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Come costruire un braccio per paranco fai da te con cassa

Niente più rampe di scale portando pesanti ceste di legna. Una cassa con ruote porta i ciocchi dalla legnaia al cortile, poi con il paranco viene sollevata al primo piano

Chi si scalda con la legna sa bene quanta se ne debba movimentare ogni giorno per alimentare stufa o caldaia. Il nostro lettore Claudio Pioli, che ha genitori molto in gamba, ma anziani, che vivono in una casa di campagna al primo piano, ha deciso di allestire un sollevatore per agevolare l’approvvigionamento di ciocchi, evitando al padre di percorrere svariate volte al giorno una bella rampa di scale con parecchi chili fra le braccia.

La soluzione scelta è l’installazione di un braccio per paranco fai da te, fissandolo a un pilastro del ballatoio antistante l’ingresso. La posizione è strategica perché l’attrezzo è messo in modo da sbracciare verso il cortile sottostante e quindi di sollevare qualsiasi peso sino all’approdo sul ballatoio.

Ovviamente il solo sollevatore non è sufficiente, bisogna pensare anche a un contenitore adeguato, da movimentare e sollevare comodamente. Il secondo passo è quindi la costruzione di un cassone di ferro, molto ampio, che possa essere sollevato dal paranco e, una volta sul ballatoio, sistemato in una sua sede, al riparo dalle intemperie.

La cassa del paranco del balcone deve essere semovente per la movimentazione dalla legnaia al cortile e poi dal ballatoio sino al focolare; per questo vengono applicate quattro ruote pivotanti nella parte inferiore.

Tra le difficoltà maggiori per realizzare un montacarichi fai da te c’è la necessità di fare quattro fori precisi e passanti nel pilastro per un più sicuro sostegno del paranco e del carico.

Progettare un braccio per paranco fai da te

braccio per paranco 2

braccio per paranco 3

  1. Il braccio per paranco si fissa al pilastro con barre filettate e dadi che serrano due robuste staffe fatte con piatto da 50×5 mm di sezione.
  2. Alle staffe si saldano due pezzi di tubo quadro, uno nell’altro, per aumentare lo spessore e quindi la robustezza del pezzo risultante, ma sempre adeguato al diametro del perno di rotazione da sostenere. L’insieme costituisce la femmina della cerniera su cui ruota il braccio del paranco. Per consentire al braccio la rotazione completa di 180° bisogna distanziare, seppur di poco, il centro di rotazione saldando un pezzo di piattina da 5 mm fra le staffe e i pezzi di tubo quadro.
  3. I perni eccentrici, maschi della cerniera, si acquistano già fatti nelle ferramenta ben fornite; vanno saldati al montante del sostegno a bandiera del paranco.
  4. Completati i pezzi ed effettuata una prova di montaggio sul pilastro si applica l’antiruggine e poi lo smalto di finitura.

Il cassone con coperchio

braccio per paranco 4

  1. La cassa si costruisce facendo prima il telaio: si procede assemblando due cornici con tubolare quadro sezione 25×25 mm, unito con saldatura ad arco.
  2. Agli angoli della cornice inferiore si saldano le quattro piattine forate per applicare in un secondo momento le ruote pivotanti.
  3. Si completa il montaggio del telaio unendo le due cornici, inferiore e superiore, con quattro montanti (sempre quadro 25×25 mm) collocati agli angoli. Sempre agli angoli, ma questa volta sopra la cornice superiore, si saldano quattro pezzi di tondino piegato opportunamente a costituire gli attacchi per le catene di sollevamento, che vanno ovviamente inserite prima di saldare gli attacchi stessi.
  4. I fianchi della cassa sono costituiti da fogli di lamiera fatti tagliare a misura dal fabbro, poi trattati con antiruggine e fissati al telaio mediante rivetti.
  5. Applicate due mani di smalto di finitura, si montano le ruote pivotanti e si può considerare quasi conclusa la cassa a cui manca soltanto il fondo. Per questo si provvede alla fine, ritagliando un foglio di spesso multistrato marino da inserire da sopra, a incastro.
  6. Sulle misure della cassa si costruisce la sua copertura: un contenitore simile, leggermente più grande e aperto frontalmente e sotto. Come la cassa, il telaio è di tubolare quadro i cui segmenti sono saldati, mentre i lati sono chiusi da fogli di lamiera rivettata. (Leggi la nostra guida per imparare come rivettare)
  7. La copertura deve avere il lato superiore apribile per poter prendere, eventualmente, qualche ciocco senza muovere la cassa. Quindi si fa un coperchio con un foglio di lamiera, saldando sul contorno un bordo.
  8. Il coperchio viene incernierato sulla traversa del telaio con cerniere a libro fissate con rivetti.
  9. La copertura apribile sta sul ballatoio e appoggia a terra solo di lato e dietro, permettendo alla cassa si entrare liberamente sul lato frontale.
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Impagliare sedie | Guida passo-passo per un risultato perfetto

