Sostituire la cinghia della tapparella, guida passo-passo
Sostituire la cinghia della tapparella non è poi cosi difficile. La sostituzione delle cinghie delle tapparelle è un intervento di manutenzione fondamentale per garantire il corretto funzionamento e la sicurezza delle tue finestre. Questo processo, solitamente semplice e veloce, può variare leggermente a seconda del tipo di tapparella e di sistema di avvolgimento installato. Prima di iniziare, è cruciale scegliere una cinghia di qualità adeguata alla dimensione e al peso della tapparella. Durante la sostituzione, è essenziale seguire i passaggi corretti per rimuovere la vecchia cinghia e installarne una nuova, assicurandosi che sia ben tesa e allineata per evitare future usure o danneggiamenti. Un’accurata manutenzione e la tempestiva sostituzione delle cinghie possono significativamente prolungare la vita delle tue tapparelle, migliorando la funzionalità e l’efficienza del tuo sistema di oscuramento.
Può capitare che il cintino della tapparella si strappi, ma prima che accada abbiamo il tempo di notare che si sta consumando nelle zone di maggior attrito, per cui conviene procedere alla sostituzione prima che avvenga lo strappo. Per farlo dobbiamo accedere al cassonetto posto sopra la finestra, ove è situato il rullo che avvolge la tapparella. Questa va alzata e riavvolta utilizzando lo spezzone di cintino che è rimasto e bloccata, con un tacco di legno, ai rullini di scorrimento fissati al cassonetto. Asportiamo il vecchio cintino e al suo posto inseriamo quello nuovo collegandolo, in alto, alla puleggia e, in basso, all’avvolgitore facendolo passare attraverso i rullini presenti sul cassettone, in alto, e sulla mascherina dell’avvolgitore, in basso. Fissato all’avvolgitore “carichiamolo” per comprimere la molla interna; poi inseriamo il sistema in sede.
Per la sostituzione della cinghia della tapparella è utile sapere che…
In questo lavoro conviene farsi aiutare, per non rischiare incidenti, specialmente se la finestra non dà su un balcone, ma direttamente sul vuoto. Il cintino può essere sostituito anche con la tapparella abbassata, ma in questo caso dobbiamo prima avvolgerlo sul meccanismo di richiamo e poi collegarlo alla puleggia. Il lavoro risulta più complesso, ma offre maggiore sicurezza in quanto può non essere agevole mantenere la tapparella alzata durante l’operazione.
Schema generico del sistema di sollevamento della tapparella
Sostituzione cinghie tapparelle: come procedere
Tempo richiesto: 2 ore
Liberare il cintino dell’avvolgitore
Bloccata la tapparella, allentiamo il cintino inserito in una scanalatura e trattenuto da un nodo. Tagliamo il nodo e liberiamo il cintino dall’avvolgitore.
Bloccare il nuovo cintino
Inseriamo il nuovo cintino nella fessura laterale della puleggia e blocchiamolo con un nodo. Poi avvolgiamolo di un paio di giri tirando con una certa forza.
Far passare il cintino nei rulli di scorrimento
Dopo aver calato la tapparella facciamo passare il cintino nei rullini di scorrimento fissati al cassonetto. Lo tagliamo lasciando circa 30-50 cm di abbondanza.
Fissare il cintino al rullo
Dopo aver ruotato più volte il rullo dell’avvolgitore, comprimendo la molla interna, facciamo passare il cintino nei rullini e lo fissiamo al rullo con una vite.
Inserire il corpo dell’avvolgitore nella sua sede
Liberando la molla di richiamo il cintino si avvolge sul rullo: attenzione a non lasciarlo andare di colpo. Inseriamo il corpo dell’avvolgitore nella sua sede.
Applicare e serrare la viti di bloccaggio
Applichiamo e serriamo le viti di bloccaggio che mantengono in posizione la mascherina e il meccanismo dell’avvolgitore nella sede.
Sostituzione cinghia tapparelle: la variabile cassonetto
I cassonetti posti sopra la finestra, che contengono il rullo e la puleggia di avvolgimento, possono essere di tipo molto diverso in funzione dell’età della casa e della tipologia dei serramenti. La differenza si evidenzia, soprattutto, nel sistema di apertura del cassonetto per poter accedere al suo interno.Nel caso più favorevole si tratta di ruotare verso l’alto (e bloccarlo) un pannello incernierato. Spesso, invece, il pannello è incastrato in scanalature sul telaio. In tal caso va spinto verso l’alto per liberare la scanalatura inferiore e poi, ruotando il suo bordo inferiore leggermente verso l’esterno, estratto dalla scanalatura superiore. Nel caso di finestre molto larghe, come quelle a tre ante, è necessaria la collaborazione di un aiutante perché il pannello di chiusura è lungo e pesante e non è facile movimentarlo da soli.
Realizzare una poltrona con bancali non è complicato, basta munirsi di alcuni pallet di recupero in buono stato
Non si sbaglia a definire spartana questa poltrona pallet fai da te. Un vero lavoro di bricolage sia per il materiale con cui è stata costruita (pallet in buono stato, ma conservati al naturale con tanto di sigle e scritte) sia per le dimensioni (la larghezza della seduta non supera il metro e quindi due persone ci stanno “vicine, vicine”) sia per la comodità interamente demandata a due cuscini. Ma l’aspetto finale della poltrona con bancali è molto piacevole e nell’angolo del giardino, tra la fontanella in ghisa, l’acquaio in pietra scolpita, il cespuglio di rosmarino e la lampada orientaleggiante ci sta proprio bene!
Cosa occorre per costruire la poltrona pallet fai da te
Il materiale occorrente comprende 3 europallet per costruire la base, la seduta e i due poggiabraccia: questi sono di misure standard (800x1200x150 mm). Servono anche 14 assi di recupero da altri pallet (misure varie, spessore 20 mm), 8 travetti da 185×50 spessi 75 mm), 2 rotelle piroettanti e altre 2 rotelle piroettanti con freno, con diametro 70 mm, 8 viti autofilettanti a croce a testa piatta M4x40 mm per il fissaggio delle rotelle, 8 rondelle, 6 viti autofilettanti a croce a testa piatta M4x30 mm per il fissaggio dei bancali, 7 viti autofilettanti a croce a testa piatta M 4×40 mm per il fissaggio dei braccioli, chiodi per legno, impregnante protettivo da esterni color noce.
La costruzione della poltrona pallet fai da te è abbastanza facile richiedendo solo tagli con troncatrice e seghetto, giunzioni con viti e chiodi (solo i braccioli sono spinati alla tavola che da dietro abbraccia lo schienale), finiture leggere con dischi abrasivi montati sulla levigatrice rotorbitale e due mani di impregnante a distanza di 48 ore l’una dall’altra. L’unico punto che richiede una maggiore attenzione è l’unione dello schienale con la struttura della poltrona fai da te e con i braccioli: essendo leggermente inclinato all’indietro bisogna scavarne la sede sul bancale di seduta e rinforzarlo adeguatamente con travetti e tavole che formano una linea continua con i braccioli stessi. La linea rotonda dello schienale e dei due braccioli e l’unico vezzo nella costruzione della poltrona con bancali, fatta per stare all’esterno, all’insegna della solidità e della durata nel tempo.
