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3WD Revolution | La nuova generazione della famiglia Flash Line di Montolit

Le novità tecniche di Flash Line 3, con la nuova testa 3WD Revolution, la rendono una macchina indispensabile per il taglio delle lastre di grande formato

Si alza ulteriormente l’asticella fra le macchine di riferimento per il taglio di piastrelle di grande formato in grès porcellanato. La famiglia Flash Line giunge alla terza generazione facendo un notevole balzo in avanti, quando sembrava impossibile fare meglio della generazione precedente. Il merito va principalmente alla nuova testa di cui si fregia il carrello incisore della Flash Line 3: si tratta del 3WD Revolution, un appellativo che fa subito intuire la presenza di tre rotelle e della possibilità di passare rapidamente da una a un’altra.

Il motivo delle tre rotelle sta nel loro differente diametro (8, 12 e 20 mm); ciò permette di avere sempre la dimensione corretta per il tipo di piastrella da tagliare. Con la rotella più piccola si taglia il vetro e il grès porcellanato, con quella media sempre il grès e la ceramica, con quella grande i materiali con superficie meno liscia. Il tutto con spessori di grès porcellanato sino a 10 mm. Altro elemento di rilievo è la dotazione dell’eccellente pinza separatore per lo spacco della piastrella, molto robusta ed efficace grazie alla doppia modalità di lavoro. Il sistema componibile di binari in dotazione raggiunge la lunghezza di 3600 mm. Flash Line 3 costa euro 534,00.

La testa 3WD Revolution è un componente avanzato in cui dominano materiali nobili come il titanio delle tre rotelle e l’assenza di tolleranze: ne derivano elevata durata dell’insieme e massima precisione del lavoro.
Le grandi lastre, quelle che hanno una misura superiore agli 800 mm sono in grès porcellanato e possono arrivare sino a 1600×3200 mm e più; anche gli spessori sono variabili, di solito inferiori per le più ampie.

Pronti a lavorare in un flash

  1. Contenuto della sacca

    La sacca in cordura della Flash Line 3 di Montolit contiene tutto l’occorrente per eseguire il lavoro di taglio: i tre segmenti da 1200 mm per comporre il binario, il carrello incisore e la pinza per lo spacco.

  2. Stessa sacca, ma separate

    Per non rovinarsi, strisciando uno contro l’altro, i segmenti del binario stanno in tasche separate nella sacca. Stessa sistemazione per carrello d’incisione e pinza per lo spacco.

  3. Tre diverse rotelle di incisione

    Per scegliere una rotella di incisione di diametro differente, fra le tre disponibili sul carrello, basta una moneta.

  4. Ruotare la 3WD Revolution

    Svitata completamente la vite, che non può andare persa avendo un blocco posteriore, si ruota la testa 3WD Revolution. Poi si riavvita.

  5. Comporre il binario

    Il binario si compone inserendo i perni di un segmento nell’alloggiamento di un secondo e bloccando la giunzione con l’aggancio elastico rapido. Stessa cosa per il terzo segmento.

  6. Prendere le misure

    La rotella d’incisione corre a 10 mm esatti di distanza dal binario: facile prendere le misure.

Dopo l’incisione… lo spacco

La pinza separatore ha due modalità di lavoro: per azionarla in un modo, si regola l’apertura delle ganasce sullo spessore della piastrella, si posizionano i riferimenti della pinza sulla linea di incisione, poi si agisce premendo l’impugnatura; la seconda modalità si attua posizionando correttamente la pinza sulla linea d’incisione, avvitando la manopola per portare il tampone a contatto e continuando a ruotarla sino a provocare lo spacco. I tamponi di teflon sono posizionati ad hoc per forzare sul pezzo senza danneggiarne la superficie; infatti ce ne sono due messi anche a fare scontro laterale sul bordo della piastrella. L’allineamento della pinza con l’incisione è facilitato dai vari riferimenti sul corpo d’acciaio dello strumento.

Livella laser AdvancedLevel 360 di Bosch | Per fronteggiare ogni lavoro

Una livella laser, con raggio verde ad alta visibilità e autolivellante, mette a disposizione una serie completa di proiezioni fra linee orizzontali, verticali e punti, che rendono semplici tantissimi lavori di fai da te effettuabili in casa

Con l’esperienza si cresce e si alza sempre più il livello della qualità e della difficoltà dei lavori che si affrontano, anche nei progetti fai da te. La tecnologia oggi mette a disposizione dell’utilizzatore DIY strumenti molto sofisticati che sino a poco tempo fa erano appannaggio dei soli professionisti. La livella laser AdvancedLevel 360 è uno di questi. Innanzi tutto va detto che questa nuovissima livella lavora emettendo raggi laser verdi la cui visibilità è 4 volte maggiore rispetto al classico raggio rosso. Inoltre i raggi sono autolivellanti con una tempistica inferiore ai 4 secondi.

