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Pellicole adesive decorative di ultima generazione: come applicarle

Le pellicole adesive decorative di ultima generazione offrono infiniti spunti per rinnovare e personalizzare gli ambienti di casa (e non solo) in breve tempo, per dare un aspetto moderno a mobili e complementi desueti con soggetti riportati su pellicole decorative, anche partendo da un’immagine o da un particolare come un tessuto o una carta da parati

Un grande guardaroba laccato senza alcun particolare in comune con l’ambiente circostante: da qui è nata l’idea di rivestire l’intero mobile con un pellicole adesive decorative che riproducessero il tessuto delle tende. Per farlo sono state utilizzate pellicole adesive decorative APA bianche opache, su cui stampare il soggetto scelto, ripreso con la macchina fotografica. l Per una buona riuscita si devono adottare alcuni accorgimenti durante la ripresa del soggetto: bisogna che le tende cadano senza grinze e abbiano pieghe uniformi; bisogna illuminare uniformemente la scena e calibrare il bianco nella fotocamera per ottenere un’immagine con tonalità rispondenti al reale; la macchina (meglio se sul cavalletto e in bolla) deve inquadrare la tenda in modo che non ci siano linee storte. Tutto questo è utile al laboratorio che, con l’immagine ripresa, elabora le strisce di pellicola necessarie. APA

Pellicole adesive decorative con soggetto scelto

pellicole adesive decorative 2

Come Posare le pellicole decorative con precisione

pellicole adesive decorative 3

pellicole adesive decorative 4

  1. Trattandosi di un mobile, bisogna rimuovere tutte le parti che devono rimanere estranee al rivestimento, in questo caso le maniglie.
  2. Tutte le superfici devono essere preventivamente pulite e sgrassate per garantire un’adesione uniforme e tenace.
  3. L’applicazione delle pellicole adesive decorative inizia dall’alto, liberando dal supporto una porzione di pellicola a tutta larghezza per farla aderire perfettamente allineata al profilo superiore, con un minimo di abbondanza ai lati.
  4. La striscia si preme in posizione e si accompagna la stesura con una spatola di gomma passata dal centro verso i lati, verificando che non si formino grinze. Per un tempo limitato è possibile risollevare la pellicola e farla aderire nuovamente qualora si riscontrassero imperfezioni.
  5. Con la spatola si preme la pellicola lungo il bordo dell’anta in modo che ricopra senza grinze anche lo spessore.
  6. Ecco il gesto ampio e preciso con cui si fa aderire la pellicola all’anta facendo attenzione che non faccia piega e che non si formino bolle d’aria; contemporaneamente si sfila dal basso la carta protettiva.
  7. -8-9. Con un cutter affilato utilizzato con attenzione, tenendo la lama a battuta dei bordi, si eliminano le eccedenze di pellicola lungo il perimetro delle ante, avendo però rivestito anche gli spessori superiore e laterale (non quello inferiore). Lavori eseguiti da Plug In srl

Pellicole adesive per mobili e arredi

pellicola decorativa per interni

mobili decorati con pellicole

Sempre più spesso abbiamo voglia di vedere rinnovati gli spazi in cui viviamo, magari non radicalmente, apportando solo qualche modifica per attualizzarli o renderli più rappresentativi della nostra personalità. Con il tempo gli arredi si rovinano o semplicemente vanno fuori moda, la presenza di alcuni elettrodomestici interferisce con l’armonia degli spazi, le pareti appaiono monotone: qualunque sia il motivo dell’insoddisfazione, una vera ristrutturazione porta sempre un po’ di disagio e, di questi tempi, anche un intervento limitato può rappresentare una spesa da ponderare con attenzione. Oggi si possono ottenere risultati di grande effetto senza impegnarsi in sostituzioni di mobili o in gravosi interventi strutturali: grazie alle pellicole adesive decorative proposte da APA, azienda italiana leader nella produzione di materiali autoadesivi, trasformare gli spazi che ci circondano diventa facile e divertente.  Si tratta di pellicole adesive che si adattano a ogni esigenza e superficie, dalla riqualificazione dei mobili al rivestimento dei muri, fino alla decorazione di pannelli, tessuti e superfici vetrate. Sono disponibili anche in versione PVC free e nei colori lucidi, opachi, metallizzati e con texture come legno, pelle, satinati… Per una applicazione perfetta e duratura nel tempo bisogna rivolgersi a decoratori professionisti che con un phon a caldo e gli appositi accessori decoreranno qualsiasi ambiente. Queste immagini aiutano a capire quali insoliti risultati si possono ottenere applicando il “wrapping” a complementi che nessuno si sognerebbe di utilizzare in una casa di oggi: la riproduzione di una carta da parati continua su un mobiletto recuperato e smaltato nella stessa tonalità; un vecchio frigorifero, magari non più funzionante, cambia completamente look e può essere utilizzato come mobile bar o come altro contenitore. Arredi completamente fuori moda o rovinati possono essere trasformati in elementi d’arredo unici e moderni, con soggetti a catalogo o da immagini digitali.

