per l’ennesima volta ho pensato “… ma questo è il Paese dei balocchi…”. 

Sono un’appassionata di fare, di sapere come si fa, di conoscere tutti i prodotti e i materiali per realizzare oggetti, migliorare la casa da un punto di vista strutturale/impiantistico, di comfort oltre che estetico. Oggi documentarsi su tutte le innovazioni in fatto di prodotti è semplice grazie a internet; tuttavia, quando si inizia a progettare qualcosa, le difficoltà arrivano dovendo reperire tutto quel che serve. Per esempio se si vuole rinnovare un bagno con l’imbiancatura, cambiando le placche o i frutti degli interruttori (oggi ci sono quelli smart che si possono comandare con il cellulare!), sostituendo la porta, il miscelatore, piastrellando o impermeabilizzando le pareti della doccia, sostituendo il box ecc, ci si deve rivolgere a più negozi, con il rischio che il materiale non sia disponibile e ci sia da aspettare per averlo. Da Bricoman c’è davvero l’inimmaginabile, con tanta scelta e prezzi per tutte le tasche, tutto è esposto e in pronta consegna. Un’infinità di semilavorati in ferro e cancelli già assemblati, antoni a specchio scorrevoli, completi di guide e ferramenta, solo da montare, sanitari di ogni tipo, rivestimenti dai mosaici alle grandi lastre con colle, stucchi e tutto quanto serve per la posa, ogni tipo di raccordo e tubazione per l’idraulica, tutto ciò che serve per fare un impianto elettrico, per non parlare delle attrezzature.

Sulle pagine di questa rivista non abbiamo mai sostenuto il consumismo, del resto non in linea con la mentalità e l’agire del far da sé, sempre orientato a riparare, riciclare, cose che può fare grazie alle sue competenze, ma in questo caso non possiamo rimanere indifferenti a una proposta così invitante e stimolante… siamo umani. E poi, comunque, girando in questo Paese dei balocchi per fardasé il rischio non è certo quello di diventare asini: al contrario, l’impegno e la necessità di documentarsi per utilizzare quanto acquistato costringe a leggere, imparare e cimentarsi facendo. Ma anche senza acquistare, il poter vedere esposto e toccare con mano tutto ciò che serve per costruire, ristrutturare e fare manutenzione è fondamentale per partire con il piede giusto in qualsiasi progetto, oltre a essere fonte di idee o semplicemente istruttivo.

Parete porta attrezzi fai da te | Come costruirlo in 6 step

Quando si adibisce un garage o scantinato a laboratorio, è fondamentale una disposizione di una parete porta attrezzi fai da te, in modo da ridurre al minimo gli ingombri e avere tutto in ordine, a portata di mano quando lo si deve usare: altrimenti si rischia di fare confusione e sprecare in operazioni inutili quel tempo prezioso da dedicare invece ai lavori. Razionalizzare gli spazi significa avere ganci e pannelli per appendere gli attrezzi, prevedere la posizione migliore per il banco da lavoro e per gli utensili ingombranti, ma anche disporre di qualche mobile, come pensili e cassettiere, per contenere e riparare dalla polvere molti oggetti utili che crescono con le nostre esigenze.

Tempo richiesto: 4 ore

  1. Dove reperire il materiale per la parete porta attrezzi fai da te

    Alcuni pannelli forati, che in origine proteggevano una grossa batteria, e quelli di un espositore per climatizzatori, vengono riutilizzati per realizzare una parete porta attrezzi fai da te. Questi pannelli occuperanno tutta la parte sovrastante di due banchi da lavoro affiancati per un piano lungo 3600 mm.

  2. Utilizzare i pannelli del chiller

    I quattro pannelli del chiller, in lamiera con foratura Ø 6 mm, hanno altezza di 850 mm, ma diverse larghezze sagomate con pieghe di rinforzo a 45° sui montanti laterali e 90° sui lati superiori e inferiori: vengono recuperati tali e quali previa una mano di smalto protettivo bianco opaco per lamiere.porta attrezzi fai da te

  3. Saldare un binario asolato alla lamiera forata

    Dal telaio della base espositrice si recupera la lamiera forata staccando i punti di saldatura con la smerigliatrice. A filo della lamiera del pannello inferiore e all’interno dei due tubi montanti si salda un binario asolato 40×20 mm con la scanalatura aperta rivolta verso l’esterno; quindi si salda anche il pezzo recuperato dalla base ottenendo un pannello identico al primo pezzo da 745×965 mm.parete porta attrezzi fai da te

  4. Tagliare e verniciare i fogli di compensato

    Si tagliano fogli di compensato con le stesse dimensioni delle superfici piane interne delle lamiere forate; una delle facce e i relativi bordi perimetrali si verniciano con smalto acrilico scuro per aumentare la visibilità dei fori sulle lamiere.