Le configurazioni di emissione sono molteplici e fanno della AdvancedLevel 360 di Bosch una livella molto versatile: linea orizzontale a 360°, 2 linee verticali a 90° una rispetto all’altra e il punto a piombo. Il raggio ha una visibilità sino a 12 metri dal dispositivo (diametro 24 m) e ha la funzione di blocco dell’autolivellamento, per cui è possibile lavorare anche con la testa inclinata per eseguire tracciature che seguono pendenze. I raggi verticali hanno un’ampiezza di 120°. Con un unico tasto funzione, la livella laser risulta molto semplice da utilizzare.

Tutte le opzioni possibili

La proiezione delle linee in squadro, per esempio, è utile per collocare esattamente centrato sotto le lampade a soffitto un oggetto come una televisione a schermo piatto, ma anche un quadro, una libreria a giorno, una consolle, una mensola ecc.
livella laser
Altra utilissima applicazione dello squadro è quella di individuare il centro di convergenza a soffitto: possono essere presi come riferimento oggetti presenti nel locale, ma più frequentemente si usa per individuare esattamente il centro del soffitto.
La proiezione della croce frontale, abbinata al raggio orizzontale a 360° permette di allineare velocemente oggetti su una parete, alla medesima altezza di altri situati su un’altra parete, anche se quella opposta.
livella laser
La possibilità di bloccare l’autolivellamento dei raggi consente di inclinare a piacimento la testa della livella mantenendo accesa la proiezione laser, in tutte le sue configurazioni. In questo modo si esegue la tracciatura lungo piani inclinati, per esempio per l’installazione dell’illuminazione o il corrimano lungo una scala, ma anche per la posa inclinata di piastrelle a parete o per mettere una serie di quadri con andamento degradante.

La livella laser AdvancedLevel 360 è molto compatta e leggera: pesa solo 500 g. Sotto la base ha un attacco filettato da 1/4”, come quello presente sulle macchine fotografiche, per cui è possibile fissarla su uno stativo qualsiasi, oppure utilizzare il treppiedi Bosch TT 150 in dotazione con la versione Set della livella. AdvancedLevel 360 versione base euro 189,95 versione Set euro 209,95.

Trapano avvitatore M-TAP B 18 K1 Valex | Recensione e utilizzo

Si suol dire che piccolo è bello, ma in questo caso dobbiamo dire funzionale, comodo, versatile e potente: dal test sul campo il trapano avvitatore M-TAP B 18 K1 ne è uscito promosso a pieni voti

Durante il montaggio di una piccola tettoia abbiamo avuto modo di testare sul campo un trapano avvitatore M-TAP B 18 K1 Valex, prima ancora di fare i canonici test in laboratorio. Di solito avviene il contrario, perché nelle installazioni, in cui si deve fare presto e bene, non si vuole avere alcun tipo di sorpresa. La deroga alla regola è stata frutto delle frequenti prove di altri apparecchi a batteria Valex, che hanno sempre mostrato un comportamento rispondente ai dati di targa, e della presenza nella confezione in valigetta di 2 batterie e relativa stazione di carica.

Il trapano avvitatore M-TAP B 18 K1 fa parte della serie Pro di Valex ed è alimentato con batterie al litio da 18 V della famiglia One All, compatibili con un nutrito numero di utensili cordless. Le batterie da 2,0 Ah, in dotazione, non sono quelle con la più alta capacità offerta dalla gamma, ma con il caricatore fornito hanno un tempo di ricarica di un’ora soltanto. Altro fattore che ci ha fatto apprezzare le batterie di questa capacità è la loro leggerezza; questo vantaggio si somma alle dimensioni molto contenute della macchina e al suo peso ridotto.

La giornata di lavoro, ricca di forature e avvitature nel legno, non ha pesato minimamente sui polsi e sulle braccia. Va sottolineato come, a fronte delle dimensioni assolutamente ridotte, il motore abbia dimostrato tutti i suoi 62 Nm in fase di avvitatura, mentre la presenza della percussione rende questo trapano uno strumento generoso e versatile, un vero tuttofare, progettato per avere una lunga durata nel tempo grazie alla trasmissione con ingranaggi in acciaio. In più, il motore con tecnologia brushless garantisce elevata affidabilità e capacità di sostenere prestazioni eccellenti, anche per un uso intensivo dello strumento. Il trapano avvitatore M-TAP B 18 K1 ha un prezzo consigliato al pubblico di euro 179,90.