Pellicole per pavimenti

pellicole adesive per pavimenti

L’utilizzo di stampanti digitali e di speciali inchiostri permette di riprodurre qualsiasi immagine o soggetto fotografico, la trama di un tessuto o di una carta da parati, oppure scegliere tra oltre 100 finiture esistenti: dal legno alla pelle, dal satinato al cromato, dall’effetto carbonio ai mimetici. C’è un film adatto a ricoprire qualsiasi tipo di superficie, anche di grandi dimensioni o calpestabile (per esempio le scale), grazie a una gamma completa di pellicole da intaglio e da stampa; l’intero processo produttivo e il prodotto finale sono rigorosamente ecosostenibili, lo attestano diverse certificazioni a livello internazionale. Si può così rivestire in modo inedito e spiritoso superfici di transito in interno e in esterno, come camminamenti e scale.

Pellicole per auto

pellicole per auto, carwrapping

Oltre a un’ampia scelta di soggetti a catalogo, ne possono essere realizzati altri personalizzati, per esempio partendo da un’immagine digitale che abbia una risoluzione idonea per l’elaborazione a computer: tramite stampanti e inchiostri di ultima generazione i soggetti possono essere riprodotti su carte, ca
rte da parati, tessuti, film plastici senza limiti alla fantasia e di grande resistenza tanto da consentire anche il rivestimento di automobili o motociclette. Il carwrapping è una tecnica che permette di personalizzare le automobili con pellicole adesive applicate sulla carrozzeria, interamente o in parte: il termine “wrapping” significa letteralmente “avvolgere”. Il risultato è quello di ottenere superfici che sembrano verniciate, ma con un costo nettamente inferiore. La vettura, oltre a diventare un pezzo unico, rimane protetta dagli agenti atmosferici e dai piccoli urti causati da sassolini; si possono realizzare colori inediti e la pellicola può essere rimossa in qualsiasi momento per ripristinare il colore originale, anche se, con una corretta applicazione, la durata è garantita per anni.

Portagioie fai da te di legno in stile Liberty | Guida passo-passo

Prendendo spunto da un video che illustrava la costruzione di un oggetto simile, questo portagioie fai da te è ricavata da un unico blocco di legno formato da tavolette incollate sezionate per ottenere i vari elementi e poi ricomposto in due parti

portagioie in legnoSeguendo un video didattico, se le immagini sono eloquenti, l’audio può essere superfluo. Lo dimostra il nostro assiduo lettore, Fabrizio Uliana, il quale, dopo aver seguito il procedimento di un falegname americano nella costruzione di un particolare portaoggetti, ha deciso di provare a farne uno con lo stesso criterio, nonostante non conoscesse l’inlgese. Trattandosi di una prova, per costruire il suo portagioie fai da te ha utilizzato semplici avanzi di legno di abete per comporre il blocco, ma i risultati più soddisfacenti si ottengono con legni più pregiati e con venature più evidenti; con lo stesso principio si possono realizzare portagioielli  fai da te diversi per forma e dimensione che, oltre a essere utili, sono un’ottima idea per regali del tutto esclusivi, specialmente quando arriva il Natale