Impagliare sedie è una tradizione antica, che prevede buona manualità. Ecco come bisogna procedere

Nei negozi di mobili è sempre più difficile trovare sedie impagliate all’antica e non perché il sedile impagliato sia meno confortevole degli altri, ma perché finora non è ancora stata inventata una macchina in grado di intrecciare la tradizionale funicella di paglia di segale, nel classico disegno a triangoli uniti per il vertice.

Il disegno non ha solo uno scopo ornamentale, ma è soprattutto quello che garantisce la massima durata e, importantissimo, l’elasticità della seduta. L’impagliatura sedie all’antica rimane quindi affidata, dal principio alla fine, alle abili mani dell’uomo che conosce questa tecnica antichissima.

La paglia di segale

paglia di segale

La paglia di segale e la base del materiale per impagliare sedie (seggeria) un esempio di quanto resistenti possano essere le fibre naturali. Una spiga pesa dieci volte più dello stelo che la regge: lo stelo infatti, grazie a una struttura a spirale di cellule che contengono silice (per questo è così tagliente), è resistente anche se molto flessibile. I seggiolai comprano la paglia di segale in fasci, che comprendono fili sottili per l’anima e fili grossi per la fascia esterna.

Ecco alcuni consigli per gli acquisti per l’impagliatura fai da te delle sedie

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Come impagliare una sedia

sedie impagliate

  1.  Il trefolo per impagliare, da usare bagnato, è composto da un’anima di fili sottili avvolta dentro una fascia realizzata fendendo per il lungo e spianando un filo grosso.
  2.  Il capo, tenuto fermo dalla mano sinistra, viene stretto contro la traversa dal secondo giro di corda, che parte da qui e arriva al lato opposto del telaio.
  3. In un sedile trapezoidale, prima di cominciare il vero e proprio intreccio sui quattro lati, si fanno alcuni giri di riempimento vicino al montante delle due gambe sul lato maggiore.
  4. Lo scopo è quello di delimitare un’area al centro, rettangolare o quadrata. Quindi si inizia il giro sui quattro lati, passando sopra i traversi,  e attorno ai montanti.
  5. Con un sedile rettangolare, i lati corti si riempiono prima di quelli lunghi. La zona centrale si conclude incrociando in una sola direzione, tenendo divaricato l’intreccio.
  6. Nel corso dell’impagliatura occorre, ogni tre o quattro giri completi, stringere fra loro i tratti di corda con una robusta spatola, dai bordi smussati.
  7. Il trefolo costruito via via nel corso dell’impagliatura si presenta alla fine come un cordone dalla superficie liscia, elastico di traverso e rigido per lungo.

Carrello salvaspazio in cucina | Come ottenerlo fai da te

Una vera e originale soluzione bricolage: realizzare un carrello salvaspazio in cucina!

Un carrello salvaspazio riempie lo spazio non compensabile con pezzi di dimensione standard e inoltre, grazie alle sue ruote, può essere estratto per accedere al vano interno. Quando è riposto completa il mobile della cucina. Affinché si mimetizzi con il resto dell’arredo, deve essere costruito ripetendone e continuandone la forma esterna.

Carrello salvaspazio cucina

Per consentire l’estrazione del carrello salvaspazio c’è bisogno di quattro ruote in linea. Per non rovinare la superficie muraria adiacente con gli sfregamenti di va e vieni, basta un listello antiattrito fissato alla parete all’altezza più appropriata. Quanto a forma e dimensioni il carrello autonomo, non può che essere progettato e costruito su misura, con accesso o laterale o superiore, utile soprattutto per arredare cucina piccolissima.

Ecco come sarà configurato il carrello salvaspazio all’interno della cucina.

Una scatola con le ruote

Il corpo del carrello può essere una scatola squadrata, da sistemare con l’apertura su un lato, alla quale viene aggiunto un frontale con maniglia. Bisogna tener conto dell’altezza che ha lo zoccolo nei mobili adiacenti e riportarla tale e quale, qualunque sia la misura di ruote disponibili sul mercato. Per cui, se il basamento è alto, bisogna spessorare il fondo con tacchetti di misura adeguata a far sì che le ruote spuntino di un paio di millimetri rispetto allo zoccolo.

