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Manutenzione lavatrice | Pulizia e riparazioni passo-passo

La lavatrice svolge un servizio indispensabile, ma ogni tanto ha bisogno della nostra assistenza. Vediamo quali sono tutti i passaggi per effettutare una manutenzione lavatrice perfetta

Pur essendo diventata indispensabile, la lavatrice è quasi sempre confinata in un locale secondario ed utilizzata, quindi, solo quando necessario. Eppure ci sono controlli fai da te tanto semplici quanto necessari che possono farci risparmiare l’intervento di un tecnico. Effettuare una manutenzione lavatrice periodica è di fondamentale importanza per garantire un utilizzo prolungato

Occhio al filtro e al calcare

Per effettuare una manutenzione lavatrice corretta Dobbiamo tenere sotto controllo in particolar modo i possibili danni derivanti dal calcare contenuto nell’acqua e verificare il filtro ogni qual volta si effettua il lavaggio di tappeti o altri complementi simili, soggetti a sfrangiarsi e a intasare il filtro, con difficoltà da parte della macchina a espellere l’acqua e a effettuare correttamente i lavaggi successivi.

Come pulire la lavatrice e i componenti interni

Durante il funzionamento della lavatrice o al termine dei lavaggi può capitare di notare qualche piccolo laghetto d’acqua ai piedi della macchina.

L’uso di detersivi a basso costo e il calcare possono aver deteriorato le guarnizioni, oppure il vecchio tubo di scarico non riesce a svuotarsi del tutto e, essendo inserito nella macchina in un punto più basso rispetto allo scarico nel sifone, una minima parte di acqua refluisce verso la macchina ed esce da una cattiva giunzione.

Senza aspettare che il danno peggiori è bene controllare gli innesti, specialmente all’uscita del tubo di scarico dalla pompa. L’azione di serraggio della molletta che lo tiene bloccato al bocchettone si esercita su una porzione ridotta di tubo e può lentamente inciderlo e provocare perdite. Si tratta di controlli facili da effettuare e la sostituzione di particolari usurati si esegue senza alcuna difficoltà. Manutenzione lavatrice – è ora di iniziare!

Come è fatta la lavatrice?

schema lavatrice
Nel disegno sono indicati gli elementi principali della lavatrice. Non è stata raffigurata la zavorra che la stabilizza per maggiore chiarezza dei dettagli.

Abbassare la durezza dell’acqua

durezza dell'acqua

La prima regola di una manutenzione lavatrice corretta è l’abbassamento della durezza dell’acqua. La presenza di calcio e magnesio nell’acqua ne determina la durezza che si misura in gradi francesi. Più alta è la durezza dell’acqua (oltre i 25 gradi francesi) maggiore è la quantità di detersivo necessario per ottenere risultati accettabili dal punto di vista della pulizia e dell’igiene. L’acqua è “dolce” con una durezza minore di 15 gradi francesi.

  1. è possibile misurare il grado di durezza dell’acqua utilizzando particolari “strisce-test” (in vendita nelle ferramenta e nei negozi di acquari) che cambiano colore quando sono immerse nell’acqua.
  2. per correggere un’acqua troppo dura è bene installare, sulle tubature di adduzione, un addolcitore> che trattenga il calcare.

 Oblò e guarnizione

L’inconveniente più ricorrente è la perdita d’acqua, a causa di un danno o del degrado della guarnizione anulare situata tra l’oblò e la vasca del cestello. Le vibrazioni possono causare l’allentamento delle viti dell’oblò.

Tempo richiesto: 30 minuti

  1. Staccare il labbro anteriore della guarnizione della carcassa

    Staccando il labbro anteriore della guarnizione dalla carcassa si accede alla fascetta che blocca il labbro interno e si individua il bullone di serraggio. É utile un cacciavite a bussola col gambo flessibile; la testa del bullone si tiene ferma con una chiave a forchetta.manutenzione lavatrice

  2. Estrarre la guarnizione

    La guarnizione si estrae con attenzione per evitare che si laceri.manutenzione lavatrice

  3. Asciugare e controllare le pieghe della guarnizione

    Nelle pieghe della guarnizione si possono nascondere oggettini metallici che arrugginiscono e macchiano il bucato; il deposito d’acqua con detersivo corrode la guarnizione: bisogna asciugare dopo ogni lavaggio.manutenzione lavatrice

  4. Bloccare la guarnizione in sede

    Per montare il soffietto nuovo si segue la procedura inversa: per favorire il corretto inserimento della guarnizione nei suoi alloggiamenti la si può lubrificare con spray al silicone o con sapone liquido. Per bloccarla in sede si stringono le estremità di un anello metallico.manutenzione lavatrice

Se queste operazioni non risolvono il problema occorre cambiare guarnizione lavatrice.

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La vaschetta del detersivo

vaschetta detersivo
  1. Il detersivo in polvere viene prelevato dalla vaschetta tramite l’acqua di alimentazione e spesso forma croste che possono ostacolare il deflusso dell’acqua: si controlla e si pulisce.
  2. Si versa aceto nella vaschetta del detersivo e, per eliminare le incrostazioni di calcare formatesi nel tempo all’interno delle condutture, si esegue un ciclo completo con acqua tiepida.
  3. Estratta la vaschetta lavatrice del detersivo la si lava in acqua corrente, eliminando le incrostazioni depositatesi negli angoli.
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La mandata e lo scarico

Se la lavatrice non scarica occorre controllare attentamente la mandata e il tubo di scarico.

Risulta fondamentale controllare il filtro all’ingresso della mandata, che frequentemente si intasa con il calcare. E’ sufficiente staccare il tubo di mandata dalla lavatrice e togliere i detriti, come si fa abitualmente con i rubinetti. La presenza di calcare e detriti impedisce il carico dell’acqua e i programmi di lavaggio si bloccano.

scarico lavatrice
  1. l’acqua del lavaggio viene espulsa attraverso il tubo di scarico, che dev’essere allacciato all’attacco a parete ad almeno 600 mm dal pavimento. Se così non fosse, l’acqua del lavaggio defluirebbe da sola, senza bisogno della pompa e senza aver lavato la biancheria. Il calore dell’acqua e le vibrazioni possono, col tempo, danneggiare il tubo, di solito in prossimità del bocchettone di collegamento.
  2. Per sfilare il tubo usurato basta allargare con una pinza la fascetta elastica. Meglio smontare prima la pompa di scarico.
  3. Si sostituisce il tubo di scarico di gomma rigida con un modello flessibile: offre una durata superiore ed è più maneggevole.
  4. La guarnizione di gomma dura del tubo di mandata, se usurata, provoca perdite.
  5. Infine occorre stringere le fascette sui tubi di mandata e scarico.