  5. Forare i pannelli dove serve

    A seconda degli attrezzi da fissare si forano i pannelli in compensato in corrispondenza dei fori sulla lamiera e si inseriscono viti M6 di svariate forme, distanziati a misura da un dado e bloccati con controdado e rondella dal lato interno oppure con micromensole sporgenti.

  6. Infilare i rulli guida all’estremità dei tubi

    Alle estremità superiori dei tubi si infilano i rulli guida inspessiti con manicotti in gomma, sorretti da piastre perforate che bloccano il perno filettato.

Progetto di Sergio Mosca.

Multiutensile M-MU 18 OneAll di Valex | Multifunzione ed efficacissimo a batteria

Come sempre utilissimo, il multiutensile M-MU 18 OneAll di Valex diviene ancora più prezioso se alimentato a batteria, per non avere neppure l’ingombro del cavo elettrico, soprattutto se si tratta di un modello che già eccelle in fatto di maneggevolezza

Lo strumento multifunzione non ha rivali quando si tratta di raschiare o tagliare a filo superfici e aprire fori di forma squadrata su pannelli dei più disparati materiali, ma permette anche di tagliare in modo convenzionale, levigare, rimuovere mastici, colle, moquette ecc. A tutto questo vanno aggiunte una semplicità e una sicurezza di utilizzo che non hanno eguali. Per arrivare a un livello ancora più elevato di maneggevolezza e manovrabilità, caratteristiche già proprie dei multiutensili, si deve aggiungere l’alimentazione a batteria, che toglie di mezzo anche il cavo d’alimentazione elettrica. Sul fronte della maneggevolezza il multiutensile M-MU 18 OneAll di Valex è un vero punto di riferimento.

Merito è delle sue dimensioni contenute, dell’ottimo bilanciamento dato dalla testa in alluminio e dalla batteria in posizione diametralmente opposta, dal corpo/impugnatura affusolato ed ergonomico, dalla dotazione di un’impugnatura fissabile in 2 posizioni, utile nelle lunghe sessioni di lavoro, ma anche quando si devono fare tagli molto precisi. La regolazione della velocità del motore, impostabile da 5000 a 19000 oscillazioni/min, consente sempre il migliore adeguamento al lavoro sui diversi materiali. L’angolo di oscillazione dell’utensile è di 3,2°. Il multiutensile M-MU 18 OneAll di Valex senza batteria e caricabatteria costa euro 69,00.

Multiutensile M-MU 18 OneAll: velocità, avviamento, impugnatura

Lateralmente, il corpo macchina presenta la rotella zigrinata per regolare i giri del motore e, di conseguenza, la velocità di oscillazione dell’utensile.
Questo tipo di strumento deve girare a regime costante, quindi l’interruttore è di tipo on/off; è situato in posizione comoda, a portata di pollice, davanti all’impugnatura.
Il corpo dello strumento ha forma ergonomica e inserti in gomma che forniscono un’ottima presa alla mano. Nella parte sottostante c’è un led che si attiva all’accensione per illuminare la zona di lavoro.

Utilizzo dei molti accessori

La dotazione del multiutensile M-MU 18 OneAll comprende tre fogli di carta abrasiva di gradazioni diverse, il platorello a delta per la levigatura, una lama per legno e materiali plastici, una lama raschietto, l’impugnatura addizionale.

  • Flangia di fissaggio

    Ribaltando la leva sulla testa del multifunzione, si libera la flangia di fissaggio dell’utensile, predisponendola per il suo montaggio o sostituzione.

  • Applicazione in diverse posizioni

    Utensile e flangia sono fatti per consentire l’applicazione in diverse posizioni, a seconda dello specifico lavoro da effettuare. L’abbinamento risulta molto saldo.