Piattaforma One All

La piattaforma One All Valex condivide un unico sistema di alimentazione a 18 V fra un nutrito numero di elettroutensili, per il laboratorio e per il giardino. Ne fanno parte batterie di diversa capacità (1,5 Ah, 2 Ah, 3 Ah, 4 Ah e 5 Ah) e alcuni caricabatterie, anch’essi differenti per caratteristiche e modalità di lavoro. In tutto sono 3 stazioni di carica, di cui due a una posizione (rispettivamente con erogazione di 1,7 A e 2,4 A) e una a due posizioni, capace di erogare 2,4 + 2,4 Ah.

Trapano avvitatore M-TAP B 18 K1: tutti i principali controlli

  • Velocità di rotazione

    Due le velocità di rotazione impostabili mediante lo scorrimento del pulsante sul corpo macchina. Nella posizione 1 la velocità massima è di 500 giri/minuto, mentre nella posizione 2 sale a 2000 giri/minuto.

  • Led per il livello di carica residuo

    Sul retro della batteria ci sono tre led di diverso colore e un pulsante, premendo il quale si controlla il livello di carica dell’accumulatore.

  • Comodità nell’uso a una mano

    Il trapano avvitatore M-TAP B 18 ha un ottimo mandrino monoghiera in robusto metallo, che si riesce a stringere bene con una mano, senza alcun utensile. Il diametro massimo di apertura è di 13 mm.

  • Selettore delle tre funzioni

    Le impostazioni delle tre funzioni (foratura normale, foratura con percussione e avvitatura) si effettuano, com’è consuetudine, ruotando il selettore più vicino al corpo macchina.

  • Scelta dell’entità della coppia di serraggio

    Selezionando la funzione di avvitatura, con la ghiera successiva si imposta l’entità della coppia di serraggio, con 21 gradi di potenza crescente.

  • Illuminazione sull’area di lavoro

    Sotto l’impugnatura, nel piede di supporto della batteria, è incastonato un diodo luminoso che si attiva simultaneamente al motore del trapano avvitatore. La posizione è ottima per fare luce nell’area di lavoro, spesso scarsamente illuminata.

Poltroncine in legno fai da te

Il sedile delle poltroncine in legno fai da te si trova ad altezze diverse a seconda che vengano utilizzate diritte o capovolte, per risultare comode a bambini di età diverse; ruotandole diventano sgabelli o tavolini

Sono a misura di bambino, come vuole il metodo Montessori, comode per alzarsi e sedersi in autonomia a diverse età, mantenendo una postura corretta in appoggio sui braccioli, allo schienale e senza le gambe a penzoloni. Per costruire una di queste poltroncine in legno fai da te servono solo quattro pannelli di multistrato da 15 mm: due da 300×350 mm (fianchi), uno da 320×350 mm (schienale) e uno da 320×280 mm (sedile), tutti pezzi che facilmente si trovano tra le rimanenze di laboratorio. In alternativa, si ricavano facilmente da un pannello da 700×620 mm o da 350×1200 mm, con una differenza millimetrica nelle dimensioni a causa del materiale eroso dalla lama utilizzata per effettuare i tagli.

Per rendere le poltroncine in legno fai da te più leggere e più coerenti alle forme tradizionali si praticano doppie aperture nello schienale e nei fianchi: sottili e speculari le prime, arrotondate alle estremità, rettangolari e asimmetriche le seconde. Tutti i profili vanno smussati e gli spigoli vanno arrotondati, mentre l’unione dei pezzi prevede l’utilizzo di spine di faggio per non avere elementi visibili. Il sedile va montato spostato di 25 mm rispetto alla mezzeria dei fianchi: così facendo, quando la poltroncina è posizionata in un modo il sedile è a 150 mm da terra, capovolgendola si ottiene una versione simmetrica con il sedile a 200 mm da terra. Ruotandola con lo schienale in alto può essere utilizzata come sgabello o tavolino.

Tagli a misura, nel pieno e assemblaggio

Tempo richiesto: 4 ore

  1. Tracciare e tagliare i pezzi

    Se si utilizza la circolare da banco i pezzi vanno tracciati e tagliati singolarmente: la lama, infatti, ha uno spessore di circa 3 mm e, tagliando in sequenza, ci si ritroverebbe con larghezze diverse rispetto alle misure iniziali.