Rilievi delle dimensioni della poltrona con bancali e taglio dei vari pezzi
Tempo richiesto: 1 giorno
Tagliare le prime tre tavole
La parte anteriore del pallet viene rimossa tagliando tre tavole e lasciando solo le ultime due; anche il travetto centrale viene accorciato conservando solo la parte che sostiene le ultime due tavole.
Fissare le ruote
Agli angoli del pallet di base si effettuano due prefori diametro 3 mm a 40 mm di distanza dal bordo esterno per fissare le ruote piroettanti con viti; due di queste sono dotate di freno e vanno posizionate sul lato anteriore.
Avvitare i pallet tra loro
Sul pallet di base si avvita il pallet di seduta e quello precedentemente tagliato usando viti M4x30 mm.
Intagliare la sede per lo schienale
Nell’angolo posteriore del bracciolo si intaglia con scalpello e martello la sede per lo schienale.
Asportare parte dell’asse centrale
Con il seghetto alternativo si asporta una striscia dell’asse centrale pari a metà della sua larghezza. Le parti molto deteriorate delle assi devono essere stuccate.
Procurarsi le tavole per lo schienale
Per la realizzazione dello schienale servono le assi tagliate da un pallet e quelle ricavate dallo smontaggio di un altro. Per colmare una larghezza di circa un metro, che corrisponde alla doppia seduta, occorrono circa dieci tavole che vengono fissate con chiodi a un listello posteriore posizionato a circa 230 mm dall’alto. Si mette lo schienale provvisoriamente in posizione per verificare le dimensioni, l’inclinazione e l’appoggio al pallet sottostante.
Tagliare la sagoma dello schienale
Si traccia con un compasso di fortuna la sagoma curva dello schienale e si taglia con seghetto alternativo.
Fissare lo schienale
Lo schienale viene fissato in posizione con travetti e una tavola che sarà il proseguimento dei braccioli.
Portare a misura i braccioli
Con la troncatrice si portano a misura i due braccioli e si intaglia la sede a L contro lo schienale: forata nello spessore, deve essere spinata alla tavola posteriore.
Sagomare il bracciolo
Il bracciolo della poltrona pallet fai da te viene sagomato frontalmente per richiamare la curva dello schienale.
Chiudere gli spazi vuoti tra le tavole della seduta
Gli spazi vuoti tra le tavole della seduta vanno chiusi con strisce di legno a misura.
Rifinire la poltrona pallet fai da te
Con la levigatrice rotorbitale si ripassa tutta la struttura e in particolare i bordi che vanno addolciti; dopo avere rimosso polvere e residui di lavorazione non resta che stendere due mani di impregnante color noce.
Il “mondo” della fresatura del legno è vasto e articolato… ma estremamente affascinante!
Per fresare il legno con precisione occorre pratica ed esperienza, ma le moderne macchine dotate di frese per legno permettono di realizzare lavorazioni “pulite” anche se non si ha quella confidenza che solo il tempo può dare.
Con la fresatrice portatile si possono eseguire infinite lavorazioni fai da te con un elevato livello di precisione: modanature, incastri di ogni tipo, scassi per le cerniere dei mobili, riproduzione di sagomature in serie.
La fresatrice manuale lavora per asportazione del materiale, grazie ad un motore in grado di compiere fino a 30.000 giri al minuto, quasi sempre regolabili. L’attacco per le frese è calettato sull’asse del motore e può essere a pinza fissa (se ospita frese da legno cilindriche di un solo diametro), intercambiabile oppure con cava o asse filettati.
Prima di iniziare a fresare il legno con la fresa manuale va sottolineato che spesso ci vuole più tempo a regolare correttamente la fresa verticale che ad eseguire la fresatura: il pezzo va fissato in modo stabile, vanno regolate le guide e l’altezza della fresa. Anche se le case danno risalto alla corsa della macchina, la massima profondità possibile è determinata dalla lunghezza dei taglienti più la parte di gambo che rimane tra questi e la pinza.
La suola scivola sul pezzo in lavorazione senza danneggiarlo (in molti casi è rivestita di materiale sintetico) a patto che sia mantenuta pulita, specie dopo aver lavorato legni resinosi, e che non incontri asperità, causa di risultati irregolari o impuntamenti. La base delle frese legno può avere forme diverse, ma è sempre provvista di una o più colonne su cui scorre l’unità motrice, vincolata da finecorsa superiori e sollevata da molle di richiamo.
Importante la forma e la posizione dell’interruttore: deve in qualsiasi caso consentire un intervento immediato.
Come è fatta una fresatrice verticale per legno
regolazione guida
attacco aspirazione
regolazione altezza
impugnatura ergonomica
blocco/sblocco pinza
regolazione elettronica giri
interruttore di sicurezza
leva bloccaggio corsa
torretta regolazione 3 altezze
ventilazione del motore
piano in alluminio e bachelite
guida parallela
regolazione corsa verticale
Un’asta graduata della fresa per legno che appoggia sulle viti sporgenti da un dispositivo a “revolver” consente la regolazione della profondità di lavoro in modo uniforme.
Premendo il pomello di bloccaggio della fresa, in foto al centro, questo si impegna in un incastro che permette il serraggio o la rimozione dell’utensile.
La boccola di riproduzione si incastra a scatto nella suola. Il codolo cilindrico sporgente in basso, appoggiando a profili sagomati, permette di seguirne il contorno.
Il collare dell’unità motrice della fresa legno entra a misura nella sede del cestello e viene bloccato da un pomolo. L’interruttore deve trovarsi sul lato del “revolver” di fine corsa.
Le due punte di cui dispone la squadra curva delle fresatrici per legno aiutano a seguire forme arrotondate, ma non complesse, nel qual caso ci si avvale di frese con perno o cuscinetto di guida.
La guida parallela scorre alcuni millimetri sotto la suola; in aggiunta alla regolazione tramite i pomelli, esistono dispositivi per regolazioni fini incorporati nella guida.
L’attacco per l’aspirazione dei trucioli permette di avere la zona di lavoro sempre sgombra dalla molta segatura che si produce durante le lavorazioni.
Il regolatore elettronico del numero di giri mantiene costante la velocità di rotazione, altrimenti soggetta ad un drastico calo nell’uso rispetto al numero di giri a vuoto.
Le fresature profonde si eseguono in più passate successive; le tre regolazioni della torretta consentono di ottimizzare i passaggi, dallo sbozzo alla finitura.
Come lavorano le frese per legno?
Le frese cilindriche possono essere usate anche per forare, quindi per praticare mortase, in diametri che per quelle con gambo ø 6 mm vanno da 3 a 20 mm.
La fresa da legno non è altro che un moderno scalpello rotativo i cui taglienti, di forme diverse, sono realizzati con acciaio superrapido (HSS) o con metallo duro (HM); possono avere guide a perno o a cuscinetto ed essere semplici o componibili.