  • Carta abrasiva

    La carta abrasiva ha modalità di fissaggio a velcro. Non è necessario rimuoverla per togliere il platorello dalla macchina.

  • Impugnatura addizionale

    L’impugnatura addizionale può essere montata indifferentemente a sinistra o a destra, sulla testa in metallo, per rendere la presa ancora più salda e precisa.

  • Lame a forma di “esse”

    La forma a “esse” delle lame permette di lavorare a filo delle superfici senza che la flangia di fissaggio sia d’ingombro.

  • Migliore visuale dell’area

    Nessun impedimento, anzi, semmai la possibilità di vedere meglio la zona di taglio, quando si interviene con la lama perpendicolare al piano, per esempio per aprire una finestrella.

Batteria e caricabatterie

Le batterie per il multiutensile M-MU 18 sono al litio 18 V e fanno parte della piattaforma One All di Valex che vede disponibilità di una corposa serie di batterie, dalle più piccole alle più grosse e capaci, tutte condivisibili con la gamma di elettroutensili a batteria One All per il laboratorio, il giardinaggio e la casa. Per i multiutensili, avere disponibilità di diversi tagli di batteria è molto importante perché consente di scegliere fra l’estrema maneggevolezza oppure la massima durata, a seconda dei casi. Le capacità disponibili sono 1,5 Ah, 2 Ah, 3 Ah, 4 Ah e 5 Ah. La foto mette in evidenza la diversità di dimensioni fra una batteria da 2 Ah e una da 5 Ah. Il kit OneAll con batteria da 2 Ah e caricabatteria costa euro 55,90.

Aspiracenere AR Blue Clean E12B a batteria | Per camini e barbecue

L’aspiracenere AR Blue Clean E12B a batteria è indicato per le ceneri fredde di camini, stufe e barbecue; facile da pulire, con la sua potenza è l’ideale per raccogliere la cenere senza disperdere polveri nell’ambiente

La particolarità di questo aspiracenere è l’alimentazione a batteria litio 18 V che, non avendo cavi di alimentazione, permette la massima libertà d’azione e di trasporto del bidone. L’aspiracenere AR Blue Clean E12B presenta una struttura compatta e ben bilanciata, con componenti di alto livello qualitativo; la batteria da 18 V 2,0 Ah agli ioni di litio assicura un‘autonomia di lavoro di circa 20 minuti; il motore da 110 watt sostiene brillantemente performance prolungate nella rimozione di ceneri fredde da camini, stufe e barbecue. Dotato di funzione soffiante (basta cambiare il punto di attacco del tubo flessibile), permette di raccogliere in un solo punto polveri e piccoli detriti da aspirare. Il fusto di raccolta in metallo, a forma cilindrica, ha una capienza di 12 litri ed è facile da trasportare là dove serve grazie a una maniglia superiore in plastica robusta ripiegabile su un lato. L’aspiracenere AR Blue Clean E12B ha un prezzo consigliato al pubblico di euro 79,90.

Semplice ed efficace nell’utilizzo

 

  • Filtro ad alta efficenza e lavabile

    L’aspiracenere AR Blue Clean E12B monta un filtro ad alta efficienza plissettato e lavabile dotato di protezione metallica. Il filtro a cartuccia, smontato e scosso, può essere sciacquato sotto acqua corrente.

  • Facile pulizia del filtro

    Le cerniere di aggancio e sgancio del coperchio consentono una facile pulizia del filtro.

  • Batteria facilmente ricaricabile

    La batteria si ricarica velocemente tramite l’appostito alimentatore fornito in dotazione.

  • Capacità di 20 minuti

    La batteria da 18 volt e capacità di 2,0 Ah, garantisce un utilizzo continuativo per 20 minuti.

  • Tubo rigido in dotazione

    Il tubo rigido permette di aspirare facilmente la cenere. Va inserito a incastro su quello flessibile.

  • Pulsante di avviamento sulla testa

    Sulla testa, vicino all’alloggiamento della batteria, è presente il grosso pulsante di avviamento dell’aspiracenere.