La parte interna del carrello forma due ripiani lunghi quanto la profondità del mobile.
Per pareggiare l’altezza dello zoccolo è necessario spessorare le ruote con tavolette di legno.

Utensili

Ci servono un seghetto alternativo, un avvitatore, dei morsetti, un trapano e della colla vinilica.
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Punto Sicurezza Casa

Punto Sicurezza Casa è un’azienda dinamica e all’avanguardia, che progetta da oltre quindici anni soluzioni per la sicurezza antintrusione e il comfort abitativo

Aiutare le persone a vivere con maggiore serenità la propria casa e migliorare il valore prestazionale degli immobili, sono obiettivi importanti per il team di Punto Sicurezza Casa, una squadra di professionisti che ricerca e propone prodotti Made in Italy e servizi d’eccellenza per la massima soddisfazione dei propri clienti. Soddisfazione che viene espressa con un giudizio estremamente positivo sul sito web dell’azienda, che conta più di 500 recensioni positive solo negli ultimi 8 anni di attività.

Progettazione e assistenza a 360 gradi per il cliente

Punto Sicurezza Casa ha un approccio che vede la partecipazione del cliente nelle scelte per la sua casa: dal rilievo delle misure alla definizione dei prodotti più adatti a soddisfare le specifiche esigenze del contesto abitativo, dalla progettazione delle soluzioni su misura fino alla posa presso l’abitazione del cliente. Dall’assistenza tecnico-commerciale post vendita al supporto legale e amministrativo: il team di Punto Sicurezza Casa è qualificato per assistere il cliente in ogni fase del suo progetto con la massima trasparenza e professionalità.

In virtù di questo approccio trasparente, sul sito dell’azienda alla sezione Progetti vengono mostrate e documentate, con fotografie e dettagli tecnici, le installazioni presso i clienti.

Posa certificata e garanzia made in italy

Punto Sicurezza Casa mette a disposizione dei propri clienti un team di posatori interni all’azienda e certificati Posaclima, una garanzia di qualità per la riqualificazione del foro finestra e la posa in opera certificata fino a 10 anni dei serramenti. Punto Sicurezza Casa non si appoggia quindi ad aziende esterne per l’installazione, proprio per garantire la massima qualità al cliente. Infatti, la perfetta conoscenza dei prodotti da installare unita alla progettazione e ad un’accurata preparazione della posa, sono elementi imprescindibili per ottenere il miglior risultato finale.

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Barzanò (LC) – Via G. Garibaldi, 66 – 23891

Lissone (MB) – Via G. Matteotti, 66 – 20851

Dalmine (BG) – Viale M. Buttaro 4/E – 24044

Como (CO) – Via Varesina 40/42 – 22100

Come girare una porta senza commettere errori

Questo non è di quei lavori che si facciano molto spesso, ma può sempre capitare, risistemati i mobili o addirittura cambiato l’arredamento, che il movimento originale della porta si riveli scomodo.

Come girare una porta senza commettere errori? Iniziamo con dire che non è difficile e richiede, fra smontaggio, cambio della direzione d’apertura e rimontaggio, un paio d’ore di lavoro.

Più tempo occorre, come tutti sappiamo, per la rifinitura che comprende alcune stuccature, da lasciar seccare e levigare, e una o due mani di smalto o vernice che cancellino le tracce del lavoro. Vediamo ora nel dettaglio come girare una porta

senso di apertura di una porta

Premesso che il senso d’apertura si chiama destro quando spingendo l’anta i suoi cardini si trovano sul lato destro e sinistro nel caso opposto, ricordiamo che, secondo la regola d’arte, le porte debbono aprirsi verso l’interno dei locali cui danno accesso e verso una parete, norme generalmente rispettate dai costruttori. Il giro della porta quindi è possibile solo in situazioni particolari e per porte lontane dalle pareti.

Come girare una porta senza stress

Gli elementi che determinano il senso di apertura sono tre: i cardini (il nome con cui vengono chiamati nelle ferramenta varia da Aosta a Siracusa; sulle scatole sono definiti paumelles), e l’inclinazione della faccia dello scrocco comandato dalla maniglia.

Lo smontaggio della porta

Tirata giù dai cardini porta interna l’anta, si tolgono da questa le femmine dei cardini e dal telaio i loro maschi e la guardia metallica della serratura. Il più delle volte è necessario ricorrere allo scalpello ed alla termopistola per eliminare lo stucco che copre la testa delle viti e la vernice che incolla al legno la guardia e le ali del cardine.