Quelle in acciaio rapido sono più economiche, ma sono utilizzabili con legni dolci in quanto perdono l’affilatura più facilmente; le frese in HSS possono lavorare anche legni mediamente duri. Per quelli molto duri e materiali in lega leggera o per le plastiche dure occorrono frese in metallo duro.
Tipi di frese differenti
Le frese con guida seguono fedelmente qualsiasi contorno: se del tipo a perno richiedono passate leggere e veloci per evitare il surriscaldamento, mentre quelle a cuscinetto, più funzionali, possono eseguire profili diversi sostituendo il cuscinetto. Le forme sono molte: cilindriche, troncoconiche, coniche, ad arco di cerchio, ecc.
Ci sono poi frese a taglienti intercambiabili, costituite da un alberino a cui vanno avvitate le placchette, sostituibili quando hanno perso il filo.
Fresa componibile
Formata da due parti, una a profilo biconvesso ed una a disco piatto, è molto utile per ottenere incastri di antine. Il disco piatto aggiunge al profilo una scanalatura che, utilizzando le frese in posizioni contrapposte sui due listelli, genera una linguetta di accoppiamento tra i due scavi.
Le modanature, speculari, si innestano con esattezza.
Si fresa il montante componendo l’utensile come in figura, interponendo un cuscinetto tra le parti. Invertendo le posizioni e distanziando gli utensili come prima, si fresa il traverso di testa girandolo sottosopra.
Punte fresatrice legno
Il ricorso alla fresatura legno può avere finalità estetiche, come nella modanatura di profili lavorati o fregi, o strutturali, per realizzare incastri o scassi per l’inserimento di ferramenta. Una bella modanatura deve essere uniforme per tutta la sua lunghezza, per questo occorre che la fresa lavori con uguale profondità, a distanza costante e con esatta angolazione rispetto alla superficie durante l’intero tragitto. Questo avviene in funzione di un corretto uso delle guide e delle regolazioni della macchina.
Un esempio di modanatura estetica, ma non decorativa, è rappresentato dalla rettifica dei bordi, necessaria ad esempio quando il taglio non è regolare, come capita usando l’alternativo; si fresa prima metà spessore, quindi si capovolge il pezzo e si rettifica dall’altro lato.
La modanatura a fodrina consiste invece nel lavorare i bordi di un pannello creando una superficie inclinata, riducendo lo spessore in prossimità del perimetro; è molto usata per le antine dei mobili.
Decorazioni ed incastri con minifresatrice
Le decorazioni possibili acquisendo un po’ di pratica sono praticamente infinite: si va da semplici (si fa per dire) forme geometriche ripetute, lineari o circolari con la guida a compasso, a disegni fantasiosi, fino alla realizzazione di autentici capolavori in bassorilievo. Si rivela indispensabile avere un disegno da seguire e verificare che la macchina possa seguire tutto il tracciato con un appoggio sicuro.
Per i disegni più complessi occorrono maschere e copiatore interno. Ma è nella realizzazione di incastri e battute che si apprezza al meglio la precisione e la rapidità di esecuzione di queste macchine. Ovviamente, sedi per pannelli o per ferramenta, mortase o guide di scorrimento, per parlare delle scanalature, necessitano l’uso di guide esatte e robuste, fissate bene.
Nei lavori in serie, come ad esempio le asole parallele ed equidistanti per i listelli delle persiane, si utilizza una maschera con almeno due finestre, procedendo con un fermo in una sede e la fresa nell’altra.
Modanare
Le frese per modanare hanno forme diverse e vanno utilizzate con le guide della macchina per seguire con precisione i profili.
Si possono eseguire disegni geometrici o con ornamenti, con frese a mano libera o con guide: con la fresa diritta occorre attenzione in quanto i taglienti lavorano sui due bordi del solco.
Fare incastri
Con la coda di rondine non si procede con passate via via più profonde, ma si creano scanalature con sottosquadro. La corsa dei taglienti è obbligata dal gambo, ben guidato.
Rifilare
Ci sono frese adatte per eliminare le eventuali abbondanze quando si rivestono superfici adiacenti, siano essi piani che sporgono sui bordi o viceversa, come i coprifili.
Fresare il legno per ricavare battiscopa
Non è necessario cimentarsi in lavori impegnativi per apprezzare le possibilità che offre il lavoro di fresatura: anche la realizzazione di un battiscopa con modanature un po’ diverse da quelli commerciali è già di per sé motivo di soddisfazione. Si può partire da tavole grezze o di recupero, piallate e portate tutte ad uguali spessori ed altezze, e giocare con le possibilità offerte da un corredo di frese basilare; con tavole di discreto spessore si possono anche realizzare scanalature interne per i cavi elettrici.
Per ottenere le modanature visibili in sezione occorrono: una fresa concava senza guida per la gola passacavo posteriore e quella frontale superiore; una fresa conica con guida per rompere l’angolo in basso, verso l’interno; due frese a raggio convesso con guida per le modanature superiore ed inferiore. Affondando meno con la fresa concava, rispetto al passacavi, si ottiene la leggera modanatura frontale.
L’altezza delle tavole va uniformata, ottenendo liste da 100-105 mm: una misura inferiore, più simile ai battiscopa in commercio, non permette di eseguire modanature apprezzabili visivamente.
Segue la piallatura sui 4 lati per ottenere superfici perfette, requisito fondamentale per il successivo lavoro di fresatura.
Le modanature si eseguono sulle tavole a tutta lunghezza facendo una prova su uno spezzone di pari spessore. Una volta regolata la macchina, si esegue lo stesso profilo su tutte le tavole prima di passare ad un’altro tipo di profilo. Le liste vanno poi tagliate nelle lunghezze occorrenti: diritte per giunzioni rettilinee, ad angolo interno per gli spigoli ed esterno per gli angoli.
Il legno grezzo va protetto con un paio di mani di impregnante, trasparente o colorato, seguite da una finitura cerata o a flatting.
Oltre alla preziosità delle modanature, si noti come la fresatura conica alla base ammorbidisce l’angolo tra parquet e zoccolo.
Fresare il legno con la toupie
Il sistema di attacco, la dimensione delle frese e la velocità di rotazione sono le principali caratteristiche che differenziano la toupie per legno, reperibile come singola o come funzione di una combinata, rispetto ad una fresatrice portatile. Il numero dei giri può essere adeguato al diametro della fresa in uso, che in alcuni casi può arrivare a 140 mm, ed il senso di rotazione può essere orario o antiorario.
Prepararsi a fresare il legno con toupie
Le corrette operazioni preliminari non solo assicurano risultati eccellenti, ma garantiscono sicurezza all’operatore. Bisogna posizionare la protezione il più possibile vicino all’utensile rotante e fare in modo che il pezzo sia guidato per tutta la sua corsa da pressori, laterali e superiori. La posizione della fresa sull’albero deve essere la più bassa possibile ed il suo bloccaggio avviene tramite boccole distanziali ed un bullone di pressione, da serrare in modo saldo ma non rigido per consentire lo slittamento in caso di intoppi.