Gli attacchi per aspirare e per soffiare

Per l’utilizzo in modalità soffiatore, basta inserire il tubo flessibile nel raccordo di soffiatura presente sulla parte alta della macchina. Per aspirare, invece, lo stesso tubo flessibile va inserito nel raccordo situato frontalmente sul fianco della macchina. Quindi l’inversione del flusso è data soltanto dalla diversa posizione di innesto del tubo flessibile, pertanto basta un unico tasto di accensione. Per il trasporto, il tubo flessibile, su cui si monta a incastro il tubo rigido, può essere fissato sul corpo della macchina con un’apposita clip.

Come costruire un porta canoe

Un telaio in tubolare di acciaio zincato per lo stoccaggio in garage di due canoe sovrapposte, distanziate in modo che gli scafi si inseriscano tra i ripiani di una scaffalatura già presente sulla parete perpendicolare. Un porta canoe soltanto appoggiato a terra, senza bisogno di intervenire sulla muratura

Alcune attività sportive contemplano l’utilizzo di attrezzature ingombranti: trovare in garage o in altro locale di servizio uno spazio che permetta di riporle e prelevarle senza troppi spostamenti non è sempre facile. Le canoe sono lunghe ben oltre due metri e devono poter essere stoccate senza rovinarle e senza che costituiscano impaccio nell’utilizzo complessivo del locale, perciò costruiamo un porta canoe, una struttura di supporto su misura senza dover installare elementi di fissaggio a parete o a pavimento.

La struttura è molto semplice e squadrata, ottenuta con tubolari quadri di acciaio da 20×40 mm uniti per saldatura: i bracci che sostengono le canoe sono costituiti da due pezzi saldati a V, sagomati a seguire il fondo dello scafo affinché le canoe appoggino in piano. Si sgrassano a fondo le superfici e si proteggono con zinco spray; alle estremità i tubolari si chiudono con tappi di plastica. Sotto le gambe anteriori si saldano due dadi filettati M12; con spezzoni di barra filettata allo stesso modo e rondelle Ø 35 mm si realizzano i piedini regolabili per stabilizzare l’intera struttura.

La zincatura

La zincatura a caldo si ottiene immergendo i manufatti metallici, preventivamente sgrassati e decapati con acidi, quindi preriscaldati, in un bagno di zinco fuso a circa 450 °C; il tempo di immersione dipende dal tipo di manufatto da zincare.

La zincatura a freddo è più simile a una verniciatura: si utilizzano prodotti a base di resine sintetiche e zinco metallico che possono essere applicati a pennello o a spruzzo. Anche in questo caso si segue una preparazione preliminare di sgrassaggio; lo strato di zincatura può essere lasciato a vista, ma può essere ritenuto un semplice fondo da sovraverniciare con altra finitura.

Porta canoe con una dozzina di metri di tubolare

Tempo richiesto: 1 giorno

  • Saldare i tubolari

    I tubolari di acciaio, dopo averli tagliati a misura, vengono uniti tramite saldatura a filo continuo; la struttura misura 1400 mm in altezza e 800 mm in profondità.

  • Collaudo dei supporti superiori

    I supporti inferiori appoggiano su una traversa di rinforzo; per quelli superiori, essendo solo a sbalzo, si effettua un rudimentale collaudo per essere certi che possano sostenere senza problemi i 18 kg della canoa, appendendo a essi alcuni cestelli di acqua.
    porta canoe fai da te

  • Regolare i piedini affinché la struttura sia stabile

    Sulle due gambe anteriori, i piedini a vite regolabili permettono di adattare la struttura alle irregolarità del pavimento, affinché risulti stabile.

Progetto di Paolo Laino

Vetrificatore protezione estrema V33

Ideale per tutti i tipi di parquet in legno europeo ed esotico. Particolarmente indicato per ambienti ad alto traffico come ingresso, corridoi

Caratteristiche

  • Arricchito da resine in policarbonato per garantire massima resistenza
  • Protezione di lunga durata anche nelle aree ad alto traffico e soggetto a continue sollecitazioni
  • Valorizza il legno e le sue venature

Le resine a base di policarbonato permettono di ottenere un film trasparente iper-resistente di lunga durata per una protezione eccezionale del parquet e una forte resistenza al passaggio frequente. Inoltre la pellicola garantisce estrema flessibiltà per assorbire gli urti, così che il parquet mantenga la sua bellezza senza subire alcun danno.