Scopri com’è strutturato l’impianto di scarico

La cinghia della lavatrice

cinghia

La cinghia trasmette la rotazione del motore al cestello, attraverso la puleggia. È fatta di gomma telata, a sezione trapezoidale; per sostituirla si devono individuare i numeri di codice che ne definiscono le caratteristiche, stampati sul lato esterno della cinghia stessa.  Si allenta il dado che permette di mettere in tensione la cinghia e, dopo aver montato quella nuova, la si riporta in tensione spingendo il motore verso il basso, controllando che non sia troppo tesa o troppo lasca.

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  • Contrae il movimento del motore al tamburo della lavatrice.
  • Lunghezza: 1152 mm. Slot: tipo H/Elasticità T: PHE/Poly.V.
  • Compatibile con: buona cinghia trapezoidale 7PHE 1152.
  • Istruzioni di montaggio incluse (lingua italiana non garantita). Nessuna lingua inglese).
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  • Si prega di trovare allegato istruzioni di posizionamento

Lavatrice che puzza – pulire filtro lavatrice

controllo filtri

Il compito del filtro è di trattenere tutti i residui solidi che possono essere mescolati all’acqua di scarico. Infatti, se il filtro è sporco o intasato può causare perdite d’acqua o, peggio, la rottura della pompa di scarico o puzze indesiderate. Il filtro si trova nella parte frontale della lavatrice, in basso. Lo si smonta svitandolo ed estraendolo dalla sua sede. Una errata pulizia filtro lavatrice è una delle principali causa del fatto che la lavatrice perde acqua

Come pulire il filtro della lavatrice?

  1. Ogni dieci-venti lavaggi si estrae il filtro per rimuovere incrostazioni, sabbia, pelucchi, ecc. Bisogna controllare anche che nella sede del filtro non si siano fermati corpi estranei, come monete, bottoni, ecc. La loro presenza potrebbe impedire il regolare deflusso dell’acqua verso la pompa, sforzandola e danneggiandola.
  2. La pulizia della reticella si fa immergendola in una bacinella d’acqua, rimuovendo i residui solidi con un pennellino o una spazzola morbida e sciacquando abbondantemente.
  3. Un secondo filtrino è posto in genere all’altra estremità del tubo di adduzione dell’acqua che si innesta nella lavatrice.

Moschettoni | Tipologie e utilizzi

Protetti da una sicurezza a molla e da un particolare sistema di aggancio i moschettoni garantiscono la solida unione tra due diversi elementi 

Tra tutte le invenzioni che hanno cambiato la vita dell’uomo si pensa subito al fuoco, alla ruota, ma non si pensa mai ad altri lampi di genio come quello di chi ha trovato il modo di tenere uniti in modo flessibile, ma saldo, due oggetti separati. È il caso di quegli accessori metallici rigidi o girevoli, che hanno forme e modalità di funzionamento diverse che, genericamente, chiamiamo moschettoni

Si tratta di una barra ripiegata a ovale con una apertura protetta da una sicurezza a molla: un moschettone inox ricavato da una barra Ø 8 mm ha una sollecitazione ammissibile di ben 2700 kg. Un piccolo segreto sta nel sistema di chiusura: oltre ad avere un ritorno a molla che lo mantiene sempre chiuso, ha anche un sistema di aggancio tale da impedire alla parte curva di “raddrizzarsi” quando è sollecitata. 

Non è strano che a un sistema così semplice si possa affidare la propria vita come fanno gli scalatori, i cui moschettoni sono, tra l’altro, in lega leggera anziché acciaio, o i marinai che ne fanno un uso esteso per corde e vele. 

Una corda disposta a cappio si ferma con il morsetto serracavo. Si tratta di una barra piegata a “U” e filettata alle estremità sulla quale scorre un blocchetto sagomato con due fori. Sono fatti per accogliere il passaggio di due cavi che vengono schiacciati insieme tramite il serraggio di due dadi.

Aggancio e sgancio

moschettoni di sicurezza
Non solo chi scala le montagne deve affrancarsi dalle cadute: anche quando si sale sulle piante per il taglio o la potatura si rischia la vita e conviene mettersi al sicuro indossando un’imbracatura e assicurandosi con una corda a un punto saldo con moschettoni di sicurezza.
tenda
In tante attività ricreative si devono mettere in tensione cordicelle e sagole: un moschettone a ghiera è utile per montare la tenda o per tenere verticali i paletti della rete per giocare a beachvolley, badmington ecc.
sicurezza
Altra situazione in cui i moschettoni svolgono un ruolo di sicurezza è quando si deve salire sul tetto per una riparazione o la sostituzione di tegole rotte.
moschettone di sicurezza
Stesso discorso vale per i casi in cui ci si trovi esposti su un’impalcatura senza protezioni e si vuole lavorare concentrati sul “da farsi” e non sul “salvarsi”.
moschettoni
Quando gli smontaggi sono meno frequenti, esistono moschettoni a pera che incorporano una sicurezza in più, utile in molti frangenti; consiste in una parte rettilinea dell’anello filettata in modo da ricevere un manicotto scorrevole che vi si avvita. Questo impedisce lo sgancio rapido, pur mantenendo la possibilità di farlo.Quando gli smontaggi sono meno frequenti, esistono moschettoni a pera che incorporano una sicurezza in più, utile in molti frangenti; consiste in una parte rettilinea dell’anello filettata in modo da ricevere un manicotto scorrevole che vi si avvita. Questo impedisce lo sgancio rapido, pur mantenendo la possibilità di farlo.
sicurezza
Moschettoni di calibro ben differente sono utilizzati per il traino e il sollevamento con mezzi meccanici e agricoli. In questo caso sono specificati (e certificati) i valori di robustezza e tenuta alla sollecitazione.
maniglia
Un altro noto organo di fissaggio è il grillo, chiamato anche maniglia, che è costituito da un tondo piegato ad “U” con due occhielli alle estremità, uno dei quali filettato. Un perno filettato li unisce attraversando i due fori. I carichi ammissibili, in questo caso, aumentano e arrivano, per un grillo da 8 mm, fino a 5000 kg.
grillo
Un grillo, un gancio avvitato nel trave e un cavo d’acciaio terminato con asola si usano anche in unioni strutturali nelle costruzioni di legno.