Montata la fresa, o la testina portacoltelli, si fissa sul piano la cuffia di protezione, regolando la profondità di fresatura; quindi si stringono le guance, verificando che non vadano a contatto con i taglienti, facendo ruotare l’albero a mano libera. Preferibile l’uso della testina portacoltelli rispetto alle frese integrali; anche se quest’ultime hanno una maggiore durata e permettono migliori risultati, una coppia di coltelli costa circa un decimo ed i numerosi profili disponibili permettono qualsiasi lavorazione.
Cavatrice per incastri a tenone
Chiamata anche mortasatrice, serve per aprire rapidamente e con precisione le sedi per i tenoni. In un mandrino calettato all’estremità del cilindro pialla si fissano speciali punte per cava a due taglienti rettilinei o leggermente elicoidali. La realizzazione di una cava prevede il movimento sincronizzato di due leve che si impara facilmente a regolare con precisione.
nel calzare la testina sull’albero occorre attenzione per evitare di tagliarsi o rovinare l’affilatura dei coltelli. Sopra di essa vanno inseriti tanti anelli quanti ne bastano a poterla bloccare con gli anelli finali, quelli con bordi smussati o fresati; essendo di altezze diverse, permettono combinazioni ottimali.
per rimuovere o serrare gli anelli è necessario bloccare l’albero: ogni macchina ha un suo sistema. La pulizia è fondamentale, in quanto l’accoppiamento tra il cilindro in acciaio e gli anelli (e la testina) è particolarmente preciso: tracce di sporco sulle pareti interne della cava della testina possono renderne difficoltoso l’inserimento, da farsi assolutamente senza forzature.
Ampissima e fantasiosa gamma di profili per fresare il legno
Anche disponendo di un solo set di coltelli si può eseguire la maggior parte dei lavori, pur rinunciando ad incisioni molto profonde per la limitata sporgenza del tagliente, riaffilabile con la pietra abrasiva a corredo. Dopo il montaggio, i taglienti vanno portati a contatto con la testa del listello in lavorazione per verificare l’entità della passata ed il corretto posizionamento in altezza; meglio effettuare una prova su uno scarto di uguale spessore prima di procedere con la fresatura definitiva.
Fresa trapano
Non tutti dispongono di una fresatrice portatile o mini fresatrice, ma non per questo si deve rinunciare a fresare: esistono dispositivi che permettono di utilizzare il trapano per molti lavori di questo tipo. Si tratta pur sempre di un compromesso, ma in molti casi la fresa per trapano funziona, tant’è che vengono prodotte frese speciali (a raspa, a taglienti ed a disco) per essere utilizzate con il trapano, che comunque ha una velocità di rotazione intorno ai 3000 giri al minuto contro i 20-25000 di una fresatrice
Ne consegue che il lavoro deve essere adattato a queste caratteristiche, in particolare avanzando lentamente ed aumentando il numero delle passate. Le frese per trapano hanno un diametro maggiore di quelle per fresatrice e più taglienti, in modo da sfruttare al meglio la minor velocità di rotazione. Va evitato l’uso a mano libera, il trapano in questi casi va montato su colonna o su dispositivi specifici, lavorando come con una sorta di toupie.
Con un po’ di pazienza e rifinendo il lavoro con una leggera carteggiatura si ottengono ottimi risultati.
Questo aggiuntivo per trapano si comporta come il cestello della fresatrice e può essere completato con guida parallela o a compasso. Qualche problema di manovrabilità è comprensibile.
Fissando il trapano per il collare alla parte inferiore di un pianetto ancorato al banco si possono fresare profili; scorrendo su una slitta, si regola facilmente la sporgenza della fresa.
Fresatrice portatile a mini Toupie
Per migliorare le prestazioni della fresatrice portatile ci si può attrezzare con uno speciale supporto da banco che permette di fresare come se si disponesse di una toupie in miniatura. I banchetti per fresatrice sono corredati solitamente di guide rettilinee ed angolari e di piani estensibili, oltre alla possibilità di collegare la macchina ad un interruttore elettrico di sicurezza posto in posizione comoda per l’operatore. Con una spesa contenuta, si ha soprattutto la possibilità di lavorare più liberamente ed in posizione più comoda: è sicuramente meno impegnativo guidare il pezzo verso l’utensile che non manovrare la macchina con l’ingombro di cavo elettrico e tubo di aspirazione dei trucioli. Il montaggio e lo smontaggio della macchina si effettuano rapidamente. All’uso si può anche costruire un banco fresa fai da te
la cupola trasparente oltre ad avere funzione protettiva ottimizza l’aspirazione dei trucioli per avere sempre il controllo visivo durante le lavorazioni.
diversi, a seconda delle case, i sistemi di fissaggio della fresatrice: qui si nota un sistema pratico e sicuro con tenditore rapido.
Principali aziende produttrici di fresatrici per legno
Terminologia nell’ambito della fresatura del legno
Fresatrice, elettroutensile portatile utilizzato per produrre scanalature, profili, decorazioni ed incastri asportando legno.
Fresa, utensile a taglienti singoli o multipli di diversa sagomatura.
Codolo, prolungamento cilindrico che consente il collegamento della fresa all’albero della fresatrice.
Toupie, macchina stazionaria a se stante o inclusa in una combinata: è il pezzo ad essere guidato verso i taglienti della fresa.
Tamburo portacoltelli, boccola cilindrica con cava centrale da inserire sull’albero della toupie, provvista di taglienti intercambiabili.
Pressori, nella toupie, supporti regolabili per mantenere il pezzo in lavorazione premuto e guidato parallelamente all’azione dei taglienti e asportare il materiale in modo uniforme.
Scanalare, realizzare un solco continuo, utile per creare incastri o scorrimento di parti con corrispondente profilo sagomato in positivo.
Rifilare, eliminare dai profili le diseguaglianze prodotte dal taglio restituendo loro la perpendicolarità al piano.
Modanare, realizzare finiture ornamentali lungo i profili o su superfici piane utilizzando una o più frese in passate successive.
Regolazione di profondità, permette di impostare l’altezza di lavoro della fresa per ottenere profili concavi o convessi più o meno accentuati.
Guida parallela, dispositivo laterale a battuta per l’esecuzione di fresature ad una determinata distanza dal bordo di un pannello.
Copiatore esterno, dispositivo che permette di seguire fedelmente i bordi non rettilinei.