  2. Forare lo schienale

    Per avere le estremità delle feritoie dello schienale di per sé arrotondate si marcano quattro punti a circa 70 mm dai lati verticali e 50 mm da quelli orizzontali, poi si fora passante con una punta Forstner da 25 mm.poltroncine fai da te

  3. Completare il taglio delle feritoie

    Aperti tutti i fori, si tracciano le coppie di linee parallele ai lati superiore e inferiore, tangenti alle circonferenze, e si completa il taglio delle feritoie con il seghetto alternativo.

  4. Possibilità di eseguire tagli senza forare con i multiutensili a vibrazione

    Con un multiutensile a vibrazione è ancora più facile realizzare le aperture: si possono eseguire tagli nel pieno senza dover aprire i fori di ingresso per la lama.

  5. Tracciare le sagome rettangolari sul legno e forare

    Le aperture rettangolari delle poltroncine in legno fai da te sono distanziate 50 mm dai lati dei fianchi: una è alta circa 50 mm, l’altra circa 100 mm. Tracciate le sagome rettangolari sul legno, si fora passante negli angoli di entrambe per ottenere sia l’arrotondamento sia l’ingresso della lama dell’alternativo che completa l’apertura. Al termine si regolarizzano i bordi con raspa e carta vetrata.

  6. Procedere alla spinatura

    Nei bordi verticali dello schienale e in quelli destro e sinistro del sedile si aprono i fori per la spinatura, a interassi regolari; si inseriscono in questi i marcatori a cappellotto e si portano i suddetti pannelli a contatto con le facce interne dei fianchi, allineandoli correttamente, per segnare i punti corrispondenti in cui praticare i fori ciechi. Si inseriscono le spine cosparse di colla e si collegano i pezzi, lasciando in morsa per 24 ore.poltroncine in legno fai da te

Progetto di Giovanni Pasqualotto

Sanitrit | Come riorganizzare gli spazi della propria casa senza grandi opere murarie

Per soddisfare nuove esigenze abitative, può essere necessario riorganizzare gli spazi della propria casa aggiungendo ad esempio dei sanitari o un nuovo bagno. I prodotti Sanitrit permettono di realizzare questi progetti, facilmente e senza opere murarie invasive. Se il bagno si trova in una zona della casa lontana dalla colonna di scarico principale, in soffitta o nel seminterrato, è necessario intervenire per fare sì che le acque reflue confluiscano nella colonna principale e Sanitrit ha sempre la soluzione più adatta.

Oltre a una gamma completa di prodotti che permettono la gestione delle acque chiare e scure, Sanitrit ha una rete capillare di Centri Assistenza su tutto il territorio che garantisce un intervento rapido e professionale a domicilio. Oggi Sanitrit ha competenze progettuali e produttive in 4 principali aree sinergiche:

  • Apparecchiature e soluzioni per il trattamento dell’acqua in ambito domestico
  • Pompe e stazioni di pompaggio per progetti industriali
  • Apparecchiature per docce, vasche idromassaggio e spa
  • Trattamento delle acque

Di seguito alcuni esempi dei prodotti Sanitrit con cui è possibile gestire le acque chiare o scure. 

La linea SANICOMPACT si compone di wc con trituratore integrato particolarmente silenziosi. Confortevoli, affidabili e con un design moderno, questa linea è la soluzione ideale per bagni dalle dimensioni ridotte o per chi desidera gestire al meglio la riorganizzazione degli spazi domestici.
Sanishower PLUS⁺ è la pompa per acqua chiare adatta per installare una doccia dove prima non era possibile.
Sanivite PLUS⁺ è la pompa per lo smaltimento delle acque chiare particolarmente adatta al mondo della cucina.
Sanicondens Clim Mini New Silence (novità 2021) è la pompa progettata per espellere la condensa dalle unità di condizionamento dell’aria. Le sue piccole dimensioni le permettono di integrarsi facilmente in un climatizzatore a muro.
Sanicondens Pro (novità 2021) è la pompa specificamente progettata per lo smaltimento di concentrati acidi da caldaie a gas e altre apparecchiature come banchi refrigeranti, climatizzatori, cassette aria condizionata e deumidificatori.
Sanipack Pro UP è l’unico trituratore ad incasso che, grazie a uno spessore di soli 17 cm, sparisce in un muretto, permettendo la realizzazione di un bagno bello esteticamente e funzionale.
Le stazioni di sollevamento permettono di realizzare progetti diversi: smaltimento di acque chiare e scure, acque pluviali. Scegliere di installare una stazione di sollevamento, in un locale tecnico o una cantina, riduce i costi di installazione e permette una grande facilità di accesso e manutenzione.
Sanifos è la gamma di stazioni di sollevamento automatiche che permettono la gestione delle acque chiare e delle acque scure. Dotate di un sistema di triturazione SFA, che consente lo smaltimento delle acque reflue di più unità abitative o commerciali, risolvono numerosi problemi di progettazione.