Come costruire portagioie fai da te

unire il legno con le morse
Si incollano faccia a faccia 4 pezzi di legno da 180x75x18 mm per ottenere un parallelepipedo.
taglio con sega a nastro
Su questo si incolla il disegno preparato in precedenza su un foglio di carta con le due sagome concentriche e si ritaglia il profilo esterno con la sega a nastro.
taglio con sega giapponese
Il passo successivo consiste nel taglio del fondo, dalla faccia opposta a quella su cui si è applicato il disegno; qui è stato fatto a mano con una sega giapponese in quanto l’altezza del pezzo è superiore a quella di taglio della sega a nastro.
taglio con dima di riferimento
Ora si taglia quello che sarà il cassettino del portagioie fai da te: più è stretta la lama della sega, migliore sarà il risultato.
portagioielli fai da te
Ecco come si presentano i tre pezzi in sequenza.
legno sagomato
Sempre con la sega a nastro, dal blocco del cassettino, si tagliano il dorso e il frontalino, entrambi spessi 5 mm.
legno tagliato
Da ciò che resta del blocco si ritaglia un pezzo a U nella parte superiore per ottenere il vano del cassetto…
cassettina portagioie
… che va poi incollato tra dorso e frontalino.
incollare il legno
Il morsetto giallo tiene in pressa il blocco esterno per stabilizzare l’incollaggio della fessura di ingresso della lama (vedi foto 4), mentre gli altri bloccano le parti del cassetto. A destra si nota il dorso della scatola, da incollare a essa nel passo successivo.
pomolo di legno
Un pomolo di legno incollato al centro della faccia esterna del frontalino è sufficiente a consentirne l’apertura.
portagioie in legno
Dopo aver carteggiato ulteriormente le superfici per pareggiare le giunzioni si può stendere la finitura, sia all’interno sia all’esterno: qui è utilizzato un impregnante all’acqua seguito da un trattamento a gommalacca.

Blocca tapparelle fai da te con tondino di ferro

Un efficace elemento antieffrazione realizzato con del semplice tondino di ferro

Chi si trovi ad avere in casa del tondino di ferro, possibilmente zincato o plasticato sui cinque millimetri di diametro lo può proficuamente usare per realizzare questo inviolabile blocca tapparelle fai da te, che serve tanto per gli avvolgibili di legno quanto per quelli di PVC o di metallo. Lo si taglia a pezzi di circa un metro e lo si piega secondo il disegno a formare una specie di P con l’occhio aperto. Il ramo superiore dev’essere lungo quanto la distanza fra l’anta chiusa ed il muro esterno, più circa 15 o 20 mm (meglio farlo un po’ più lungo dello stretto necessario e tagliarlo poi a misura, dopo il lavoro di cui si parla più avanti). La larghezza della curva deve corrispondere a circa metà dello spessore della traversa superiore del telaio. L’a­sta della P del blocca tapparelle fai da te dev’essere lunga quanto basti ad essere raggiunta dalle mani del più basso componente della famiglia (bambini esclusi). Una volta piegato il tondino si abbassa fino in fondo la serranda, si aprono le ante e, montata sul trapano una lunga punta da legno di diametro appena maggiore di quello del tondino, si apre nella traversa superiore del telaio, in corrispondenza dell’anta con la maniglia, un foro orizzontale che attraversi oltre al telaio anche una stecca dell’avvolgibile. Si cambia la punta da legno con una da muro di pari diametro e, usando come guida il foro già fatto, si perfora la parete per una profondità di circa 10 mm. Inserendo il ramo corto del fermo nel foro fino ad entrare dentro la muratura e chiudendo le ante (vi si dovrà praticare con raspa o scalpello la sede per il tondino), il fermo rimane bloccato in posizione, impedendo il sollevamento dell’ avvolgibile che potrà essere violato solo tagliando o spezzando tutte le stecche.

Se non abbiamo tempo per realizzarlo possiamo acquistare un blocca tapparelle presso i centri di distribuzione fai da te.

Cosa serve per realizzare un blocca tapparelle fai da te:

  • Tondino metallico circa 5 mm, zincato, plastificato o comunque protetto contro la ruggine
  • Trapano,
  • raspa o sgorbia,
  • pinza piegaferri,
  • punte lunghe da legno e da muro.

Com’è fatto un blocca tapparella fai da te blocca tapparella in ferro

tapparella con blocco

 

Mister Grigo | Linea di prodotti Grigolin dedicata al fai da te

La qualità Grigolin, in “formato ridotto”

grigolin

 

In ambito domestico, ma anche in cantieri di piccole dimensioni, non servono grandi quantitativi di stucco, cemento, calce, malta… semplicemente perché gli interventi da effettuare sono mirati, a volte minimali. In queste situazioni c’è l’esigenza di non sprecare prodotto, di avere una praticità di fornitura che le grandi confezioni non offrono e allo stesso tempo contare su una qualità adeguata: la stessa che il professionista usa per i “grandi” interventi. Fornaci Calce Grigolin La risposta a tali esigenze è Mister Grigo, la linea di prodotti dedicata al fai da te e ai piccoli interventi professionali. Quali sono le caratteristiche della linea Mister Grigo?:

  •  Gamma studiata per rispondere alle esigenze del “bricoleur”, ma anche del professionista;
  • Confezioni da 1 a 5 kg in cartone all’esterno e in cellophane all’interno per una massima pulizia; le versioni da 5 kg sono provviste di maniglie di trasporto;
  • Ogni prodotto possiede un codice a barre EAN 13 per un’efficiente gestione del magazzino;
  • Soluzioni ad alto profitto: piccoli spazi per grandi risultati di vendita.

linea-mister-grigo

Prodotti complementari alla linea Mister Grigo

Per completare i lavori realizzati con gli articoli della linea Mister Grigo sono disponibili ulteriori prodotti di finitura in confezioni ideali per piccoli interventi.

fuga-style-grigolinFughe per posa pavimenti e rivestimenti Prodotti per la fugatura cementizia, monocomponenti e ad alte prestazioni. Disponibili per fughe da 1 a 8 mm in comodi sacchi politenati da 5 kg in scatole da 4 pezzi.

Finiture colorate Prodotti della linea arteMURI®, una famiglia pensata per il completamento di un intero ciclo di intervento, che va dai prodotti di fondo a quelli di finitura. Tutti i prodotti sono disponibili in versatili vasi da 5 litri.

artemuri-grigolin

Scopri tutti i prodotti sul sito Fornaci Calce Grigolin

Come costruire un banco per tornio

Un ottimo progetto per costruire un banco per tornio fai da te

Destinato a tutti gli appassionati della tornitura del legno o dei metalli, questo banco per tornio, di una robustezza a tutta prova, risolve tanto il problema della stabilità della macchina quanto quello della pulizia e della comodità di lavoro.

Quello illustrato, opera del nostro lettore Ernesto Piglione, è fatto su misura per ospitare il bel tornio fai da te che l’autore si è costruito, azionato dal classico motore di lavatrice e dotato di dispositivi per la filettatura e la realizzazione di ingranaggi, ma il principio costruttivo è valido, con le opportune modifiche, per ogni tipo di tornio, da metallo o da legno.

Il banco per tornio è costruito per lavorarvi seduto, il piano di lavoro è a 740 mm da terra ma per farlo più alto basta solo allungare a misura i quattro montanti. Il mobile è realizzato con un telaio di tavole e listelli di legno duro di generosa sezione tutti connessi con incastri a tenone e mortasa e con le aperture chiuse da sportelli di multistrato incernierati ai montanti per facilitare l’accesso alla parte inferiore.

Come fissare il tornio

Il tornio si fissa sulle traverse poste di coltello fra i due longheroni superiori, sotto le quali, in corrispondenza della macchina, scorrono due vassoi metallici in cui cadono i trucioli mentre lo spazio fra le ultime due traverse di destra è chiuso da un rettangolo di multistrato.

Qui, poi, dove il motore si trova sotto il piano di lavoro, la traversa di sinistra è spostata all’interno per consentire il passaggio della cinghia di trasmissione. Ai montanti posteriori sono fissati due listelli, alti quanto è alto il tornio, ai quali è avvitata una parete di multistrato (o listellare o simili) fissata su una cornice di listelli.

Al bordo superiore della parete si impernia un coperchio a scatola (tre pareti ed un tetto di multistrato da 10 mm) che ospita una lampada che illumina il campo di lavoro e che un listello imperniato a farfalla sulla cornice mantiene aperto durante il lavoro. Il coperchio, chiuso, protegge il tornio dalla polvere e trasforma il banco in un semplice armadietto che non stonerebbe in cucina o in tinello.

Il vano inferiore

Ospita a sinistra il motore ed a destra una cassettiera metallica, ma può essere attrezzato come meglio si crede (ripiani, cassetti, scansie a casellario ecc.) secondo il tipo di tornio usato e le lavorazioni preferite. Sotto la cornice di tavole che collega in basso i quattro montanti è avvitato un rettangolo di multistrato spesso 15 mm, aperto negli angoli da scarichi che abbracciano lo spigolo dei quattro piedi: oltre che come piano d’ap­poggio, serve ad irrigidire e mantenere in squadra il banco.

Come progettare un banco per tornio fai da te

disegno banco per tornio

Chiuso e aperto

base per tornio

Il banco, le cui misure dipendono in pianta da quelle del tornio e in altezza dal modo preferito di lavorare (e dalla statura di chi lo usa), è costruito senza risparmiare sul materiale, per resistere alle vibrazioni ed allo sforzo impartiti dal tornio. Particolare qualificante è il coperchio a scatola che chiuso (1) trasforma il banco in un armadietto che ripara e nasconde il tornio ed aperto (2) lascia un ampio campo di lavoro, illuminato dalla lampada fissata al suo interno.