Tipologie di moschettoni

moschettoni tipologie
1: moschettone asimmetrico con sicurezza a filo; 2: moschettone con sicurezza girevole; 3: anello da carico ovale con sicurezza a vite; 4: moschettoni con girella e sicurezza a molla; 5: grilli o maniglie per agganci su golfari a lamiere forate; 6: girella simmetrica a due occhioli; 7: grillo a cuore per catene e ganci; 8: morsetti per costruire cappi o serrare i cavi tra loro.

Morsetti e grilli

morsetti
I morsetti permettono di realizzare un cappio su di un cavo metallico, senza danneggiarne i fili, stringendo i dadi con una chiave inglese. Adatti a installazioni stabili, ma comunque smontabili.
grilli
Il grillo è utilissimo per unire cavi e catene a supporti rigidi come profilati e lamiere forate rimanendo rapidamente smontabile.

I tenditori

A differenza dei moschettoni permettono il tensionamento dei cavi grazie alla presenza di filettature con passo opposto. Ruotando le maniglie o il tubetto filettato (dipende dal sistema costruttivo) si avvicinano gli occhielli posti agli estremi delle barre filettate.

La forza che si riesce a trasmettere è considerevole per cui i cavi metallici possono trasformarsi facilmente in supporti quasi rigidi adatti per sostenere tendaggi rimanendo pressoché rettilinei.

tenditori

I tenditori di questo tipo si utilizzano per tensionare nel modo corretto i cavi elettrici delle lampade sospese, sia che siano da tendere in posizione orizzontale (quando attraversano una stanza) sia quando sono da tendere verticalmente (fra soffitto e pavimento).

I tenditori si trovano di dimensioni differenti, in modo da adeguarne la portata al peso che devono supportare. 

Come detto, tuttavia, la forza che questo sistema è capace di esprimere è notevole, quindi, a prescindere dalla caratura del cavo che si mette in tensione, è necessario agire con cautela al momento del tensionamento. 

tenditori

Bisogna considerare la robustezza del supporto su cui la trazione agisce (muratura, legno, ferro, cartongesso, plastica ecc) per evitare deformazioni o, peggio, cedimenti.

Nella foto tutto sembra ben proporzionato; tuttavia, tirando il tenditore con una piccola leva, il cavo d’acciaio può raggiungere una tensione tale da “suonare” come una corda di chitarra. In questo caso le dimensioni dei tasselli utilizzati non sono sufficienti: finirebbe sicuramente per piegarsi l’anello aperto del tassello, sino a rendere inutile il fissaggio.

Per chiudere una catena

moschettoni a vite
I moschettoni a vite permettono di unire solidamente cavi e catene prendendo il posto di uno degli anelli. Non sono facilmente smontabili se serrati con una chiave.
catena
Quando il moschettone è stato unito ai due estremi della catena si può serrare a fondo la vite con una chiave a forchetta. La catena diventa utilizzabile senza intoppi.

Domotica per gestire la temperatura | Impianti di nuova generazione

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La domotica consente di regolare e gestire la temperatura delle diverse stanze programmando gli orari e la durata del riscaldamento a seconda delle necessità

pannello di controllo

La programmazione dell’attività di un impianto di climatizzazione domotica suddivisa per fasce orarie e giorni della settimana permette, ad esempio, di abbassare il riscaldamento poco prima di lasciare l’abitazione e rialzarlo con un po’ di anticipo sul nostro rientro. È già un risultato, ma in questo modo si ha un’unica regolazione di temperatura per tutta la casa che non tiene conto dell’utilizzo delle varie stanze e della loro esposizione.

Se la climatizzazione fa parte di un sistema di domotica più ampio, si può chiedere alla casa di partecipare alla gestione della climatizzazione per associare al comfort il risparmio energetico.

A seconda dell’esposizione delle stanze si possono far abbassare le tapparelle quando si esce di casa e l’irraggiamento estivo è troppo forte, oppure alzarle in determinate ore della giornata per sfruttare i raggi solari d’inverno. Il sistema di ventilazione, se previsto, può interagire escludendo il condizionatore o la caldaia alla sua entrata in funzione.

Termoregolazione a zone

Il vero salto di qualità lo si ottiene quando si realizza una termoregolazione a zone. Grazie alla domotica la casa può essere suddivisa in più ambienti (fino a 99) in ciascuno dei quali possono essere mantenute condizioni diverse di temperatura nelle varie ore della giornata.

Affinché questo sia possibile, ciascun collettore che trasporta il fluido riscaldante alle diverse zone dev’essere provvisto di un’elettrovalvola, alla quale la centrale comanda di aprirsi o chiudersi in base alla temperatura impostata, controllata da una sonda presente in ogni zona.

domotica temperatura

Può sembrare complesso, ma tutto sommato in un’abitazione standard le zone riscontrabili sono tre. Si tratta di zona giorno, zona notte e bagni, anche se volendo è possibile gestire indipendentemente ogni stanza.
Al di là dell’insieme di funzioni che un impianto domotico può svolgere a seguito di una programmazione, utili o semplici “capricci”, la termoregolazione è forse quella che merita di spendere due parole in più.

Domotica – Costo e risparmio

Le spese per il riscaldamento ed il raffrescamento domestico sono quelle che incidono maggiormente sul bilancio famigliare; un impianto domotico efficiente amplifica ed ottimizza le prestazioni di un involucro costruito nel rispetto delle norme anticonsumo (isolamento, apparecchiature riscaldanti, serramenti performanti) e permette un risparmio anche del 30%.