Garage per robot tagliaerba fai da te

Realizziamo un garage per robot tagliaerba fai da te al fine di tenere al riparo dalle intemperie il robottino quando rientra per ricaricare le batterie

Il robot rasaerba è una bella comodità per chi possiede un giardino costituito prevalentemente da un tappeto erboso e privo di asperità: può essere programmato e si avvia da solo all’orario prestabilito per mantenere l’erba a una determinata altezza, senza uscire dal perimetro che è stato delineato a monte, tramite un apposito filo predisposto ai margini del prato. Funziona a batteria e, al termine del lavoro o quando la batteria si sta esaurendo, ritorna alla stazione di ricarica senza bisogno di alcun intervento umano. Acquistare (o realizzare) un garage per robot tagliaerba è fondamentale per proteggerlo da pioggia o irrigatori mentre svolge la sua attività di carica.

Il robot si muove a bassa velocità, tuttavia è bene rivestire la parte bassa di vasi, lampioncini, tronchi di arbusti e tutto ciò che affiora dal terreno con gomma o PVC, a seconda dei casi, con il duplice risultato di salvaguardare dagli urti sia gli ostacoli sia la scocca del robottino.

La struttura di questo garage per robot tagliaerba fai da te è molto semplice, ma è robusta e in grado di resistere in esterno molto meglio di quelle in materiale plastico, essendo realizzata in acciaio inox e alluminio; misura 1000x600x330 mm, è aperta da ambedue i lati corti ed è chiusa da un coperchio ribaltabile all’indietro, provvisto di una serratura e rinforzato sul lato inferiore con due tubolari di alluminio da 15x30x1,5 mm. L’impianto di alimentazione elettrica si predispone collegandosi a un pozzetto esterno e facendo correre il cavo elettrico all’interno di una canalina Ø 20 mm fissata a muro fino al punto stabilito, terminando in una presa elettrica per esterni (IP65) comandata da un interruttore; a questa si collega il trasformatore che eroga la corrente alla tensione idonea alla ricarica della batteria.

Realizziamo il nostro garage fai da te

Tempo richiesto: 1 giorno

  1. Ricavare le quattro piastrine di fissaggio

    Da una striscia di piatto in acciaio inox 3x30x280 mm si ricavano quattro piastrine per il fissaggio del telaio al pavimento esterno.

  2. Saldare tutti i pezzi del telaio

    Il telaio del garage per robot tagliaerba fai da te è realizzato con tubolare inox di sezione 20×40 mm e spesso 2 mm; ne occorrono circa 4,5 metri. I pezzi vengono saldati e le ali delle piastrine di fissaggio a terra vengono rivolte verso l’interno, parallele ai lati lunghi per nasconderle meglio.garage per robot tagliaerba fai da te

  3. Fissare una cerniera a metro per l’articolazione del coperchio

    Per l’articolazione del coperchio in lamiera mandorlata di alluminio si fissa da sotto con viti a testa svasata, lungo il lato rivolto a muro, una cerniera a metro da 1,5×30 mm, anche questa inox.

  4. Forare per l’inserimento di una serratura a quadrello

    Sul lato opposto, al centro, si pratica il foro passante per l’inserimento di una serratura a quadrello, tipo quelle delle cassette che racchiudono i contatori del gas.garage per robot tagliaerba fai da te

  5. Fissare il telaio al pavimento

    Utilizzando il foro delle piastre come maschera, si buca la piastrella e il sottofondo in cemento per inserire i tasselli.

  6. Chiudere i fianchi

    Per chiudere i fianchi del garage per robot tagliaerba fai da te si utilizza invece una lamiera liscia in inox.

  7. Alimentare la base di ricarica

    Per alimentare la base si predispone una presa per esterni con interruttore a cui si collega l’alimentatore della stazione di ricarica, in posizione ben riparata e rialzato un metro da terra per giusta precauzione.