Si passa poi allo smontaggio della maniglia liberando così il corpo della serratura, di solito fissata con due o tre viti e, spesso, dalla vernice che ne riveste la faccia esterna e si elimina facilmente esponendola alla fiamma del gas fino a farla bruciare. Lo stesso sistema va bene anche per la guardia.

Lavoro sull’anta

A meno che le due facce dell’anta siano diverse per finitura e quindi da sverniciare e riverniciare l’unico lavoro necessario è quello di creare, con la fresatrice o lo scalpello, la sede per l’ala dei nuovi cardini, da acquistare di misura identica a quelli vecchi (le misure sono standardizzate).

Per comodità conviene riutilizzare la sede del vecchio cardine così che rimanga da scavare solo il passaggio per l’aletta della femmina (sul lato opposto a quello vecchio) e, se il vecchio cardine non fosse esattamente centrato sulla mezzeria del montante, allargandola quanto basti. Due striscette di legno, da incollare e levigare a filo, riempiono la parte di scavo preesistente lasciato vuoto dal cambio di posizione.

Lavoro sul telaio

Qui, chiuse con lo stesso sistema le sedi delle ferramenta eliminate da un montante, si debbono aprire su questo la sede per guardia, scrocco e catenaccio e su quello opposto le sedi per i maschi dei nuovi cardini.

Questo è un punto delicato, che richiede molta cura sia per la loro posizione in altezza e distanza dal bordo sia per la scomodità di dover lavorare su elementi verticali. Per la posizione dei cardini si usa come dima l’anta stessa con rimontate le femmine e poggiata su un pezzo di masonite che la tenga sollevata da terra di due o tre mm.

La posizione della guardia e degli incassi per lo scrocco ed il catenaccio si può trovare solo dopo aver rimontato i cardini e la serratura. Si passa un pennello sporco di un colore vivace sul bordo dello scrocco e sulla faccia del catenaccio.

Tenendo la maniglia abbassata si chiude la porta, si rialza la maniglia e, agendo con la chiave, si spinge il catenaccio contro il montante. La traccia di colore lasciata sul legno da scrocco e catenaccio indica l’esatto posto in cui eseguire gli scavi.

Come girare una porta partendo da stuccatura e levigatura

stuccatura e levigatura

I cardini, maschi e femmina, la serratura e la relativa guardia, sono di solito avvitati con viti a testa svasata, affogata sotto filo piano, stuccata e verniciata, per cui occorre (1) agire con la termopistola e la spatola per eliminare la vernice e raggiungerle col cacciaviti. Nel montare i nuovi cardini sull’anta (2) e sul telaio (3) occorre molta precisione. Il fondo delle sedi per l’ala dei cardini si spiana (4) con la fresatrice (difficile usarla, in verticale ed in presenza della battuta, sul telaio dove è più comodo lavorare a mano con scalpello e mazzuolo). I vetri sono fragili e pesanti e rendono più difficile il lavoro di ripristino. Toglierli non costa molta fatica e rende poi più agevoli tutte le lavorazioni dalla levigatura (5) alla riverniciatura.

Come cambiare il senso di apertura di una porta se non si spostano serratura e maniglia?

installare maniglia porta
  1. per togliere la serratura, bisogna prima smontare le maniglie, cosa su cui non si può dare altro consiglio che di usare molta pazienza per trovare il sistema, più o meno sofisticato, con cui erano state montate. Tolte le maniglie e le viti di fermo, la serratura si estrae dalla sua sede aiutandosi con un cacciaviti, delicatamente per non danneggiare il bordo della porta.
  2. un passaggio con la fresatrice regolarizza le pareti della cava. Tutte, o quasi, le serrature per porte interne hanno lo scrocco reversibile così da poter essere usate tanto su porte destre che su porte sinistre.
  3. diversi, ma sempre facilmente intuibili, i sistemi di smontaggio dello scrocco che basta girare su se stesso di 180° per adattarlo alla nuova apertura.
  4. riverniciata, se del caso, la porta e rimontate le maniglie, il lavoro è finito.
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Paravento fai da te con antine | Guida alla costruzione passo-passo

Un paravento fai da te di antine si può costruire con 5 elementi prelavorati, uniti in parte con spine in parte con cerniere e corredati di pratiche mensole semicircolari.

Le antine perlinate per mobili (disponibili in commercio come elementi prelavorati di varie misure) si rivelano molto adatte per contornare la testa del letto anche con ali laterali incernierate, che invece di restare piatte contro la parete, possono essere avvicinate al letto in posizione angolata, creando così un paravento fai da te.