Certo, c’è un costo maggiore di impianti (10-15%), ma lo si ammortizza in 3-5 anni; necessita di un locale tecnico e comporta costi di esercizio lievemente superiori rispetto a quelli tradizionali, ma anche il valore dell’immobile subisce un’indiscutibile incremento.

Infine, basti pensare che in una stanza non utilizzata abbassare la temperatura di un solo grado può comportare un risparmio del 5%. Mica male…

Letto a baldacchino in legno | Lavorazione al tornio

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Questo letto a baldacchino fai da te è formato da quattro colonne collegate da quattro ringhiere composte da 88 colonnine, il tutto realizzato al tornio

Questo letto a baldacchino è costituito da testata, controtestata e longheroni di lamellare di pino controplaccato da pannelli di lamellare da 19 mm; da tavole dello stesso materiale sono ricavati i listelli che bordano in alto i quattro pezzi. 

Gli scarichi aperti nel lato ricurvo delle testate si abbozzano con la sega a tazza e si rifiniscono col seghetto alternativo prima, raspa e tamburo abrasivo montato sul trapano poi. Le quattro ringhiere che formano il baldacchino hanno la cornice di listelli 30×40 mm; due, lunghe quanto le testate, racchiudono 19 colonnine ciascuna, le altre due, a misura dei longheroni, ne contengono 25 (lavorate al tornio una per una).

Le quattro colonne d’angolo, uguali per lunghezza, differiscono per composizione: quelle di testa si fanno con tre pezzi di (a partire dal basso) 950,486 e 894 mm; quelle di piede sempre con tre pezzi ma di 715, 720 e ancora 894 mm

Le spalle di testata, da 950 mm, hanno un tratto centrale di sezione 90×90 mm, terminano in basso con una pera capovolta ed in alto con una sfera, entrambe Ø 100 mm, che un toro Ø 70 mm raccorda alla parte squadrata.

Le spalle di controtestata, da 715 mm, hanno una sagoma uguale; per ottenere questo risultato occorre incollare alle estremità dei pezzisquadrati quattro guance di lamellare l9x90x100 mm che sono poi tornite a palla ed a pera; i tori, invece, vengono torniti direttamente nel listello.

Lo stesso sistema di guance si usa per gli intermedi (da 486 e 720 mm), mentre i quattro pezzi sommitali, tutti uguali, si torniscono partendo dal listello 90×90 mm, lasciandone squadrato il tratto di 200 mm per agganciarvi le ringhiere.

Le colonnine di queste sono di pino massiccio Ø 28xl64 mm; nella lunghezza sono compresi gli spinotti Ø 10×12 mm che si incastrano in fori ciechi aperti nei lunghi elementi orizzontali. Per fare tutte uguali le 88 colonnine è bene prepararsi un pettine marcatore che determini lunghezza e posizione degli spinotti. 

Vediamo ora nel dettaglio come realizzare le varie parti del letto a baldacchino.

Sfera con guance aggiunte

tornio
Per ottenere una sfera di diametro pari alla diagonale del pezzo occorre aumentarne lo spessore con l’applicazione di “guance” (tavolette di listellare di 19x90x100 e 19x90x300 mm), con i listelli orientati di traverso per facilitare il taglio dello scalpello. Qui lo sbozzo delle guance lunghe.
calibro
Il calibro controlla la regolarità del cilindro ottenuto. La sfera è ancora da sbozzare.
Qui siamo alla fase finale; già torniti i tenoni e la sfera, si smussano i capi del cilindro per ricavarne il fuso richiesto dal disegno. Il pezzo finito è quello che si vede verso il centro delle colonne adiacenti alla testata del letto a baldacchino.
letto a baldacchino
I due pezzi intermedi della testata sono balaustri formati da una sfera (con spinotto di collegamento), un toro piatto, un’oliva e un secondo toro piatto da cui sporge un altro spinotto.

Letto baldacchino con ricche ringhierine

sgorbia
Centrato il listello fra le punte si riesce a dargli una sezione ottagonale smussandolo con la sgorbia usata prima di spigolo e poi coricata.
scalpello a lama sbiec
Lo scalpello a lama sbieca porta il cilindro al diametro voluto di 28 mm.
marcatore a chiodi
Con il marcatore a chiodi, coadiuvato da un bedano a lama stretta, si tracciano sul cilindro le varie sezioni di tornitura.
letto a baldacchino
La semplice modanatura delle colonnine, una testa, tre anelli di pari larghezza, due coni tronchi uniti per la base maggiore, un anello uguale ai primi tre e una testa, impostata con un bedano, si rifinisce con lo scalpello a lama sbieca che smussa l’orlo degli anelli e l’incontro tra i coni.
turapori
Torniti i due coni centrali andando prima da destra verso sinistra e poi al contrario e carteggiata tutta la colonnina, le si danno due o tre mani di turapori levigando tra una mano e l’altra.
rifinitura
Volendo rifinire le colonnine con cera una bella lucidatura con la spazzola è indispensabile.
letto a baldacchino
Le ringhierine del letto a baldacchino hanno 25 colonnine quelle laterali e 19 quelle frontali, incastrate nel longherone con spinotti e unite negli angoli con incastri a forchetta.

Pannelli ISOTEC | Isolare il tetto con qualsiasi copertura

I pannelli Isotec termoisolanti, grazie alla loro estrema versatilità, sono utilizzabili con tutte le tipologie di manto di copertura

I pannelli ISOTEC rappresentano un sistema di isolamento termico in poliuretano a elevate prestazioni, studiato per realizzare edifici ad alta efficienza energetica, garantendo un’eccellente coibentazione e ventilazione a tutto l’involucro, dalle parerti alla copertura. 

pannelli isotec

La gamma propone soluzioni per l’isolamento delle coperture, per la realizzazione di facciate ventilate e risulta ideale sia per le ristrutturazioni sia per le nuove costruzioni.

copertura pannelli isotec

Il pannello ISOTEC tetto, disponibile in vari spessori da 60 a 160 mm, è dotato di correntino inserito direttamente in produzione. 