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Sono finiti i tempi in cui bastava avere un tetto sulla testa che riparasse dagli agenti atmosferici: oggi un tetto, parte integrante dell’involucro di un edificio, deve avere determinate caratteristiche perché da esso derivano grandi possibilità di risparmio energetico, indispensabili per un graduale adeguamento volto a ridurre l’inquinamento. Adeguamento vivamente consigliato anche dall’Europa, con l’approvazione, nei giorni scorsi, della molto discussa direttiva Casa green: l’obiettivo è ridurre entro il 2030 le emissioni di gas serra attraverso un minor utilizzo dei combustibili fossili nel comparto residenziale che, insieme all’industria, è in testa alla classifica delle cause inquinanti, quindi pervenire alla neutralità climatica entro il 2050. Progetto piuttosto ambizioso soprattutto se si ragiona in termini di inquinamento globale ma, a mio avviso, corretto per sensibilizzare ciascuno di noi anche in questa direzione, creando cultura e consapevolezza del problema. L’abbattimento delle emissioni è legato a tre variabili fondamentali: l’efficienza energetica, l’elettrificazione dei consumi, la sostituzione dei combustibili fossili con energie alternative. Quindi si parte dalla riqualificazione energetica, ovvero avere immobili che non disperdano calore in inverno e non lo facciano entrare in estate, e gran parte di questi problemi viene spesso dal tetto. L’isolamento termico di quest’ultimo, quindi, consente di guadagnare tra il 20% e il 40% in termini di efficienza energetica. Ben lo sapevano anche in passato quando il sottotetto non era certo abitato, era una soffitta dedicata al massimo a magazzino e che faceva da camera d’aria isolante per tutto l’edificio.
In realtà l’isolamento del tetto non è un’operazione particolarmente complessa se non bisogna intervenire sulla struttura e un fardasé può senz’altro dare il suo contributo in questo lavoro affiancando gli esperti del mestiere. Il tutto scegliendo a monte se realizzare un tetto ventilato, sapendo quali siano gli strati di materiale da utilizzare: l’impermeabilizzante e l’isolante di origine minerale o animale o sintetica o composita. Per poi valutare la scelta dei diversi sistemi che siano dall’interno o dall’esterno, in pannelli sandwich già pronti che si montano con incastri, in pannelli semplici o a rotolo o in granuli. Nel dossier di questo numero troverete tutte le dritte per sapere in linea teorica, ma anche pratica, come è meglio intervenire per affrontare questo indispensabile lavoro di riqualificazione che darà enormi, tangibili vantaggi, sia che viviate in una casa singola sia in appartamento, in particolare quello all’ultimo piano di un condominio.
Caratteristiche salienti e utili indicazioni per la progettazione di un impianto elettrico fai da te
Progettare un impianto elettrico civile, ovviamente, non è operazione alla portata di tutti: occorrono competenze elettriche, normative e una certa manualità. Occorre subito sottolineare che gli impianti elettrici sono molto pericolosi e per metterci le mani serve la competenza di un professionista.
Questo articolo vuole essere solo esplicativo e non invita, anzi sconsiglia, di approcciarsi a realizzare un impianto elettrico senza avvalersi di un professionista abilitato. In sostanza evitate di fare l’elettricista fai da te.
Cerchiamo di capire, però, quali sono le basi fondamentali per progettare un impianto elettrico domestico in funzione dell’abitazione in cui viviamo o rifare impianto elettrico. La pianta del nostro appartamento determina la distribuzione delle linee elettriche, dei collegamenti elettrici e anche la posizione più opportuna del quadro elettrico da cui queste si dipartono.
In un appartamento a pianta centrale la posizione più adatta del quadro elettrico casa è in un locale di disimpegno al centro, con linee che si distribuiscono a raggiera; abbiamo così tante dorsali con cavi di sezione maggiore. In ogni stanza c’è una cassetta di derivazione e da questa si dipartono le linee di sezione minore che arrivano alle prese o ai punti luce. Se l’appartamento ha uno sviluppo longitudinale, la linea dorsale principale corre lungo il corridoio; il quadro può essere situato all’inizio o al centro di questo.
La realizzazione di un corretto impianto elettrico, manco a dirlo, parte da una progettazione perfetta dell’impianto di messa a terra.
Come fare impianto elettrico – Schema impianto elettrico casa
schema impianto elettrico civile abitazione per il circuito di alimentazione dell’impianto di illuminazione.
schema generico del circuito di collegamento elettrico di alimentazione delle prese di un’abitazione.
Il disegno evidenzia lo sviluppo di un impianto elettrico all’interno di un’abitazione: la linea principale corre a pavimento e si divide in rami secondari che arrivano alle scatole di derivazione, in cui si frazionano ulteriormente per collegarsi a punti luce, prese e interruttori.
Le linee elettriche devono essere separate da quelle per TV e telefono. Per decidere la posizione di comandi e prese bisognerebbe avere già un’idea della disposizione dei mobili: è meglio mettere da subito qualche presa in più. La cucina è il locale che presenta la maggior concentrazione di utilizzi: le prese per il piano di lavoro devono essere ad almeno 60 cm da lavello e piano cottura, bisogna alimentare cappa e luci sottopensili e tutti gli elettrodomestici fissi (forno, frigorifero, lavastoviglie).
Per questi ultimi, essendo le prese occultate dai mobili, è bene prevedere un interruttore che li escluda in caso di guasto. In bagno comandi, prese e scatole di derivazione devono trovarsi a opportuna distanza dai punti acqua per evitare il rischio di schizzi.
Piano generale: lo sviluppo dell’impianto elettrico appartamento va stilato con precisione.
Per il progetto impianto elettrico utilizziamo la specifica simbologia che individua la posizione di prese, comandi, punti luce, e altri elementi.
Schema elettrico dell’appartamento tipo preso in considerazione nell’esempio illustrato.
Sezione cavi elettrici
L’energia elettrica, con correnti abbastanza elevate, fa funzionare gli elettrodomestici più potenti, come ferro da stiro, lavatrice, aspirapolvere ecc. Il circuito di alimentazione è costituito da cavi di almeno 2,5 mm2. Le prese devono essere da 16 A. Se la presa alimenta piccoli elettrodomestici, punti luce e altri apparecchi con assorbimento relativamente basso, può essere da 10 A e alimentata con cavi della sezione di 1,5 mm2. Per approfondire il discorso circa la giusta sezione dei cavi elettrici consigliamo la lettura dell’articolo relativo al corretto dimensionamento cavi elettrici
Impianto elettrico: dalla rete ai punti di utilizzo
Contatore
Qui arrivano la fase e il neutro provenienti dalla rete e parte la linea principale, diretta al quadro elettrico e di sezione adeguata al contratto di utilizzo.Il contatore è di proprietà dell’ente erogatore.
Quadro elettrico
Oltre a fase e neutro, qui arriva anche la terra collegata alla puntazza. Subito all’ingresso ci sono l’interruttore generale e il salvavita, poi i comandi principali (interruttori differenziali) delle singole utenze.
Cavi elettrici
I principali si diramano all’interno del quadro e, a valle di ciascun interruttore, partono le linee costituite da neutro, fase più il cavo di terra collegato al dispersore: la sezione dei cavi si riduce. Non esiste invece una differenziazione circa il colore delle loro guaine, ma soltanto un criterio convenzionale cui si fa riferimento per una più facile individuazione delle linee: – Nero per impianto luci e prese; – Azzurro per citofono; – Marrone per sistemi sicurezza; – Verde per la linea telefonica; – Bianco per TV, decoder, antenna; – Viola per la rete LAN
Corrugato
I gruppi di conduttori corrono in guaine corrugate annegate nella muratura, entro le quali vengono “tirati” con l’aiuto della sonda, per raggiungere le scatole di derivazione nell’impianto sottotraccia. I tubi corrugati devono avere una sezione adeguata ai fasci di conduttori che devono passarvi.