Progetto di Leonardo Telesca

Un cappotto per tutte le stagioni

Tratto da “Far da sé n.515 – Maggio 2021″

Autore: Nicla de Carolis

La nostra redazione ha sede in un edificio su due piani, costruito negli anni ‘70 in mezzo a una pineta dal fondatore della casa editrice, Massimo Casolaro, uomo attivo, maestro divulgatore del fardasé, sempre attento e aperto alle innovazioni. Qualche anno fa, creando uno scasso in una parete perimetrale della redazione per aprire una finestra, con stupore abbiamo visto che dall’intercapedine, tra la doppia fila di mattoni, uscivano delle palline di polistirolo. Una cosa assolutamente nuova per quei tempi; la principale tecnica di realizzazione delle tamponature degli edifici all’epoca prevedeva la posa di due paretine in laterizio separate da un’intercapedine d’aria che si credeva facesse da isolante. Solo più avanti ci si è resi conto che l’aria può rappresentare un buon isolante, ma in altre condizioni, soprattutto se sta ferma in spazi limitati (2-3 cm); quando è libera di muoversi, come nelle intercapedini delle case dell’epoca, si attivano dei veri e propri moti convettivi che contribuiscono a disperdere il calore delle superfici non coibentate.


Massimo Casolaro già 50 anni fa, anticipando anche in questa occasione i tempi, era ricorso a una tecnica di isolamento di cui ancor oggi noi possiamo beneficiare, che potrebbe essere risolutiva per risanare in maniera poco invasiva e rapida gli oltre 7 milioni di edifici costruiti con intercapedine vuota nel dopoguerra, semplicemente insufflando palline di EPS. Oggi la consapevolezza dettata dall’esigenza di fare scelte volte a un risparmio energetico porta tutti a considerare l’importanza dell’isolamento degli spazi dove si vive e si lavora. A ciò si aggiunge l’allettante discorso del bonus 110% che, sulla carta (sì perché l’iter burocratico per accedere a questo beneficio non è certo una passeggiata), lo Stato riconosce per questi lavori di riqualificazione.

Di sicuro il comfort e il benessere dato dal soggiornare in ambienti ben isolati vale la spesa di intraprendere l’intervento di coibentazione. È inutile in inverno spingere sul riscaldamento per avere una temperatura dell’aria di 20 gradi, se poi le pareti sono di parecchi gradi inferiori: le temperature all’interno di una stanza non dovrebbero mai variare più di 2-3 °C fra superfici perimetrali e l’aria. Lo stesso discorso, ovviamente, vale per il caldo estivo. Ottenere questo effetto “nido avvolgente”, come vedrete nel dossier da pagina 39, è possibile, oltre che insufflando materiale isolante, intervenendo dall’esterno con un classico cappotto o rivestendo le pareti interne con innovativi materiali isolanti. Particolarmente interessanti e adatte a una posa fardasé sono le nuove lastre accoppiate isolante più cartongesso che, grazie a uno spessore davvero ridotto, non sottraggono spazio agli ambienti.

Come riparare la macchina per la pasta Imperia

La macchina per la pasta Imperia, indispensabile in cucina, si conserva immutata da decenni e, per la sua solidità, vale la pena ripararla per preservarne le funzionalità

Anche le robuste impastatrici a manovella hanno parti soggette ad usura; l’utilizzo intensivo della macchina per la pasta Imperia e la costante rotazione dei due cilindri possono rendere il suo impiego scattoso fino a rendere impossibile l’utilizzo della macchina. In tali casi, l’ispezione alle ruote dentate appare l’unica via percorribile, del resto le operazioni di smontaggio, per la verifica, sembrano molto semplici, essendo fissate con una sola vite per lato le due protezioni laterali in lamiera sagomata.

In realtà non c’è traccia di ingranaggi né sul lato della manovella né su quello del pomello che regola lo spessore della sfoglia. Le ruote dentate che si cerca di mettere in luce sono nascoste da un piccolo carter all’interno delle fiancate, per cui si è obbligati a smontare completamente anche il cuore della macchina per la pasta, la mitica Imperia, con i suoi raschiatori, che premono nella parte inferiore dei cilindri per evitare che la pasta rimanga appiccicata durante le operazioni di assottigliamento.

Finalmente scoperti, gli ingranaggi di movimentazione dei rulli si rilevano danneggiati: la superficie dei denti a contatto è seriamente abrasa e una delle ruote è addirittura rotta a metà, non c’è modo di ripararla a meno di essere provetti saldatori. In questo caso è stata usata una ruota dentata presa in un’altra macchina già dismessa, adattandola alla nostra, ma l’Imperia è sostanzialmente la stessa da decenni, quindi non è impossibile trovare i ricambi originali. Nel rimontaggio, dato che si sfruttano ingranaggi in parte usurati, per ottenere nuovamente uno scorrimento ottimale, si montano le ruote “sottosopra” in modo da usare le superfici dei denti che non erano a contatto, lubrificando il tutto con un poco di grasso di vaselina.