Paravento fai da te – Il progetto

separè fai da te

Cosa serve per realizzare il paravento fai da te:

  • 5 antine perlinate;
  • listellare spesso 18 mm: 2 mensole semicircolari;
  • 2 sfere ornamentali con spina di fissaggio;
  • spine;
  • colla vinilica;
  • 4 cerniere a libro;
  • viti per fissaggio cerniere e mensole;
  • tasselli e squadrette per ancoraggio;
  • materiale di finitura 

Giunzione delle antine

Le antine, che fungono da testiera vera e propria, sono giuntate tra loro per spinatura cieca e tenute in morsa, mentre la colla fa presa, con strettoi molto lunghi oppure con cinghie, messe in tensione con la fibbia o inserendo, tra loro e il legno, dei cunei. Per assicurare una buona stabilità, conviene ancorare la testiera alla parete con un paio di tasselli a espansione in alto ed eventualmente altrettanti in basso.

Ancoraggio del paravento autocostruito

Dato che a pavimento di solito c’è lo zoccolo che ingombra un certo spessore, anche il paravento fai da te deve risultare un poco distanziato dalla parete e questo distacco può essere sfruttato per realizzare un ancoraggio nascosto, con tasselli con viti a gancio che fa presa in squadrette, occhielli o attaccaglie applicati sul retro. Le ali articolate costituiscono un supporto situato nella giusta posizione per ospitare mensole che fungano da comodini: fissandole dal retro con un paio di lunghe viti otteniamo un risultato estetico davvero valido, ma una tenuta modesta. Per migliorarne la resistenza possiamo aggiungere sotto, al centro, un reggi-mensola a quarto di cerchio con raggio inferiore a quello delle mensole stesse.

Robuste cerniere a libro

fissaggio cerniera a libro
Le cerniere vanno scelte con ali larghe non più dello spessore dei montanti e fissate con viti. Se non si prepara loro un incasso, tra i montanti delle antine incernierate restano un paio di millimetri di luce.

Mensola comodino

mensola per paravento

  1. le mensole semicircolari si tracciano con un compasso oppure con una cordicella e una matita e si tagliano con il seghetto alternativo.
  2. le mensole possono essere fissate con viti dal retro delle antine, solo se non intendiamo utilizzarle per materiale pesante: in quest’ultimo caso conviene decisamente farlo sostenere anche da un reggimensola.
  3. perfettamente incorporate nel paravento fai da te le mensole comodino sono pratiche e funzionali.

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Verniciatura a spruzzo | Come si fa e quale pistole utilizzare

Nella verniciatura a spruzzo la pistola serve per spruzzare liquidi ad alta pressione, generata da un compressore d’aria cui è collegata tramite un tubo flessibile

pistola a spruzzoLa pistola a spruzzo è fornita di serbatoio, superiore o inferiore, in cui si immette il liquido da spruzzare. Azionando il pulsante di erogazione, l’aria compressa realizza il potente convogliamento del liquido collocato nel serbatoio e la conseguente verniciatura a spruzzo. L’ugello anteriore, attraverso cui passa il liquido, può essere regolato per ottenere un getto di diversa ampiezza. Si possono anche regolare la quantità di pittura prelevata dal serbatoio, la pressione dell’aria e la forma del ventaglio dello spruzzo.

Effetto nebbia

L’effetto nebbia durante la verniciatura a spruzzo è generato da particelle di vernice che, essiccando durante il percorso dall’ugello alla superficie da verniciare, si depositano sulla stessa già parzialmente solidificate e danno origine a una finitura ruvida e poco brillante. Il fenomeno, tipico delle pistole che funzionano ad aria compressa, viene contrastato dai produttori di vernici aggiungendo al solvente particolari additivi, detti “rallentanti”.

Sulle confezioni di diluente alla nitro, troviamo, infatti, la dicitura “antinebbia”. Molto pratiche sono le pistole a spruzzo integrali, fornite di un piccolo ma potente compressore da indossare a tracolla o da appoggiare nei pressi della zona di lavoro.

Pistola a spruzzo con serbatoio superiore

La pistola a spruzzo per verniciatura è dotata di un serbatoio superiore in cui si immette la vernice, che affluisce per caduta nel condotto di soffiaggio. Questo sistema, per gravità, impedisce che rimangano residui nel serbatoio. L’aria compressa giunge alla pistola tramite un tubo flessibile collegato alla base dell’impugnatura. Premendo la leva si aziona lo spruzzo. Questo è regolabile sia in intensità sia in ampiezza con ghiere di comando ed è anche regolabile la corsa della leva in modo da facilitare il lavoro. Un gancio permette di appendere la pistola senza inclinarla.