Preparazione

Il legno deve essere grezzo, pulito e asciutto.

  • Legno grezzo: levigare meccanicamente con grana 120 e spolverare con cura.
  • Legno vetrificato: levigare meccanicamente con grana 60. Ripetere l’operazione una seconda volta, prediligendo una grana 120, fino a svelare il legno grezzo. Spolverare con cura.
  • Legno incerato e vecchio: togliere la cera e levigare meccanicamente con grana 60. Ripetere l’operazione una seconda volta, prediligendo una grana 120, fino a svelare il legno grezzo. Spolverare con cura.
  • Legno grasso (teck, doussié): sgrassare con il SOLVENTE PULITORE V33.

Applicazione

  • Condizioni ideali di applicazione tra 12° C e 25° C su legno asciutto e lontano da correnti d’aria.
  • Agitare molto bene prima di applicare il prodotto e mescolare durante l’utilizzo tramite una bacchetta lunga e larga per garantirne l’omogeneità.
  • Vetrificare utilizzando un pennello a setole morbide o un rullo con pelo 12 mm. Suggeriamo di iniziare da un angolo del locale, di fronte alla luce, poi arretrare fino all’uscita.
  • Applicare in strati incrociati, intensi e regolari assecondando le venature del legno.
  • Levigare leggermente la superficie utilizzando una grana 240 e rimuovere i residui di polvere dopo ogni mano di vetrificatore, per ottenere una perfetta presa del prodotto.
  • Attendere 24 ore per l’asciugatura completa del prodotto. Per le due settimane successive all’applicazione, usufruire degli ambienti trattati con precauzione.
  • Su parquet cianfrinati, evitare che il vetrificatore si accumuli nelle smussature.

Consigli

  • Per una resistenza di lunga durata, applicare tre mani di vetrificatore o, in alternativa, due mani dopo il Fondo Turapori Parquet V33.
  • Se si desidera apportare un tocco decorativo al parquet, utilizzare prima del vetrificatore o del Fondo Turapori Parquet, le vernici Tinte Legno o Pastello V33.
  • Per la manutenzione quotidiana del parquet, utilizzare il Pulitore Lucidante Parquet V33. Per preservare la bellezza del vostro parquet, trattare con il Rinnovatore Parquet V33.

Tinte

Formati

 

Come usare il lubrificante al silicone Applicazione pulita WD-40

Protegge dalla corrosione e dalla ruggine in genere, elimina cigolii e attriti, resiste alle alte e basse temperature e… ha molte altre proprietà

Quando sentiamo parlare di “silicone’ pensiamo istintivamente alle sigillature: questo vale per quando il polimero di silicio è la base per un prodotto a consistenza pastosa, ma se viene utilizzato in forma spray le sue funzioni cambiano e alcune diventano addirittura contrapposte. Lo spray al silicone della gamma Specialist di WD-40, infatti, è un prodotto lubrificante, protettivo, antiadesivo, idrorepellente, isolante e scivolante; in casa può essere utilizzato per proteggere dalla corrosione e dalla ruggine meccanismi in movimento come quelli dei cancelli, delle porte scorrevoli, delle inferriate mobili e di tutti i sistemi di apertura; essendo un antiadesivo, può essere utilizzato anche sulle parti di gomma a contatto che, in presenza di temperature alte o basse, potrebbero incollarsi (guarnizioni di finestre, porte o di tende da sole), come pure per la tenuta delle guarnizioni di elettrodomestici e box doccia.

Nell’idraulica trova diverse applicazioni: è utile ad esempio per le operazioni di fissaggio di rubinetti, per allentare dadi e bulloni arrugginiti e lubrificare gli elementi di fissaggio bloccati; inoltre è utile per mantenere efficaci le attrezzature da palestra (come tapis-roulant, cyclette ecc) e quelle dedicate al giardinaggio. Ma è un valido alleato anche nella cura dell’auto, soprattutto per rinnovare le parti in plastica interne ed esterne, perché non unge, non lascia alcun residuo, non attira la polvere.