La lunghezza è 3900 mm, mentre la larghezza è disponibile in misure diverse per l’adeguamento a qualsiasi manto di copertura.

isotec tetto

Per ogni genere di copertura

Lastre metalliche a scatto

Copertura realizzabile in vari tipi di metalli, quali alluminio, rame, zinco o altri. 

pannelli isotec

La lastra può essere profilata in cantiere o consegnata già profilata e non viene forata in quanto l’ancoraggio avviene attraverso appositi morsetti o staffe fissati sul correntino di Isotec Parete

Possibili realizzazioni anche di coperture con curve variabili.

copertura con lastre metalliche

Pendenza: a partire da 1%

Prodotto: ISOTEC PARETE

Lamiere aggraffate

Lastre metalliche di varia tipologia (acciaio, alluminio, rame, zinco), disponibili in molteplici colori, si fissano con apposite staffe al tavolato ligneo, a sua volta vincolato al correntino di Isotec Parete tramite apposite viti.

copertura termoisolante

Pendenza: a partire da 5%

Prodotto: ISOTEC PARETE

copertura con lamiere aggraffate

Lastre metalliche grecate o ondulate

Lastre metalliche in acciaio, alluminio, rame, zinco o altri metalli, grecate o ondulate, disponibili in molteplici colori, si fissano con apposite viti direttamente al correntino dei pannelli Isotec, in corrispondenza della parte alta dell’onda o della greca.

copertura Isotec pannelli

Pendenza: a partire da 7%

Prodotto: ISOTEC XL (passo allargato), ISOTEC PARETE

lastre metalliche di copertura

Tegole per basse pendenze

Trattasi di alcune tipologie di tegole che, per le loro caratteristiche tecniche, risultano adatte unicamente per pendenze maggiori al 10% come da indicazione del produttore. Le tegole vengono appoggiate direttamente sul correntino del pannello Isotec.

pannelli isotec

Pendenza: a partire da 10%

Prodotto: ISOTEC, ISOTEC XL 

copertura con tegole

Lastre in fibrocemento o fibro-bituminose

Lastre di copertura in vari colori, si fissano con apposite viti direttamente al correntino dei pannelli Isotec, in corrispondenza della parte alta dell’onda.

pannelli isotec

Pendenza: a partire dal 15%

Prodotto: ISOTEC o ISOTEC XL (passo allargato), ISOTEC PARETE

copertura con lastre in fibrocemento

Tegole tradizionali

Isotec accoglie qualsiasi tipologia di tegola o coppo tradizionali, siano essi in cotto, cemento, ceramica, ecc. Le tegole vengono appoggiate direttamente sul correntino dei pannelli Isotec.

rivestimento tegole tradizionali

Pendenza: a partire dal 30%

Prodotto: ISOTEC, ISOTEC XL 

copertura tegole tradizionali

Come installare i pannelli ISOTEC

fissaggio panello termoisolante
Dopo aver fissato un listone di battuta in legno, di altezza pari allo spessore del pannello, lungo tutto il perimetro della copertura, si fissa il primo panello Isotec. Questo deve esssere a passo ridotto oppure rifilato nella lunghezza per consentire alla prima fila di tegole di arrivare correttamente in gronda.
taglio pannello
Il taglio dei pannelli isotec può essere fatto in un’unica soluzione, usando una smerigliatrice angolare con disco flessibile, oppure in due tempi, tagliando prima la parte schiumata con un segaccio a lama rigida.
pannelli Isotec
I giunti laterali dei pannelli Isotec, sagomati a coda di rondine, vanno sigillati stendendo, prima dell’accostamento, un cordone di silicone monocomponente.
impermeabilizzazione del giunto
Dopo aver posato e fissato il pannello Isotec, si procede all’impermeabilizzazione del giunto e della testa dei fissaggi con apposita guaina di alluminio butilico. I fissaggi, di tipo adatto alla struttura del tetto, vanno distanziati fra loro di circa un metro.
pannelli isotec
Terminata la prima fila si procede con le successive usando pannelli a passo intero. La posa deve essere sfalsata (i giunti verticali di due file non devono mai corrispondere) per cui il primo pannello si taglia a metà e se ne usa un pezzo, mentre il secondo si usa nella fila successiva. Il fissaggio va fatto dopo aver ben calzato il pannello su quello sottostante, facendolo scorrere sino alla battentatura.
sistema termoisolante
Al termine della fila si giunge in prossimità della chiusura laterale, dove è presente il listone di battuta in legno, alto quanto lo spessore del pannello. Lo spazio che resta fra il pannello Isotec e il listone va riempito con schiuma poliuretanica e successivamente impermeabilizzato con guaina di alluminio butilico. Al termine al listone verrà ancorata la scossalina di rame.
schiuma poliuretanica
Seguendo la stessa procedura, fila per fila, si completa la falda, poi si passa alle altre, sino a quando tutti i pannelli Isotec hanno raggiunto il colmo del tetto. Si procede sigillando lo spazio di raccordo fra i pannelli con schiuma poliuretanica (a), riempiendo ogni cavità. Quando essiccata, si rifila la schiuma eccedente (b), quindi si impermeabilizza con guaina di alluminio butilico (c).
correntino sagomato
In prossimità del colmo, in posizione opportuna, si posiziona il correntino sagomato, fissandolo alla struttura sottostante, distanziando adeguatamente i fissaggi previsti. Questo serve per sostenere l’ultima fila di tegole. Alla parte piana del correntino si fissano le staffe di sostegno del sottocolmo (una ogni 65 cm), quindi si posa il sottocolmo inserendo le apposite alette sulla sommità delle staffe e ripiegandole per fissarlo.
camino
Tutti i corpi emergenti dalla copertura, quali camini, abbaini, finestre da tetto ecc devono essere raccordati con il pannello Isotec mediante schiuma poliuretanica e il raccordo deve essere sigillato con guaina di alluminio butilico. Bisogna anche posizionare una “V” rovesciata a monte del corpo emergente, per deviare il flusso delle acque.
linea di gronda
Lungo la linea di gronda si posiziona l’elemento parapasseri aerato. Lo spessore del listello parapasseri assicura la continuità di pendenza nella posa della prima fila di tegole sulla linea di gronda. L’elemento parapasseri, installato correttamente, deve presentare i pettini rivolti verso l’esterno.