Pistola a spruzzo con serbatoio inferiore

La pistola a spruzzo con serbatoio inferiore risulta più comoda quando si devono verniciare superfici estese. Si può contare su una maggiore capacità del serbatoio. Il fatto di avere il peso, e anche il baricentro, in basso anziché in alto, rende meno faticosi per il polso i movimenti da eseguire per ottenere una copertura uniforme. Il flusso d’aria proveniente dal compressore e diretto all’ugello forma una depressione nel tubicino pescante nella vernice e la richiama verso l’alto. La pulizia avviene con lo stesso solvente usato per diluire: lo si immette nel serbatoio e si fa funzionare più volte la pistola.

Inferriate di Sicurezza per finestre | Caratteristiche, modelli e acquisto

Le inferriate di sicurezza sono da sempre un valido sistema per dissuadere i malintenzionati dal violare la proprietà

I sistemi d’allarme sono sempre più diffusi e sempre più sofisticati, ma spesso entrano in funzione quando gli intrusi hanno già violato la proprietà; senza contare che talvolta lo fanno anche a sproposito, scatenando le furie del vicinato.

Il problema è che, a meno che non si adottino sistemi complessi e costosi, gli allarmi sono utili quando ci si trova lontano da casa, ma non sempre possono essere inseriti mentre ci si trova all’interno; ecco perché bisogna impedire l’accesso ai ladri anche con sistemi anti-intrusione meccanici, specialmente ai piani bassi o in zone relativamente isolate.

Inferriate di sicurezza fisse

Le inferriate di sicurezza si dividono sostanzialmente in due tipi: fisse e apribili.

Quelle fisse hanno origini antiche, in epoca medievale avevano un compito esclusivamente protettivo e per niente artistico, ma a partire dal XIII secolo acquisirono anche la funzione di elemento architettonico decorativo. Sono le classiche “grate” che vengono murate nella luce dell’infisso, assicurano la massima efficacia, ma vincolano sia dal punto di vista estetico, sia per la possibilità di affacciarsi all’esterno, senza contare che riducono la quantità di luce che può entrare attraverso i vetri.

Per queste inferriate di sicurezza conta molto il numero degli ancoraggi alla muratura, generalmente compreso tra 8 e 12, per renderne ancor più difficoltosa l’asportazione; non va sottovalutato che, in situazioni di emergenza, precludono una possibile via di fuga. Per questo il loro impiego può avere una valenza per le finestre di locali secondari o poco frequentati.

Inferriate di sicurezza apribili

I modelli apribili si suddividono in inferriate ad ante apribili, impacchettabili o a scomparsa; idonee per l’installazione nell’edilizia moderna, sono indubbiamente più versatili, indispensabili se si tratta di proteggere un accesso perimetrale come una portafinestra.

I sistemi a battente o ad impacchettamento rimangono comunque visibili anche in posizione di apertura, mentre le inferriate a scomparsa, con controtelaio o incassate nell’infisso, si nascondono completamente alla vista facendole scorrere all’interno della muratura. Questi modelli devono disporre di serrature certificate antieffrazione, posizionate in punti strategici inaccessibili dall’esterno in modo che la possibilità di movimentazione non comprometta l’inviolabilità dell’inferriata.

I principali vantaggi

Il vantaggio rispetto alle persiane blindate è che le inferriate di sicurezza possono anche essere utilizzate come protezione diurna pur potendo beneficiare della luce e della visione dell’esterno. Per l’installazione, come per altri sistemi di protezione da terzi, non occorre alcuna autorizzazione, purché ciò avvenga nel rispetto dell’architettura dell’edificio e degli eventuali manufatti già presenti; fanno eccezione gli edifici storici, quelli vincolati come beni culturali e quelli ricadenti in zone a vincolo ambientale, per i quali è necessario presentare la DIA al proprio Comune.

Manutenzione praticamente nulla

Sono importanti anche i trattamenti cui è sottoposto il materiale per limitarne al minimo la manutenzione ed assicurarne la durata; gli acciai ad elevata resistenza hanno soppiantato il classico ferro, quanto meno trattato con zincatura per proteggerlo più a lungo.