E ora… ecco qui una guida per costruire un bel tornio fai da te!

E per prendere spunto, possiamo anche prendere spunto da una base per tornio professionale

Lampada ibrida Ryobi R18ALH-0

Un potente faretto a led che può funzionare sia con alimentazione elettrica a tensione di rete sia con la batteria da 18 V del programma ONE+

Un altro utile accessorio va ad aggiungersi alla gamma di macchine da giardino ed elettroutensili Ryobi che possono funzionare con la batteria intercambiabile da 18 V: si tratta della lampada ibrida R18ALH-0 che però presenta l’opzione di poter essere utilizzata anche collegato a una comune presa di corrente elettrica. In questo modo la lampada ibrida può essere utilizzata come torcia di emergenza e portata con sé, per esempio in auto; può essere appoggiata su un piano (la base larga e il peso della batteria garantiscono stabilità) o appesa, la testa orientabile a 360° permette di dirigere il chiaro e potente fascio di luce dove effettivamente serve e di poter lavorare a mani libere in ogni situazione. Ryobi

Ryobi R18ALH-0

La lampada ibrida Ryobi R18ALH-0 è pratica e potente

lampada ryobi

Le possibilità di aggancio sono molteplici, grazie alla forma e alle dimensioni della struttura di sostegno: utilizza una lampadina a led da 25 W di potenza e 2000 lumen con una durata stimata in 50.000 ore. Il fascio luminoso della lampada ibrida arriva fino a 8 metri e la luce emessa ha una temperatura di colore di 6.000 K, molto simile alla tonalità della luce naturale in pieno giorno, ideale per illuminare la zona di lavoro senza affaticare la vista. La batteria al litio da 18 V e 4,0 Ah, non fornita, garantisce un’autonomia fino a 240 minuti: può essere acquistata a parte e per chi già dispone di accessori a batteria del programma ONE+ non è un disagio, ma un risparmio, in quanto con un’unica batteria (anche se è sempre bene averne un paio) si possono far funzionare ben 29 elettroutensili e 7 macchine da giardino. Prezzo consigliato al pubblico euro 99,90

Morsetti per bordi Wolfcraft 3037000

Piccolo ma efficace, è un elemento aggiuntivo che sfrutta la barra dei più comuni strettoi per applicare una pressione laterale sul bordo della tavola

Tanto piccoli quanto utili, questi morsetti per bordi aggiuntivi a vite, modello 3037000 della Wolfcraft, permettono di risolvere con estrema semplicità una difficoltà cui ci si trova di fronte in tanti frangenti; quella che mostriamo in questa pagina è la situazione tipica in cui non si dispone di strettoi sufficientemente lunghi per abbracciare il pannello nella sua estensione, mentre la necessità è proprio quella di poter premere sul bordo per schiacciare uniformemente la striscia di piallaccio e tenerla premuta a dovere sino a totale essiccazione dell’adesivo. Il sistema dei morsetti per bordi si affida alla presenza di strettoi a barra di tipo classico, non importa che le ganasce si stringano a vite o a leva, l’importante è che la barra abbia dimensioni normali, in modo da poter entrare nella sede predisposta sui morsetti per bordi 3037000.  Il funzionamento è semplice, ma efficace: per semplicità si innestano i morsetti per bordi sulle barre dei comuni strettoi, poi questi ultimi si serrano saldamente sullo spessore della tavola; si fa scorrere lungo la barra il morsetto piccolo per centrarlo sul punto d’azione, quindi si ruota la manopola zigrinata, il piede del morsetto si allunga e spinge, applicando una forte pressione frontale sul bordo. Oltre ai bordini in rotolo, con questo sistema si possono applicare come finitura di maggior pregio anche listelli di legno, oppure effettuare riparazioni con incollaggio di pezzi staccati o ricostruiti perché rotti o persi. L’azienda Wolfcraft produce anche moltissimi altri morsetti, visionabili tra i sui prodotti. 