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Levigatrice rotorbitale Einhell | Modello TE-RS 18

La levigatrice rotorbitale Einhell TE-RS 18 Li permette di lavorare agevolmente su tutte le superfici, anche con una sola mano e si possono usare batterie 18 V da 1,5 a 5,2 ah, con diverse autonomie

Combinando il movimento orbitale con quello rotatorio, la levigatrice rotorbitale è quella che garantisce i migliori risultati sia quando serve un’asportazione consistente sia, a grana fine, quando si vuole raggiungere una finitura impeccabile. La levigatrice rotorbitale Einhell TE-RS 18 Li offre, oltre a questi vantaggi, quello di poter lavorare senza collegamento alla rete elettrica, quindi con maggiore libertà: quando è possibile, infatti, le lunghe sessioni di levigatura si svolgono in esterni, specialmente se si tratta di rinnovare serramenti e arredi che richiedono abrasivi a grana grossa per eliminare le vecchie finiture e si produce molta polvere, oppure si lavora su ferro e materiali lapidei.

levigatrice rotorbitale einhell

Serve però un’autonomia adeguata e quella delle batterie 18 V della gamma Power X-Change di Einhell è di tutto rispetto: si va dai 27 minuti (max) di quelle da 1,5 Ah ai 70 minuti di quelle da 5,2 Ah scegliendo tra 6 differenti amperaggi utilizzabili su oltre 80 elettroutensili.

La macchina è equipaggiata con un platrorello Ø 125 mm ad attacco rapido dei fogli abrasivi e l’impugnatura antiscivolo è ben sagomata per consentire di guidare la macchina a lungo senza affaticamenti e in sicurezza.

Aspirazione integrale delle finissime polveri

Le polveri prodotte dalla levigatura possono rivelarsi nocive per la salute, soprattutto se si rimuovono tracce di vecchie vernici, ma anche per i leganti contenuti in alcuni semilavorati in legno.

Per evitare che vengano disperse e inalate la levigatrice rotorbitale Einhell TE-RS 18 Li è dotata di un sistema di aspirazione integrato con raccolta delle polveri in un contenitore posteriore; nell’utilizzo prolungato o con abrasivi aggressivi è possibile collegare un aspiratore esterno.

In ogni caso, è sempre bene indossare una mascherina.

Levigatrice rotorbitale Einhell TE-RS 18 – Utilizzo semplificato

levigatrice rotorbitale einhell
Se si possiedono già batteria e caricatore del sistema Power X-Change la levigatrice rotorbitale Einhell TE-RS 18 può essere acquistata in versione “Solo” al prezzo di 59,95 euro.
Il selettore posto sul lato destro permette di selezionare, senza interrompere il lavoro, 6 velocità, da 7000 giri + 14000 oscillazioni/min a 11000 giri e 22000 oscillazioni.
Anche l’interruttore di accensione è in posizione comoda per essere azionato mentre si impugna la macchina.
Il cambio del disco abrasivo è rapidissimo grazie all’attacco a velcro; gli 8 fori permettono un’efficace aspirazione delle polveri anche senza il collegamento a un aspiratore esterno.
La batteria, con tre led di controllo della carica, si estrae premendo il pulsante posto nella parte posteriore e facendola scorrere all’indietro.

Distopia e far da sé

Tratto da “Far da sé n.499 – Ottobre 2019″

Autore: Nicla de Carolis

Camminando sulla spiaggia, ben disposti perché il mare e la sabbia ti fanno tornare nel grembo materno, non si può fare a meno di notare che le persone grasse siano più numerose di quelle in forma, ma non parlo solo dei diversamente giovani, ovvero dei vecchi, anche molti giovani, ahimè, hanno chili di troppo. Inoltre tutti, ma proprio tutti, pur essendo in costume, hanno in mano il loro smartphone.

Questa immagine mi riporta al bellissimo film di animazione, uscito nelle sale nel 2008, in cui la terra viene abbandonata dagli uomini a causa dell’eccessivo inquinamento e del continuo accumulo di rifiuti; gli uomini partono su una flotta di navi spaziali per una crociera di cinque anni con lo scopo di mettersi in salvo e sulla terra rimangono solo dei robot chiamati Wall-E (Waste Allocation Load Lifter Earth-Class), incaricati di fare pulizia per renderla nuovamente vivibile. Passano centinaia di anni ma la terra rimane inabitabile e gli uomini non riescono più a camminare, si spostano sulle corsie delle navi con carrelli velocissimi, comunicano con video/smartphone collocati all’altezza degli occhi e sono comandati da una voce che viene dall’alto e impone di uniformarsi alla moda e ai consumi del giorno.

La realtà di oggi non è ancora la distopia rappresentata nel film, l’utopia negativa che prefigura un’ipotetica società futura nella quale alcune tendenze sociali, politiche e tecnologiche sono portate al loro limite estremo, eppure i presupposti perché ciò si verifichi ci sono tutti: i rifiuti che ci assediano, il problema della vita sedentaria con conseguente aumento di peso, l’utilizzo permanente di uno smartphone, diventato ormai una protesi del nostro corpo, il condizionamento dei media, dalle reti sociali a ogni forma di comunicazione in mano ai poteri economici, che detta i comportamenti e i gusti di tutti noi.

Ma la cosa che più mi colpisce è che questi umani hanno gambe cortissime e sopratutto mani e dita piccolissime, in grado solo di digitare su una tastiera, è ovvio, la loro inattività ha determinato questa evoluzione/involuzione. Le mani di una persona, si sa, comunicano tante cose, cominciando dalla stretta di mano: c’è quella molle, terribile, la stritolatrice, quella a sandwich, con entrambe le mani e via dicendo.
Questo contatto “a pelle” ci dice molto della persona che incontriamo per la prima volta e ci fa subito capire se abbiamo voglia di entrare in relazione con lei.