Controllare la situazione degli ingranaggi

Si inizia con lo smontare il pomello della regolazione dello spessore della pasta trattenuto da una vite a croce.

L’unione tra pomello e albero è realizzata con un fine millerighe incastrato solidamente, per cui può essere necessario adoperare un cacciavite a taglio e fare leva tra il carter e il bordo del pomello per poterlo estrarre. È opportuno segnare con un bulino la posizione reciproca dei due pezzi per facilitare il rimontaggio.

I due carter che coprono la fiancata sono trattenuti da una vite autofilettante ciascuno. Sotto si scoprono tre dadi M6 avvitati su altrettante aste che terminano con una “testa da chiodo” sull’altro lato della macchina.

Con una chiave a bussola da 8 mm si tolgono le viti che trattengono una delle fiancate per poter estrarre tutta la meccanica che si riduce a due cilindri, tre tiranti filettati di cui due inseriti in un tubetto di riscontro, due raschiatori con le due aste che li tengono premuti sui cilindri e le ruote dentate nascoste in un piccolo carter.

I due cilindri calandratori sono in polipropilene rivestito di alluminio lucidato e terminano su un lato con un mozzo esagonale su cui sono calettate le due ruote dentate. Sul lato opposto troviamo l’incastro per l’inserimento della manovella e l’albero eccentrico su cui agisce il pomello di regolazione dello spessore.

Ecco la ragione del malfunzionamento: le ruote hanno i denti seriamente consumati e una si è spezzata bloccando il movimento dei cilindri. Scopriamo che i denti potevano essere lubrificati attraverso un forellino, presente nella fiancata, che comunica con l’interno del carterino degli ingranaggi; è consigliabile utilizzare solo lubrificanti per usi alimentari.

Montare i nuovi ingranaggi

Dall’esploso si intuisce la relativa semplicità della macchina: fatta di sole 38 parti è in grado di calandrare uno spessore di pasta regolabile da 0,2 a 2 mm. Il segreto è nel perno eccentrico del cilindro posteriore che viene ruotato col pomello di regolazione a sei posizioni. Due ruote dentate a profilo modificato permettono di trasmettere il movimento tra i cilindri comunque siano regolati.

L’estremità dei due cilindri calandratori in polipropilene.

Il mozzo a sezione esagonale accoglie il supporto e su di esso sono calettate le due ruote dentate.

Le ruote dentate vanno riposizionate sui mozzi esagonali, ungendo la dentatura con grasso di vaselina.

Assemblare tutti i pezzi della macchina per la pasta Imperia

Tempo richiesto: 2 ore

  1. Collegare la base a una fiancata

    Si approfitta del fatto che la macchina sia stata smontata in tutti i suoi 38 pezzi per pulire accuratamente ogni elemento nei minimi particolari. Il montaggio inizia collegando la base a una delle due fiancate.

  2. Inserire i perni che bloccano le fiancate

    Nei fori in alto si inseriscono due dei tre lunghi perni che bloccano insieme le due fiancate della macchina; il terzo trova la sua collocazione in basso poco sopra la base.

  3. Inserire carter, cilindri e aste filettate

    Tenendo i cilindri accoppiati si reinseriscono il carter, i cilindri e le aste filettate nei rispettivi alloggiamenti della fiancata.

  4. Servirsi dei due tubetti da utilizzare sui perni superiori

    I due lunghi perni (o aste) superiori, filettati alle estremità, vengono dotati di due tubetti che tengono esattamente distanziati i cilindri dalle fiancate.

  5. Incastrare le tre lamiere sagomate

    Prima di serrare completamente i dadi sulla fiancata e sul fondo si incastrano le tre lamiere sagomate, accanto ai cilindri e alla base, che danno la ben nota forma alla nostra macchina.

  6. Serrare i dadi

    Con pazienza, o facendosi aiutare da un assistente, si fanno uscire dalla seconda fiancata le aste filettate con i tubetti distanziatori (sono solo due in alto) e i cilindri. Si imboccano e si avvitano di un solo giro i piccoli dadi in modo che tengano insieme il tutto; il serraggio completo si effettua dopo aver incastrato al loro posto le lamiere sagomate accanto ai cilindri e sulla base.