L’importanza dell’installazione e dell’acquisto

[highlight color=”red”]Per essere sicuri al 100% è di fondamentale importanza che le inferriate di sicurezza per finestre siano installate da montatori professionisti in grado di verificare la posa e adattarla nel migliore dei modi alle svariate situazioni che si possono verificare durante le fasi di montaggio: spazi piccoli, presenza o meno di zanzariere o oscuranti, cappotti esterni, fori luce non a misura, presenza di archi o altre forme irregolari, applicazioni in box o taverne.[/highlight]

Una scelta vincente, sia per quanto riguarda la scelta dei modelli sia per la certezza di un’installazione a regola d’arte, è quella di affidarsi a professionisti consolidati del settore, come ad esempio Punto Sicurezza Casaazienda specializzata nell’installazione su misura di inferriate e prodotti d’eccellenza per la sicurezza ed il comfort della casa (www.puntosicurezzacasa.it)”

Le grate antintrusione che possiamo trovare presso Punto Sicurezza Casa rispettano i regolamenti condominiali grazie alle numerose finiture estetiche disponibili e al design moderno, improntato a garantire la massima luce negli ambienti domestici.

I modelli più diffusi in commercio

A prescindere dalla scelta del fornitore, decidere quale modello fa per noi può non essere facile, sempre meglio affidarsi anche al suggerimento di un installatore professionista.

Con barre preforate

Utilizzando i semilavorati di acciaio dolce si può comporre una grata nelle dimensioni volute senza ricorrere alla saldatura. I montanti sono costituiti da barre preforate: si tratta di tondini di diametro 25 mm nei quali vengono punzonati a caldo fori dello stesso diametro della barra a distanze prefissate, nei quali si inseriscono le barre tonde. I montanti si tagliano nella stessa altezza della luce della finestra, mentre le barre correnti devono avere una lunghezza maggiore di 100 mm per inserirsi nei fori da praticare nelle spalline. La muratura è una fase più delicata, i fori vanno marcati con l’inferriata bene in squadra e l’installazione va completata murando la struttura con cemento e mantenendola ferma con sostegni fino al completo indurimento dell’impasto.

Con bulloni a frattura

Si tratta di un sistema che offre il vantaggio di una costruzione rapida ed esteticamente valida di solide inferriate di sicurezza su misura partendo da semilavorati: il sistema però non permette la correzione di eventuali errori nel montaggio. Nei bulloni a frattura programmata il diametro del gambo si dimezza sotto la testa esagonale a causa di un restringimento conico (ad ogiva). Il metallo con cui sono costruiti è concepito per cedere quando, durante l’avvitamento, si arriva ad una pressione sufficiente a garantire la massima tenuta: basta un mezzo giro in più ed il gambo si spezza, la testa esagonale viene eliminata ed in sede rimane un moncone che non offre alcuna presa per lo svitamento. Lavorando con precisione, il risultato estetico è garantito.

Inferriate di sicurezza impacchettabili

L’impacchettamento può avvenire su un solo lato (destra o sinistra), su due lati o con raccolta al centro; il pacco può essere ribaltato lateralmente e la guida inferiore è incernierata in modo da poterla sollevare e ripiegare contro il pacco grazie ad un fermo magnetico: con questi accorgimenti viene eliminato qualsiasi ostacolo per il passaggio. Alcuni modelli sono predisposti per incorporare un sistema di allarme ed equipaggiati con zanzariera incorporata nel profilo dell’inferriata ed il sistema antieffrazione con armatura d’acciaio è brevettato e certificato.

Ad ante apribili

Questi serramenti di sicurezza per porte finestra sono apribili ad anta unica o doppia, con apertura a libro, a sormonto ed in diverse altre varianti. La struttura è di acciaio zincato e blindato, senza punti di saldatura e con anime interne di irrigidimento; è verniciata a polveri epossidiche e la serratura è di acciaio inox con tre o cinque punti di chiusura.

A scomparsa

Il controtelaio metallico viene alloggiato in appoggio alla muratura portante in corso d’opera ed accoglie un’anta esterna scorrevole a scomparsa, persiana o inferriata. Gli elementi scorrevoli si abbinano ad un infisso interno a battente ed il sistema è concepito per garantire uno sforzo di trascinamento minimo; è corredato di un falso telaio di legno per la posa dell’infisso interno.

Come costruire un mobiletto angolare

Questo mobiletto angolare fai da te, privo di spigoli o sporgenze ed abbastanza capiente, è ideale per piccoli bagni con problemi di spazio

Nella maggior parte delle abitazioni, il bagno non è molto grande, spesso si presenta lungo e stretto; lo spazio destinato ai sanitari, l’apertura di porta e finestra, l’angolo doccia e talvolta la lavatrice non lasciano molte possibilità di dotarsi di un armadietto dedicato ai medicinali o all’occorrente per l’igiene personale. Un mobiletto angolare pensile, può rappresentare un’intelligente soluzione: non occupa spazio a terra, non invade l’ambiente e la sua funzionalità aumenta se lo sportello è uno specchio incorniciato.