Parlando poi di mani “involute”, come quelle degli umani del film di cui sopra, il pensiero va subito al confronto con le belle mani del far da sé, anche se magari esteticamente possono non essere perfette: mani con pelle ispessita, con unghie non curate o con­­ la macchia nera per un ematoma da martellata, mani comunque eleganti perché sanno muoversi con padronanza costruendo, smontando, riparando etc, guidate dalla voglia di riuscire. Mani e corpi che, grazie alla passione per il FARE, non potranno diventare quelli rappresentati nei racconti di un futuro distopico.

Decorazioni pittoriche fai da te | Tecniche varie

Le decorazioni pittoriche da esterno attribuiscono all’abitazione una particolare eleganza, soprattutto se sono intonate e coordinate allo stile, all’epoca e al colore dell’immobile.

Le decorazioni pittoriche nobilitano l’abitazione: a volte bastano eleganti foglie d’acanto per far cambiare aspetto a una casa, ma i soggetti possibili sono estremamente vari.

Fregi o stemmi, conchiglie, fiori, ma soprattutto elementi architettonici finalizzati, sia a sottolineare strutture esistenti, sia con funzione di trompe l’oeil, creando strutture inesistenti quali finestre, balconi, archi ecc.

decorazioni pittoriche

Nota importante:

  • Un intervento di decorazione pittorica dovrebbe sempre tenere conto dello stile dell’abitazione su cui si interviene, in modo da non snaturarne l’aspetto.

Cosa serve per realizzare decorazioni pittoriche fai da te:

  • Pennelli di varie forme e dimensioni
  • Idropittura al quarzo per pareti, pitture silossaniche a base di silice e resine siliconiche, impermeabili all’acqua
  • Matita per la tracciatura delle linee di riferimento
  • Cavalletti, trabattelli, ponteggi

Vediamo ora nel dettaglio come dipingere casa con decori pittorici.

Decorazioni pittoriche ad effetto bugnato e foglia d’oro

Per ottenere un effetto bugnato e non uniforme, stendiamo il colore creando dei chiaroscuri per mezzo di un pennello di grosse dimensioni (plafoncino) passato con rapidità.
Agli angoli inferiori delle finestre eseguiamo la tracciatura (con matita da muratura) per realizzare elementi come i diamanti tipici del novecento. I quattro triangoli vanno successivamente colorati.
decorazioni pittoriche
Per ottenere l’effetto ombra due facce del diamante, quelle che ipoteticamente ricevono la luce solare (lume), vanno schiarite. Una terza rimane del colore di fondo e l’ultima viene scurita.
L’esecuzione di particolari dorati ricalca la tecnica utilizzata per l’oggettistica: per una buona adesione della foglia d’oro si stende la colla “missione” all’alcol che applichiamo con pennellino piatto.
decorazioni pittoriche
Con una certa attenzione, facciamo aderire la foglia d’oro, stendendo le grinze con l’aiuto di un pennello asciutto. Essendo esposta agli agenti atmosferici, la doratura va protetta con vernice acrilica.

Tecnica Marmorino

La tecnica del marmorino consente di ottenere piacevoli finiture decorative lisce e compatte, dall’aspetto molto simile al marmo.

Fasce in rilievo

La bellezza di una vera fascia in rilievo nobilita qualsiasi decorazione come marcapiani, contorni di porte e finestre, riquadri per decori ecc.

Effetto spatolato

Lo spatolato è una tecnica relativamente recente per realizzare decorazioni pittoriche; dona alle pareti un aspetto “vellutato” e lucente di vario colore.

Trompe l’oeil adesivi murali | Caratteristiche e applicazione

“Trompe l’oeil” è una definizione di origine francese che indica un particolare tipo di pittura, per esterni o interni, che deve letteralmente “ingannare l’occhio”

La tecnica del trompe l’oeil è utilizzata sulle facciate in cui vengono disegnate con perizia finestre finte, murature rilevate, capitelli, cornicioni, oppure addirittura ingressi inesistenti, finestre aperte, ma anche balconi, persone, statue ecc.

Questa tecnica non è semplice e bisogna affidarsi a esperti del settore per realizzare dipinti che abbiano tale effetto. Ma esiste un’alternativa pratica e alla portata di tutti: l’utilizzo dei trompe l’oeil adesivi per parete. Si tratta di particolari poster le cui immagini possono essere trasferite su parete con una semplice tecnica.

Il risultato è pari, in tutto e per tutto, a una pittura eseguita direttamente sul muro. La possibilità di scegliere tra numerosissimi soggetti ci offre una grande libertà creativa.

Occorrente

  • Affresco stampato su carta transfer adesivizzata, protetto con foglio di carta siliconata;
  • spatola, spugna, spazzola.
Trompe l'oeil adesivi

La superficie murale

La superficie della parete in cui intendiamo applicare l’immagine trasferibile deve essere compatta, priva di fori o crepe ed esente da umidità.

Può essere conveniente, nei giorni antecedenti l’applicazione, effettuare una buona carteggiatura seguita da tinteggiatura con idropittura traspirante.

Per i soggetti più grandi è bene suddividere la superficie in 2 o più parti prima di procedere alla bagnatura e alla rimozione della carta.

È possibile personalizzare ogni soggetto aggiungendo dei dettagli con pennello e colori o delle ombre che diano tridimensionalità al soggetto.

L’applicazione al muro del trompe l’oeil

Con i trompe l’oeil trasferibili da muro giganti otteniamo effetti di incredibile realismo. Utilizziamoli per dipingere casa in maniera originale e creare, con una semplice tecnica fai da te, un motivo divertente e originale in una parete della nostra casa.

Anche senza avere alcuna capacità grafica possiamo realizzare a parete bellissimi “trompe oeil” che vengono prodotti in fogli “trasferibili” sul muro.

I soggetti sono diversi (reperibili nei centri bricolage) ed è anche possibile farli realizzare su nostre foto o immagini. Si tratta di applicare sulla parete il maxi trasferibile e poi bagnarlo in modo da poter asportare la pellicola anteriore di protezione.