Specifiche dei morsetti per bordi

morsetto per bordi wolfcraft
In ogni confezione dell’articolo 3037000 sono contenuti 2 morsetti per bordi, il prezzo consigliato al pubblico è di euro 12,00

morsetti wolfcraft

Porte a soffietto riducibili

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In alcune situazioni per separare un locale dagli altri non è necessario (o conveniente, o possibile) installare una porta tradizionale: con una porta a soffietto il lavoro può essere fatto velocemente e con poca spesa, senza bisogno di opere o professionisti

Le porte a soffietto risolvono le situazioni in cui non è possibile installare una comune porta a battente o una porta scorrevole: la prima perché il sistema di apertura può essere troppo invadente (pensiamo, per esempio, a una dispensa o a un bagno di servizio), la seconda perché, anche nella versione a binario esterno, richiede comunque l’esistenza di una parete laterale larga abbastanza e libera da arredi e complementi. Le porte riducibili in PVC possono essere scelte in diverse finiture e non necessariamente il colore del telaio deve essere lo stesso dei pannelli, che possono essere ciechi o vetrati; in quest’ultimo caso, all’altezza di una comune anta semivetrata a battente, ciascun pannello riporta una serie di feritoie rettangolari (solitamente quattro) che permettono il passaggio della luce in chiusura.  Installando questo tipo di apertura, bisogna accettare una riduzione della luce di passaggio, in quanto i pannelli si impacchettano, sovrapposti, sul lato opposto alla maniglia. Per avere un’idea dello spazio destinato al transito che si perde basta moltiplicare il numero dei pannelli necessari per il loro spessore, trattandosi di elementi realizzati con struttura alveolare. Questo kit, facile da installare, comprende 5 pannelli intermedi di larghezza 115 mm più tutti gli accessori del caso: gli unici attrezzi necessari sono un cacciavite (o un avvitatore) e un seghetto da ferro, la cui dentatura fine si presta al taglio dei materiali plastici. Rollplast-Pinto Sistemi 

Le porte a soffietto riducibili sono facili da montare

montaggio porta a soffietto

porta riducibile in pvc

  1. Si inizia inserendo una cerniera tra il primo mezzo pannello e il primo pannello intero. Si fa lo stesso tra l’ultimo mezzo pannello e l’ultimo pannello intero.
  2. Collocati in verticale i pannelli interi necessari tra i due elementi appena composti, si inseriscono le cerniere sotto e sopra tra i pannelli e si bloccano tramite i fermacerniere.
  3. Si avvitano quindi i funghetti di scorrimento (un pannello sì e uno no); sulla stecca portamaniglia vanno due funghetti.
  4. Sui funghetti si calza la guida facendola scorrere.
  5. Sul portamaniglia si pratica un taglio a 45° e si realizza l’incavo per il magnete.
  6. Si aggancia il magnete nel portamaniglia e lo
  7. si avvita il magnete.
  8. Si praticano i due fori per la maniglia e
  9. la si avvita in posizione.
  10. Nell’ordine, da sinistra, si vedono il mezzo pannello, il portamaniglia e i pannelli, poi le guide laterali e una cerniera.
  11. Gli accessori e la ferramenta necessari sono: due maniglie, il magnete di chiusura, i funghetti, i fermacerniere e le viti autoforanti.

Come costruire un portalegna in ferro battuto

Robusto e leggero, un elegante portalegna per il camino o la stufa che risolve anche il problema del trasporto dalla legnaia

portalegna
In questo portalegna in ferro fai da te si possono trasportare circa 10/15 chili di ciocchi lunghi una trentina di centimetri. Se la nostra legna è sensibilmente più corta o più lunga non è un problema adattarle braga e vassoio. In legnaia si stende la braga a terra o su un tavolo, vi si ammucchiano i ciocchi e poi la si chiude inserendo la maniglia lunga fra i cavi di quella corta.

Costruire un bel portalegna in ferro battuto è un’attività piuttosto semplice, che non comporta l’obbligo di conoscere particolari lavorazioni del ferro. Anche se si vanno sempre più diffondendo le stufe ed i caminetti a pellet, ancora oggi quelli più diffusi restano quelli a legna che oltre a diffondere calore rallegrano l’occhio.

Combustibile ecologico, la legna comporta due fastidi: il primo è di doverne trasportare dentro casa quanto basti per almeno mezza giornata ed il secondo è il fatto che dai ciocchi cadono sempre pezzetti di corteccia, schegge e polvere che sporcano il pavimento.

Entrambi i problemi vengono risolti da questo originale portalegna in ferro battuto fai da te composto di due parti separate: un vassoio d’acciaio (o di rame o di altro metallo) che resta sempre dentro casa, molto semplice da costruire e facile da pulire ed una braga che serve a trasportare i ciocchi dalla legnaia in casa.

Il vassoio è una lastra rettangolare montata su feltrini o gommini autoadesivi. La braga è una struttura flessibile di cavetto d’acciaio irrigidita da un telaio di base e da traverse in tubo d’alluminio, due delle quali servono da maniglia.