Lubrificante al silicone per tanti utilizzi: dall’auto alla casa

 

  • Ottimo lubrificante a secco

    Il prodotto è un ottimo lubrificante a secco, perciò è molto indicato per mantenere efficace lo scorrimento dei pistoncini di sollevamento del cofano motore e del bagagliaio dell’auto.

  • Per le cerniere dell’auto

    Può essere utilizzato per lubrificare le cerniere dell’auto e, spruzzato su un panno, anche per mantenere elastiche le guarnizioni di tenuta. Allo stesso modo, essendo antistatico, impedisce il deposito della polvere sulle plastiche interne dell’auto.

  • Resiste a temperature estreme

    Resiste a temperature estreme tra -35 e +200 °C e al dilavamento, perciò può essere utilizzato anche per mantenere la scorrevolezza dei pistoncini del portello della lavastoviglie e impedire depositi di calcare su parti metalliche.

  • Riduce gli attriti su sistemi scorrevoli

    Il Lubrificante al Silicone maniene le sue proprietà anche sulle parti soggette a sfregamento: utilizzato nei sistemi scorrevoli ne riduce gli attriti.
    La cannuccia ripiegabile permette di erogare getti localizzati o più ampi.

Una gamma completa per tanti diversi usi

La gamma WD-40 Specialist è composta da undici prodotti spray che aiutano in un’infinità di situazioni, dalla manutenzione preventiva al ripristino della funzionalità dei meccanismi più disparati, proteggendoli a lungo da umidità, depositi di sporco, cigolii e attriti. Sono validi alleati per chi coltiva passioni nel tempo libero (bicicletta, moto, palestra, barca, giardinaggio, bricolage), ma ancor più per i professionisti dei più svariati settori (meccanica, idraulica ecc). Molte formule della gamma Specialist sono riconosciute dalla NSF (National Science Foudantion, USA) per l’utilizzo in ambito alimentare senza contatto diretto con materie prime o alimenti.

Seghetto da traforo Einhell TC-SS 405 E | Elettroutensile rapido e preciso

Il seghetto da traforo Einhell TC-SS 405 è uno strumento stabile, con un’ampia superficie di lavoro, sgancio/aggancio rapido della lama, sistema di soffiaggio sulla linea di taglio e piedino di stabilizzazione del pezzo; il piano incinabile e la velocità di movimento della lama regolabile garantiscono la massima versatilità

Ogni volta che si devono fare tagli in una tavoletta di legno seguendo con grande precisione un tracciato curvilineo, lo strumento ideale è il traforo. Utilizzandone un modello elettrico non solo si risparmia fatica e si accelera l’esecuzione, ci si può anche permettere di lavorare con spessori del materiale decisamente elevati. Ma i vantaggi rispetto al traforo manuale sono anche altri: innanzi tutto si ha una piattaforma d’appoggio solidale con il movimento verticale della lama che permette all’utilizzatore di occuparsi esclusivamente di muovere il pezzo per seguire la linea di taglio; poi vi è il sistema di sgancio rapido della lama che permette di effettuare velocemente numerosi tagli interni alla tavoletta, producendo in tempi decisamente brevi dei veri e propri ricami nel legno. Il seghetto da traforo Einhell TC-SS 405 E, lavora con alimentazione elettrica di rete 230 V e assorbe una potenza di 120 W; il numero di giri è regolabile da 400 a 1600 al minuto; la corsa della lama è di 14 mm; il piano di lavoro è orientabile da 0° a 45° verso sinistra e misura 408×250 mm; la lama è lunga 127 mm e la macchina permette un taglio massimo in altezza di 52 mm, con il piano a 90°, e di 20 mm, con il piano a 45°. Il seghetto ha un sistema di soffiaggio dei residui di taglio che permette di vedere sempre bene la linea da seguire. Il TC-SS 405 E costa euro 99,95.

Installazione e regolazione della lama

 

  1. Rimuovere il carter di protezione della lama

    Nel basamento, al di sotto del piano di lavoro, un carter metallico protegge la zona inferiore di movimento della lama; solo in caso di sostituzione si deve rimuovere questo carter, immobilizzato da due viti laterali.

  2. Agganciare la lama al supporto inferiore

    La nuova lama si aggancia al supporto inferiore tramite i riscontri posti alle sue estremità. L’unica accortezza è quella di badare che i dentini siano rivolti in basso, perché la lama deve tagliare nella sua corsa in discesa e non salendo.