Bicicletta

  1. Lavorando in due stendiamo il trasferibile sulla parete, facendo attenzione a non formare bolle d’aria e strapparlo. Facciamo aderire l’immagine alla parete agendo delicatamente con una spatola passata dal centro verso il bordo.
  2. Bagniamo la spugna e inumidiamo ripetutamente e accuratamente tutta la protezione anteriore.
  3. Al centro dell’immagine laceriamo un pezzetto di carta protettiva e la asportiamo tirandola verso l’esterno.
  4. Procediamo delicatamente e lentamente facendo attenzione a non asportare anche il trasferibile.
  5. Continuiamo ad asportare la protezione eventualmente inumidendola ancora se si asciuga.
  6. Quando tutta la protezione è stata asportata si ripassa delicatamente sull’immagine con la spazzola per farla aderire. Il dipinto fai da te con trompe l’oeil è “installato”!

Statua

Definiamo con precisione la zona in cui applicare il decoro, tracciando a matita sul muro la linea di base dell’affresco con l’aiuto di una livella. La precisione in questa fase conduce a un buon risultato.
Appoggiamo al muro il foglio con l’immagine trompe l’oeil da trasferire dal lato adesivizzato e facciamolo aderire premendolo con la spatola in dotazione e asportando man mano la carta siliconata di protezione.
Trompe oeil
Con la spugna imbevuta di acqua bagniamo tutta la superficie del foglio, partendo dall’alto e soffermandoci sui bordi esterni, finché il disegno inizierà a comparire in trasparenza.
Con un cutter o con la punta delle forbici pratichiamo una piccola incisione al centro della carta e cominciamo a rimuoverla delicatamente e facendo attenzione, tirando lentamente dal centro all’esterno.
Trompe l oeil adesivi
Asportiamo con cautela tutta la carta: se dovessimo incontrare una certa resistenza, bagniamola ancora con la spugna. L’immagine si trasferisce così direttamente sulla parete come se fosse dipinto.
Trompe l'oeil adesivi
Asportata tutta la carta, lisciamo la superficie tamponandola con la spazzola, evitando di sfregare per non rovinare il lavoro. Se in futuro volessimo eliminarlo, possiamo coprirlo con una idropittura.

Tagliapiastrelle Montolit Brooklyn F1 | Per tagli professionali

Il tagliapiastrelle Montolit Brooklyn F1 permette tagli di alta precisione, rapidità e un’esecuzione senza polveri su piastrelle di varie dimensioni

Tagliare piastrelle è un’operazione che si può effettuare in diversi modi, ma la tendenza odierna all’utilizzo di formati grandi e di materiali durissimi impone l’utilizzo di strumenti che permettano un’elevata precisione e rapidità di lavorazione. 

Il tagliapiastrelle Montolit Brooklyn F1 è sicuramente uno strumento professionale, ma talmente semplice da utilizzare e così efficace, che vale la pena di scoprirne le proprietà e rendersi conto dello stato dell’arte in fatto di taglio delle piastrelle, orgogliosi anche del fatto che sia un prodotto del tutto italiano.

(Maggiori informazioni: Montolit)

Caratteristiche tagliapiastrelle Montolit

Innanzi tutto va detto che questo tagliapiastrelle elettrico è disponibile in diverse dimensioni: quella testata in queste pagine è la più piccola, il modello F1-101 che taglia piastrelle lunghe sino a 101 cm, ma ci sono anche altri tre modelli che arrivano rispettivamente a 131, 151 e 181 cm di lunghezza di taglio. Sono tutte uguali come diametro del disco (250 mm), potenza del motore (2,2 kW) e strutturazione del supporto; cambiano soltanto le dimensioni in lunghezza del banco.

Il disco diamantato è raffreddato ad acqua, cosa che offre anche il grande vantaggio di lavorare senza il minimo sollevamento di polveri.L’ampio piano d’appoggio, la squadra di scontro e il sistema di immobilizzazione della piastrella permettono tagli di precisione assoluta.

tagliapiastrelle Montolit

Ruotando attorno a un perno centrale, la squadra è inclinabile, quindi si può impostare un’angolazione di taglio a piacere da 0 a 45°. Allo stesso modo, la testa della macchina si può inclinare di lato, rispetto al piano di lavoro, in un range da 0 a 45°, sicché si possono anche effettuare biselli.

La testa si può anche regolare in altezza, per far lavorare la lama sempre nel modo corretto, a prescindere dallo spessore del pezzo (da 0 a 5 cm).

Il tagliapiastrelle Montolit è ideale per il taglio e lo smusso di grès, grès porcellanato, klinker, cotto, monocottura, ceramica, cemento e materiali lapidei.

I movimenti della testa

Per immobilizzare la testa sulla barra longitudinale, utile quando si deve trasportare la macchina, si stringe l’apposita manopola.
Una vite con barra e leva sblocca la regolazione della testa, che include motore e lama, in altezza sul piano di lavoro.
Una manopola permette il movimento laterale della testa…
tagliapiastrelle Montolit
…in modo che la lama si possa inclinare sino a 45° rispetto alla normale posizione verticale.

Come spostarlo

taglia piastrelle
Il posizionamento delle rotelle permette di movimentare la macchina senza fatica; arrivati sul posto si distendono le gambe da un lato.
Si sbloccano anche le gambe sull’altro lato, sganciando la levetta di fermo che le tiene raccolte.
taglia mattonelle
Prendendola per la maniglia laterale, si solleva la macchina: le gambe vanno in posizione da sole e si bloccano.
Sulla squadra, un fermo laterale permette di fissare una misura e ripetere il medesimo taglio su diverse piastrelle.
Lo Squeeze System serve per tenere la piastrella contro la squadra, impedendole di muoversi durante il taglio.

Tagliapiastrelle ad acqua

Sotto il piano di lavoro del tagliapiastrelle Montolit Brooklyn F1 si estende la vasca che contiene 25 litri d’acqua. Il livello da raggiungere è reso evidente e non è necessario misurare la quantità che si immette. Al termine del lavoro, la vasca si svuota rimuovendo il tappo sul fondo.

Tagliapiastrelle ad acqua