Cosa serve per costruire un portalegna in ferro battuto:

  • lastra metallica 1,.5x350x500 mm
  • circa 1800 mm di tubo metallico Ø 10 mm
  • circa 3 metri di cavetto d’acciaio Ø 5 mm
  • 4 feltrini o gommini autoadesivi

Come costruire un portalegna in ferro

taglio legno multistrato

  1. se non si ha una piegalamiera tagliamo due pezzi di multistrato larghi quanto il vassoio e mezzo palmo più corti. Da entrambi tagliamo via una striscia larga 90 mm, una con taglio a 90° e l’altra con taglio a 20°.
  2. stringiamo la lamiera fra i due pezzi, lasciandone sporgere i 90 mm di un’ala, col bordo sbieco a scendere dietro la lamiera e sull’ala blocchiamo le due strisce.
  3. con forza e delicatezza spingiamo l’ala in avanti fino a che i bordi sbiechi dei due pezzi si tocchino. Il lavoro, ovviamente da ripetere anche per l’altra ala del vassoio, riesce bene solo se la lamiera è stata centrata con la massima esattezza fra le guance di multistrato.

Asole per i tubi del portalegna

forare il ferro

tagliare l'acciaio

  1. dal tubo tagliamo 6 pezzi da 220 mm, uno da 260 ed uno da 180. Il taglio si fa col seghetto guidato o con un tagliatubi a rotella e va poi smussato.
  2. perché i fori, passanti, da aprire in 4 dei 6 pezzi da 220 mm siano paralleli occorre prepararsi uno scalo aprendo in un pezzo di scarto due fori Ø 6 mm con interasse di 190 mm. Con tre listelli formiamo una T nella cui asta entri a misura il tubo e con la testa a 15 mm da uno dei fori.
  3. il primo foro non richiede particolare attenzione se non quella di tenere il capo del tubo aderente alla testa della T. Per il secondo foro, girato il tubo, lo blocchiamo in sede, con il codolo di una punta da 6 mm inserita nel primo foro che viene a trovarsi sopra quello dello scalo.
  4. per le asole nella maniglia lunga prima apriamo due fori Ø 6 mm, ciechi, poi, col tubo bloccato in posizione con das o stucco da vetrai, spostiamo di 10 mm lo scalo e apriamo un secondo foro. Il pezzetto di tubo che rimane tra i fori si elimina o con un dischetto di taglio o con lavoro di lima.
  5. il cavetto d’acciaio si taglia con una trancia o con un disco da taglio.

Il percorso del cavo d’acciaio

portalegna in ferro fai da te

Il cavo si fa passare dentro la maniglia corta, poi nei fori della prima e della seconda traversa, poi nei due pezzi da 220 mm, attraverso i fori delle altre due traverse ed infine nelle asole della maniglia lunga. Seguendo il disegno si blocca la braga su una tavola di scarto.

maniglia di ferro

  1. Nella maniglia corta (da 180 mm) il cavo entra da un capo ed esce dall’altro. Stessa cosa per i due lati del telaio di base.
  2. Le quattro traverse da 220 mm, invece, sono attraversate dal cavetto in fori di Ø 6 mm, aperti su uno scalo di guida.
  3. Più complesso il lavoro per aprire nella maniglia lunga, da 260 mm, i due fori asolati che ospitano i capi del cavetto.
  4. Le misure possono essere modificate, ma è comunque indispensabile una perfetta simmetria che eviti che la braga si sbilanci durante il trasporto o una volta poggiata sul vassoio.

Colle per metalli

colla per metallo

Il problema di fissare saldamente il cavetto dentro le maniglie e le traverse, che una volta avrebbe richiesto l’antiestetico uso di rivetti o di strozzature dei tubi, oggi viene risolto rapidamente e con eleganza dagli adesivi strutturali o dalle colle epossidiche a due componenti, da iniettare con abbondanza nelle teste dei vari elementi bloccati in posizione.

Com’è strutturato un impianto parafulmine

Panoramica completa di come è composto un impianto parafulmine, che dev’essere progettato da un ingegnere e installato da un elettricista abilitato

Un fulmine è un evento molto pericoloso e potenzialmente distruttivo. Durante la scarica di un fulmine ogni oggetto colpito viene attraversato in un centomillesimo di secondo da una corrente che ha un’intensità tra 5.000 e 100.000 Ampère con una produzione di calore fino a 15.000 gradi. Per questo motivo è assolutamente indispensabile proteggere l’abitazione ed i suoi circuiti da un evento di questo genere. In pratica si tratta di disporre un insieme di conduttori che “guidino” la scarica di un fulmine lungo un percorso diretto verso terra, che non coinvolga la struttura dell’abitazione. Un impianto parafulmine è costituito da vari componenti:

  • uno o più elementi captatori;
  • uno o più conduttori che trasferiscono l’energia a terra;
  • conduttori interrati per disperdere l’energia nel terreno.