Raschiatori, aste di blocco e pomello

I raschiatori possono essere muniti di un’asta sporgente o essere appoggiati su un arresto ricavato nella fiancata (come in questo caso). Per riposizionarli è sufficiente incastrarli su un lato, sotto il dente che sporge dalla fiancata, e abbassarli sul lato opposto fino a che una delle due ondulazioni non si trovi in corrispondenza di un foro presente sul lato.

Tenendo premuto il raschiatore sul cilindro si inserisce nel foro una delle aste appuntite fino a farla scorrere in una delle ondulazioni del raschiatore. Utilizzando un martello si introduce completamente l’asta fino al corrispondente foro sulla fiancata opposta. Si ripetono le operazioni per il secondo raschiatore e solo a quel punto si possono rimontare le due lamiere di copertura laterale.

Si rimonta il pomello che regola lo spessore della sfoglia di pasta.

FERVI torna in pista con Aruba.it Racing – Ducati

FERVI torna in gara sulle due ruote superbike, affiancando per il terzo anno consecutivo il proprio marchio allo storico brand di Borgo Panigale nelle competizioni del WorldSBK 2021.

 

FERVI è sponsor ufficiale dell’ Aruba.it Racing – Ducati team  a supporto di una stagione che parte il prossimo 23 maggio dal circuito spagnolo di Aragòn, per proseguire all’insegna dell’adrenalina in giro per il mondo e con un’attesissima tappa a Misano Adriatico (RN) il prossimo 13 giugno.

L’accordo di sponsorizzazione prevede la presenza del logo FERVI sulla livrea della moto Ducati Panigale V4R in tutte le gare del circuito Superbike 2021 ma, soprattutto, la presenza del marchio e delle attrezzature FERVI nel garage di scuderia, entrando quindi nel novero dei partner tecnici a sostegno di un’avventura all’insegna della velocità, della performance e della competizione internazionale.
Oltre alla visibilità in pista e a quella nei box, rinforzata dal sostegno anche al Team Go Eleven Ducati, e preziosissima per un marchio che promuove utensili, carrelli e arredi da officina, la sponsorizzazione prevede anche la realizzazione di photo shooting mirati con le showbike e l’utilizzo delle immagini ufficiali da gare, prove ed eventi, per la promozione dei prodotti FERVI.

Con grande piacere abbiniamo il nostro marchio al brand del Team Racing più noto nel mondo della Superbike. Le superbike creano infatti un collegamento ideale tra i vertici della ricerca tecnologica e il mondo delle moto omologate da strada. Questa dimensione di ‘ponte’ tra il livello PRO e gli appassionati consumer ci è congeniale, anche per il nostro posizionamento di mercato sia nell’ambito professionale delle gare mondiali, sia per gli hobbisti più esigenti”.  Ermanno Lucci, direttore marketing FERVI.

Siamo lieti di avere Fervi come nostro partner anche nella stagione WorldSBK 2021. Una collaborazione iniziata nel 2019 e che è cresciuta costantemente. Del resto stiamo parlando di una presenza nel nostro garage concreta oltre che fondamentale, dato che attraverso la qualità dei prodotti che Fervi ci mette a disposizione abbiamo la possibilità di intervenire sulle moto con precisione e puntualità, con l’obiettivo di essere sempre più veloci ed ottenere risultati importanti”. Serafino Foti, Team Manager Aruba.it Racing – Ducati

Gioca & vinci Einhell: il nuovo contest per vincere un monopattino a batteria

Parte oggi il nuovo concorso di Einhell che dà la possibilità a tutti gli utenti di vincere, ogni giorno, un premio instant win e partecipare all’estrazione finale di un monopattino a batteria Einhell

Siete pronti per sfidare la fortuna? Da oggi fino al 27 aprile, ogni utente potrà partecipare al contest online organizzato da Einhell, avente in palio un fantastico monopattino a batteria Einhell “Scooter 36 Li”.

Partecipare è semplicissimo: accedendo al sito web dedicato all’iniziativa, raggiungibile su  giocaevinci.einhell.it, l’utente potrà registrarsi e completare il form di partecipazione inserendo tutti i dati anagrafici richiesti.

Dopo la conferma dell’account, ogni utente potrà accedere all’assegnazione randomica giornaliera di un Instant Win e scoprire di aver vinto o meno uno dei tre prodotti Einhell a disposizione: Avvitatore a batteria TE-SD 3.6/1 Li, Forbici a batteria per erba e arbusti GC-CG 3.6 Li WT e Caricabatteria per auto con microprocessore CE-BC 4 M