Scatole di derivazione
Al loro interno la linea principale si dirama nelle linee secondarie che vanno a interruttori, punti luce e prese di ogni stanza. La sezione dei cavi si riduce ancora. Le scatole hanno sui quattro lati vari punti pretagliati: vanno fatti “saltare” solo quelli corrispondenti a ingresso e uscita delle guaine.
Scatole portafrutti
Qui termina la corsa delle guaine e dei conduttori che vengono poi collegati ai morsetti di interruttori e prese, direttamente o tramite cavallotti.
Impianto elettrico per la scala
Per la progettazione impianti elettrici nei locali in cui vi è la presenza di una scala è necessario predisporre un impianto di deviazione per comandare un punto luce da due punti anche distanti tra loro, collocati per esempio alla base e alla sommità della scala. Per rimanere aggiornati in tema di normative elettriche e sapere di più su come fare un impianto elettrico a norma visita il sito del Comitato Elettrotecnico Italiano (CEI)
Video impianti elettrici fai da te
Importanti considerazioni sull’impianto elettrico
Ci sono alcune altre considerazioni che potrebbero essere utili per coloro che desiderano saperne di più sugli impianti elettrici:
Sicurezza: Assicurarsi di avere dispositivi di protezione come interruttori differenziali (ID), interruttori magnetotermici (MT) e dispositivi di protezione contro le sovratensioni (SPD) installati nel quadro elettrico casa per proteggere gli utenti e l’impianto elettrico stesso da eventuali guasti o cortocircuiti.
Efficienza energetica: Valutare l’installazione di sistemi di illuminazione a basso consumo energetico, come lampadine LED, e considerare l’uso di dispositivi di controllo dell’illuminazione, come dimmer e sensori di movimento, per ridurre ulteriormente il consumo energetico.
Prese USB: Prevedere l’installazione di prese elettriche con porte USB integrate per ricaricare comodamente dispositivi elettronici come smartphone e tablet.
Domotica: Esaminare l’integrazione di un sistema di automazione domestica per gestire e controllare vari dispositivi e funzioni all’interno dell’abitazione, come l’illuminazione, il riscaldamento, la sicurezza e gli elettrodomestici.
Manutenzione e ispezioni periodiche: Ricordarsi di effettuare regolari ispezioni e manutenzione dell’impianto elettrico per assicurarsi che sia sicuro e funzionante. Le normative locali potrebbero richiedere ispezioni periodiche da parte di un elettricista qualificato.
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È fondamentale essere consapevoli degli aggiornamenti sulla normativa relativa agli impianti elettrici. Le norme variano da paese a paese e possono cambiare nel tempo. In Italia, la normativa attuale è dettata dal Comitato Elettrotecnico Italiano (CEI) e comprende standard come la CEI 64-8 per gli impianti elettrici a bassa tensione nelle abitazioni. Per essere sicuri che il tuo impianto sia conforme alle norme attuali, è consigliato consultare sempre un professionista o fare riferimento alle linee guida ufficiali.
Veicoli Elettrici e Punti di Ricarica
Con l’aumento della popolarità dei veicoli elettrici, potrebbe essere utile considerare l‘installazione di un punto di ricarica domestico per auto elettriche durante la progettazione dell’impianto elettrico. Questi punti di ricarica richiedono specifiche considerazioni riguardo la capacità di carico dell’impianto, le linee dedicate e le protezioni specifiche.
Rinnovabili e Impianti Fotovoltaici
Nell’ottica di una maggiore sostenibilità energetica, valutare l’integrazione di fonti di energia rinnovabili, come un impianto fotovoltaico, potrebbe essere un’opzione vantaggiosa. Questi impianti non solo permettono di produrre energia elettrica per l’uso domestico, ma anche di alimentare la rete con l’elettricità non utilizzata, ottenendo un risparmio in bolletta.
Prevenzione Incendi
È di vitale importanza considerare le misure di prevenzione incendi durante la progettazione dell’impianto elettrico. Questo include l’installazione di dispositivi come i rilevatori di fumo e i rilevatori di monossido di carbonio, nonché l’uso di materiali resistenti al fuoco per le installazioni elettriche.
In conclusione, mentre la progettazione di un impianto elettrico può sembrare un compito arduo, un approccio informato e consapevole può contribuire a creare un sistema sicuro, efficiente e a norma.
Ricordiamo nuovamente che lavorare su impianti elettrici può essere pericoloso e che è sempre consigliabile rivolgersi a un professionista abilitato per qualsiasi lavoro elettrico. Queste informazioni sono fornite solo a scopo informativo e non intendono sostituire l’assistenza di un professionista.
In un contesto architettonico e costruttivo, le persiane o scuri rivestono un ruolo fondamentale. Non si tratta solo di elementi di protezione e sicurezza, ma giocano un ruolo importante anche per quanto riguarda l’estetica e l’armonia complessiva dell’edificio. Questi elementi, così comuni e tuttavia così distintivi, sono un esempio perfetto di come la funzionalità e il design possano fondersi per creare qualcosa che va oltre la semplice utilità.
Le persiane, infatti, con le loro forme, colori e meccanismi, diventano un vero e proprio simbolo dell’edificio che adornano, riflettendo il gusto e lo stile dei suoi abitanti. Inoltre, grazie alla loro versatilità, si adattano a qualsiasi tipo di edificio, dal più moderno al più tradizionale, conferendo sempre un tocco di eleganza e personalità. Ma le persiane non sono tutte uguali. A seconda delle tradizioni locali e regionali, possono assumere caratteristiche differenti, diventando così un vero e proprio emblema del luogo in cui si trovano.
I diversi tipi di apertura delle persiane
Le persiane o scuri possono presentare vari meccanismi di apertura, ognuno con peculiarità e vantaggi specifici. Le tipologie di apertura più comuni sono:
a battente;
a libro;
a soffietto;
scorrevole orizzontale;
scorrevole verticale;
ad anta e rullo
Ogni meccanismo di apertura può essere associato a una varietà di materiali, come il legno, l’alluminio, il PVC, per citarne alcuni, che influenzano le prestazioni termiche, acustiche e di sicurezza della persiana. Queste prestazioni, tuttavia, non dipendono solo dalle persiane stesse, ma anche dagli infissi con cui sono abbinati.
Infatti, un sistema di finestre e persiane ben progettato e costruito può migliorare notevolmente l’isolamento termico e acustico di un edificio. In questo contesto, EKU, azienda leader nella produzione di infissi in alluminio, si distingue per l’alta qualità dei suoi prodotti, che offrono eccellenti prestazioni in termini di isolamento termico e acustico. Sebbene EKU sia nota per i suoi sistemi in alluminio, l’azienda comprende l’importanza di un sistema integrato di finestre e persiane. Pertanto, EKU collabora con produttori di persiane per garantire che i loro prodotti siano perfettamente compatibili, sia in termini di funzionalità che di design, con i suoi infissi.