L’elemento di captazione è costituito da una struttura metallica che attira su di sé il fulmine. Può essere ad asta singola, a più aste collegate tra loro, a maglia metallica, a superfici metalliche continue. Il conduttore di discesa ha una sezione sufficiente a far passare tutta l’energia scaricata. Solitamente si utilizzano barre d’acciaio zincato o trecce di cavi del diametro di 20-30 mm. Il dispersore conficcato a terra è strutturato in base alla natura del terreno: la presenza o meno di acqua o sali minerali rappresenta un elemento in grado di agevolare o ostacolare la dispersione di energia.

Impianto parafulmine a maglia

impianto parafulmine a maglia

parafulmine 2

  1. sviluppo di un impianto parafulmine a maglia realizzato sul tetto di un piccolo edificio. I conduttori possono essere d’acciaio zincato, oppure di alluminio o di rame.
  2. il conduttore di captazione che corre lungo il tetto è tenuto ad una certa distanza da questo per mezzo di speciali morsetti.
  3. il collegamento per la messa a terra dell’organo di captazione viene eseguito con un conduttore (discesa) che compie una larga curva in modo da non causare scariche.
  4. le punte lunghe non sono vantaggiose per proteggere un singolo edificio; servono solo nel caso in cui si intenda realizzare una specie di “ombrello” protettivo per strutture adiacenti.
  5. le discese verso terra devono essere come minimo 2 per ogni edificio. In ogni caso non devono essere disposte in modo che un ostacolo improvviso possa chiudere il circuito verso terra.

A questo link una guida per approfondire come si progetta l’impianto di messa a terra

Il circuito e i collegamenti equipotenziali

circuito impianto parafulmine
Quando vengono colpite dal fulmine, le parti del circuito di protezione assumono una tensione elevatissima (riferita al suolo o a una qualsiasi massa metallica interna all’edificio). Così tra la rete di protezione e le altre strutture (quali l’impianto elettrico, telefonico o del gas) si localizza questa elevata differenza di tensione. Si può pensare che l’edificio sia sufficientemente difeso contro la possibile scarica di un fulmine quando è totalmente “ingabbiato” in una struttura conduttrice, collegata con dispersori in diretto contatto con il suolo.
collegamento equipotenziale
Le condutture idriche e del gas presenti nell’abitazione potrebbero essere soggette a scariche nel momento in cui un fulmine colpisce l’impianto, a causa della loro vicinanza all’impianto stesso. Pertanto conviene realizzare un collegamento equipotenziale, allacciando ciascun elemento all’impianto di terra.

 

Barra equipotenziale e morsetti

barre equipotenziali

  1. la barra equipotenziale è un elemento centrale del sistema equipotenziale e deve garantire il contatto sicuro di tutti i conduttori collegati. Deve sopportare il passaggio di corrente ed essere resistente alla corrosione.
  2. i morsetti per il collegamento equipotenziale devono assicurare un contatto sicuro e durevole.
  3. Per integrare le tubazioni nel sistema equipotenziale vengono utilizzati collari di messa a terra adeguati al diametro dei tubi.
  4. grandi vantaggi al montaggio vengono offerti dai collari di messa a terra di acciaio inox, che possono essere adattati al diametro dei tubi.
  5. esempio di collegamento equipotenziale di tubazioni per riscaldamento con connessione passante.
  6. esempio di collegamento equipotenziale per un sistema informatico e di telecomunicazione.

Lo scaricatore che protegge l’impianto

scaricatore, varistore
Una buona protezione contro le sovratensioni provocate da scariche atmosferiche si ottiene inserendo a monte dell’impianto elettrico (dopo il contatore) uno scaricatore-varistore. La sua parte attiva ha la funzione di limitare la tensione con tempo di risposta brevissimo, bassa soglia di protezione. Le versioni preassemblate in produzione sono già provviste del morsetto per l’allacciamento all’impianto di terra.

impianto parafulmine

Per approfondire l’argomento inerente l’impianto parafulmine consigliamo di leggere questo documento