  3. Per tagli interni sganciare la lama solo sopra

    Quando si devono fare tagli interni alla tavoletta di legno, la lama si sgancia soltanto sopra, per poterla far passare nel forellino di avvio del taglio.

  4. Mettere alla tensione corretta la lama riagganciata

    Una volta riagganciata la lama al supporto superiore, la si rimette alla tensione corretta chiudendo la leva di bloccaggio. La leva lavora con un sistema a vite che permette altresì di regolare la tensione della lama in modo che lavori correttamente evitando le facili rotture che incorrono quando è troppo tesa o troppo lasca.


Seghetto da traforo Einhell TC-SS 405: allestimento, accessori e protezione

Il piano di lavoro ha dimensioni e forma ideali per manovrare pezzi di varia estensione. Il profilo del piano, con tutta la sezione frontale arrotondata, senza angoli, rende agevole il movimento delle mani che guidano il pezzo in modo che la lama proceda fluidamente lungo la linea di taglio.

Il seghetto da traforo elettrico Einhell TC-SS 405 E, appena estratto dalla confezione, si presenta quasi interamente montato. Restano da mettere soltanto i piedini di gomma antiscivolo e la cufia di protezione con il sistema di soffiaggio dei detriti. In aggiunta ci sono due chiavi a brugola per le regolazioni da fare periodicamente e una lama di riserva.

Cuffia di protezione, sistema di soffiaggio e stabilizzatore del pezzo sono tutti articolati su un robusto supporto che va fissato lateralmente al braccio superiore della macchina. Posizionato il supporto sul braccio, si applicano le due viti in dotazione e si stringono con un cacciavite.
Il beccuccio del soffiatore ha collegato un tubetto flessibile trasparente che va innestato nell’apposito raccordo di uscita dell’aria, presente sul braccio del seghetto.
L’applicazione dei quattro piedini di gomma antiscivolo nelle loro sedi sotto il basamento conclude la preparazione della macchina per il suo utilizzo.

Regolare inclinazione e velocità

Sotto il piano di lavoro, una manopola serve per liberarlo e poterlo inclinare lateralmente a piacere sino a 45°. Nell’asola di scorrimento è stampato un indice che consente di ripetere precise regolazioni anche in tempi successivi.
A lato dei pulsanti di accensione e spegnimento è posta la manopola per la regolazione della velocità di movimento della lama.
Il supporto della cuffia di protezione regge il beccuccio di acciaio che soffia aria sulla linea di taglio ma anche lo stabilizzatore del pezzo: un piedino che serve a pressare leggermente il legno verso il piano, impedendogli di vibrare durante il lavoro. Questo è particolarmente utile quando il legno è sottile e si tagliano lembi stretti di materiale.

Il bello della natura fa bene anche alla mente

Tratto da “In Giardino n.71 – Marzo/Aprile 2021″

Autore: Nicla de Carolis

Per fortuna la natura con i suoi ritmi ci porta un po’ di allegria e positività, la primavera è arrivata, le giornate si allungano, le piante germogliano, nei prati, tornati verdi, le primule fioriscono, ciò sembra una banalità ma questa “abitudine”, al contrario, viene sempre percepita come qualcosa di nuovo che ci dà la carica e ci rasserena. Ci rasserena tanto più se abbiamo un pezzetto di giardino, di orto o anche solo un terrazzo con un po’ di vasi che ci consentano di fare giardinaggio e di apprezzarne i risultati. La passione per questo hobby, una volta prevalentemente appannaggio di anziane signore, è diventato, soprattutto in questo periodo in cui tante cose ci sono vietate, molto apprezzato anche da persone più giovani: i dati statistici dicono che oggi oltre il 50% degli under 34 anni ama curare il verde.
Forse è perché ci si è accorti che questa attività è una vera terapia per l’umore: il giardinaggio, e non si intende solo la cura di un vero e proprio giardino, ma anche la coltivazione di piante in casa o sul balcone, combatterebbe ansia, stress, sedentarietà, aumenterebbe l’autostima e diminuirebbe persino il rischio di depressione.
Questo affermano vari studi scientifici che hanno esaminato un gruppo di persone prima e dopo i lavori in giardino e nell’orto ed hanno riscontrato effetti positivi su corpo e mente di tutti i partecipanti. Inoltre fare giardinaggio è un buon modo per bruciare calorie, ridurre gli attacchi di fame e mettersi in moto: insomma trenta minuti di green al giorno aiutano anche a tenersi in forma.
Ma quel che colpisce di più tra i benefici effetti di questa attività oltre al movimento, all’eventuale consumo di buon cibo prodotto con la propria coltivazione, è il piacere di potersi godere qualcosa di bello, un vero toccasana per la nostra mente oggi stressata dal brutto e dalla mancanza di grazia delle troppe cose da noi create che ci circondano e feriscono la nostra vista.
Spero percepirete tutto l’entusiasmo con cui abbiamo lavorato a questo numero di INGIARDINO rinnovandolo nella grafica e nei contenuti per invogliarvi, se ce ne fosse bisogno, a sperimentare e riuscire nel vostro giardinaggio godendo di un bello benefico, ricco di colori e di profumi, che solo la natura sa dare.