Scuro alla vicentina
Il primo tipo di apertura che andremo ad analizzare è quello caratteristico dello scuro alla vicentina. Questo stile si contraddistingue per la presenza di una doppia anta, simile alla configurazione a libro, ma con una peculiarità: le ante si aprono in modo opposto, una verso l’interno e una verso l’esterno. Questa caratteristica permette di ridurre l’ingombro, offrendo nel contempo un’elevata protezione dalle intemperie e un buon isolamento termico. Gli scuri vicentini, realizzati prevalentemente in legno, presentano inoltre una struttura solida e robusta, adatta a resistere nel tempo e a sostenere l’azione degli agenti atmosferici.
La persiana genovese
Questa tipologia di persiana si caratterizza per l’apertura a libro, ma con un dettaglio distintivo: le ante sono suddivise in sezioni orizzontali che possono essere orientate in modo indipendente.
Questa caratteristica consente di regolare l’ingresso di luce e aria all’interno dell’ambiente senza dover aprire completamente la persiana. La persiana genovese, realizzata solitamente in legno o alluminio, offre inoltre una buona resistenza alle intemperie e un’ottima durata nel tempo.
Scuri alla padovana
Questa variante si distingue per l’apertura a soffietto, una soluzione particolarmente adatta per spazi ristretti, in quanto le ante si ripiegano su se stesse, riducendo al minimo l’ingombro. Le persiane padovane, realizzate prevalentemente in legno o alluminio, sono apprezzate per la loro funzionalità e per il loro aspetto estetico, in grado di conferire un tocco di eleganza e raffinatezza all’edificio.
Altri tipi di apertura delle persiane
Oltre ai tipi di apertura delle persiane già menzionati, esistono altre varianti che meritano di essere prese in considerazione.
Le persiane alla romana, ad esempio, sono caratterizzate da bande rettangolari proporzionate alla finestra, che conferiscono un aspetto distintivo e colorato. Le persiane alla napoletana, invece, sono formate da un telaio con tamponamento costituito da una serie di stecche inclinate, fisse o orientabili, che offrono una grande versatilità in termini di regolazione della luce e dell’aria.
Persiane alla romana
Un’altra variante interessante è rappresentata dalle persiane alla viareggina, che presentano lamelle arrotondate disposte in posizione inclinata, conferendo un aspetto unico e distintivo all’edificio. Le persiane alla fiorentina, dal canto loro, sono costituite da una parte fissa e una parte mobile, chiamata sportello, che si apre a sbalzo verso l’esterno, offrendo un mix perfetto di funzionalità e stile.
Per chi cerca una soluzione moderna e tecnologica, le persiane a libro o a pacchetto rappresentano una scelta eccellente: queste persiane scorrono tramite appositi carrelli lungo una guida superiore e inferiore, consentendo un’apertura e una chiusura agevole e minimizzando l’ingombro.
Inoltre, per chi desidera unire comfort e tecnologia, esistono le persiane con meccanismo scorrevole, che permettono alla persiana di scorrere all’esterno o all’interno del muro, e le persiane elettriche, che grazie a un meccanismo automatizzato consentono un’apertura e una chiusura semplice e immediata.
Considerazioni finali
La scelta del tipo di apertura delle persiane può influenzare non solo l’aspetto estetico dell’edificio, ma anche le sue prestazioni in termini di isolamento termico, protezione dalle intemperie e sicurezza.
La variante vicentina, con la sua doppia anta che si apre in modo opposto, offre un’ottima protezione e un buon isolamento termico. La persiana genovese, con le sue sezioni orientabili, permette di regolare l’ingresso di luce e aria. Infine, la persiana padovana, con la sua apertura a soffietto, è la soluzione ideale per spazi ristretti. Ogni tipologia presenta i propri vantaggi e peculiarità, e la scelta dovrebbe essere guidata non solo da considerazioni estetiche, ma anche da valutazioni relative alle specifiche esigenze dell’edificio e degli abitanti.
Annovi Reverberi Group è lieta di annunciare un importante traguardo nella sua espansione globale con il lancio ufficiale di AR Latin America. Questo nuovo capitolo rappresenta un passo significativo nella missione di servire i mercati globali con soluzioni di alta qualità e innovazione senza pari.
Con sede principale a Modena, Italia, e strutture operative in Cina e negli Stati Uniti, Annovi Reverberi continua a crescere, ora portando la sua expertise nel vivace scenario dei mercati del Sud America con l’apertura della sede sudamericana a Curitiba, Paraná, Brasile.
La scelta strategica di stabilire una presenza nel sud del Brasile è stata guidata dalla volontà dell’Azienda di soddisfare le crescenti esigenze del mercato sudamericano, che offre interessanti opportunità di crescita. Concentreremo i nostri sforzi principalmente sul settore agricolo, approfittando delle caratteristiche geografiche, climatiche ed economiche uniche della regione.
Con l’esperienza maturata nella produzione di pompe a membrana e a pistoni, insieme a una gamma completa di componenti essenziali, AR Latin America è pronta a offrire soluzioni all’avanguardia per l’agricoltura, mirate a migliorare l’efficienza e la produttività delle attività agricole nella regione.
Oltre a fungere da centro operativo regionale, AR Latin America sarà un punto focale per l’interazione con il mercato e fulcro organizzativo per la partecipazione a eventi ed esibizioni in Sudamerica.
Il lancio di AR Latin America riflette l’impegno costante di Annovi Reverberi Group verso la crescita, l’innovazione e l’eccellenza nel servire il settore globale.
Trasformazione di una bicicletta in una snow bike fai da te, la bici per andare sulla neve. Per la neve non servono le ruote, pertanto il lavoro principale è stato quello di inventare due sistemi di attacco e incernieramento di un paio di cortissimi sci con la forcella e il forcellone posteriore. In seconda battuta, studiare un sistema per fermarsi…
Una fortissima passione e uno spiccato spirito fardasé hanno fortemente motivato Carlo Mariani in questo progetto che definire impegnativo è poca cosa. Trasformare una comune mountain bike in una snow bike fai da te richiede una fase importante di progettazione e, in corso d’opera, continue prove in bianco e test funzionali. Spesso, nonostante i calcoli e le riflessioni fatti a priori, nelle costruzioni di questo tipo si finisce per fare varianti o optare per soluzioni alternative.
Come realizzare quindi una bicicletta da sci? Per la transizione in snow bike fai da te una prima fase del lavoro riguarda lo smontaggio pressoché totale della bici. Al posto delle ruote bisogna applicare un paio di cortissimi sci e il sistema per collegarli è tutto da inventare, tenuto conto che, togliendo le ruote, nasce la necessità di rialzare il telaio per una questione di assetto e comodità: all’anteriore un po’ di più, facendo un sistema di rialzo e irrobustimento della forcella, al posteriore meno, per mantenere basso il baricentro. Dietro, infatti, per ottenere un’altezza complessiva valida è sufficiente il complesso sistema di snodo e incernieramento dello sci. Inoltre, per una questione dinamica, sulla base di prove fatte, è sorta la necessità di aggiungere ausili capaci di tenere gli sci nel giusto assetto.