Per la costruzione del mobiletto angolare non serve un’attrezzatura particolare, anche se, disponendo di una circolare da banco, il taglio delle parti è sicuramente più rapido e preciso che con il seghetto.  La struttura proposta offre tre ripiani, ma il loro numero e le misure del mobile sono valutabili caso per caso; lo sportello, dato il peso dello specchio, si fissa al mobile e si articola mediante una cerniera a nastro per tutta l’altezza, mentre la chiusura avviene grazie a due coppie di calamite applicate internamente in alto ed in basso. Determinante per una buona riuscita dell’armadietto ad angolo è la corretta unione dei ripiani ai fianchi per spinatura cieca ed incollaggio, che richiede la massima precisione.

Due spine per lato per ciascun ripiano sono più che sufficienti a rendere stabile l’assemblaggio: va tenuto conto che i due fianchi formano una L, pertanto i fori per le spine sono equidistanti tra loro stessi su entrambi i lati, ma la loro posizione differisce dello spessore del legno su un lato rispetto all’altro.  Il nastro termoadesivo (melamminico), disponibile in diverse tonalità del legno o colorato, permette di rivestire lo spessore del legno che rimane in vista.

Se si è utilizzato legno spesso 20 mm come in questo caso, è meglio procurarsi il nastro largo almeno 22 mm ed applicarlo facendolo sporgere leggermente da entrambe le parti.  Si fa aderire con il ferro da stiro ben caldo e si ripassa sfregandolo con un tondino di legno premendo leggermente; la parte che eccede ai lati si asporta con carta vetrata, sfregando l’angolo con movimenti inclinati verso l’esterno.

Cosa serve per costruire un mobiletto fai da te angolare

Pochi e di facile reperibilità sono i materiali occorrenti; è molto importante curare che la spinatura sia eseguita con precisione e con l’aiuto di una guida specifica.

  • truciolare nobilitato spesso 20 mm: 2 pezzi da 230×760 mm, 2 da 760×50 mm, 2 da 320×50 mm, 4 triangoli da 230x230x320 mm
  • uno specchio di misure adeguate allo sportello
  • 1 cerniera a nastro da 760 mm;
  • 2 chiusure magnetiche
  • nastro termoadesivo;
  • viti;
  • spine;
  • colla vinilica;
  • tasselli ad espansione

Progettare un mobiletto angolare

Costruzione del mobiletto angolare

  1. per serrare i listelli che formano la cornice dopo averli incollati, se non si dispone di un serragiunti per cornici si può improvvisarne uno proteggendo gli angoli esterni con cartone ripiegato ed avvolgendo il tutto con uno spago doppio; inseriamo una spina di faggio tra gli spaghi e ruotiamo per mettere in tensione. Prima di incollare i listelli, tagliati a 45°, si praticano con la fresatrice portatile le scanalature che costituiscono la battuta dello specchio.
  2. subito dopo aver montato lo specchio, prima di collegare lo sportello al mobiletto, è meglio rimuovere la sporcizia e le tracce di colla finché questa è ancora fresca e si può effettuare la pulizia comodamente su di un piano.

Assemblaggio e finitura

  1. i fori per le spine di faggio si eseguono con l’aiuto di una maschera per spinatura, che consente di praticare i fori nei bordi dei ripiani esattamente al centro del loro spessore, grazie ad uno scontro che si appoggia sul lato perpendicolare alla zona da forare. Per eseguire fori ciechi si monta sulla punta il limitatore di profondità, utile soprattutto per non rischiare di praticare fori troppo profondi sulla faccia interna dei fianchi.
  2. si inseriscono le spine spalmate di colla vinilica e si collegano i ripiani ad un fianco, mettendo in pressione il tutto. Quando l’incollaggio dei ripiani ad uno dei fianchi è stabilizzato, si può procedere ad unire anche l’altro fianco; grazie alla precisione garantita dalla spinatrice, l’assemblaggio avviene senza difficoltà.
  3. tutti i profili a vista si rivestono con il nastro termoadesivo, per la cui applicazione si utilizza un comune ferro da stiro; è importante passarlo lentamente esercitando un minimo di pressione senza arrestare il movimento per evitare di bruciare la superficie.
  4. si avvita la cerniera a nastro ad un lato del mobiletto ed allo sportello, che va appoggiato su di un piano; si inseriscono prima le viti alle estremità, poi via via quelle più interne.

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