Bagno a colori di oggi e bagno blu di D’Annunzio

Tratto da “Rifare Casa n.74 – Marzo/Aprile 2021″

Autore: Nicla de Carolis

L’articolo che troverete a pagina 90 è una parata di colori con cui rinnovare il bagno, in particolare con i nuovi sanitari di ceramica per i quali la scelta è davvero ricca e originale, dai neri ai blu, “ispirati agli oceani profondi”, alle gamme dei tortora, “ispirate alle dune del deserto”, con finitura lucida, ma anche opaca, tutti colori che mirano a migliorare il nostro benessere e illuminare il nostro quotidiano. Le forme sono morbide e inusuali, con lavabi da appoggio, wc/bidet sospesi, vasche freestanding, nulla che ricordi gli antenati già di moda negli anni ‘60 in tinte pastello rosa, verdino, azzurrino, un vintage di sicuro non memorabile. Ciò che invece risulta memorabile, parlando di bagno a colori, è quello personale di Gabriele D’Annunzio, scrittore, poeta e tante altre cose, nella sua ultima residenza, 1921/1938, il Vittoriale a Gardone Riviera, un complesso di edifici, vie, giardini, teatro, il tutto visitabile… covid permettendo.
Fu una vera innovazione per quel periodo, con sanitari blu in ceramica, della Ideal Standard (esisteva già), i primi di questo tipo installati in Italia, rimasti meravigliosamente brillanti e intatti nel tempo. Questo famoso bagno, che colpisce il visitatore, è un ambiente cupo e, come peraltro tutto il resto della casa, stipato di “pezzi” di ogni genere, compresa una quantità incredibile di spazzole… anche se D’Annunzio era calvo; suddiviso alla francese con wc separato e altri sanitari in una stanza attigua dove oltre alla vasca, al lavabo e al bidet sono collocati più di 600 oggetti i cui toni dominanti sono il blu e il verde. L’architetto Giancarlo Maroni, che fino all’ultimo curò i lavori di ristrutturazione e gli ampliamenti della proprietà del poeta, nel 1931 chiamò addirittura il mitico Gio Ponti, già in auge, anche perché fondatore della rivista DOMUS, per realizzare il famoso bagno blu. Il resto, per rendere assolutamente esclusivo e inedito questo bagno, fu la passione per l’accumulazione del poeta, diventata oggi un canone estetico, che alla sua epoca nessuno concepiva, qualcosa di molto diverso dal collezionismo che D’Annunzio rifiutava dicendo che “i fissati collezionano”. Pavimenti coperti da tappeti orientali, sulle pareti e sui piani d’appoggio oggetti di varie provenienze: ceramiche persiane, vetri di Murano, statuette, gessi, bronzi, servizi da toilette in argento di Buccellati, animali di ogni genere, collezioni di pugnali e spade.
Oggi si trovano sanitari, rubinetti, rivestimenti, persino i piatti doccia colorati, ma quella vasca blu del 1931 fa capire quanto D’Annunzio fosse animato da un vero spirito di designer. “Io sono un migliore arredatore
e tappezziere che poeta e scrittore”, così disse di sé; personalmente condivido.