Corona e moltipliche non servono più a nulla nella snow bike fai da te, mentre le leve dei pedali si utilizzano per il sistema frenante formato da due lunghi tubolari quadri sagomati per seguire il fianco della bici da sci. In fondo, a queste due aste si fissano ramponi che mordano nella neve e nel ghiaccio; in posizione opportuna si fissano lateralmente i pedali, su cui si spinge con i piedi per frenare; all’estremità anteriore le aste sono incernierate con le leve dei pedali accoppiate sulla stessa linea, con una barra filettata.
Complesso snodo sull’asse posteriore
Montata sul forcellone una barra filettata Ø 12 mm, bloccata con 2 dadi normali e 2 lunghi, si salda a questi ultimi una piastra d’acciaio e poi via via altre staffe e piastrine, componendo il complesso di giunzione con lo sci posteriore e l’ammortizzatore.Il pezzo è arricchito di diversi elementi di irrobustimento strutturale, per evitare che la lamiera possa deformarsi. Sono aggiunte piastre angolari saldate e avvitate, oltre a segmenti di tubo distanziali con bullone che li attraversa bloccandoli.Testata la correttezza dei fissaggi, si applicano due mani di fondo antiruggine e due di smalto nero. La parte di filetto in cui vanno messi i dadi si copre con nastro di carta.
Rialzo della forcella
Si accorcia l’ala corta di un paio di staffe a L robuste. I tagli sono eseguiti tenendo fermi pezzi nella morsa, usando la smerigliatrice angolare con disco da taglio.Dopo aver preso le misure si piegano le ali lunghe dei due angolari per ottenere la forma necessaria per l’attacco con la forcella; un legno di scarto tiene in posizione i due pezzi.Si procede saldando fra loro i due angolari; al termine, tolte le scorie, si smerigliano le saldature. Questa è un’operazione che durante la costruzione si ripete innumerevoli volte.All’apice della staffa si pratica un foro per l’inserimento della barra filettata e si salda, allineato con i fori, un segmento di tubo distanziale. Sotto si saldano altri due angolari per consentire lo snodo con la piastra di attacco dello sci anteriore.L’intera forcella anteriore si rinsalda aggiungendo due tubi alla piastra, che si inseriscono superiormente ai vecchi attacchi dei freni e vengono uniti fra loro da una traversina.Per fare in modo che lo sci stia in posizione corretta anche quando si solleva per un salto, si aggiungono due molle, una davanti e una dietro alla piastra d’attacco, che tendono a riportarlo nel giusto assetto. l filetti troppo lunghi delle viti si troncano prima di verniciare le piastre.
Piastre d’attacco sci nella snow bike fai da te
Per tagliare con buona precisione le piastre, seguendo la tracciatura, conviene fissare con una vite il pezzo di lamiera a un solido tacco di legno e tenere fermo il tutto nella morsa da banco.Lo snodo sull’asse posteriore si posiziona verso un’estremità della piastra d’attacco, per consentire l’installazione del rimando anteriore atto a stabilizzare lo sci.Per il fissaggio del rinvio si prepara una piastrina con forma trapezoidale, ritagliandola da una staffa più grande.Smussati leggermente i bordi e preparati tutti i fori necessari, la piastrina si fissa al telaio della ski bike con due bulloni a testa esagonale. Il fissaggio avviene con la piastra, già presente nella bici, per il montaggio del cavalletto laterale.Per fare i due segmenti snodabili del rinvio, si usano due piastrine forate, nelle quali si fanno altri fori in linea e vicini l’uno all’altro. Poi si uniscono con una lima.Il rinvio, in questo momento montato per prova, termina sulla piastra d’attacco allo sci con due squadrette messe schiena contro schiena.
Le due leve frenanti con pedali
I tagli per sagomare il tubo quadro si eseguono sempre con la smerigliatrice angolare e un disco da taglio sottile. Nel farlo, bisogna fare attenzione a non troncare del tutto il tubo.Dopo aver fatto le saldature che ne fissano la forma, si salda in testa alle due leve frenanti un dado M14, con cui le leve si articolano alla barra filettata della stessa misura, passante attraverso i fori dei pedali.Per avvitare i pedali lateralmente alla leva frenante, si saldano sulla leva due dadi M12 e in testa alla vite dei pedali (a passo inglese) un segmento di barra filettata M12.
Tratto da “Come ristrutturare la casa n.2 – Marzo/Aprile 2024″
Autore: Nicla de Carolis
Stare in una casa dove le pareti perimetrali, soffitti e pavimenti siano ben isolati, né caldi né freddi, a parità di temperatura dell’aria, fa percepire una sensazione di benessere, quella che si prova in un’ovattata abitazione in legno costruita a regola d’arte. Nulla possono un termosifone, una stufa, uno split in inverno, anche mandati a manetta, nell’obiettivo del benessere abitativo se l’involucro non è coibentato termicamente. Temperatura, rumore, umidità, ventilazione e luminosità sono gli aspetti che concorrono al comfort di un edificio nel suo insieme. Il dossier di questo numero riguarda l’involucro, primo passo necessario per arrivare a questa caratteristica composita così ignorata nella costruzione degli edifici del passato, parlo soprattutto di quelli realizzati dopo la seconda guerra mondiale. L’85% degli edifici dell’UE è stato costruito prima del 2000 e tra questi il 75% ha una scarsa prestazione energetica responsabile del 42% del consumo energetico e del 36% delle emissioni dirette e indirette di gas a effetto serra legate all’energia. La necessità di un adeguamento energetico volto a ridurre le emissioni di CO2 sarà necessario anche alla luce della direttiva europea green che ha in programma di mettere dei paletti rendendo invendibili e non affittabili gli immobili nella classe energetica più bassa. I sistemi per isolare un edificio si sono ampiamente evoluti in termini di materiali, per intenderci niente più pannelli tipo quelli utilizzati nel condomino a Valencia responsabili del disastroso incendio avvenuto lo scorso febbraio.La scelta è ampia e va dai cappotti dalle grandi prestazioni, con spessori da 4 a 24 cm formati da pannelli di natura sintetica e minerale, come lana di vetro e persino pannelli ottenuti assemblando lastre di EPS addizionato con grafite e listelli di terracotta; ma le soluzioni più innovative sono ancora tante e le troverete da pagina 48. Nei prossimi numeri tratteremo un approfondimento a parte sui serramenti, altro punto nodale dell’involucro. Sempre rimanendo sul tema sostenibilità, riduzione delle emissioni di CO2, da pagina 92 uno speciale sugli impianti solari dove si fa chiarezza su pannelli solari e pannelli fotovoltaici. I primi che sfruttano i raggi solari per scaldare l’acqua destinata a uso sanitario, integrati da una caldaia a condensazione, una tecnologia ormai ben consolidata, semplice e poco costosa. I secondi, i fotovoltaici, che convertono le radiazioni solari in energia elettrica, con impianti decisamente più onerosi. Questi i primi passi per migliorare in termini di comfort e sostenibilità le nostre case; interventi che non si possono ignorare anche se, in immediato, hanno meno appeal rispetto alle tante migliorie estetiche che una ristrutturazione consente.